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Dipende dal significato e dai connessi che dai alla parola scartare. Tutti accettano e scartano. Io, tu, hitler....
Nel calcio sei tollerante. In altri argomenti lotterai fino alla morte perché la gente non possa avere la libertà di fare quello che vuole perché l'argomento per te è "troppo importante".
Troppo importante forse, ma rimane sempre il fatto che è una tua opinione che molti non condividono. Ma siccome è importante per te, l'opinione degli altri non deve contare.
Basta che dici che l'idea di democrazia ti fa ribrezzo e che sei per un totalitarismo clericale...
Nel frattempo, per favore, cessa di usare la parola "laicista".
Alla faccia della mia presunta mancanza di valori, insegnerò ai miei figli a combattere la gente come te. Sempre.
Questa è la mia morale.
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L'ultimo intervento di Ranko e' comunque di una chiarezza estrema. Anche il tuo lo e', Acquerapide. Penso, a questo punto, possa essere accolta la tua richiesta di evitare quella definizione. Ci sono, semplicemente, due modi opposti di vedere la vita, la società, lo stato.
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Con il termine laicista si indica in senso generale e neutrale colui che segue i principi del laicismo; in senso valutativo e peggiorativo un tipo di laico dogmatico e intollerante, e quindi, dal punto di vista del metodo, poco laico.
questa è la definizione da "dizionario"...
tuttavia generalmente una persona è indicata come laicista quando pratica un atteggiamento molto dogmatico e intollerante, intollerante verso chi esprime idee differenti, intollerante a tal punto da voler far tacere chi ha idee diverse.
In sintesi un radicale irreligioso o un anticlericale possono essere chimati in modo spregiativo laicisti...
Quando invece si parla di persone che applicano il laicismo ma non ostacolano, non distruggono, non rendono impossibile le altre idee, si parla di laici.
In sintesi, un vero laico non mira a far tacere le voci altrui perché s’ispira ai valori del pluralismo, della libertà e della tolleranza.
Dal mio punto di vista Acquerapide è evidentemente laico e non "laicista" nel termine errato che si usa.
Dato che non posso permettere ad Aquerapide di chiamare Ranko "stupido cattolico" o che dir si voglia (ci siamo capiti)
pregherei Ranko di evitare di esclamarlo ulteriormente come laicista, per il quieto vivere.
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[QUOTE=conogelato;802499]L'ultimo intervento di Ranko e' comunque di una chiarezza estrema. Anche il tuo lo e', Acquerapide. Penso, a questo punto, possa essere accolta la tua richiesta di evitare quella definizione. Ci sono, semplicemente, due modi opposti di vedere la vita, la societ
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Per la prima volta trovo deludente un tuo intervento. Se scegliere sempre e comunque la Vita (nell'aborto, nella pena di morte, nell'eutanasia...) e' un pensiero medioevale, son contento di appartenere a quell'epoca. Non so' che farmene di un "progresso" che ha paura della vita.
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:yawn:
solito dibattito in cui gli schiavi di un dogma si appropriano di termini quali "vita" & simili?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
N3m0
:yawn:
solito dibattito in cui gli schiavi di un dogma si appropriano di termini quali "vita" & simili?
:looksi:
(w gli Schiavi)
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Meglio schiavi che "liberi", in questo caso.
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[QUOTE=Ranko;802482] Se uno mi dice che la madre ha diritto di abortire solo perch
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Meglio schiavi che "liberi", in questo caso.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ranko
Ed eccole quindi le argomentazioni dei lacisti:
L'aborto deve poter essere praticato perchè la vita della madre è in pericolo
Se la vita della madre è veramente in pericolo allora si può discuterne perchè una vita vale l'altra e quella della madre non vale meno di quella del figlio.
In tutti gli alti casi, no.
E con tutti gli aborti in Italia che vengono eseguito da madri NON in pericolo di vita? Come la mettiamo?
L'aborto deve poter essere sempre eseguito perchè il feto è proprietà della madre che ne può disporre come le pare e piace.
Se separi il braccio dal tuo corpo, esso vive? No
Se separi il bambino (mediante la nascita), egli vive? Si, è un altro essere, diverso e altro rispetto la madre. Può forse essere proprietà privata della madre?
