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Discussione: A proposito di carsimi...

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    @Cono.

    Ma quando mai c'è venuto san Pietro a Roma, San Paolo stava a Roma,
    strano che non abbia mai parlato di Pietro a Roma, scriveva Lettere a tutti e a Pietro
    manco una. Ma chissà di chi sono quelle ossa là sotto. No, San Paolo è venuto a Roma,
    ma di San Pietro non si sa nulla di sicuro. Che fai? Da solo la reggi tu la Chiesa come
    San Francesco? Qua siamo alla fine.

  2. #2
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    @Cono.

    Ma quando mai c'è venuto san Pietro a Roma, San Paolo stava a Roma,
    strano che non abbia mai parlato di Pietro a Roma, scriveva Lettere a tutti e a Pietro
    manco una. Ma chissà di chi sono quelle ossa là sotto. No, San Paolo è venuto a Roma,
    ma di San Pietro non si sa nulla di sicuro. Che fai? Da solo la reggi tu la Chiesa come
    San Francesco? Qua siamo alla fine.
    primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. Subì il carcere e miracolosamente liberato, lasciò Gerusalemme, dove la vita era diventata molto rischiosa a causa della persecuzione di Erode Antipa, intraprese vari viaggi, poi nell’anno 42 dell’era cristiana dopo essere stato ad Antiochia, giunse in Italia proseguendo fino a Roma ‘caput mundi’, centro dell’immenso Impero Romano, ne fu vescovo e primo papa per 25 anni, anche se interrotti da qualche viaggio apostolico.
    A causa dell’incendio di Roma dell’anno 644, di cui furono incolpati i cristiani, avvenne la prima persecuzione voluta da Nerone; fra le migliaia e migliaia di vittime vi fu anche Pietro il quale finì nel carcere Mamertino e nel 67 (alcuni studiosi dicono nel 64), fu crocifisso sul colle Vaticano nel circo Neroniano, la tradizione antichissima fa risalire allo storico cristiano Origene, la prima notizia che Pietro fu crocifisso per sua volontà, con la testa in giù; nello stesso anno s. Paolo veniva decollato sempre a Roma ma fuori le mura.
    Il corpo di Pietro venne sepolto a destra della via Cornelia, dove fu poi innalzata la Basilica Costantiniana.
    La grandezza di Pietro consiste principalmente nella dignità di cui fu rivestito e che trascendendo la sua persona, si perpetua nell’istituzione del papato. Primo papa, Vicario di Cristo, capo visibile della Chiesa, egli è il capolista di una gerarchia che da venti secoli si avvicenda nella guida dei fedeli credenti. Nessun successore per rispetto, ha voluto chiamarsi Pietro. Nella Basilica Vaticana, nella cripta sotto il maestoso altare con il baldacchino del Bernini, detto della ‘Confessione’, vi sono le reliquie di s. Pietro, venute alla luce durante i lavori di restauro e consolidamento archeologico, fatti eseguire da papa Pio XII negli anni ’50.

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/20350

    Per la studiosa che ha seguito gli scavi sotto la basilica vaticana, l'apostolo viene crocifisso il 13 ottobre del 64. Ecco perché...

    Che Pietro abbia subito il martirio a Roma durante l'impero di Nerone è cosa universalmente riconosciuta. La data tradizionale è il 67; data comune a Pietro e Paolo. Tuttavia, mentre per il martirio di Paolo, essa resta largamente accettata anche dagli studiosi, le ricerche, soprattutto in tempi recenti, tendono ad anticipare il martirio di Pietro al 64 (l'anno dell'incendio di Roma e della prima grande persecuzione contro i cristiani). Questi studi, come quello condotto dall'epigrafista e archeologa Margherita Guarducci, hanno portato ad individuare il periodo in cui, con estrema probabilità il Principe degli apostoli venne martirizzato in Vaticano. Per la prima volta, in un saggio pubblicato nel 1968, l'archeologa è giunta a stabilirne addirittura il mese e il giorno. Il testo che segue rappresenta una sintesi di questa approfondita ricerca ed è tratto da: «La data del martirio di san Pietro», in «La parola del passato: Rivista di studi antichi», n. 267, Napoli 1968.

