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Discussione: Mente e cervello

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Credo di capire...io pensavo diversamente da te, pensavo alla IA (intelligenza artificiale) come software, imitazione dei collegamenti dei nostri neuroni (sinapsi) e come Hardware tutti i meccanismi che vengono azionati dalla unità di controllo ...insomma un robot intelligente od addirittura un Androide ...robot dalle sembianze umane.
    Ma la domanda è : per quanto la tecnologia riesca a copiare correttamente tutti i collegamenti del cervello potrà mai un Androide: avere una umanità...provare gioia, risentimento, sensi colpa etc. come ho visto in alcuni film di fantascienza?.🙄😅🤭

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da gillian Visualizza Messaggio
    Credo di capire...io pensavo diversamente da te, pensavo alla IA (intelligenza artificiale) come software, imitazione dei collegamenti dei nostri neuroni (sinapsi) e come Hardware tutti i meccanismi che vengono azionati dalla unità di controllo ...insomma un robot intelligente od addirittura un Androide ...robot dalle sembianze umane.
    Ma la domanda è : per quanto la tecnologia riesca a copiare correttamente tutti i collegamenti del cervello potrà mai un Androide: avere una umanità...provare gioia, risentimento, sensi colpa etc. come ho visto in alcuni film di fantascienza?.🙄😅🤭
    Non credo proprio che in un futuro pur lontano un robot o un android si possa dotare di sentimenti umani e quindi comportamentali alle più svariate circostanze, si potrà fare delle copie però con dei limiti. Noi siamo derivanti da una evoluzione da tempi inimmaginabili lontani e tutto quello che è stato acquisito negli adattamenti psicosomatici e nella genetica, quindi il tutto atto alla sopravvivenza ed è inimitabile nel trasferire in una intelligenza artificiale.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Certamente sarà così Durante, ma prova a pensare ad una stampante 3D capace di replicare un uomo molecola per molecola, atomo per atomo...che differenza ci sarebbe tra originale e replicante?....perchè non dovrebbero comportarsi allo stesso modo.... ma forse le leggi della meccanica quantistica ,dove regna la casualità e l'indeterminazione nel comportamento delle singole particelle, impedirebbero il verificarsi di una tale identità.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Durante Visualizza Messaggio
    Non credo proprio che in un futuro pur lontano un robot o un android si possa dotare di sentimenti umani e quindi comportamentali alle più svariate circostanze, si potrà fare delle copie però con dei limiti. Noi siamo derivanti da una evoluzione da tempi inimmaginabili lontani e tutto quello che è stato acquisito negli adattamenti psicosomatici e nella genetica, quindi il tutto atto alla sopravvivenza ed è inimitabile nel trasferire in una intelligenza artificiale.
    beh, poniamo che si possa ricreare un qualcosa di funzionalmente analogo ad un cervello, dotandolo di un database di ricordi, imprinting, ecc... che possano essere elaborati in modalità diverse, anche in base al caso - per esempio, nell'occorrenza di esperienze;

    visto che il giudizio è sempre esterno alla "mente" giudicata, quel non può dovrebbe implicare la riconoscibilità del pensiero dell'automa cibernetico nell'interlocuzione, come in certi film di fantascienza, primo fra tutti Blade Runner;

    se, al momento della sua esultanza dopo il terzo goal alla Germania in finale, mi avessero detto che Altobelli era un automa, forse ci avrei creduto
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, poniamo che si possa ricreare un qualcosa di funzionalmente analogo ad un cervello, dotandolo di un database di ricordi, imprinting, ecc... che possano essere elaborati in modalità diverse, anche in base al caso - per esempio, nell'occorrenza di esperienze;

    visto che il giudizio è sempre esterno alla "mente" giudicata, quel non può dovrebbe implicare la riconoscibilità del pensiero dell'automa cibernetico nell'interlocuzione, come in certi film di fantascienza, primo fra tutti Blade Runner;

    se, al momento della sua esultanza dopo il terzo goal alla Germania in finale, mi avessero detto che Altobelli era un automa, forse ci avrei creduto
    Sai che l'esultanza di spillo Altobelli non la ricordo affatto ?
    Forse è colpa di Tardelli

  6. #6
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    [QUOTE=axeUgene;1743796]beh, poniamo che si possa ricreare un qualcosa di funzionalmente analogo ad un cervello, dotandolo di un database di ricordi, imprinting, ecc... che possano essere elaborati in modalità diverse, anche in base al caso - per esempio, nell'occorrenza di esperienze;

    visto che il giudizio è sempre esterno alla "mente" giudicata, quel non può dovrebbe implicare la riconoscibilità del pensiero dell'automa cibernetico

    L'elaborazione del giudizio proveniente dall'esterno è elaborato da dei sentimenti da individuo ad individuo condizionati da una etica che differisce da civiltà e costumi diversi,quindi una I.A. dovrebbe essere programmata in base alle differenti appartenenze? L'I.A. Credo proprio che non potrà mai ugugliare il genere umano.

