Originariamente Scritto da
LadyHawke
Ho visto :
"La zona d'interesse".
Film che affronta il tema dell'Olocausto in maniera differente dal solito.
La famiglia del comandante delle SS a comando del campo di concentramento di Auschwitz, vive accanto al campo di sterminio, divisi solo da un muro di cinta in giardino e portano avanti la loro vita e quotidianità felice senza ascoltare (o sentire?) volutamente gli spari, le urla e rumori di treni e fornaci provenienti dall'altra parte del muro che divide casa e campo.
Il film atipico inizia con 5 minuti di schermo nero, come anche nella scena finale che chiude il film, dove si sentono solo suoni lugubri, che simulano urli o lamenti, tutto l'orrore che dev'esserci staito all' interno del campo.Poi il film inizia con la scena di una famiglia felice ai bordi di un corso d'acqua, in gita, voci basse in contrasto con le voci della natura attorno.
Ci si sente proiettati all'interno del campo poco per volta in contrasto con quanto avviene al di fuori, e anche durante tutto il film non manca il sottofondo dei treni in arrivo in cui s'immagina l'arrivo dei deportati, le urla, gli spari e i camini che fumano.
Vien da pensare come sia possibile che una famiglia possa aver vissuto la propria vita tranquillamente senza sapere cosa accadeva al di là del muro.
Fra l'altro questa casa esiste davvero, il film prende spunto realmente dalla storia della famiglia Hoss che ha vissuto realmente in quella casa. I bambini sono cresciuti con l'immagine di un padre premuroso e affettuoso che in realtà al di là del muro era uno dei mostri dell'Olocausto.
Ho visto poi anche il documentario che parla della vera storia della Zona d'Interesse, come definito il campo di sterminio e la zona attorno. Il comandante Hoss alla fine del conflitto viene catturato, e condannato a morte.
Guardare il documentario dove protagonisti sono due figli sopravvissuti e anziani del comandante Hoss con le loro testimonianze e della figlia di una deportata nativa tedesca ma di origini ebraiche, allora ragazza, che si salvò dalle camere a gas solo perchè sapeva suonare il violino, mi ha fatto comprendere meglio la trama del film e sia poco credibile che la famiglia, i bambini non sentissero ciò che accadeva dentro al campo. O non vedessero il fumo, sentissero l'odore di bruciato.
Probabilmente la realtà così sconvolgente deve aver fatto rimuovere certi ricordi che sarebbero stati troppo insopportabili, almeno lo si evince dal dialogo/l'intervista /testimonianza tra i due fratelli Hoss ormai anziani e l'incontro tra la vittima dell'Olocausto sopravvissuta e la sua discendente con il figlio del mostro e il nipote. Incontro emozionante.
Dal documentario si comprende che, almeno a mio parere, che le vittime non sono solo i deportati dei campi ma anche i figli di quei mostri che si portano dietro come una tara per tutta la vita le colpe dei genitori e che comunque hanno segnato anche la loro esistenza, cosa che nel film non si capisce.