Sei OT , non si stava parlando di povere schiave, ma di donne che usano volontariamente il corpo per fare soldi
Sei OT , non si stava parlando di povere schiave, ma di donne che usano volontariamente il corpo per fare soldi
Non è ot, ha ragione. Anche una che va a pulire i cessi lo fa volontariamente ma non vuol dire che gli piaccia.
Chiaro, è un lavoro che per qualcuna può essere accattivante per via del gruzzolo che si accumula, ma che possa fare piacere toglietevelo pure dalla testa. Se avessero la possibilità di guadagnare parimenti in altro modo probabilmente lo farebbero.
Come dice Nahui, bisogna essere portati, serve pelo sullo stomaco e anche una buona dose di incoscienza. Nell'articolo la ragazza racconta di essere stata buttata in una vasca, per dire. Non è che siano esperienze all'acqua di rose. E rischi di trovarti pure gente violenta e pericolosa, convinta di poter fare quello che vuole col tuo corpo, proprio perché paga.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
boh... io non giudico certamente la posizione di chi sceglie; io sarei inibito, da cliente, almeno credo; facendo un paragone con un argomento di cui discutevo poco fa, è come fare una caccia al tesoro o una ricerca paragonabile, tipo tartufi o oggetti preziosi ai mercatini, sapendo che hai pagato perché qualcuno ti faccia trovare l'oggetto bello e raro mettendotelo sotto il naso un istante prima che passi
poi, magari esiste anche un'estetica autonoma della puttaneria; anzi, senza magari; la cultura è piena, e non si tratta nemmeno di sfigati; è proprio una circostanza a sé, di un tipo di maschio, "normale" fino ad una 50ina d'anni fa; oggi sarebbe di seconda mano, sforzato, tipo Pietrangelo Buttafuoco, che non è antipatico o stupido, ma si vede che sta ricostruendo un sentimento che non gli appartiene come generazione, ma solo come nostalgia;
forse ho conoscenze limitate, ma la gente della mia età - media cultura e contesto urbano - già non è più a suo agio nella situazione, per esperienza generazionale collettiva.
c'� del lardo in Garfagnana
Non c’è nulla di nuovo.
Storia vista e rivista migliaia di volte, in ogni campo, non solo in quello dello studio.
Alla fine una/o con il suo (se, se lo può permettere) fa quello che vuole.
Comunque sempre di prostituta si tratta (non vedo differenza alcuna tra una che si vende per strada o a casa per pochi e forse selezionati clienti), non c’è niente di dignitoso.
tutti questi marchi sulle donne e sugli uomini che oggi, 2021, fruiscono del libero e reciproco scambio di se stessi e delle proprie sostanze senza farsi o far del male, ed anzi, per ambo le parti, con ricercata e trovata soddisfazione ed appagamento, quindi benessere psicofisico e materiale, suonano come melodie stonate d'altri tempi.
addirittura tassare e fiscalizzare tale scambio per lavarlo e così trovare quell'alternativa alla sua accettazione che, in fondo, tutti vorrebbero e troppi nascondono.
negli anni in cui dilagava l'eroina, tanti, veramente tanti giovani e giovanissimi si drogavano, la ragazze ricorrevano al proprio corpo con molta più disinvoltura rispetto alla giovane ed i genitori, ambedue tutto il giorno assenti, come oggi del resto, per lavoro o per altre ragioni, facevano parte di quella società "buona" sempre pronta a marchiarli i "drogati", salvo poi scoprire che lo erano anche i figli e che le figlie oltre a drogarsi pure si concedevano sessualmente per raggiungere lo scopo.
eppure, quella "società buona", anche all'evidenza dei fatti faceva finta di niente e nel tempo ha imparato a solidarizzare; del resto, mal comune mezzo gaudio.
oggi, che queste ragazze e ragazzi sono i nipoti di quella "società buona" degli anni dell'eroina e della rottura dei tabù, siamo nuovamente al far finta di niente ed anzi, al marchio distintivo: puttana e puttaniere.
è l'offerta che fa la domanda, viviamo tutti più a lungo, covid permettendo, non è possibile ipotecare il futuro economicamente e men che meno sentimentalmente, soli non vogliamo restare, i siti d'incontri che utilizza la studentessa lo "urlano" in silenzio: per come la penso, oggi è ancora più imperativo di ieri, quando i genitori o i nonni di questa generazione si drogavano e si prostituivano per farlo.
Sei proprio una cattivona ehhh
Tra gli aspetti tristi della vicenda per me c’è il fatto di non poterti innamorare di nessun ragazzo
A quella età, quando l’amore lo si può vivere spensieratamente, scevro da tutte le rogne che ti arrivano addosso strada facendo nella vita
Questo per me è di una tristezza infinita
Precludersi la possibilità di amare per denaro
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-
non so quanto sia appagante la circostanza per una studentessa, almeno in termini di reciprocità;
la morale cambia, come sempre nel tempo; faccio presente che nell'immaginario degli ultimi 50 anni, tra i segmenti leader del nostro pensiero, cioè, quelle persone - non necessariamente migliori, non c'è moralismo - cui la maggioranza aspira a somigliare, non si pratica la prostituzione; e, se lo fa, lo si nasconde;
chi oggi abbia meno di 70 anni è cresciuto mediamente immerso in un racconto - letture, film, canzoni, ecc... - della società "ideale" in cui il sesso non si compra ma è un'esperienza tra pari, in cui i soldi e il bisogno sono esclusi; anche perché se devi comprare, sei (percepito come) uno sfigato;
generalmente, non abbiamo canzoni o film popolari, di massa, in cui il protagonista "eroe" e modello paga; il motivo è semplicissimo:
tutti vorrebbero essere talmente affascinanti da averla gratis, e tutte talmente desiderabili da voler essere sposate;
anche il Clint Eastwood più vintage, che ci lasciano intuire come frequentatore abituale di prostitute, quando diventa eroe trova una che gliela dà gratis, anche quando non è proprio un'educanda;
poi, c'è una narrativa, di nicchia, che segue la psicanalisi popolare americana, che racconta le situazioni bordeline, dove tutto è interessante e potenzialmente eroico, l'alcolizzato, il tossico, ecc...
