"My dear" conogelato...non vorrei sembrare inoppotuno ma mi piacerebbe stigmatizzare la situazione con una rima:
Per gli amici, certo, é Cono
già gelato, ma pur buono
qui da tutti é circondato
ed é ora congelato!
Buon week-end!;)
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si vede che non hai visto il film, e mi scuso...
Ma sí mi ricordo qualcosa.... lui potrebbe disínfestare l'hotel, fare fuggire il Maligno😈, Jack Torrence si farebbe prete😇, l'hotel diventerebbe un monastero o un convento di educande!🤣🤣😂😂
carissimo/a gillian. pensare bene fa "bene", ovviamente in assenza di informazioni "precise". ma per fare quello che dici non basterebbe "neanche" cono...
Carissimo....grazie! Sembra che l'avatar che ha fatto mia nipote a partire dalla mia foto con una delle sue app. non abbia focalizzato il mio sesso!😂
Sandor... carissimo/a 🤔 ho provato a leggere qualcosa di roxypub...ma non sono uso leggere e parlare di spiritualità, di trascendenza ...anche se certamente sono tutte frasi profonde e la loro comprensione porta certamente a riflessioni interessanti.🙄
Il mio pragmatismo mi porta a riflettere su argomenti più terreni...ed infatti dopo una rapida carrellata...mi ha colpito questa:
"La Germania uccide i propri anziani
per far campare i giovani.
L’Italia uccide i propri giovani
per far campare gli anziani.
Per questo sono alleate."
Bene! Ora ci pensa il Covid-19 a farci più vicini alla Germania!😈
P.S. Pensare fa bene se si hanno delle informazioni... senza informazioni come si fa a pensare!?🤔
Ma forse facevi riferimento a qualcun altro!😇
carissimo/a gillian, non è mia intenzione essere processato per le cc.dd. "intenzioni", le quali come ben sai, non sono penalmente rilevanti. se poi mi vuoi dire che l'osservazione relativa ai rapporti italo/tedeschi si riferisce a un tempo ormai passato, tempo nel quale probabilmente quel tipo di rapporto era "reale", perché verificabile, ma che oggi non è più attuale, allora ci posso stare. vedi, quando si lotta "con le unghie e con i denti" per "realizzare" qualcosa di concreto, si arriva anche, sempre tribolando, a dubitare di quella che è la propria "identità", di quelle che sono le proprie convinzioni, e anche magari di tutto il resto. ma questo è indispensabile, almeno relativamente alla "mia" personale esperienza, per riuscire a trovare dei cc.dd. "punti fermi". dubitare fa male e non ti insegna niente. ma quando il dubbio non si deve a "supponenza" o quello che ti pare, allora è esso dubbio, utile a vederci chiaro, ovviamente sempre se lascia il posto a delle "certezze". è inutile che ti dica, perché lo sai già, che quando si comincia ad "imparare", lo si fa soffrendo. beh, io per imparare ho sofferto "tanto". se la mia osservazione, tu senti il bisogno di criticarla perché la ritieni sbagliata, allora ci sto. se però citandola hai solo l'intenzione di polemizzare, attribuendomi qualche virtù "negativa", allora non ci possiamo come dire "trovare".
Mi dispiace Sandor...Ma tu nelle mie parole vedi troppe cose che io non vedo...io non volevo sfruculiare sulla tua personalità ... ma ora con questa risposta ti sei un po' scoperta... la pragmatica del tuo comunicare mostra un carattere complesso e tormentato...subito sulla difensiva vero! 🙄Nonostante il mio dire onesto ed innocuo... 😇 mi induci, tuo malgrado, a fare una analisi della tua personalità...che non era nelle mie intenzioni.🤔
La tua risposta... , nel suo costrutto, nella sua sproporzionata elaborazione mentale in rapporto alla mia semplice formulazione ... è tale da farne un piccolo ritratto ...
