Originariamente Scritto da
axeUgene
marginali, e non principalmente dediti a girare armati;
ora, qualsiasi persona di buon senso e frequentazione con la storia, di fronte allo schema della vicenda di Gesù, non ha difficoltà ad individuare il pattern consueto:
a) c'è un'occupazione straniera e un governo collaborazionista;
b) c'è una resistenza di partigiani nazionalisti che non si rassegna, per cui il primo nemico da combattere è proprio quel governo collaborazionista;
c) siccome, in quel caso, il governo è teocratico, la contestazione si incentra sulla "purezza" religiosa e sulla corruttela di quei sacerdoti o governanti, come, da mezzo secolo, puoi osservare anche nei paesi islamici, a partire dall'Iran;
d) il finale ovvio è che quando i collaborazionisti catturano quei partigiani, offrono la loro testa agli occupanti, come pegno della loro affidabilità;
peraltro scarsa, perché in effetti gli ebrei sotto occupazione romana erano talmente irriducibili che meno di 40 anni dopo la crocifissione di Gesù, il problema era talmente ingovernabile da indurre Tito a spianare tutto, distruggere il tempio e disperderli, dopo aver constatato che quel vincolo religioso era talmente forte da generare poche illusioni sulla stabilità abituale di una pax-romana;
forse Esterno sa qualcosa su un aspetto che da storico, che non sa quasi nulla di storia antica, io mi porrei: visto che la redazione dei vangeli cade più o meno proprio all'epoca della distruzione del Tempio, 70 d.c., ci sta che quella tensione abbia influenzato in un modo o nell'altro i redattori ad esporsi o non esporsi, come nazionalisti oppure solo esegeti di un culto;
cioè, uno che avesse raccontato un Gesù eroe nazionalista, in effetti avrebbe rischiato molto in quel clima; molto meno nel caso di un'epopea di culto religioso, una vicenda di eresie ebraiche, di cui ai romani non importava nulla, e che non avrebbe originato repressione, se qualche prefetto avesse avuto modo di leggere quei testi.