    Il testo che più autorevolmente ci informa del martirio di Pietro a Roma è la prima epistola di san Clemente romano ai Corinzi, datata generalmente intorno al 96 d.C. Le parole di Clemente, a loro volta, non possono andare disgiunte da un celebre passo degli «Annales» di Tacito XV, 38-45, in cui lo storico parla del famoso incendio scatenatosi a Roma nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 64 e delle sue conseguenze. Dal confronto di queste due testimonianze sembra risultare che Pietro sia stato martirizzato durante la persecuzione anticristiana scatenata da Nerone dopo l'incendio, e che luogo del martirio siano stati gli «horti» vaticani. Le informazioni fornite da Tacito sono, senza dubbio, molto autorevoli, perché l'autore degli «Annales» scriveva in un'epoca assai prossima agli avvenimenti e disponeva di testimoni oculari, nonché di documenti di prima mano, quali gli «Acta senatus» e gli «Acta diurna», cioè, rispettivamente, i verbali delle sedute senatorie e i diari ufficiali dello Stato romano.

    http://ww1.1b1s.org/it/content/stori...rita-guarducci
    amate i vostri nemici

  3. #3
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. Subì il carcere e miracolosamente liberato, lasciò Gerusalemme, dove la vita era diventata molto rischiosa a causa della persecuzione di Erode Antipa, intraprese vari viaggi, poi nell’anno 42 dell’era cristiana dopo essere stato ad Antiochia, giunse in Italia proseguendo fino a Roma ‘caput mundi’, centro dell’immenso Impero Romano, ne fu vescovo e primo papa per 25 anni, anche se interrotti da qualche viaggio apostolico.
    A causa dell’incendio di Roma dell’anno 644, di cui furono incolpati i cristiani, avvenne la prima persecuzione voluta da Nerone; fra le migliaia e migliaia di vittime vi fu anche Pietro il quale finì nel carcere Mamertino e nel 67 (alcuni studiosi dicono nel 64), fu crocifisso sul colle Vaticano nel circo Neroniano, la tradizione antichissima fa risalire allo storico cristiano Origene, la prima notizia che Pietro fu crocifisso per sua volontà, con la testa in giù; nello stesso anno s. Paolo veniva decollato sempre a Roma ma fuori le mura.
    Il corpo di Pietro venne sepolto a destra della via Cornelia, dove fu poi innalzata la Basilica Costantiniana.
    La grandezza di Pietro consiste principalmente nella dignità di cui fu rivestito e che trascendendo la sua persona, si perpetua nell’istituzione del papato. Primo papa, Vicario di Cristo, capo visibile della Chiesa, egli è il capolista di una gerarchia che da venti secoli si avvicenda nella guida dei fedeli credenti. Nessun successore per rispetto, ha voluto chiamarsi Pietro. Nella Basilica Vaticana, nella cripta sotto il maestoso altare con il baldacchino del Bernini, detto della ‘Confessione’, vi sono le reliquie di s. Pietro, venute alla luce durante i lavori di restauro e consolidamento archeologico, fatti eseguire da papa Pio XII negli anni ’50.

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/20350

    Per la studiosa che ha seguito gli scavi sotto la basilica vaticana, l'apostolo viene crocifisso il 13 ottobre del 64. Ecco perché...

    Che Pietro abbia subito il martirio a Roma durante l'impero di Nerone è cosa universalmente riconosciuta. La data tradizionale è il 67; data comune a Pietro e Paolo. Tuttavia, mentre per il martirio di Paolo, essa resta largamente accettata anche dagli studiosi, le ricerche, soprattutto in tempi recenti, tendono ad anticipare il martirio di Pietro al 64 (l'anno dell'incendio di Roma e della prima grande persecuzione contro i cristiani). Questi studi, come quello condotto dall'epigrafista e archeologa Margherita Guarducci, hanno portato ad individuare il periodo in cui, con estrema probabilità il Principe degli apostoli venne martirizzato in Vaticano. Per la prima volta, in un saggio pubblicato nel 1968, l'archeologa è giunta a stabilirne addirittura il mese e il giorno. Il testo che segue rappresenta una sintesi di questa approfondita ricerca ed è tratto da: «La data del martirio di san Pietro», in «La parola del passato: Rivista di studi antichi», n. 267, Napoli 1968.

    Il testo che più autorevolmente ci informa del martirio di Pietro a Roma è la prima epistola di san Clemente romano ai Corinzi, datata generalmente intorno al 96 d.C. Le parole di Clemente, a loro volta, non possono andare disgiunte da un celebre passo degli «Annales» di Tacito XV, 38-45, in cui lo storico parla del famoso incendio scatenatosi a Roma nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 64 e delle sue conseguenze. Dal confronto di queste due testimonianze sembra risultare che Pietro sia stato martirizzato durante la persecuzione anticristiana scatenata da Nerone dopo l'incendio, e che luogo del martirio siano stati gli «horti» vaticani. Le informazioni fornite da Tacito sono, senza dubbio, molto autorevoli, perché l'autore degli «Annales» scriveva in un'epoca assai prossima agli avvenimenti e disponeva di testimoni oculari, nonché di documenti di prima mano, quali gli «Acta senatus» e gli «Acta diurna», cioè, rispettivamente, i verbali delle sedute senatorie e i diari ufficiali dello Stato romano.