degno di un buon psicanalista!😱
Absit iniuria verbis!😇
Gil
grazie per la tenerezza, ma non saprei scrivere in modo "diverso". poi puoi trarne tutte le conclusioni che ti pare. no problem.Citazione:
Mi dispiace Sandor...Ma tu nelle mie parole vedi troppe cose che io non vedo...io non volevo sfruculiare sulla tua personalità ... ma ora con questa risposta ti sei un po' scoperta... la pragmatica del tuo comunicare mostra un carattere complesso e tormentato...subito sulla difensiva vero! 🙄Nonostante il mio dire onesto ed innocuo... 😇 mi induci, tuo malgrado, a fare una analisi della tua personalità...che non era nelle mie intenzioni.🤔
La tua risposta... , nel suo costrutto, nella sua sproporzionata elaborazione mentale in rapporto alla mia semplice formulazione ... è tale da farne un piccolo ritratto ...
degno di un buon psicanalista!😱
Absit iniuria verbis!😇
Gil
Siamo alla resa del...Conte?🤔
E' la volta che qualche italiano, per la gioia potrebbe fare...un figlio!👍😇
Ahahahahahaha no, non è questo il punto, amica Breakthru: E' che guardi alla questione solamente dall'angolo economico. Quando Recalcati parla di smarrimento del senso del trascendente, fa un discorso esistenziale. Filosofico. Sociologico. Infatti egli è uno psicoanalista...uno psicoterapeuta. Non un economista! E' chiaro: Se pensiamo che la Vita sia solamente qua, solamente una, senza aperture verso l'Infinito....càspita, conviene cavarsela, barcamenarsi, cercare di non affondare. Un Figlio solo, forse. Due sono già un "lusso" che pochi si permettono. Chi poi ne ha tre o quattro o addirittura cinque....diventa, per tale mentalità, un irresponsabile o un mentecatto.
L'ho sottolineato più volte: Esistono sicuramente anche le motivazioni economiche, le carenze di servizi, le lacune legislative, gli asili, i bonus. Ma sono altre e molto più profonde le ragioni della chiusura alla Vita. Quello è solo il contorno. Il succo è l'egoismo. Il nostro rinchiuderci nel privato. Aver eliminato Dio dalle nostre scelte di Vita. Il Dio che aiuta, che sovviene, che partecipa dell'esistenza umana. Parole, ormai per noi, senza più senso. Ed anche esulando dal discorso religioso, aver eliminato gli ideali, le aspirazioni grandi, il semplice concetto che se dài la Vita poi la ricevi in cambio. I Figli ci fanno vivere, ci "costringono" a uscire da noi stessi...dal nostro ombelico, dalle nostre egocentriche certezze. Stimolano le nostre speranze, ampliano i nostri ristretti orizzonti, mettono in moto la parte migliore, di noi. Che adesso è in letargo, letargo profondo. Per forza! Ci parlano solo di cifre, di numeri, di costi, di PIL. Ma la Vita, santiddìo, è molto altro, molto di più!
E' già, estinta! Parlo soprattutto di quella Occidentale. Viviamo biologicamente. Ma siamo morti dentro, Bauxite. Non diamo la Vita, non ci apriamo alla Vita perchè, ontologicamente, sperimentiamo la Morte. Ogni giorno.
Antonio Scurati:
"Siamo cresciuti tra il nichilismo punk anni 70 e quello neo liberista anni 80. L’infecondità della mia «generazione X» ha soprattutto ragioni culturali
La mia generazione d’italiani è stata tra le più infeconde della storia dell’umanità.
Ci hanno definiti «generazione X»: nati tra il 1960 e il 1980, cresciuti all’ombra dei più numerosi e aggressivi baby boomers, inquadrati storicamente nella smobilitazione ideologica seguita alla guerra fredda, lo stereotipo ci vuole privi di identità sociale marcata, apatici, cinici, poveri di valori radicati e di affetti profondi. Una generazione tecnologica ma «piccola», invisibile, sfiduciata, scettica. Che sia vero o meno, una cosa è certa: abbiamo messo al mondo pochissimi figli.
