Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
Ma infatti questo convolgimento e questa invidia verso Cono, o chi simile a lui, non mi tocca, anzi, proprio l'effetto contrario, sia per quello che dice che come lo dice.
Fosse anche una fede serena, probabilmente non avrei tutta questa voglia di emulare perché comunque frutto di quella credulità in cose che io non apprezzo e non sono dimostrate, con spiegazioni non realistiche e superate, oggi confutabili.

Forse sbaglierò io, ma nel saper vivere ci metto anche il saper accettare la realtà dei fatti, della vita e del suo funzionamento, anche se non piace, non soddisfa, lascia il buco aperto.
beh, la fede è tale proprio perché ab-soluta, non correlata a fatti che ne dimostrino la convenienza in quanto vera;

fede è semplicemente il tuo affidamento nella giustizia intrinseca di un principio assoluto - poniamo, quello anti-specista - e quanto alla circostanza che altri condividano davvero quell'assoluto e si comportino di conseguenza;
non c'è alcun motivo di opportunità razionale nel non mangiare i cuccioli di pecora a Pasqua, nessuna convenienza;

il resto sono interfaccia, sostanzialmente irrilevanti; puoi provare fastidio per certe ingenuità, ma sono cose secondarie, come l'animazione di interfaccia di un software; che ci sia il puffo scontento che getta un file nel cestino o una rappresentazione più sofisticata è irrilevante, visto che sei tu, per motivi tuoi, che decidi di cestinare quel documento;

quanto a Cono - sia chiaro, lo dico senza alcuna censura - è evidente che la sua ossessione religiosa è scatenata da una paura radicale del mondo istintuale, e prima di tutto sessuale; il suo racconto sulla mano di Dio che si posa sulla sua testa mentre osserva la minorenne in treno è eloquente; tutta quella dottrina ha più o meno la stessa funzione di chi accompagni un agorafobo in spazi aperti; senza l'accompagnatore, quello non va in strada e in piazza perché teme la sua stessa incapacità di controllo;

se Cono ne parlasse in questi termini, tutti sarebbero solidali, o almeno comprensivi con lui;

il problema, invece, si pone perché entra in gioco l'effetto secondario di questo handicap psicologico, e cioè la sua invidia per chi, al contrario, è capace di vivere in modo più sereno il proprio pulsionale sessuale, e che quindi diventa agente di degrado, da censurare e svilire, esagerandone retoricamente e caricaturalmente le propensioni, in un costrutto molto stratificato di narrazioni; perché chiaramente in lui permane un conflitto irrisolto, o risolto con una grandissima fatica e privazione, sacrificio, insoddisfazione rimossa.