    http://ww1.1b1s.org/it/content/stori...rita-guarducci
    Ma smettila di sparare fregnacce. Tacito parla della persecuzione ma non certo di Pietro e Paolo.
    Ecco il passo di Clemente che citi come "prova":
    "Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo i buoni apostoli. Pietro per l’ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell’oriente e nell’occidente, ebbe la nobile fama della fede.
    Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell’occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza”.
    Mi puoi indicare in quale punto è nominata Roma?
    "Che Pietro abbia subito il martirio a Roma è cosa universalmente riconosciuta". Mica tanto, è riconosciuta dai soli cristiani (e neanche tutti). Mi sa che anche durante le lezioni di storia, era impegnato in accanite battaglie navali|! Lascia stare la storia, che è roba seria per persone serie, e accontentati della mitologia perché ti stai rendendo sempre più ridicolo.
    Ultima modifica di Pazza_di_Acerra; 12-06-2019 alle 14:59
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Ma smettila di sparare fregnacce. Tacito parla della persecuzione ma non certo di Pietro e Paolo.
    Ecco il passo di Clemente che citi come "prova":
    "Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo i buoni apostoli. Pietro per l’ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell’oriente e nell’occidente, ebbe la nobile fama della fede.
    Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell’occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza”.
    Mi puoi indicare in quale punto è nominata Roma?
    "Che Pietro abbia subito il martirio a Roma è cosa universalmente riconosciuta". Mica tanto, è riconosciuta dai soli cristiani (e neanche tutti). Mi sa che anche durante le lezioni di storia, era impegnato in accanite battaglie navali|! Lascia stare la storia, che è roba seria per persone serie, e accontentati della mitologia perché ti stai rendendo sempre più ridicolo.
    Conviene scriverla con la "S" maiuscola, la Storia: Poichè non mente mai, Lilia.

    Pietro arrivò a Roma durante il regno di Claudio,
    più precisamente nel secondo anno di regno, l'anno 42 (Eusebio, HE 2,14,6, con
    il Chronicon ad loc, e Girolamo, De viris illustribus 1, dove egli è il «soprintendente»
    o episkopos per venticinque anni, cioè fino alla sua morte sotto Nerone) (32). Questo
    fatto è confermato dal Catalogus Liberianus, del quarto secolo, un elenco di papi
    dall'inizio della diocesi romana fino a papa Liberio (352-66), e dal Liber Pontificalis,
    pubblicato (nella forma conservata) nel sesto secolo (per la maggior parte si basa
    sul Catalogus Liberianus, ma contiene alcune informazioni indipendenti e della varianti
    nei dettagli) (33). Pietro lasciò Gerusalemme subito dopo la fuga dalla prigione nell'anno
    41 o 42.
    Pietro si dirige quindi verso Roma, ma non direttamente. Potrebbe avere visitato
    Antiochia, e forse molte città nell'Asia Minore (cfr. 1Pt 1,1; Eusebio, HE 3, 1,2), forse
    Corinto (cfr. 1Cor 1,12-14; 9,5: probabilmente una traccia della presenza di Pietro a
    Corinto con la moglie, che non fa altre apparizioni dirette nel Nuovo Testamento - cfr.
    Mc 1,29-31 - e muore da martire sotto gli occhi di Pietro, come riporta Clemente
    Alessandrino, Stromata 7,63,3, ed Eusebio, HE 3,30,2). Nell'inverno del 42 arriva a
    Roma. Non fu il primo evangelizzatore ad arrivare in città (i romani citati negli Atti 2,10
    avrebbero diffuso la buona novella prima di lui), ma fu il primo apostolo ad avallare e
    fondare ufficialmente la Chiesa.

    http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf
    amate i vostri nemici

  5. #5
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    Conviene scriverla con la "S" maiuscola, la Storia: Poichè non mente mai, Lilia.

