Cervello e mente.
Pianoforte e musica.

Su uno Steinway & Sons possiamo ascoltare Al Bano che ci suona "Felicità" o Arthur Rubinstein l'allegretto dal concerto N.2 di F. Chopin e chiederci se lo Steinway & Sons sia sufficiente per farci felici.

Intanto é assolutamente necessario fare dei distinguo.
Il pianoforte é uno strumento del tutto neutrale, potrebbe rimandarci una canzonetta di Al Bano o Gigi D'Alessio oppure l'Allegretto del concerto n. 2 di F. Chopin. Al pianoforte non cambia nulla.
Poi sará necessario un linguaggio strutturato, come lo é la musica.
Di questo linguaggio possiamo fare l'uso che piú ci aggrada, producendo i risultati che ho citato sopra.
Indipendentemente dai nostri gusti, credo sia legittimo chiedersi, perchè questo strumento cosí nobile, sia in grado di produrre risultati cosí diversi.
Faccio qualche ipotesi, giusto per poterne discutere:
1) i concorrenti di partenza hanno tutti le stesse potenzialitá, chi si impegna di piú nello studio diventa Arthur Rubinstein, chi si accontenta di meno resta Peppino di Capri;
2) i concorrenti sono diversi alla partenza, a paritá di studio della musica e dello strumento, uno é F. Chopin, l'altro Raphael Gualazzi.

Ora le mie domande:
1) Chi attiva i nostri pensieri? (Chi suona il pianoforte?)
2) Abbiamo tutti potenzialmente le stesse possibilitá/capacitá o esistono altre componenti? (Cos'é il talento?)
3) Dove risiede la capacitá di trasmettere emozioni? (Cos'é l'empatia?)

Cosí, per cominciare, senza pretese.