Regina d’autunno ha scritto: “Scusa ma non è la stessa cosa? Il pudore è anche vergogna di mostrarsi agli altri, di mostrare i propri sentimenti o anche di lasciarsi andare come dici tu”.

Ciao Regina. La psicologia considera il pudore un sentimento di difesa della propria intimità; invece la vergogna è un’emozione, un’emozione sociale. Pensa all’esperienza improvvisa e involontaria dell’arrossamento del viso come espressione di un’emozione derivante da un comportamento inappropriato o dall’aver compiuto un’azione che può essere giudicata negativamente.

L’arrossamento del volto è la conseguenza dell’ansia suscitata da una situazione vissuta soggettivamente come imbarazzante a causa di una accentuata sensibilità alla valutazione degli altri. Il rossore del volto è facilmente collegabile alla timidezza, che è una forma d’insicurezza.

Invece col sentimento del pudore l’individuo afferma il proprio “Io”, esige il rispetto della propria intimità ed esprime proprie “regole” di autotutela nei rapporti interpersonali per evitare la “vergogna”, il senso improvviso e sgradevole di “nudità” interiore, di smascheramento.

Nel passato gli organi genitali venivano anche denominati “pudende”, "le parti pudende", (o pudenda), in particolare dal clero, perché considerate “cose per cui si deve provare vergogna”.

Per quanto riguarda il sostantivo “intimità”, o meglio "intimo", questo deriva dalla lingua latina, allude a ciò che è nascosto, tutelato all’interno dell’individuo contro la curiosità e l'indiscrezione altrui.

Nella coppia l’intimità viene conquistata gradualmente nel tempo.
Per raggiungere l’intimità è necessario abbattere le “barriere” psicologiche che si frappongono alla reciproca scoperta dalla persona che si ama. La progressiva fiducia nel/la partner permette di ’”aprirsi” e di considerare lo “svelarsi” come una opportunità per riflettere sulle proprie caratteristiche.
Quelli che temono di “lasciarsi andare”, difficilmente riescono a stabilire l’intimità affettiva, perché la loro razionalità permette al massimo il coinvolgimento intellettuale. Ma evitare l'intimità significa evitare la profondità dei sentimenti.

L’intimità affettiva soddisfa il bisogno di condividere in modo privilegiato con un’altra persona i propri pensieri. Se la relazione dura nel tempo può diventare empatia, con modalità note soltanto alla coppia.

L’intimità fisica contribuisce a fortificare il vincolo affettivo ed emotivo.

Definire "virtù " il pudore o l'intimità forse non e' il termine confacente.

A me la parola virtù evoca le quattro virtù cardinali e le tre teologali.

Virtù deriva dal latino "vir" (= "uomo") e fa riferimento alla capacità di un individuo di eccellere in una determinata attività.