    Pietro arrivò a Roma durante il regno di Claudio,
    più precisamente nel secondo anno di regno, l'anno 42 (Eusebio, HE 2,14,6, con
    il Chronicon ad loc, e Girolamo, De viris illustribus 1, dove egli è il «soprintendente»
    o episkopos per venticinque anni, cioè fino alla sua morte sotto Nerone) (32). Questo
    fatto è confermato dal Catalogus Liberianus, del quarto secolo, un elenco di papi
    dall'inizio della diocesi romana fino a papa Liberio (352-66), e dal Liber Pontificalis,
    pubblicato (nella forma conservata) nel sesto secolo (per la maggior parte si basa
    sul Catalogus Liberianus, ma contiene alcune informazioni indipendenti e della varianti
    nei dettagli) (33).
    e su "Topolino" e l'"Intrepido" no ?
    mio nonno era il legittimo pretendente al trono d'Inghilterra ! dove sta scritto ?
    ma nel mio libro, no ? garantito, giurin giurello
    mi dici che non risulta da nessuna parte che mia bisnonna frequentasse Giorgio V e si fossero sposati in gran segreto ? eh, che ti posso dire ? ti devi fidare di me...
    alla faccia della Storia con la "S", maiuscola
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #6
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    e su "Topolino" e l'"Intrepido" no ?
    mio nonno era il legittimo pretendente al trono d'Inghilterra ! dove sta scritto ?
    ma nel mio libro, no ? garantito, giurin giurello
    mi dici che non risulta da nessuna parte che mia bisnonna frequentasse Giorgio V e si fossero sposati in gran segreto ? eh, che ti posso dire ? ti devi fidare di me...
    alla faccia della Storia con la "S", maiuscola
    Tempo perso. Poi è talmente confuso di suo che mi chiama "Lilia"!
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    e su "Topolino" e l'"Intrepido" no ?
    mio nonno era il legittimo pretendente al trono d'Inghilterra ! dove sta scritto ?
    ma nel mio libro, no ? garantito, giurin giurello
    mi dici che non risulta da nessuna parte che mia bisnonna frequentasse Giorgio V e si fossero sposati in gran segreto ? eh, che ti posso dire ? ti devi fidare di me...
    alla faccia della Storia con la "S", maiuscola
    Cosa ha diviso la Storia in 2 parti, carissimo? Gesù Cristo o Topolino?
    Nel mondo e nella Storia, si è letta di più la Bibbia o l'Intrepido?
    Sulla tua carta d'identità trovi tracce della nascita di un Bambino in quel di Betlemme o trovi tracce della nascita dell'Uomo-Ragno?

    Grazie. Leggerò martedì. Esci in questo week-end. Divèrtiti. Vedi gente.
    amate i vostri nemici

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Cosa ha diviso la Storia in 2 parti, carissimo? Gesù Cristo o Topolino?
    Nel mondo e nella Storia, si è letta di più la Bibbia o l'Intrepido?
    Sulla tua carta d'identità trovi tracce della nascita di un Bambino in quel di Betlemme o trovi tracce della nascita dell'Uomo-Ragno?
    ma che c'entra questa sciocchezza materialista che ripeti sempre ?

    tu hai asserito la storicità - e pure con la S maiuscola - della presenza di Pietro a Roma, e per farlo hai citato un elenco dei papi di secoli dopo, redatto dalla stessa entità che ha interesse ad avvalorare quella tesi; un po' come se un arbitro, all'invocazione del rigore, invece di guardare il VAR, chieda all'allenatore della squadra che reclama e prenda come prova la sua dichiarazione

    capisco che in Italia siamo abituati così, ma uno che veda fuori la palla di Muntari non è un tifoso, ma qualcosa di diverso...

    una circostanza storica deve essere confermata da documenti e testimonianze coeve e convergenti di soggetti non coinvolti e interessati ad avvalorare una certa tesi;

    Grazie. Leggerò martedì. Esci in questo week-end. Divèrtiti. Vedi gente.
    in mezzo alla calca e al traffico ? fossi matto; se posso, mi muovo nei feriali in mezzo alla settimana, quando non devo aspettare il corriere, come oggi...
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    Conviene scriverla con la "S" maiuscola, la Storia: Poichè non mente mai, Lilia.

    Pietro arrivò a Roma durante il regno di Claudio,
    più precisamente nel secondo anno di regno, l'anno 42 (Eusebio, HE 2,14,6, con
    il Chronicon ad loc, e Girolamo, De viris illustribus 1, dove egli è il «soprintendente»
    o episkopos per venticinque anni, cioè fino alla sua morte sotto Nerone) (32). Questo
    fatto è confermato dal Catalogus Liberianus, del quarto secolo, un elenco di papi
    dall'inizio della diocesi romana fino a papa Liberio (352-66), e dal Liber Pontificalis,
    pubblicato (nella forma conservata) nel sesto secolo (per la maggior parte si basa
    sul Catalogus Liberianus, ma contiene alcune informazioni indipendenti e della varianti
    nei dettagli) (33). Pietro lasciò Gerusalemme subito dopo la fuga dalla prigione nell'anno
    41 o 42.
    Pietro si dirige quindi verso Roma, ma non direttamente. Potrebbe avere visitato
    Antiochia, e forse molte città nell'Asia Minore (cfr. 1Pt 1,1; Eusebio, HE 3, 1,2), forse
    Corinto (cfr. 1Cor 1,12-14; 9,5: probabilmente una traccia della presenza di Pietro a
    Corinto con la moglie, che non fa altre apparizioni dirette nel Nuovo Testamento - cfr.
    Mc 1,29-31 - e muore da martire sotto gli occhi di Pietro, come riporta Clemente
    Alessandrino, Stromata 7,63,3, ed Eusebio, HE 3,30,2). Nell'inverno del 42 arriva a
    Roma. Non fu il primo evangelizzatore ad arrivare in città (i romani citati negli Atti 2,10
    avrebbero diffuso la buona novella prima di lui), ma fu il primo apostolo ad avallare e
    fondare ufficialmente la Chiesa.