Tutti i dati ci inchiodano a questa croce: siamo all’ultimo posto in Europa per nascite ogni mille donne, il tasso di fecondità totale (numero di figli per donna) è sceso a 1,32 e il saldo demografico (differenza tra numero dei nati e dei morti) ogni anno è in negativo di circa 120.000 unità (numero crescente). Senza l’apporto dei nuovi italiani per acquisizione di cittadinanza il calo negli ultimi 4 anni sarebbe pari all’intera popolazione di Milano. Milano sparita in 4 anni, centoventimila bambini mancanti all’appello ogni 12 mesi, un tasso di riproduzione da estinzione della specie.
Perché siamo un Paese che fa sempre meno figli? Se lo chiedeva lunedì Luciano Fontana colloquiando con un lettore di questo giornale. Proprio quest’anno la parte apicale della generazione X, la generazione che festeggiò i suoi 20 anni guardando in Tv, svagata e indifferente, la demolizione a picconate del muro di Berlino, compie 50 anni. Giunti al limite biologico della nostra capacità di riproduzione (almeno per le donne), è una domanda che non possiamo più eludere.
La risposta è, ovviamente, articolata. La compongono ragioni biologiche (calo drastico della fertilità maschile), ragioni sociologiche (diminuzione del numero delle donne in età fertile causa invecchiamento della popolazione), ragioni politiche (mancanza di adeguati programmi di sostegno alle famiglie). Detto ciò, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Abbiamo compiuto 50 anni, smettiamola di lamentarci e di raccontarci favole della buona notte. Un ceto politico irresponsabile e la concentrazione di spermatozoi nel nostro seme non bastano a spiegare l’entità di questa ecatombe bianca. E nemmeno sono sufficienti la precarietà del lavoro o i servizi carenti. Il pragmatismo qui non spiega niente. La parte più amara di questa verità è che il calo demografico in Italia — e in Occidente — non accade per ragioni materiali e contingenti. Nessuna analisi delle nostre condizioni di vita materiale giustifica la nostra infecondità generazionale. La controprova è semplice. Basta voltarsi indietro: i nostri padri e le nostre madri nacquero, numerosi, sotto le bombe. La nostra infecondità, il nostro braccino corto con la vita, va imputata, invece, principalmente, a ragioni culturali e — mi si permetta il parolone, non a caso desueto — a ragioni «spirituali».
Affacciatici alla vita adulta nei mirabolanti anni ’80 — un combinato di edonismo sfrenato, individualismo disperato e ottimismo patinato — sospinti dalla fanfara fasulla della «fine della storia», abbiamo vissuto a lungo, troppo a lungo, sotto dettatura della cronaca, misurando le nostre esistenze sul metro breve del presente assoluto. Un metro su cui non trovano spazio le grandi scene della vita: l’amore, l’arte, la politica (quella vera), la generazione di figli. Anche qui le concause sono numerose: da bambini abbiamo cenato con le immagini del fungo atomico e delle Brigate rosse sugli schermi dei televisori, da ragazzi abbiamo ballato al ritmo frenetico dei crolli di borsa. Ci hanno impastati con una miscela di nichilismo punk degli anni ’70 e di nichilismo neo-liberista degli ’80. Fatto sta che il futuro, e con esso il passato, è ben presto sparito dall’orizzonte del nostro esistere nel tempo. E, da sempre, generare dei figli è il canale principale per sintonizzarsi sulla frequenza del futuro.
Come scrisse Leavitt: «Era sempre sabato sera e stavamo sempre andando a una festa». Ora che la festa è finita, per età anagrafica ed età del nostro mondo, dobbiamo riconoscere che, come mosche imprigionate nel bicchiere rovesciato, per trent’anni abbiamo cozzato contro il vetro opaco della breve durata, prigionieri del presente.
Giunti alla maturità (questa sconosciuta), dobbiamo trarne una lezione. Dobbiamo adottare il futuro come unità di misura di quel che ci resta da vivere. E come criterio di valutazione — post ideologico, post-partitico, post tutto — dei sedicenti liquidatori della «vecchia politica». Ogni annuncio, ogni programma, ogni legge deve essere valutata chiedendoci: quanto è ampio l’arco temporale che abbraccia nelle sue previsioni, effetti, conseguenze? Quanto respiro ha? Vive in un vasto orizzonte storico o vivacchia nelle angustie della cronaca?
