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Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Oggi l'era dei social ha distrutto il dialogo...il confronto....la parola. Una volta a tavola, ci si raccontava la giornata, si mettevano in comune le esperienze.
Che bellezza è così che sarebbe dovuto essere?
Oppure 40/50 anni fa ci si lamentava che non si chiacchierava più a tavola e la colpa era tutta della televisione accesa durante l'ora dei pasti?
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Oppure anche due palle, da parte dei fugli, di questo rito del dover per forza parlare a tavola di sé, della scuola ecc...
Perché poi solo a tavola? :mumble:
Mai capito questa fissazione del ruolo confessionale della tavola.
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Originariamente Scritto da
conogelato
Possiamo tornare un attimo, per favore, alle parole di Affinati? Lui un esperto certificato lo è...
Se si parla di Eraldo Affinati (altri non ne ho trovati, in una frettolosa guglata)
Da Wikipedia viene definito "Scrittore"
https://it.wikipedia.org/wiki/Eraldo_Affinati
"Esperto", in cosa?
"Certificato", come e da chi? Non come "scittore", ma come "Esperto di non si sa che"
E' uno scrittore (bravissimo, come tale, non conosco e non metto in dubbio), ed espone le sue idee. Ben scritte, ma "idee sue".
Che queste idee siano valide o meno, non ha alcuna "autorità scientifica" in merito. Valgono quanto quelle del "Signor Nessuno"....o le mie :mmh?:
Come al solito, "spari sentenze" a vanvera.
Quel degnissimo Signore é uno Scrittore, validissimo. Non un "esperto" in Psicologia Umana, Comportamento adolescenziale e affini...o che so io.
Non é un "Esperto", ed ancor meno "Certificato".
oooops.....
Lo hai certificato tu, il MaestroGiudice....é vero.
Allora....
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Oppure anche due palle, da parte dei fugli, di questo rito del dover per forza parlare a tavola di sé, della scuola ecc...
Perché poi solo a tavola? :mumble:
Mai capito questa fissazione del ruolo confessionale della tavola.
ché poi, è una sciocchezza mondiale; il più delle volte adolescenti e giovani hanno desideri che fisiologicamente cozzano - giustamente o ingiustamente - coi precetti dei genitori; quindi si sono sempre guardati bene dal dire la verità e "confessarli"; al contrario, quella è generalmente una palestra di dissimulazione, nella misura in cui quei genitori tendono ad imporsi;
a parte i casi di giovani talmente spaventati da conformarsi davvero ai desideri che i genitori impongono loro;
la famiglia certamente trasmette valori, ma non attraverso i precetti, ma con l'esempio, la gioia di vivere, oppure le nevrosi;
con ogni probabilità, i genitori di questi giovani omicidi o di tanti altri "devianti" non sono affatto cattivi genitori, come in effetti sembrano testimoniare spesso i conoscenti; però magari sono a loro volta tristi o nevrotizzati, senza colpe particolari; fanno quello che possono, ma non basta e qualcosa va storto;
ma questi sono problemi psicologici, da specialisti, non ideologici;
io davvero non invidio, e men che meno giudico, i genitori di oggi, iper-responsabilizzati in una società atomizzata.
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Succede anche questo così come a volte sentirsi più a proprio agio con un genitore che con l'altro è allora trovare altri momenti per parlare o sfogarsi.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Aridaje: non stiamo cercando colpevoli e meriti, Ladyhawke!!! C'è una questione enorme: che interroga le nostre menti e le nostre Coscienze in quanto educatori, genitori, professori, insegnanti, operatori sul campo eccetera. Il malessere è diffuso. E riguarda giovani e meno giovani. La radice comune è perlappunto l'incomunicabilità.
Che il malessere sia diffuso ci sta ma che la causa sia unicamente l'incomunicabilità non ne sono convinta.
Le cause possono essere diverse, più di una.
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Originariamente Scritto da
axeUgene
allora devi spiegare il perché "una volta" i ragazzi morivano di eroina come le mosche, oppure si mettevano nei guai in guerre "politiche" da strada o finivano nelle bande armate, anche quelli delle famiglie più timorate;
Curcio, Cagol e i primi BR, tutti di estrazione cattolicissima, Donat-Cattin e tanti altri di famiglie "integre";
ma poi, quando mai i ragazzi davvero raccontavano i fatti loro ai genitori "una volta" ?
il vero problema è che questa - soprattutto in Italia - è una società di vecchi, che occupano tutti i posti finché campano e posseggono tutte le proprietà;
la tanto decantata famiglia è il luogo dell'attesa di ereditare, visto che competere non si può, perché gli spazi sono tutti chiusi e non c'è niente in palio; la prova ?
i giovani italiani emigrano, che facciano i pizzaioli o gli architetti; in qualsiasi altro posto in Occidente guadagnano il doppio e possono farsi una vita; qui anche i laureati fanno fotocopie in cambio di nulla e una promessa sine die... per cui, quelli che non scappano aspettano con la sola prospettiva di ereditare chissà che quando i genitori stiantano;
ad ogni modo, una quota di devianza e patologia c'è sempre e ci sarà sempre, anche in famiglia; tu vedi quella di oggi perché rimuovi quella di ieri, che pure dovresti ricordare.
"Il luogo dell'attesa di ereditare": tutta lì la Famiglia per te.
Non "Cellula fondamentale della società" come recita la nostra Costituzione. Rimane davvero poco margine per il confronto :dunno:
È il posto dove vieni al mondo, la Famiglia. Luogo privilegiato dove crescere, maturare, amare e sentirsi amati. Confrontarsi, aprirsi, chiedere consiglio, appoggio, cura, sostegno....
Non credo che tu stia assistendo tuo padre solo in vista dell'eredità.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Oppure anche due palle, da parte dei fugli, di questo rito del dover per forza parlare a tavola di sé, della scuola ecc...