    http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf
    @ Conogelato.

    Di che storia parli? C'erano gli storici allora nell'Impero di Roma
    ( Tacito, Svetonio, Valerio Flacco, Quintiliano, Seneca, ecc, ecc)
    ma nessuno parla di Pietro a Roma, e neanche Paolo che nella Lettera ai
    Rm cita tutti, pure Aquila e Prisca, ma Pietro che stava là, no.
    In ciò che ci hai fatto leggere nel link ci sono vari errori, ad es
    che Matteo ha scritto il suo Vangelo tra gli Ebrei, e quindi, in ebraico,
    e invece no, gli storici hanno detto che è stato scritto in greco, perchè
    si pubblicano tante idiozie? Credono che siamo tutti asini? Poi, è ovvio,
    non vi furono quattro persone a scrivere i Vangeli, ma delle scuole, con
    vari scribi, la scuola di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni.
    Una cosa che mi dà molto fastidio, forse perchè sono romana, è questo
    chiamare Roma Babilonia, la bestia con le corna che deve essere abbattuta,
    scoppiato 'l'incendio, ecco, le profezie si avverano, ma buffoni, che
    avreste fatto senza Roma, le sue vie consolari, la sua amministrazione,
    con la discesa dei barbari avete dato luogo ai regni romano- germanici,
    retti da voi e vi siete espansi, grazie a Costantino che vi preferì agli
    ariani, essendo in minor numero. Davvero mi dà così fastidio che Roma sia
    stata maltrattata così' da voi cristian. Ma dicono, era la Roma pagana...
    Già è caduta, ora risplende dopo gli assassini perpetrati nella caccia alle
    streghe e dai tribunali dell'Inquisizione. Certo ci sono state anche brave
    persone come san Luigi Gonzaga, san Filippo Neri, la chiesa ha avuto sem
    pre questo dualismo, gli umili e gli arroganti, ma il male è molto più forte
    del bene, e la sua risonanza
    nei secoi, non si spegne, altro che perdono.
    Ciao.

  10. #10
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    -- ...buffoni, che avreste fatto senza Roma -
    Davvero mi dà così fastidio che Roma sia stata maltrattata così' da voi cristiani. --


    Infatti.. la stessa struttura della santa ekklesia ha mantenuto quella romana (es. le Diocesi) cosi' come la lingua (il latino)..eccc..eccc...

    Considera altresi' quanto sia importante - per il capo supremo della santa ekklesia - il titolo di Pontefice Massimo, quello che gli conferisce quell' eccelso prestigio.. tanto che, i sottomessi-credenti, si "inginocchiano" _ come vero rappresentante del Redentore del mondo sulla terra !
    ( "altri" titoli saranno poi aggiunti nel corso del tempo) -

    Conoscerai sicuramente la storia.. di questo edificante titolo e che la tradizione attribuisce addirittura al mitico Numa Pompilio.

    Ebbene questo titolo (Pontefice Massimo) _ voleva significare la suprema carica della casta sacerdotale..(che fungeva come "ponte" _ intermediario tra gli dei e i devoti) in particolare per gli imperatori romani (seppur il grande C.G. Cesare venne assassinato ancora durante la Repubblica..).

    Fu cosi' che nella figura dell' imperatore si accentrava Tutto il potere:
    - legislativo, escutivo, giudiziario, militare E Religioso !

    Questo Titolo rimase vigente Fino a quel Graziano (ormai succube/incantato dell' astuto Ambrogio) che di fatto Rinuncio' a quel prestigioso titolo.

    Quasi un secolo piu' tardi.. ecco Leone I (nativo di Volterra e vescovo di Roma fino al 460/461) _ che si auto-designo' come Pontefice massimo.. appropriandosi di fatto di quel titolo "pagano" e che aggiunse ai gia' riconosciuti di vescovo + patriarca di Roma !