Non c’è dubbio che, se si adottasse questo criterio, al primo posto di ogni programma di governo dovrebbero esserci l’ecologia e l’istruzione. Ma, ampliando lo sguardo, anche la compassione fattiva per una grande donna curda, Hevrin Khalaf, attivista per i diritti umani violentata e lapidata sul ciglio di una strada per Kobane dai nemici del nostro futuro e, ultimo ma non ultimo, la lotta alla sottocultura che discrimina le nostre donne pregiudicando la possibilità che siano lavoratrici e madri, e con essa l’avvenire dei nostri figli.
Pretendiamo dai nostri politici provvedimenti legislativi imperniati sul criterio del futuro ma ricordiamo a noi stessi che resteranno sterili se non accompagnati da un nuovo orientamento culturale e, perfino, da una rinascita spirituale. Non basteranno le leggi e nemmeno i mutamenti culturali. L’essere nel tempo è appannaggio dello spirito."
http://www.padrestefanoliberti.com/2...suicidi-e.html
Antonio Scurati (Napoli, 25 giugno 1969) è uno scrittore e accademico italiano.
Docente di letterature comparate e di creative writing all’Università IULM, editorialista del Corriere della Sera, ha vinto i principali premi letterari italiani.
Scurati è co-direttore scientifico del Master in Arti del Racconto.
Cono, tu - significativamente - chiami in causa lo psicanalista, lo scrittore, cercando di far dir loro cose sensate;
ma poi eviti di rispondere alle domande solide e "ignoranti" delle scienze sociali, fondate su metodo;
ora, se ci fosse una crisi morale dell'Occidente, come sostieni:
come spieghi che questa crisi si arresta magicamente al confine di Ventimiglia, o al Brennero ??? ti devo ripetere la domanda, visto che svicoli e tutto il discorso perde di qualsiasi serietà e sensatezza;
quando si formula una tesi - in Occidente non si fanno figli, e il motivo è una crisi morale - bisogna dimostrare in base ai fatti;
perciò, prima dovresti spiegare il problema è così allarmante solo in Italia;
ma poi anche osservare la correlazione tra figli e benessere sociale e morale;
in Iran fanno un sacco di figli; hanno la percentuale di tossicodipendenze giovanili più elevata al mondo; in Egitto o in India si fanno tanti figli; cosa vedi di più moralmente valido in quelle società ?
una persona seria- a prescindere dalla preparazione e metodo scientifico - si sentirebbe in dovere di dare risposte articolate e puntuali.
Come da voi abbondantemente sottolineato gli anziani hanno vita più lunga e si fanno meno figli…conseguenza un innalzamento dell’età media italiana e contemporaneamente un decremento demografico a cui l’immigrazione ha inciso…ma ancora non in maniera determinante.
Propongo 5 soluzioni che devono essere attuate contemporaneamente ed in maniera immedita.
1) un aumento consistente dell’assegno familiare per il secondo figlio per le famiglie a reddito medio-basso e crescente per i figli successivi sempre in proporzione al reddito.
2) Una politica di investimenti sulle infrastrutture che possa creare i presupposti per la creazione di un maggior numero di posti di lavoro
3) Migliorare la formazione di base e l’acquisizione di competenze avanzate nelle nuove generazioni:………....c’è una richiesta di specialisti in vari rami che rimangono inevase.
4) investire in politiche in grado di migliorare la possibilità di essere attivi e solidamente inseriti nel mercato del lavoro.
5) Gestire i flussi di entrata (immigrazione) funzionali al nostro modello economico e bilanciati rispetto alla possibilità di integrazione dinamica nel nostro modello sociale.
Su tutti questi 5 punti dobbiamo dimostrare di saper fare meglio e di più se non vogliamo condannarci a un irreversibile declino, non solo demografico.:D