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Discussione: Possibili alleanze post-elettorali

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  1. #1
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    L’Amaca di Michele Serra (10/03/2018)
    09 MARZO 2018
    DI MICHELE SERRA

    Se fossimo al bar con la stecca in mano (anche se per formazione culturale preferisco le boccette), ecco come vorrei che andasse. Primo passo: Mattarella dà il mandato a Salvini, leader della coalizione più votata. Salvini non trova i voti: il Pd non ci sta per le stesse ovvie ragioni per le quali qualunque democratico europeo non potrebbe starci. Berlusconi? Si impicchi: ha consegnato il centrodestra ai lepenisti.

    Allora Mattarella dà il mandato a Di Maio, che è il leader del partito più votato. Di Maio sottopone il suo programma ai partiti, la destra lo trova orribile, la sinistra orribile solo per metà. Nel Pd cominciano a litigare come nei saloon e a spaccarsi le sedie in testa, una metà è per l’arrocco orgoglioso, l’altra metà per andare a vedere le carte del nemico. A questo punto Dio, che a sorpresa non solo esiste, ma è anche una brava persona, commissaria il Pd e assume il ruolo di Segretario Vicario (in attesa di nuove primarie); decide per l’appoggio esterno a un monocolore grillino, con zero ministri e zero sottosegretari per il Pd, che ha perso le elezioni e sta in castigo.

    Però a tre condizioni: dichiarazione di lealtà del nuovo governo all’euro e all’Europa; fuori dalle balle i no vax e altri mattocchi apparentati; rottamazione dell’assetto proprietario del Movimento, trasformandolo da setta privata a normale partito sottoposto alle leggi della Repubblica. A questo punto ho deposto la stecca e gli amici del bar mi hanno guardato come se fossi scemo.

  2. #2
    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    L’Amaca di Michele Serra (10/03/2018)
    09 MARZO 2018
    DI MICHELE SERRA

    Se fossimo al bar con la stecca in mano (anche se per formazione culturale preferisco le boccette), ecco come vorrei che andasse. Primo passo: Mattarella dà il mandato a Salvini, leader della coalizione più votata. Salvini non trova i voti: il Pd non ci sta per le stesse ovvie ragioni per le quali qualunque democratico europeo non potrebbe starci. Berlusconi? Si impicchi: ha consegnato il centrodestra ai lepenisti.

    Allora Mattarella dà il mandato a Di Maio, che è il leader del partito più votato. Di Maio sottopone il suo programma ai partiti, la destra lo trova orribile, la sinistra orribile solo per metà. Nel Pd cominciano a litigare come nei saloon e a spaccarsi le sedie in testa, una metà è per l’arrocco orgoglioso, l’altra metà per andare a vedere le carte del nemico. A questo punto Dio, che a sorpresa non solo esiste, ma è anche una brava persona, commissaria il Pd e assume il ruolo di Segretario Vicario (in attesa di nuove primarie); decide per l’appoggio esterno a un monocolore grillino, con zero ministri e zero sottosegretari per il Pd, che ha perso le elezioni e sta in castigo.

    Però a tre condizioni: dichiarazione di lealtà del nuovo governo all’euro e all’Europa; fuori dalle balle i no vax e altri mattocchi apparentati; rottamazione dell’assetto proprietario del Movimento, trasformandolo da setta privata a normale partito sottoposto alle leggi della Repubblica. A questo punto ho deposto la stecca e gli amici del bar mi hanno guardato come se fossi scemo.
    Basta però che a capo del PD venga davvero Dio e non mandi quello sfigato di suo figlio che che non arrivò a Pasqua e al ballottaggio le ha prese anche da Barabba.

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