  11. #11
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    Certo Pontifex significa Ponte, e con la morte di Cesare ed essendo
    caduti Bruto e Cassio, e siccome Sesto Pompeo era stato disfatto in
    Sicilia, Lepido spodestato e Antonio ucciso, al partito cesariano era
    rimasto solo Ottaviano. Questi, allora, avendo deposto il titolo di triunviro,
    cominciò a poco a poco ad accrescere la sua potenza e ad attirare
    su di sè le prerogative del senato, dei magistrati e delle leggi. Inizio'
    così la corruzione sistematica a Roma, contro la quale anche Tacito si
    scagliò ma, avendo sposato la figlia del potentissimo Giulio Agricola, il vinci-
    tore della Britannia, anche lui era nella cerchia magica del potere e di più non oso'.

  12. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Lilia Visualizza Messaggio
    @ Conogelato.

    Di che storia parli? C'erano gli storici allora nell'Impero di Roma
    ( Tacito, Svetonio, Valerio Flacco, Quintiliano, Seneca, ecc, ecc)
    ma nessuno parla di Pietro a Roma, e neanche Paolo che nella Lettera ai
    Rm cita tutti, pure Aquila e Prisca, ma Pietro che stava là, no.
    In ciò che ci hai fatto leggere nel link ci sono vari errori, ad es
    che Matteo ha scritto il suo Vangelo tra gli Ebrei, e quindi, in ebraico,
    e invece no, gli storici hanno detto che è stato scritto in greco, perchè
    si pubblicano tante idiozie? Credono che siamo tutti asini? Poi, è ovvio,
    non vi furono quattro persone a scrivere i Vangeli, ma delle scuole, con
    vari scribi, la scuola di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni.
    Una cosa che mi dà molto fastidio, forse perchè sono romana, è questo
    chiamare Roma Babilonia, la bestia con le corna che deve essere abbattuta,
    scoppiato 'l'incendio, ecco, le profezie si avverano, ma buffoni, che
    avreste fatto senza Roma, le sue vie consolari, la sua amministrazione,
    con la discesa dei barbari avete dato luogo ai regni romano- germanici,
    retti da voi e vi siete espansi, grazie a Costantino che vi preferì agli
    ariani, essendo in minor numero. Davvero mi dà così fastidio che Roma sia
    stata maltrattata così' da voi cristian. Ma dicono, era la Roma pagana...
    Già è caduta, ora risplende dopo gli assassini perpetrati nella caccia alle
    streghe e dai tribunali dell'Inquisizione. Certo ci sono state anche brave
    persone come san Luigi Gonzaga, san Filippo Neri, la chiesa ha avuto sem
    pre questo dualismo, gli umili e gli arroganti, ma il male è molto più forte
    del bene, e la sua risonanza
    nei secoi, non si spegne, altro che perdono.
    Ciao.
    No Lilia, se il male fosse superiore al bene la Chiesa non esisterebbe più da un pezzo. Garantito! E dalla sua fondazione ad oggi 14 giugno 2019, respira coi suoi 2 polmoni: Pietro e Paolo, Paolo e Pietro.

    Pietro fu a Roma – prove storiche
    I protestanti e tra essi anche i Testimoni di Geova hanno in comune l’avversità contro la
    Chiesa di Roma, cercando ogni cavillo che possa demolirne la discendenza apostolica.
    Ai protestanti quindi preme molto dimostrare che Pietro non fu mai a Roma, visto che il
    papa si proclama successore di Pietro apostolo.
    Innanzitutto bisogna capire bene, ma non è difficile, a che cosa si riferivano nel Nuovo
    Testamento coloro che usavano il nome “Babilonia” visto che la città era stata distrutta
    secoli prima e quindi non esisteva più.
    I protestanti naturalmente asseriscono che Babilonia era la città persiana (oggi in Iraq)
    ignorando o facendo finta di ignorare la storia che prova la distruzione di Babilonia nel
    539 a.C. ad opera di Ciro II re di Persia.
    Bisogna pure conoscere la situazione dei cristiani all’interno dell’impero romano,
    sappiamo tutti infatti che i romani li perseguitavano duramente, e ne uccidevano a
    centinaia. In questo contesto la corrispondenza epistolare tra cristiani doveva avvenire in
    modo cifrato, era necessario non rivelare i luoghi nei quali erano presenti i cristiani, per
    mantenere il più a lungo possibile la vita. Questo spiega perché Pietro scrivendo da
    Roma, usasse il nome in codice “Babilonia”, che dai pagani o dai romani all’epoca non
    poteva essere associato ad una città in particolare, ma che i cristiani identificavano
    benissimo con la capitale del grande impero idolatrico, Roma. Per cui leggendo “da
    Babilonia” i destinatari delle lettere sapevano che si trattava di Roma, quindi Pietro
    nella sua prima lettera saluta proprio da Roma, stando attento a non usare questo nome
    di città, per non mettere a rischio la vita dei discepoli romani, qualora la lettera veniva
    intercettata dai soldati romani.
    “Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per
    esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la
    comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio
    figlio”(1 Pt 5,12-13)
    Luca è uno storico accurato. Se non accenna nemmeno alle peregrinazioni di Pietro fino
    alla sua ricomparsa in occasione del Concilio apostolico degli Atti 15, doveva avere
    delle buone ragioni. L'ipotesi che egli avesse perso interesse nel seguente ruolo di Pietro
    perché voleva favorire Paolo è troppo semplicistica, ed è in ogni caso contraddetta dal
    ruolo determinante che Pietro gioca negli Atti 15. E' comprensibile che Luca non voglia
    nominare il luogo (o i luoghi) dove Pietro si recò. Il motivo è lo stesso che causò
    l'omissione del nome di Pietro nel racconto di Luca e Marco (ripreso anche da Matteo)
    della mutilazione dell'orecchio del servo al Getsemani. Scrivendo mentre Pietro era
    ancora vivo, e a un alto funzionario romano, Luca vuole evitare qualsiasi cosa che possa
    compromettere l'attività dell'apostolo (che era legalmente un fuggitivo dalle autorità
    dello stato) nei confini dell'Impero romano. Luca sapeva dove era andato Pietro e dove si
    trovava nel momento in cui scriveva, ma rimase zitto. Anche Pietro cerca di essere vago
    a questo proposito, quando manda la sua prima Lettera da Roma usando lo pseudonimo "Babilonia"

    http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf

    Ciao, buon fine-settimana. A martedì.
    amate i vostri nemici

  13. #13
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    .

    Innanzitutto bisogna capire bene, ma non è difficile, a che cosa si riferivano nel Nuovo
    Testamento coloro che usavano il nome “Babilonia” visto che la città era stata distrutta
    secoli prima e quindi non esisteva più.
    I protestanti naturalmente asseriscono che Babilonia era la città persiana (oggi in Iraq)
    ignorando o facendo finta di ignorare la storia che prova la distruzione di Babilonia nel
    539 a.C. ad opera di Ciro II re di Persia.
    Tu sei davvero fuori di testa...Babilonia esisteva eccome, tanto che ancora nel primo secolo a C. era stata conquistata da Mitridate II re dei Parti.
    Troppe battaglie navali fanno male...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  14. #14
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    No Lilia, se il male fosse superiore al bene la Chiesa non esisterebbe più da un pezzo. Garantito! E dalla sua fondazione ad oggi 14 giugno 2019, respira coi suoi 2 polmoni: Pietro e Paolo, Paolo e Pietro.

    Pietro fu a Roma – prove storiche
    I protestanti e tra essi anche i Testimoni di Geova hanno in comune l’avversità contro la
    Chiesa di Roma, cercando ogni cavillo che possa demolirne la discendenza apostolica.
    Ai protestanti quindi preme molto dimostrare che Pietro non fu mai a Roma, visto che il
    papa si proclama successore di Pietro apostolo.
    Innanzitutto bisogna capire bene, ma non è difficile, a che cosa si riferivano nel Nuovo
    Testamento coloro che usavano il nome “Babilonia” visto che la città era stata distrutta
    secoli prima e quindi non esisteva più.
    I protestanti naturalmente asseriscono che Babilonia era la città persiana (oggi in Iraq)
    ignorando o facendo finta di ignorare la storia che prova la distruzione di Babilonia nel
    539 a.C. ad opera di Ciro II re di Persia.
    Bisogna pure conoscere la situazione dei cristiani all’interno dell’impero romano,
    sappiamo tutti infatti che i romani li perseguitavano duramente, e ne uccidevano a
    centinaia. In questo contesto la corrispondenza epistolare tra cristiani doveva avvenire in
    modo cifrato, era necessario non rivelare i luoghi nei quali erano presenti i cristiani, per
    mantenere il più a lungo possibile la vita. Questo spiega perché Pietro scrivendo da
    Roma, usasse il nome in codice “Babilonia”, che dai pagani o dai romani all’epoca non
    poteva essere associato ad una città in particolare, ma che i cristiani identificavano
    benissimo con la capitale del grande impero idolatrico, Roma. Per cui leggendo “da
    Babilonia” i destinatari delle lettere sapevano che si trattava di Roma, quindi Pietro
    nella sua prima lettera saluta proprio da Roma, stando attento a non usare questo nome
    di città, per non mettere a rischio la vita dei discepoli romani, qualora la lettera veniva
    intercettata dai soldati romani.
    “Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per
    esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la
    comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio
    figlio”(1 Pt 5,12-13)
    Luca è uno storico accurato. Se non accenna nemmeno alle peregrinazioni di Pietro fino
    alla sua ricomparsa in occasione del Concilio apostolico degli Atti 15, doveva avere
    delle buone ragioni. L'ipotesi che egli avesse perso interesse nel seguente ruolo di Pietro
    perché voleva favorire Paolo è troppo semplicistica, ed è in ogni caso contraddetta dal
    ruolo determinante che Pietro gioca negli Atti 15. E' comprensibile che Luca non voglia
    nominare il luogo (o i luoghi) dove Pietro si recò. Il motivo è lo stesso che causò
    l'omissione del nome di Pietro nel racconto di Luca e Marco (ripreso anche da Matteo)
    della mutilazione dell'orecchio del servo al Getsemani. Scrivendo mentre Pietro era
    ancora vivo, e a un alto funzionario romano, Luca vuole evitare qualsiasi cosa che possa
    compromettere l'attività dell'apostolo (che era legalmente un fuggitivo dalle autorità
    dello stato) nei confini dell'Impero romano. Luca sapeva dove era andato Pietro e dove si
    trovava nel momento in cui scriveva, ma rimase zitto. Anche Pietro cerca di essere vago
    a questo proposito, quando manda la sua prima Lettera da Roma usando lo pseudonimo "Babilonia"