Il feto non è un essere vivente, è paragobabile ad un grumo di muco
Falso, il muco dopo nove mesi rimane muco.
Il feto dopo nove mesi diventa un bambino. E' un essere umano già al concepimento visto quello che diventerà potenzialmente.
Se tu interrompi questo processo di crescita interrompi lo svilupparsi della vita di un essere umano, cioè lo uccidi.
mi soffermo solo su un punto che mi ha lasciato basito basito , anche perchè gli altri sono stati affrontati dal ranko in modo egregio ed intelligente.
solo che sta frase davvero mi ha fatto cadere i testicoli a raso terra:
Citazione:
L'aborto deve poter essere sempre eseguito perchè il feto è proprietà della madre che ne può disporre come le pare e piace
voglio essere buono e mi sono ripromesso di iniziare bene l'anno nuovo
quindi non dirò tutto cio che penso e che una frase del genere è capace di suscitare in me.
Questa è una ASSURDITA'da manuale , è l'esempio di quanta ignoranza c'è in giro sull'educazione civica e laica del ns paese.
1° il feto non è di proprietà della madre ma se mai la madre è proprietaria del proprio corpo, un figlio non è di proprietà di un genitore.
in teoria poi la giurisprudenza sta affrontando anche la questione proprietà paterna /sbagliando perchè non esiste nessun diritto di proprietà sugli altri esseri viventi . ED un feto anche se non è una persona E' UN ESSERE VIVENTE e quindi non puo appartenere a nessuno.
2° LA 194 non riconosce (molto chiaramente) alla MADRE IL DIRITTO DI DISPORRE DEL FETO COME MEGLIO CREDE.
se mai puo disporre del proprio corpo e puo ricorrere all'aborto la dove esistano gravi problemi sociali e medici che possono mettere a repentaglio la vita della donna o creare gravi disordi psicologici o portare alla luce un figlio con gravi malformazioni .
(malattia della donna , malattia del bambino , violenza, famiglia problematica )
la 194 è molto chiara in merito
la donna NON HA IL DIRITTO DI VITA O DI MORTE SUL FETO , la 194 non riconosce questo diritto , se mai riconosce il diritto di disporre del proprio corpo da parte della donna
3° il problema 194 : la 194 ha un unico problema a mio avviso ed è quello di non aver sviluppato meglio il senso etico costituzionale che il diritto naturale riconosce al feto
Dire di un feto che non essendo persona non gode di diritti a me ricorda un po
la filosofia nazista anti semita o gli slogan dell KKK contro i neri d'america.
Di fatto il feto non è una persona ma è un essere vivente , dipendente certo , come lo è un malato attaccato ad una macchina od un neonato che senza le cure altruri morrebbe di fame , ma vive un umanità diversa e l'aborto deve essere considerato l'estremo strumento solo quando serve per tutelare davvero la salute della donna , non come metodo contraccettivo dopo una scopata incosciente .
Dire che la 194 non si tocca vuol dire essere fondamentalisti , perchè tutte le leggi devono poter essere messe in discussione la dove vi sono punti non troppo chiari o dove l'iterpretabilità è troppo evidente.
non credo che i consultori , negli ultimi anni abbiano dato molto risalto AL VERO SPIRITO della 194 ma abbiano male svolto una funzione burocratica anzichè offerto un sostegno piu umano e morale ad entrambi i soggetti di questa legge
il corpo ospitante ed il feto o piu umanamente la madre ed il suo bambino.
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[QUOTE=Ranko;802687]OT
Laicista non
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Antecedentemente all'introduzione dell'istituto del divorzio era cosa nota a tutti che le interruzioni di gravidanza venivano comunque effettuate in modo clandestino, con grande pericolo per la vita delle madri e in barba a qualsiasi limite di gravidanza. Venivano espiantati (e qui rabbrividisco anch'io) feti di bel oltre 90 giorni come fossero caramelle, le madri soffrivano, quando non rimanevano con postumi permanenti sulla loro salute, di terribili rebound psichici provocati dalla condizione di clandestinit