poi, magari tra 50 anni nessun padre o madre alzeranno nemmeno un sopracciglio se la figlia deciderà di prostituirsi o il figlio magari di sposare una prostituta che continua ad esercitare; perché se è un lavoro "normale", lo deve poter fare pure una madre di famiglia, come se facesse la commercialista o la parrucchiera; e allora in effetti vorrà dire che si tratta di un lavoro come gli altri, che non genera alcuna preoccupazione di ordine privato o pubblico.
Ultima modifica di axeUgene; 01-04-2021 alle 11:29
c'� del lardo in Garfagnana
Certo ognuno col proprio corpo fuò farci quello che vuole, ma io temo che queste studentesse una volta abituate a guadagni decisamente superiori di una commessa o impiegata, difficilmente rinuncerebbero ad alti guadagni e una vita sopra le righe e non si può dire che attualmente vendere prestazioni sessuali sia un lavoro come un altro, sfido anche io quanti genitori andrebbero orgogliosi e avrebbero piacere che la propria figlia esercitasse la prostituzione, come non sarebbero entusiasti di avere un figlio tossico e spacciatore. Perchè la si può chiamare escort, accompagnatrice o in qualsiasi altro modo ma quello resta.Ne sono consapevoli anche le studentesse, dato che dichiarano di farlo all'insaputa dei genitori.
Anche nell'ambiente del porno ricordo che Eva Henger, ex pornodiva, in uno scherzo delle Iene si era imbestialita,non voleva che la figlia praticasse la stessa ex professione, ci sarà un perchè?
Riguardo a legalizzare la "professione" della prostituzione mi pare non sia vietato farsi pagare per prestazioni sessuali, illegale è lo sfruttamento se non sbaglio.
Lo sfruttamento potrebbe avvenire ugualmente, anche se riconosciuta come professione e partita IVA, basta ricattare, chiedere il pizzo, rinchiuse dentro un bordello o "albergo" apposito, club, non credo che le organizzazioni malavitose o mafiose rinuncerebbero facilmente a certi guadagni.
E non sarebbe l'unica professione ad evadere le tasse.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
Mi sembra che tu stia un attimino confondendo l'amore libero con quello a pagamento.
Non si tratta di marchi: ognuno col suo corpo fa ciò che vuole e lo abbiamo detto tutti. Ma se io "vendo" il mio corpo, non sto praticando amore libero, sto svolgendo una professione. Se mi faccio pagare è giusto che rientri nel sistema economico nazionale, che rappresenta una buona fetta del pil.
E c'è una bella differenza tra questo e invece l'essere liberi di amare chi meglio si crede, che è sacrosanto.
Io posso scegliere di avere un uomo al giorno, e va benissimo, ma quello è reciproco divertimento. Se lo faccio a pagamento e devo rispondere alle esigenze di una clientela, quello non è amore libero, è prostituzione. Non è qualcosa che faccio per il mio piacere, ma solo per piacere del mio conto corrente. Sono due cose ben diverse. Entrambe legittime e fattibilissime, certo, ma diverse.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
che non è neppure sempre vero, peraltro;
secondo te, io posso col mio corpo fare il manovale per conto terzi sui ponteggi senza usare le sicurezze, casco, scarpe, agganci in caso di caduta, ecc...?
se viene multato il padrone dell'impresa e io testimonio che a me sta bene così, dici che accettano la spiegazione come buona ?
e, in caso contrario, perché non l'accettano ? eppure sono io ad aver deciso, no ?
c'� del lardo in Garfagnana
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
sì, ma qui la cosa tricky, che volevo sollevare, è proprio che quelle regole intervengono a limitare la disponibilità di se stessi, che non è proprio intuitivo come concetto; ora, sarebbe interessante domandarsi: perché questa cosa ? come funziona ? ha un senso o è un'intrusione indebita nella libertà privata delle persone ?
c'� del lardo in Garfagnana
Si beh, quella però è una scelta legittima.
Io a quell'età non ne volevo sapere di innamorarmi e pensavo a divertirmi e basta.
Alla fine lei ha messo una data di scadenza a questo tipo di vita. E comunque se capiterà di innamorarsi nessuno le vieterà di smettere prima. Alla fine sono scelte.
A me fanno più paura le ripercussioni psicologiche che una vita così potrebbe avere su una ragazza così giovane.
Mi chiedo se imparerà mai a godere del sesso, a viverlo come qualcosa di piacevole e appagante.
Mi chiedo se proverà mai un orgasmo.
Se avessi una figlia, cercherei di insegnarle a vivere il sesso prima di tutto come un piacere per se stessa. Ad appagare i bisogni del proprio corpo, piuttosto che a venderlo per soldi. E non è una questione morale, ma di amore per se stessi.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .