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Discussione: Il monologo di Rula Jebreal

  1. #121
    Opinionista L'avatar di Tommaso
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    Prima di abbandonare questo thread, che pure ho aperto io ma che, per come si è evoluto, non sento più mio, consentitemi, in mezzo a post sterminati che non riuscirò mai a leggere per mancanza di tempo, di dire ancora sommessamente due-tre cose, per sgombrare il campo dalle fake news che sono state abbondantemente sparse.
    - Anzitutto una premessa: l'argomento del monologo ( e, conseguentemente del thread ) era in generale, la violenza sulle donne, ma è stato surrettiziamente fatto scivolare sul tema più ristretto dei femminicidi: fenomeno più orribile di tutti, certo, ma numericamente poco rilevante rispetto ai casi di violenza "generica" esercitata sulle donne, nella stragrande maggioranza dei casi misconosciuta, che sfugge totalmente alle statistiche perché viene nascosta, non viene confessata a nessuno, tanto meno ai questionari farlocchi, e, soprattutto, non viene denunciata alle autorità dalle dirette interessate ( per paura, per vergogna, per subalternità psicologica, per un malinteso senso di protezione nei confronti dei figli eccetera eccetera eccetera );

    - Pur tuttavia, accetto il confronto pure sul tema dei femminicidi propriamente detti. I numeri sono ridotti in Italia, come ho già detto, ma solo perché in generale l'Italia ha un bassissimo tasso di omicidi... Si, avete letto bene, proprio quell'Italia, secondo qualcuno, invasa da legioni di criminali armati di scimitarra che passano il loro tempo a tagliare le teste per strada, è uno dei luoghi più sicuri al mondo, con un tasso di omicidi dello 0,66 per 100.000 abitanti, quasi allo stesso livello della Svizzera, la metà che in UK, 9 volte meno che negli USA e ben 15 volte meno che nella Russia, il Paese portato a modello da tanti Italiani, dove, pur essendo abitato quasi esclusivamente da persone con la pelle rigorosamente bianca e pur avendo leggi severissime ed un sistema poliziesco e giudiziario che usa speso e volentieri il pugno di ferro, si corre un rischio di essere accoppati pari al 1500% rispetto a quello che si corre in Italia https://en.wikipedia.org/wiki/List_o..._homicide_rate

    Anche queste cifre ridotte, però, parlano chiaro: in Italia, nel 2017 ( dati ISTAT ) le donne vittime di omicidio volontario sono state 123. L’80,5 per cento di loro è morta a causa di una persona che conosceva: nel 43,9 per cento dei casi è stato il partner ( 35,8% ) o l’ex partner (8,1% ), nel 28,5 per cento un familiare e nell’8,1 per cento un’altra persona conosciuta. Gli uomini uccisi sono stati 234 e gli omicidi sono stati commessi principalmente ( oltre il 75% ) da sconosciuti o persone non identificate ( solo il 3% dal partner e lo 0,4% da un ex-partner ) https://www.istat.it/it/files//2018/...me-omicidi.pdf

    - Se passiamo invece in rassegna la situazione a livello globale, i dati sono ugualmente sconfortanti e terribilmente evidenti, come dimostra questo report dell'ONU:
    "Only one out of every five homicides at global level is perpetrated by an intimate partner or family member, yet women and girls make up the vast majority of those deaths. Victim/perpetrator disaggregations reveal a large disparity in the shares attributable to male and female victims of homicides committed by intimate partners or family members: 36 per cent male versus 64 per cent female victims. Women also bear the greatest burden in terms of intimate partner violence. The disparity between the shares of male and female victims of homicide perpetrated exclusively by an intimate partner is substantially larger than of victims of homicide perpetrated by intimate partners or family members: roughly 82 per cent female victims versus 18 per cent male victims"
    https://www.unodc.org/documents/data..._and_girls.pdf

    Ed adesso tolgo il disturbo, continuate pure.

  2. #122
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Quello che io non capisco è per quale motivo un 3d sulla violenza contro le donne debba per forza essere trasformato in un 3d sulla violenza contro gli uomini. Nessuno nega che essa esista, ma contrapporre al problema della violenza contro le donne la frase "Eh ma anche gli uomini vengono molestati" è un po' come farsi fermare per guida in stato di ebbrezza e replicare con la frase "Eh ma anche gli altri bevono".
    Perfetto! Oppure, quando per certe ricorrenze si parla degli orrori del nazifascismo, altri ribattono "si, ma anche i comunisti....": Che modo barbaro di discutere
    Atteniamoci a quel che ha detto Rula, no? Senza indorare la pillola. Buttiamola giù nella sua crudezza.
    amate i vostri nemici

  3. #123
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non vedo la questione del nichilismo;
    trovo stupida la Meloni quando fa queste gaffes, vista "da destra", col grande imbarazzo di tante donne di destra in vista che conosco; perché il messaggio che arriva forte e chiaro, e che tu confermi involontariamente, e con te tanti altri, è che è destra nella mentalità comune la sensibilità per i temi civili è quasi del tutto assente o addirittura venata di ostilità;
    questo, per un politico di destra che aspiri alla popolarità è piuttosto deleterio, perché associa l'essere di destra all'essere dei buzzurri, trogloditi; e nessuno desidera anche solo apparire come un troglodita, se non in mezzo ad una rissa al bar;
    Cosa peraltro non vera, e che mi fa sentire decisamente lontana da questa destra. Ormai da decisamente troppo tempo.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  4. #124
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Ma infatti, mia cara, io non ho detto NULLA contro il contenuto del monologo. Non ho detto NULLA contro la Jebreal. Non ho detto NULLA contro l'argomento del monologo.
    Ho detto che NON E' SERIO presentare sempre e solo una faccia della medaglia, la violenza sulle donne, e non presentare MAI l'altra faccia della medaglia.
    E ho anche detto che presentare SOLO un monologo contro la violenza sulle donne è un modo per diffondere una IDEOLOGIA: la colpevolizzazione del maschio.

    Guarda...questa storia mi ha francamente rotto gli zebedei. Non avevo visto quel monologo e sono andato a vederlo ora per farmi una idea ben precisa.
    E in quel monologo c'è una COSA GRAVE.
    Il mio giudizio è CAMBIATO RADICALMENTE...proprio adesso che sto scrivendo queste righe. Questa pseudo signora VILE E CODARDA mi ha davvero fatto incazzare!

    Questa PRESUNTA signora, che non è una signora, ma solo un essere VILE e PRESUNTUOSA a un certo punto dice: "E adesso parlo agli uomini".
    Questa donna VILE e PRESUNTUOSA non dice "E adesso parlo agli uomini violenti e repressivi nei confronti delle donne", ma dice "E adesso parlo agli uomini"....come se TUTTI gli uomini fossero REI e COLPEVOLI di non lasciare che le donne siano ciò che vogliono essere. Che poi è ESATTAMENTE IL MESSAGGIO IDEOLOGICO che simili MINCHIATE fatte passare come monologhi "buonisti" vorrebbero propagandare e cioè: TUTTI gli uomini SONO COLPEVOLI e MASCHILISTI e quindi vanno TUTTI educati o ri-educati.

    QUESTA E' UNA DELLE TANTE FORME DI VIOLENZA DELLE DONNE NEI CONFRONTI DEL MASCHIO: LA COLPEVOLIZZAZIONE A PRESCINDERE.
    Questo è il messaggio della Jebreal: SEI MASCHIO...QUINDI, PER DEFINIZIONE, SEI COLPEVOLE E NON VUOI CHE NOI DONNE POSSIAMO ESSERE QUELLO CHE VOGLIAMO.

    Cara Jebreal...torna nella FOGNA dalla quale sei uscita.
    E rimanici.
    E fortuna che non avevi detto nulla contro la Jebreal
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  5. #125
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Il monologo anche se ha come tema la violenza sulle donne ha comunque una forma di spettacolo inserito in un programma canoro, non è una notizia inserita in un notiziario.
    Quindi non vedo alcuna comunicazione sbagliata.Non è un servizio giornalistico o di cronaca dedicato al tema per intenderci.
    Appunto. A me pareva che fosse un concetto semplice, questo, ma evidentemente non tutti ci arrivano.
    Ma se anche poi fosse un servizio giornalistico non ci sarebbe nulla di male. Quando si scrivono articoli sulla violenza contro le donne? In concomitanza con gli eventi. Se si verifica un femminicidio, è naturale che in un articolo poi si approfondisca la questione. E perché non si parla di violenza contro gli uomini? Perché non è quello il contesto in cui parlarne. Quando si parlò di Giuseppe Morgante, sfigurato dalla ex con l'acido, si parlò di violenza contro gli uomini e non di quella contro le donne.
    Peccato che a qualcuno sfugga come i casi di questo tipo hanno un rapporto di 1 a 10 rispetto a quelli dell'altra parte. Ed ecco spiegato perché si parla molto di più di violenza contro le donne che non viceversa.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  6. #126
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    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Anche queste cifre ridotte, però, parlano chiaro: in Italia, nel 2017 ( dati ISTAT ) le donne vittime di omicidio volontario sono state 123. L’80,5 per cento di loro è morta a causa di una persona che conosceva: nel 43,9 per cento dei casi è stato il partner ( 35,8% ) o l’ex partner (8,1% ), nel 28,5 per cento un familiare e nell’8,1 per cento un’altra persona conosciuta. Gli uomini uccisi sono stati 234 e gli omicidi sono stati commessi principalmente ( oltre il 75% ) da sconosciuti o persone non identificate ( solo il 3% dal partner e lo 0,4% da un ex-partner )
    appunto;
    un sociologo che debba indagare sulle cause, isolando coeteris paribus, dovrebbe per prima cosa individuare la cultura e l'immaginario di relazione;

    in dottrina penale, l'attitudine al crimine, che sfoci o meno in violenza letale o si limiti ad una minore intensità, si fonda sempre sul grado di percezione/inibizione all'atto criminale; se c'è sempre una quota minima di persone comunque a propensione criminale, ed una, un po' maggiore, che al contrario non delinquerebbe mai, la maggior parte delle persone si colloca in un'area grigia, dove conta molto la percezione strutturata del comportamento, e quella della repressione come prospettiva verosimile; un mio amico penalista mi diceva che al 95% gli imputati sono colpevoli, ma hanno elaborato un percorso ideologico che li scagiona o ne attenua la responsabilità;

    perciò, messa da parte la prospettiva repressiva e sanzionatoria, l'attenzione dovrebbe concentrarsi sul modello ideologico di relazione che presiede all'elaborazione di giustificazioni e attenuanti; cioè, il comportamento diffuso della violenza di genere deve necessariamente fondarsi sull'ideologia più o meno strutturata nell'immaginario di relazione di un "patto" che sarebbe stato tradito dalla donna, il cui inadempimento giustifica razionalmente quella reazione;

    poi ci sarebbero innumerevoli aspetti psicologici; gli specialisti di necessità hanno un approccio individualizzato al caso specifico, e tendono a sminuire il contesto ideologico, anche perché certe violenze sono trasversali per censo e grado di istruzione;
    io non so quanto sia possibile cambiare il modello di relazione; difficilmente è possibile d'autorità; ma avviene per imprinting culturali che cambiano, modelli che si evolvono;

    la narrativa popolare è un indicatore interessante;
    ultimamente, mi è capitato di notare l'evoluzione di certi schemi nel cinema americano di serie B, C o Z, che, in quanto rivolto al pubblico "medio", rappresenta in modo efficiente la medietà del sentiment:
    30 anni fa, l'"eroe", genere Mel Gibson di Die Hard, viveva la separazione come epos di riconquista dell'ex-moglie, in competizione con un rivale minaccioso, o addirittura cripto-delinquenziale; l'uomo d'azione che non si rassegna a perdere ciò che è "suo", un oggetto brama di desiderio da parte dello "sbagliato" e "peccatore";
    più di recente, il comportamento "eroico" del modello popolare è divenuto quello dell'accettazione: il rivale non è più un delinquente; a volte è antipatico, ma va accettato; a volte francamente simpatico e irreprensibile, l'eroe si ricicla con entusiasmo assieme ad una nuova fidanzata ed è francamente compiaciuto e sollevato per la serenità dell'ex-moglie; si parla di personaggi interpretati da Mel Gibson o Clint Eastwood, prototipi di machismo, non Billy Crystal;

    dai e dai, è così che si formano modelli desiderabili di identificazione, in modo spontaneo, per filtraggio da parte degli strati leader culturali, che siano i personaggi noti, oppure i loro traduttori narrativi, gli sceneggiatori losangelini, o de Roma;
    questo, ovviamente, disegna solo una cornice, entro la quale sopravvivono tutti i soliti conflitti di relazione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #127
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    per esempio, io sarei curiosissimo di conoscere l'impressione delle donne su una narrazione che tutti conoscono, quella del Noodles/De Niro di C'era una volta in America;
    la storia è quella di un'amicizia tradita; il traditore, Nax, rappresenta il cinismo moderno, l'uomo che cambia nome e pelle come un serpente, "ruba" la donna, indulge in qualsiasi compromesso rinnegando la sua origine stradaiola e, alla fine, cerca ipocritamente sollievo commissionando la propria fine all'amico tradito;

    il tradito, Noodles, è il personaggio romantico e leale, che non cede e non si snatura, destinato a raccogliere la simpatia e l'identificazione dello spettatore; tuttavia...
    c'è una contro-trama privata, che riguarda la relazione con Deborah;
    il leale e ruspante Noodles è un possessivo e insicuro, fino allo stupro in auto, censurato dal nobile profugo tedesco; mentre l'infido Max viene descritto come un compagno e padre rispettoso e amorevole, ricambiato da Deborah, alla quale è consentita e favorita quella realizzazione come attrice che Noodles non avrebbe tollerato;
    la grandezza di questa storia sta - oltre che nella narrazione cinematografica - nella complessità e ambiguità di questa trama e dei suoi contenuti morali sospesi;

    chissà in quale modo e con quali effetti il tutto è stato assimilato nell'immaginario del pubblico, visto che ci sono certamente centinaia di milioni di persone che avranno visto il film almeno 4 o 5 volte...
    c'è una sotto-trama
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #128
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    Si si...come no?
    La lingua italiana mi sembra piuttosto chiara. O, almeno, per me è chiara.

    Mia cara...il femminismo non dice che tutti gli uomini sono violenti, ma si basa sul concetto che tutti gli uomini sono COLPEVOLI perchè tutti gli uomini sono potenzialmente violenti e potenziali predatori.
    E tutte le donne sono vittime, proprio perchè l'uomo è implicitamente e intrinsecamente violento e predatore e repressivo. L'unico modo che ha la donna per uscire dalla condizione di vittima è arrivare a una supremazia sull'uomo, in modo da controllarlo e tenerlo a bada.

    Questo è il messaggio che lancia la presunta signora jebreal quando dice "E ora mi rivolgo agli uomini". Certo non pensava che suo marito fosse violento....ma pensa che suo marito sia un potenziale violento in quanto uomo. E' questo il femminismo.

    Vedi...il problema non è la prima parte del monologo. La prima parte del monologo descrive le violenze subite e non c'è nulla da aggiungere.
    Il problema è la seconda parte del monologo, dove emerge l'approccio femminista al problema. Approccio femminista che consiste nel considerare TUTTI gli uomini come potenziali predatori, cioè COLPEVOLI a prescindere. "E ora mi rivolgo agli uomini".....e non come avrebbe detto una persona di buon senso "E ora mi rivolgo agli uomini violenti che ci reprimono e che ci impediscono di essere ciò che vogliamo essere".
    E' evidente che per la jebreal TUTTI gli uomini sono potenzialmente REI di questo sopruso. Che è proprio l'approccio femminista al problema...e che è proprio il messaggio IDEOLOGICO che la signora jebreal ha lanciato al mondo...
    Anche a me la lingua italiana sembra chiara per questo sono andata a rivedermi con attenzione il video, vedi mai che mi fosse sfuggito qualcosa e ho fatto anche di più, sono andata a cercarmi il testo originale del monologo, perchè girano anche testi farlocchi, quindi ho paragonato testo scritto e video e non ci leggo quello che hai letto tu o hai immaginato fosse il messaggio, ecco una parte del dialogo a cui probabilmente fai riferimento ma tutti possono andare a leggere il testo integrale se non bastasse il video:
    "Io sono diventata la donna che sono grazie a mia madre e a mia figlia, Miral, che è seduta in mezzo a voi. Lo devo a loro, lo dobbiamo a tutte noi, a una madre, a una collega, a una sorella al nostro paese, anche agli uomini perbene, all’idea stessa di civiltà e uguaglianza. All’idea più grande di tutte: quella di libertà. Adesso parlo agli uomini, adesso. Lasciateci essere quello che siamo e ciò che ogliamo essere: madri di dieci figli e madri di nessuno, casalinghe e in carriera. Siate nostri complici, nostri compagni. Indignatevi insieme a noi quando qualcuno ci chiede: “Lei cosa ha fatto per meritare ciò che è accaduto?” - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/med...e77cb6a1d.html
    Mi pare che la lingua italiana sia chiarissima.Rula non fa di un'erba un fascio ma distingue e cita anche uomini perbene.
    Poi invita gli uomini a lasciare che le donne siano ciò che sono e ciò che vogliono essere, non mi sembra parli di supremazia, non c'è scritto "vogliamo essere superiori agli uomini" ma piuttosto invita gli uomini, i compagni ad essere complici delle donne, quindi non parla di nemici o subordinati al genere femminile, ma invita ad indignarsi quando qualcuno chiede ad una donna che ha subito violenza: " cos'ha fatto per meritare ciò che è accaduto" riferendosi probabilmente a chi ancora pensa che se è accaduta una violenza è perchè lei se l'è cercato e questa è una mentalità ancora diffusa come si legge spesso.

    Poi ognuno può farsi altri film mentali ma le parole scritte e dette sono queste e il messaggio per me è chiaro, conosco ancora l'italiano, anzi risentendolo l'ho trovato commovente, non si tratta di comunicazione sbagliata, e non è questione di ideologie politiche, avendo citato anche pezzi di canzoni si integra benissimo nel programma. Si tratta di un monologo e non di un dibattito, quindi un contradditorio in quel contesto non ci azzecca per niente.

  9. #129
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    per esempio, io sarei curiosissimo di conoscere l'impressione delle donne su una narrazione che tutti conoscono, quella del Noodles/De Niro di C'era una volta in America;
    la storia è quella di un'amicizia tradita; il traditore, Nax, rappresenta il cinismo moderno, l'uomo che cambia nome e pelle come un serpente, "ruba" la donna, indulge in qualsiasi compromesso rinnegando la sua origine stradaiola e, alla fine, cerca ipocritamente sollievo commissionando la propria fine all'amico tradito;

    il tradito, Noodles, è il personaggio romantico e leale, che non cede e non si snatura, destinato a raccogliere la simpatia e l'identificazione dello spettatore; tuttavia...
    c'è una contro-trama privata, che riguarda la relazione con Deborah;
    il leale e ruspante Noodles è un possessivo e insicuro, fino allo stupro in auto, censurato dal nobile profugo tedesco; mentre l'infido Max viene descritto come un compagno e padre rispettoso e amorevole, ricambiato da Deborah, alla quale è consentita e favorita quella realizzazione come attrice che Noodles non avrebbe tollerato;
    la grandezza di questa storia sta - oltre che nella narrazione cinematografica - nella complessità e ambiguità di questa trama e dei suoi contenuti morali sospesi;

    chissà in quale modo e con quali effetti il tutto è stato assimilato nell'immaginario del pubblico, visto che ci sono certamente centinaia di milioni di persone che avranno visto il film almeno 4 o 5 volte...
    c'è una sotto-trama
    Mi spiace ma pur avendo visto il film anni fa in questo momento non lo ricordo, per potermi pronunciare dovrei rivederlo.

  10. #130
    Quello che dico sempre alle mie figlie è studiare, rendersi economicamente autonome e poi... scegliere di essere e fare ciò che desiderano, in piena libertà.
    Perché una volta fatta una scelta, è difficile poi, nel tempo, sottrarsi alle responsabilità che questa scelta comporta, poiché le responsabilità le imbriglieranno
    sempre più, giorno dopo giorno, nel ruolo che avranno scelto di svolgere, rendendo difficile tornare indietro per ricominciare daccapo.
    Bambol utente of the decade

  11. #131
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Mi spiace ma pur avendo visto il film anni fa in questo momento non lo ricordo, per potermi pronunciare dovrei rivederlo.
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    per esempio, io sarei curiosissimo di conoscere l'impressione delle donne su una narrazione che tutti conoscono, quella del Noodles/De Niro di C'era una volta in America;
    la storia è quella di un'amicizia tradita; il traditore, Nax, rappresenta il cinismo moderno, l'uomo che cambia nome e pelle come un serpente, "ruba" la donna, indulge in qualsiasi compromesso rinnegando la sua origine stradaiola e, alla fine, cerca ipocritamente sollievo commissionando la propria fine all'amico tradito;

    il tradito, Noodles, è il personaggio romantico e leale, che non cede e non si snatura, destinato a raccogliere la simpatia e l'identificazione dello spettatore; tuttavia...
    c'è una contro-trama privata, che riguarda la relazione con Deborah;
    il leale e ruspante Noodles è un possessivo e insicuro, fino allo stupro in auto, censurato dal nobile profugo tedesco; mentre l'infido Max viene descritto come un compagno e padre rispettoso e amorevole, ricambiato da Deborah, alla quale è consentita e favorita quella realizzazione come attrice che Noodles non avrebbe tollerato;
    la grandezza di questa storia sta - oltre che nella narrazione cinematografica - nella complessità e ambiguità di questa trama e dei suoi contenuti morali sospesi;

    chissà in quale modo e con quali effetti il tutto è stato assimilato nell'immaginario del pubblico, visto che ci sono certamente centinaia di milioni di persone che avranno visto il film almeno 4 o 5 volte...
    c'è una sotto-trama

    Anche per me è passato troppo tempo per potermi esprimere.

    Negli anni, ho letto alcuni articoli che parlavano del film e in particolare di questa scena dello stupro, alcuni spiegavano l'intento del regista, altri criticavano e basta.

    Un articolo, che ho cercato ma ora non trovo, descriveva la sala in piedi ad applaudire a questa scena; è un'immagine che fa nascere delle domande.
    A cosa stanno/stiamo applaudendo?

  12. #132
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    mi pare che la sotto/trama abbia un che di religioso...o no?

  13. #133
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    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Anche per me è passato troppo tempo per potermi esprimere.

    Negli anni, ho letto alcuni articoli che parlavano del film e in particolare di questa scena dello stupro, alcuni spiegavano l'intento del regista, altri criticavano e basta.

    Un articolo, che ho cercato ma ora non trovo, descriveva la sala in piedi ad applaudire a questa scena; è un'immagine che fa nascere delle domande.
    A cosa stanno/stiamo applaudendo?
    allora, la scena censura inequivocabilmente: Noodles ha un raptus di frustrazione in cui emergono chiaramente tutti i suoi complessi di inferiorità di un leader mancato, di un subalterno che si sfoga, dopo aver fatto uno sforzo immane nella sua gara alla signorilità con l'amico e rivale Max, più a suo agio nel potere;

    poi, ci sono due versioni; nella prima, l'autista ferma l'auto, consegna il cappotto a Noodles e ne rifiuta i soldi, tacendo; credo l'applauso sia a lui;
    nella seconda, inserita più tardi da una versione originale uncut, il giovane autista si rivela per un profugo ebreo tedesco, di estrazione altoborghese che ha dovuto interrompere l'università in Germania e si paga gli studi con quel lavoro; il giovane è scandalizzato per il fatto di trovarsi di fronte ad un correligionario delinquente, cosa impensabile nel suo ambiente di provenienza; e dice a Noodles: già abbiamo tanti guai così; non abbiamo bisogno di ebrei che ci rappresentino come fa lei...
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #134
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    per esempio, io sarei curiosissimo di conoscere l'impressione delle donne su una narrazione che tutti conoscono, quella del Noodles/De Niro di C'era una volta in America;
    ..........
    c'è una sotto-trama
    Mi rimangio ( provvisoriamente ) il proposito di uscire dal thread perchè questo richiamo cinematografico mi intriga troppo.
    Premetto che non c'è una sola sotto-trama nel film, ce ne sono molte, a cominciare dalla principale domanda che dovrebbe nascere spontanea fin dalla prima volta che lo si vede, e cioè il significato dell'ultima scena ( cos'è, un altro flash-back?... Oppure tutta la storia è stato solo un sogno di Noodles sotto l'effetto dell'oppio? ) che lo stesso Leone non ha mai chiarito.
    Ma per venire alla tua domanda, a cui rispondo pur non essendo io una donna... Il messaggio del film è chiaro a parer mio: il valore supremo per un uomo è quello dell'amicizia ( rigorosamente al maschile ), l'amore, i sentimenti passano decisamente in secondo piano nella visione "leoniana" del mondo. Una visione sicuramente molto "maschile", se non proprio maschilista.

    Colgo l'occasione per rispondere anche all'altra tua domanda su quali dovrebbero essere i cambiamenti culturali necessari per cambiare il plurisecolare gap nei rapporti uomo-donna.
    Per me intervenire "direttamente" sul versante maschile del problema è fatica improba e, probabilmente, sprecata... Come dovresti fare, peraltro? Fare appello ai buoni sentimenti? Alla giustizia, ai principi di uguaglianza?.. Nah... Più facile che il famoso cammello passi attraverso la cruna di un ago piuttosto che qualcuno, individuo o "classe", rinunci ad un ruolo che gli assicura privilegi "solo" in virtù dell'adesione ai buoni sentimenti...

    No: è sul versante delle donne che bisogna agire. È alle donne che bisogna insegnare, fin dalla più tenera età, che il machismo è un disvalore, che l'uomo violento non è un figo, ma solo uno stronzo. Il modello "macho" persevera tra i maschi perché ha un riscontro nel "successo" che incontra tra le donne. Se l'uomo "deciso e violento" invece di essere ammirato da molte, troppe donne, venisse circondato da unanime riprovazione e respinto con ribrezzo, il problema si risolverebbe da solo in pochissimo tempo.

  15. #135
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    allora, la scena censura inequivocabilmente: Noodles ha un raptus di frustrazione in cui emergono chiaramente tutti i suoi complessi di inferiorità di un leader mancato, di un subalterno che si sfoga, dopo aver fatto uno sforzo immane nella sua gara alla signorilità con l'amico e rivale Max, più a suo agio nel potere;

    poi, ci sono due versioni; nella prima, l'autista ferma l'auto, consegna il cappotto a Noodles e ne rifiuta i soldi, tacendo; credo l'applauso sia a lui;
    nella seconda, inserita più tardi da una versione originale uncut, il giovane autista si rivela per un profugo ebreo tedesco, di estrazione altoborghese che ha dovuto interrompere l'università in Germania e si paga gli studi con quel lavoro; il giovane è scandalizzato per il fatto di trovarsi di fronte ad un correligionario delinquente, cosa impensabile nel suo ambiente di provenienza; e dice a Noodles: già abbiamo tanti guai così; non abbiamo bisogno di ebrei che ci rappresentino come fa lei...
    Conosco solo la prima versione non avevo neppure idea che ne esistesse una seconda.

    Riguardo all'autista, certo accoglie il consenso e c'è davvero da augurarsi che gli applausi siano stati tutti per lui

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