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Discussione: Riflessioni sul Natale.

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Cono, renditi conto che a te manca qualunque consapevolezza. Posti un brano che in nulla avalla quanto tu vuoi che esista né dà autorevolezza alle credenze di chi fa scienza. Lì parla della curiosità e della voglia di scoprire, non che c'è dio, entità di cui nemmeno i fisici possono dare prove.
    Cadi ancora una volta dal pero e dalle nuvole.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Cono, renditi conto che a te manca qualunque consapevolezza. Posti un brano che in nulla avalla quanto tu vuoi che esista né dà autorevolezza alle credenze di chi fa scienza. Lì parla della curiosità e della voglia di scoprire, non che c'è dio, entità di cui nemmeno i fisici possono dare prove.
    Cadi ancora una volta dal pero e dalle nuvole.
    Forse non hai letto bene, Laurina:

    "L'esistenza delle cose è oggetto di un riconoscimento, non di dimostrazione. E questo può forse spiazzare la nostra mentalità, portata ancora a dare valore solo a ciò che è dimostrabile, come se l'unica conoscenza credibile fosse quella di tipo matematico. Eppure anche un grande logico come Wittgenstein non poteva esimersi dal riconoscere che «una esperienza è tale che quando la provo mi meraviglio dell'esistenza del mondo. E allora sono incline a usare frasi quali "com'è straordinario che esista qualcosa", o "com'è straordinario che il mondo esista"». Questo stupore per l'esistenza è la condizione per un incontro autentico con le cose e spalanca la possibilità della conoscenza. Se infatti ci domandiamo cosa muove il ricercatore verso la ricerca, dobbiamo ammettere che la sua ragione è messa in moto da un 'attrattiva che la realtà esercita su di lui. Ma l'origine di questa attrattiva non è immediatamente il fatto che egli può «misurare», «dividere» le cose, ma il fatto semplice e vertiginoso che la realtà c'è. È lo stupore per il fatto che le cose ci sono. È uno stupore che non si arresta in un sentimento estetico, non si riduce a una curiosità momentanea, ma è l'inizio di un processo, accende il desiderio di entrare in rapporto con il mondo, di conoscerlo. Lo stupore accompagna ogni passo: ogni passo della ricerca infatti è un inizio."

    http://www.fisicaedintorni.it/dtml/r...e_scienza.html

    Come fai (anche se sei il miglior Scienziato del mondo) a dimostrare Dio? L'Infinito, con la tua mente finita?
    Puoi invece dire "si" alla Sua esistenza, aprendoti alla meraviglia che ti circonda e facendoti domande.

    «Parlare di origine del mondo porta inevitabilmente a pensare alla creazione e, guardando la natura, si scopre che esiste un ordine troppo preciso che non può essere il risultato di un “caso”, di scontri tra “forze” come noi fisici continuiamo a sostenere. Ma credo che sia più evidente in noi che in altri l’esistenza di un ordine prestabilito nelle cose. Noi arriviamo a Dio percorrendo la strada della ragione, altri seguono la strada dell’irrazionale» (PROFESSOR CARLO RUBBIA citato in C. Fiore, “Scienza e fede”, elledici, Leumann (TO) 1986, p. 23).
    amate i vostri nemici

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