  7. #7
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Durante Visualizza Messaggio
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, poniamo che si possa ricreare un qualcosa di funzionalmente analogo ad un cervello, dotandolo di un database di ricordi, imprinting, ecc... che possano essere elaborati in modalità diverse, anche in base al caso - per esempio, nell'occorrenza di esperienze;

    visto che il giudizio è sempre esterno alla "mente" giudicata, quel non può dovrebbe implicare la riconoscibilità del pensiero dell'automa cibernetico
    L'elaborazione del giudizio proveniente dall'esterno è elaborato da dei sentimenti da individuo ad individuo condizionati da una etica che differisce da civiltà e costumi diversi,quindi una I.A. dovrebbe essere programmata in base alle differenti appartenenze? L'I.A. Credo proprio che non potrà mai ugugliare il genere umano.
    "uguagliare" implica una valutazione di performance, misurabile;

    se ci pensi un istante, anche nessun essere umano può uguagliarne un altro, visto che siamo tutti diversi;
    il punto è solo nella performance, valutata "alla cieca"; puoi avere un robot che si sostituisce alla tua pedalata; puoi averne uno che si sostituisce alla guida di un'auto o di un aviogetto, ma richiede un software molto più complesso;
    ma, dedicando sempre più memoria e capacità, puoi integrare qualsiasi performance al punto tale da renderla indistinguibile da una umana; basta dotare l'automa di un database molto esteso di "esperienze", alle quali attingere secondo modalità che emulano la reattività e la casualità umana, e sfido a riconoscere l'automa dalla persona.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #8
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    "uguagliare" implica una valutazione di performance, misurabile;

    se ci pensi un istante, anche nessun essere umano può uguagliarne un altro, visto che siamo tutti diversi;
    il punto è solo nella performance, valutata "alla cieca"; puoi avere un robot che si sostituisce alla tua pedalata; puoi averne uno che si sostituisce alla guida di un'auto o di un aviogetto, ma richiede un software molto più complesso;
    ma, dedicando sempre più memoria e capacità, puoi integrare qualsiasi performance al punto tale da renderla indistinguibile da una umana; basta dotare l'automa di un database molto esteso di "esperienze", alle quali attingere secondo modalità che emulano la reattività e la casualità umana, e sfido a riconoscere l'automa dalla persona.
    Un sistema di intelligenza artificiale sviluppato da una società di proprietà di Google ha battuto il migliore giocatore al mondo di “go”, un famoso gioco da tavolo di strategia inventato in Cina più di 2500 anni fa, durante un torneo in corso in Cina.
    Ultimamente il sistema ha battuto il numero uno del ranking mondiale di go, il 19enne cinese Ke Jie. La vittoria è importante soprattutto perché mostra che l’intelligenza artificiale ha ormai capito come battere l’uomo a go, un gioco in cui oltre a un’inclinazione razionale servono intuito e creatività, caratteristiche che di solito un computer non possiede.
    A differenza degli scacchi «nessuno sa spiegare come si giochi a go ai livelli più alti. Gli stessi giocatori più abili non riescono ad accedere alle conoscenze che gli permettono di giocare così bene».
    Su un singolo goban (Una griglia di 19X19 caselle) ci sono 4,63 x 10 elevato alla 170 diverse posizioni possibili, dato che fa capire quale sia l’enorme livello di complessità del gioco.
    L’algoritmo AlphaGo che ne è alla base ha dimostrato di essere in grado di apprendere ed adattarsi, nel tempo, a diverse tipologie di giochi. I suoi progressi e le sue acquisizioni non sono infatti dovute ad un’attenta e minuziosa programmazione, bensì sono frutto dell’esperienza. Quello che sa, AlphaGo lo ha scoperto ed assimilato giocando, in perfetta autonomia. «Il segno distintivo della nuova generazione di algoritmi è che, come le persone, imparano dai propri successi e dai propri fallimenti».
    AlphaGo dimostra che ormai stiamo entrando in quella che IBM descrive come la terza era dell’elaborazione dei dati: quella del Cognitive Computing. La prima era, quella del Tabulating computing e del precedente, programming computing.
    Dopo gli scacchi, il Go e il poker classico, l'intelligenza artificiale è infatti riuscita a battere l'uomo anche nel Texas Hold'em, la variante più complessa del poker, che prevede migliaia di possibili decisioni. Il programma DeepStack ha mostrato di saper ragionare e usare una sorta di 'intuizione per riconsiderare la propria strategia. Un risultato che può avere applicazioni anche in tutti quegli ambiti in cui bisogna prendere decisioni complesse, dalla medicina alla difesa.
    Non e‘ la prima volta che vengono creati algoritmi che superano le aspettative degli stessi progettisti.
    Ho letto di un programma, creato inizialmente per il riconoscimento facciale, ha cominciato a riconoscere un elefante ed una giraffa…e ciò non era stato previsto.
    Certo siamo lontani dalla capacità dei computer di comportarsi come fa nel cervello l’Amigdala…che à capace di memorizzazione dei ricordi associati a eventi emotivi; che è responsabile del cosiddetto condizionamento della paura… che partecipa all'elaborazione di stati emozionali come la paura, la rabbia, la felicità, la tristezza, l'aggressività ecc. che favorisce il ricordo di ciò che ha procurato dolore …che infine, è implicata nell'eccitazione e nei processi decisionali.
    Ma visto i progressi che ci sono stati dal 1950 dai progamming computing fino al recente Deep Learning…ci si può aspettare di tutto dalla IA.
    Ultima modifica di gillian; 21-01-2021 alle 08:29

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