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Discussione: perché il senatur invidiava roma...

  1. #1
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    perché il senatur invidiava roma...

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    Ultima modifica di sandor; 09-02-2019 alle 09:52

  2. #2
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Perchè non c'aveva una lira e a Roma girano i soldi...infatti poi ha imparato come si dice mangiare in dialetto romano e c'ha preso gusto...a magna', se qualcuno ancora avesse dubbi su chi sono i ladroni...
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  3. #3
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    Perchè non c'aveva una lira e a Roma girano i soldi...infatti poi ha imparato come si dice mangiare in dialetto romano e c'ha preso gusto...a magna', se qualcuno ancora avesse dubbi su chi sono i ladroni...
    no guarda. innanzitutto non mi sognerei nemmeno per un attimo di fare considerazioni "critiche" nei confronti della lega e del senatur. però il motivo della discussione nasce da una riflessione che mi sono permesso di fare sul rapporto/scontro tra le idee della lega e la politica della stessa da un lato; e la politica e il modo di farla nei palazzi romani dall'altro. se bossi diceva a roma che era "ladrona" io penso lo dicesse a ragione veduta. insomma il suo "formidabile" istinto politico gli diceva che roma e i romani "mangiavano", come dici tu, meglio del resto dell'italia. la constatazione di bossi potrebbe sembrare ovvia, ma non lo è se ci pensi bene. diciamo che la differenza tra la sua intuizione e la realtà è di tipo "quantitativo" e non "qualitativo". cioè bossi si riferiva al fatto che a roma "si campa con la politica", che i romani si mangiano "i soldi", che il governo di roma spende in deficit e ripiana i debiti togliendo fondi al nord e destinandoli a consentire il pareggio di bilancio. non aveva tutti i torti, però non aveva colto una realtà essenziale. che roma non è una "spendacciona". semplicemente i romani hanno trasformato il parlamento e gli organi di governo in una "dependance". ci sono, in parlamento i "domestici" che amministrano il denaro pubblico secondo le leggi (ovviamente ad hoc) che il parlamento adotta "su richiesta" degli interessati. a roma si parano il culo con le leggi ad hoc per fare quel cazzo che gli pare, e questo bossi lo aveva intuito. credo che sia stato questo suo peccato di "superbia" contro "gli dei" di roma a fargli perdere quel "celodurismo" dei primordi...dimmi tu...
    Ultima modifica di sandor; 10-02-2019 alle 05:45

  4. #4
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    a magiostri': ma sei in vacanza?

  5. #5
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Ma che vacanza. Sono stata male, malissimo.
    Non ho capito cosa vuoi dire in realtà: che Bossi aveva ragione e a Roma si rubano soldi? Ma a Roma, intendendo nei luoghi e posizioni del potere o i romani rubano? Perchè i romani a Roma sono pochi eh. Università, concorsi e uffici pubblici sono letteralmente invasi dai meridionali che arrivano qua in cerca di un'opportunità che giù da loro magari non troverebbero di sicuro.
    Bossi avrà pure avuto il fiuto politico, ma alla fine il ladrone era proprio lui.
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  6. #6
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    Ma che vacanza. Sono stata male, malissimo.
    Non ho capito cosa vuoi dire in realtà: che Bossi aveva ragione e a Roma si rubano soldi? Ma a Roma, intendendo nei luoghi e posizioni del potere o i romani rubano? Perchè i romani a Roma sono pochi eh. Università, concorsi e uffici pubblici sono letteralmente invasi dai meridionali che arrivano qua in cerca di un'opportunità che giù da loro magari non troverebbero di sicuro.
    Bossi avrà pure avuto il fiuto politico, ma alla fine il ladrone era proprio lui.
    beh, è la solita vecchia polemica delle "periferie" contro il centro burocratico; c'è ovunque negli stati centralisti, e ovunque tra campagna e città;

    in Italia, però, c'è un problema in più, più accentuato e radicato in secoli di storia: sin dal Medioevo, il sud è stato più o meno sempre governato da dinastie accentratrici, che hanno rafforzato il sistema feudale-gerarchico-burocratico; nel centro-nord ci sono state le autonomie comunali e poi i principati, stati indipendenti di commercianti, banchieri, ecc... in mezzo il papa;
    col tempo, questo ha prodotto una dicotomia tra cittadinanza attiva, intraprendente e moderna, e condizione di sudditanza clientelare; tutte le prove "nazionali", guerre, trasformazioni sociali, referendum, ecc... col nord sempre protagonista, vincente e dalla parte della modernità, del futuro, hanno accentuato la frattura, attenuata solo da una ricchezza giunta da fuori, oppure finanziata a debito;

    quando - primi anni 90 - il sistema del debito a oltranza è entrato in crisi per la fine della Guerra fredda e della garanzia strategica americana ad oltranza, abbiamo avuto Tangentopoli, dove l'immaginario era che i corrotti fossero i burocrati, e i concussi gli imprenditori; un'idea rozza e semplificata, che però corrispondeva all'immaginario sedimentato da secoli di molte persone: noi ci diamo da fare e saremmo molto più ricchi se non dovessimo mantenere lo stato e i suoi clienti;
    una cosa che pensano comunemente anche i meridionali da 50 o 70 anni al nord e integrati;
    le cose economiche e sociali sono parecchio più complesse, ma la spiegazione più facile è sempre più efficace, sia giusta o sbagliata, accurata o cialtrona.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Sicuramente è stato bravo a sfruttare il luogo comune e la convinzione del cittadino medio del Nord su quanto a Roma si rubino i soldi del contribuente settentrionale. Poi erano anche altri tempi, oggi mi pare che corruttori e concussori siano più facilmente gli imprenditori che portano i sghei, mentre i pubblici ufficiali siano più nel ruolo di 'vittime' compiacenti o costrette...
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Sicuramente è stato bravo a sfruttare il luogo comune e la convinzione del cittadino medio del Nord su quanto a Roma si rubino i soldi del contribuente settentrionale. Poi erano anche altri tempi, oggi mi pare che corruttori e concussori siano più facilmente gli imprenditori che portano i sghei, mentre i pubblici ufficiali siano più nel ruolo di 'vittime' compiacenti o costrette...
    beh, la cosa è parecchio più complessa, perché il sentimento profondo è quello di chi lavora nel privato e si percepisce come un competitore di merito e si contrappone alla rendita di posizione di chi impone le tasse e le redistribuisce alle sue clientele;
    in realtà, molti privati lavorano per il pubblico, direttamente o indirettamente, visto che la spesa pubblica muove oltre il 54% del PIL; a Roma la circostanza è più spesso quella del rapporto diretto, per ovvii motivi;

    ma noi abbiamo accumulato un cuneo fiscale enorme, per cui il privato che occupa paga in media più del doppio della retribuzione netta al dipendente; quindi, imprenditori e dipendenti hanno comprensibilmente una percezione di stato-sanguisuga, soprattutto quando i servizi sono scarsi, inefficienti; se poi si aggiunge il dato che da Roma in giù la media delle dichiarazioni private è nella no-tax-area, si capisce quanto sia facile rafforzare l'idea di un "nord laborioso e spolpato" per mantenere un "sud fannullone";
    per questo oggi Salvini concede a Di Maio tutta una serie di cose irragionevoli - tutte da compiere, e si vedrà se e come - ma che come impatto propagandistico rafforzano ancora di più la percezione che suscita la rivolta fiscale e autonomista nel suo bacino d'elezione: i terroni vogliono i nostri soldi per stare sul divano, o integrare in nero ! non vogliono i lavori pubblici, si oppongono allo sviluppo, frodano le assicurazioni e a noi virtuosi tocca pagare di più, ecc... e quelli ci cascano come polli, mani e piedi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Però a me sembra che questo sia veramente uno dei pochi campi in cui l'Italia è unita e omogenea. L'italiano medio da nord a sud fa resistenza boicottando ogni tassa che può e spalleggiando favoritismi vari in salsa più o meno illegale, a seconda delle proprie tasche e della propria posizione.
    E' una giungla in cui bisogna sopravvivere in qualche modo... Però devo dire che quanto a cittadino medio, il meridionale mi sembra in genere più timoroso e sottomesso, quando è lui a decidere in prima persona e a prendersi la responsabilità. Il cittadino medio nordico mi sembra più scafato e pure più stronzo (di contro però il meridionale è più scassa-ovaie).
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  10. #10
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    Però a me sembra che questo sia veramente uno dei pochi campi in cui l'Italia è unita e omogenea. L'italiano medio da nord a sud fa resistenza boicottando ogni tassa che può e spalleggiando favoritismi vari in salsa più o meno illegale, a seconda delle proprie tasche e della propria posizione.
    E' una giungla in cui bisogna sopravvivere in qualche modo... Però devo dire che quanto a cittadino medio, il meridionale mi sembra in genere più timoroso e sottomesso, quando è lui a decidere in prima persona e a prendersi la responsabilità. Il cittadino medio nordico mi sembra più scafato e pure più stronzo (di contro però il meridionale è più scassa-ovaie).
    purtroppo, la disomogeneità culturale c'è tutta, e pesa; e non è un fatto di radici, perché i meridionali che vivono al nord sono settentrionali a tutti gli effetti; dipende proprio dai modelli egemoni di cultura e relazioni sociali sedimentate;
    se vivi lungo l'asse Torino-Venezia, un susseguirsi antropizzato di capannoni, centri commerciali e centri abitati, un cantiere continuo che costeggia ogni rete viaria, sei un "integrato" e quelli che non vogliono il gasdotto per via degli ulivi, ma sono pieni di disoccupati, o quelli che scendono in piazza per difendere gli abusi ad Ischia, ti sembrano marziani, "apocalittici"; se schiacci un'ora e mezzo al giorno tra gli svincoli di Pero e Cormano e fai mezz'ora di coda per uscire a Sesto aspetti a gloria l'allargamento e il passante, e quelli che ti ostacolano i lavori diventano nemici, antropologicamente estranei, incomprensibili.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
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    Va beh ma questo capita pure col vicino che mette l'aglio nella carbonara. Nessun paese è perfettamente omogeneo in quanto a tessuto industriale-economico del proprio territorio. Dove si vive di turismo, salvare l'ulivo insieme al bel panorama ha un valore inestimabile rispetto all''ignorante' industrializzato che vede solo capannoni nel proprio orizzonte.
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  12. #12
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    Va beh ma questo capita pure col vicino che mette l'aglio nella carbonara. Nessun paese è perfettamente omogeneo in quanto a tessuto industriale-economico del proprio territorio. Dove si vive di turismo, salvare l'ulivo insieme al bel panorama ha un valore inestimabile rispetto all''ignorante' industrializzato che vede solo capannoni nel proprio orizzonte.
    pure Ischia vive di turismo, e potrebbero in tutte le coste del sud, che spesso sono al livello di quelle Sarde; prova a tirare su un abuso in Sardegna...

    purtroppo, c'è una frattura vera, che si constata nel fisco, nella legalità, nell'efficienza dei servizi, nel potere; e da come si stanno mettendo le cose questa frattura è l'elemento più cedevole di tutti; cioè, se il sistema viene sollecitato in modo radicale è molto più probabile che ceda quel livello di unità fiscale nazionale, piuttosto che improbabilissimi conflitti con l'UE, intermediati da troppi interessi oramai integratissimi che nessuno si sogna di mettere in discussione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #13
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Certo che c'è la frattura, ma da quel che vedo l'Agenzia delle Entrate funziona con efficienza in tutta Italia. In che modo si sollecita radicalmente il sistema?
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  14. #14
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    Certo che c'è la frattura, ma da quel che vedo l'Agenzia delle Entrate funziona con efficienza in tutta Italia. In che modo si sollecita radicalmente il sistema?
    mandando in crisi i conti, per esempio; proprio quello che Salvini lascia fare a Di Maio, che ci casca mani e piedi; i 5S sono una specie di Bad Company spendacciona che fa debiti di spesa corrente e blocca le infrastrutture, gli investimenti, ecc... quando si arriva al redde rationem, per lo spread, la recessione, ecc... diventa facilissimo aizzare l'opinione pubblica del nord, e pure del centro, alle autonomie fiscali sulla base di quella contrapposizione; a Roma o in Sicilia non tagliano ? gli tagliamo i trasferimenti e li spendiamo per i nostri servizi !

    sarebbe difficilissimo, anche per un eventuale governo tecnico, tipo Cottarelli, opporsi alle pressioni di un coagulo trasversale di forze politiche che rappresentano il 70 % e passa del PIL e peserebbero in qualsiasi maggioranza ben oltre i voti;
    se le autonomie hanno comunque vincoli, la politica fiscale no; una combinazione di autonomie e riduzione delle aliquote ridurrebbe l'Italia da Roma in giù peggio della Grecia, perché il sud è incapiente;
    cioè, se si riducono le aliquote, lo stato incassa meno e deve tagliare i servizi; nelle regioni ricche, il taglio lascia ricchezza da tassare localmente, a riequilibrare il gettito;
    in quelle povere, dove prevale la no-tax-area, no; si continua ad incassare, ma lo stato trasferisce meno; il che, vuol dire meno investimenti, meno lavoro, meno servizi, visto che praticamente è tutto speso a livello regionale e municipale;
    insomma, a guardare le cose di soldi, l'aria che tira è questa, perché da quasi 30 anni è impossibile per qualsiasi governo mettere mano alla spesa locale, agli sprechi, ecc... e prima o poi il bubbone deve esplodere;
    il punto è solo se la cosa la gestisce un governo centrale, che media a partire da un quadro politico adeguato - partiti moderati, a vocazione nazionale - oppure - come si prospetta ora - se la circostanza viene gestita in una contrapposizione cruenta senza arbitri, dove gli unici a mediare, come nel caso catalano, starebbero a Bruxelles; per questo la Lega li vuol tenere fuori, con gli allocchi pentastellati che abboccano, illudendosi di impossibili svolte sovraniste.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #15
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Per l'appunto, l'autonomia alle regioni farebbe esplodere il bubbone.
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

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