    http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf

    Ciao, buon fine-settimana. A martedì.
    @ Cono.

    Io non ho detto che il male è superiore al bene, ma ho detto che è più
    forte, cioè ha più risonanza, fa notizia, subito la notizia giunge su tutti i social del
    mondo e tutti lo sanno.
    Il bravo parroco, se esiste( boh), non fa notizia perchè fa il suo dovere,
    certo che fanno notizia quei preti cui erano stati affidati dei bambini sordo-
    muti e che l'hanno violentati, e non solo quello, mani sotto le sottane delle donne,
    delle fanciulle, ecc, ecc. Quando capitò a me, una sera d'estate, si tornava da una preghiera
    in comune e mi ritrovai tra le gambe le mani di un prete,le tolsi, qualcuno osservo', misi un muso,
    il giorno dopo andai da questo prete a dire, ma che fai? E lui dice, e ma se lo vai a dire a tutti...
    Ah, avevo 19 anni e non avevo capito ancora, è la Chiesa come la mafia, i preti hanno bisogno
    di sesso, ( buon sesso, con belle ragazze) e tutti lo sanno, ora si invaghiscono di una , ora
    di un'altra, e le vogliono, per mandare avanti la Chiesa queste ci devono stare e tacere. I preti
    fanno voto di castità solo a chiacchiere, questo comporta un do ut des e quindi è una mafia,
    ti mando mia figlia nel letto, ma trova lavoro a mio figlio. Finchè sono tutti adulti e consenzienti la baracca va...

  15. #15
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    @

    Conogelato.

    Ma che vai dicendo? Certo che questo topic è quello che
    ha più utenti per le fesserie che scrivi, si danno la voce da
    altri luoghi e vengono a ridere. Nessuno ha mai detto che
    S.Pietro sia venuto a Roma, tranne il Magistero e la Tradizione
    della Chiesa che hanno inventato balle a non finire. Ho letto
    cio' che dice la Chiesa, basta col biblismo, dovete stare a sen-
    tire il nostro Magistero e la nostra Tradizione, e ma quando mai.
    Paolo stava sicuramente a Roma ma non ha speso una parola per Pietro.
    Dici che sotto il baldacchino del Bernini ( poveri noi, fatti col bronzo
    che adornava il Pantheon) vi sono le sacre reliquie di San Pietro, ma
    figurati, vi sono i palli, per le pseudo-reliquie di san Pietro bisogna di-
    scendere giu', nei sotterranei vaticani, fa fresco come nelle catacombe,
    e come mai non parli dlla famosa iscrizione in greco PETROS ENI ( Pietro è qui?),
    e che ci voleva a farla, con uno stiletto su una lapide qualunque.
    E poi che c'entra Tacito con s.Pietro? Era uno storico e ha parlato di cio' che
    ha visto e conosciuto nei suoi Annales, come il matricidio di Nerone ai danni di
    sua madre Agrippina, che c'entra Tacito che ha detto che l'incendio è scoppiato
    nel 64, quando non aveva mai visto e sentito parlare di san Pietro? Un'accoz-
    zaglia di scemenze simili non l'avevo mai letta da nessuna parte.
    lascia agli storici il loro lavoro , non è il tuo campo.

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