Perché poi solo a tavola? :mumble:
Mai capito questa fissazione del ruolo confessionale della tavola.
In genere si è tutti presenti, a tavola. Si mangia tutti insieme....
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
Che bellezza è così che sarebbe dovuto essere?
Oppure 40/50 anni fa ci si lamentava che non si chiacchierava più a tavola e la colpa era tutta della televisione accesa durante l'ora dei pasti?
Vero. Anche la TV dovrebbe essere in una stanza diversa dalla sala da pranzo. È un momento importante quello del pranzo, quello della cena. Specie in un'epoca come la nostra, dove tutti corrono ed hanno orari differenti e particolari. Se non fosse possibile, almeno teniamola spenta.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
LadyHawke
Che il malessere sia diffuso ci sta ma che la causa sia unicamente l'incomunicabilità non ne sono convinta.
Le cause possono essere diverse, più di una.
Affinati era ospite ieri a Geo, su Rai tre. Le scuole che ha fondato e che dirige, abbracciano il problema a tutto tondo infatti. Magari fosse solamente l'incomunicabilità, il problema. Come avete sottolineato tutti voi, c'era anche in passato la difficoltà di capirsi e comprendersi fra genitori e figli. Oggi la variante (a volte terribile e spietata) è il bombardamento che i ragazzi subiscono fin dalla pubertà da parte del web, della rete e dei social. Sono inondati, subissati, spesso ingannati da ciò che ricevono. E tanti finiscono per scambiare il virtuale col reale. Cioè la massima espressione del disadattamento! I videogiochi violenti, maneggiati tutti i giorni tutto l'anno, ti fanno diventare, poco alla volta, inconsapevolmente, violento anche nel reale. È solo un esempio, tanto per rendere l'idea.
http://www.scuolapennywirton.it/la-c...-penny-wirton/
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
In genere si è tutti presenti, a tavola. Si mangia tutti insieme....
Sia mai il contrario!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Vero. Anche la TV dovrebbe essere in una stanza diversa dalla sala da pranzo. È un momento importante quello del pranzo, quello della cena. Specie in un'epoca come la nostra, dove tutti corrono ed hanno orari differenti e particolari. Se non fosse possibile, almeno teniamola spenta.
Ma perchè? Non volete Sentire e discutere tutti assieme di quello che succede nel mondo?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Affinati era ospite ieri a Geo, su Rai tre. Le scuole che ha fondato e che dirige, abbracciano il problema a tutto tondo infatti. Magari fosse solamente l'incomunicabilità, il problema. Come avete sottolineato tutti voi, c'era anche in passato la difficoltà di capirsi e comprendersi fra genitori e figli. Oggi la variante (a volte terribile e spietata) è il bombardamento che i ragazzi subiscono fin dalla pubertà da parte del web, della rete e dei social. Sono inondati, subissati, spesso ingannati da ciò che ricevono. E tanti finiscono per scambiare il virtuale col reale. Cioè la massima espressione del disadattamento! I videogiochi violenti, maneggiati tutti i giorni tutto l'anno, ti fanno diventare, poco alla volta, inconsapevolmente, violento anche nel reale. È solo un esempio, tanto per rendere l'idea.
http://www.scuolapennywirton.it/la-c...-penny-wirton/
Come riprova che il copincolla ci azzecca come i cavoli a merenda, ecco quanto il MaestroGiudice ci invita a leggere:
"PREMESSA
La scuola Penny W irton è nata a Roma nel 2008. Per sostenerla è stata fondata nel 2010
anche l'A ssociazione Penny W irton, di cui è Presidente Eraldo A ffinati.
L'A ssociazione Penny W irton, con sede legale a Roma, dal 2016 è iscritta nel Registro
regionale del volontariato del Lazio nella sezione cultura con il n. 357.
L'A ssociazione Penny W irton è proprietaria del marchio Penny W irton, regolarmente
depositato e registrato.
Lo scopo primario dell'A ssociazione Penny W irton è l'insegnamento della lingua italiana
agli immigrati attraverso la sua Scuola Penny Wirton, direttamente legata
all'Associazione omonima.
Il presidente Eraldo A ffinati ha diffuso la conoscenza della sua scuola e del suo stile di
insegnamento anche al di fuori di Roma, da Milano a Messina.
Ogni scuola Penny W irton è indipendente e autonoma dal punto di vista gestionale e
amministrativo e si può appoggiare ad associazioni locali; ma tutte sono collegate, nelle
finalità e nel modo di operare, alla scuola Penny W irton di Roma.
Per ribadire la comunità di intenti e il nostro stile unitario elenchiamo qui di seguito i
principi basilari e irrinunciabili di questo tipo di insegnamento ai quali le diverse scuole
Penny W irton presenti in Italia sono chiamate ad aderire.
Le scuole Penny W irton già in funzione e quelle che eventualmente nasceranno
dovranno firmare in calce la Carta di intesa; Eraldo A ffinati farà seguire per ognuna il
suo consenso scritto e firmato.
CARTA DI INTESA SUI PRINCIPI BASILARI E INDEROGABILI DELLA
SCUOLA PENNY WIRTON
1. La scuola è gratuita, apartitica e aconfessionale.
2. La scuola accoglie sempre e accoglie tutti lungo tutto il corso dell'anno scolastico,
fino all'ultimo giorno, anche per una volta sola.
Carta d'intesa delle scuole di italiano Penny Wirton 2 su 5
3. La scuola non ha classi ma attua l'insegnamento uno-a-uno (o per piccoli gruppi)
perché ogni persona è un caso a sé e come tale va considerato.
4. La scuola non richiede iscrizione formale. Si procede soltanto alla registrazione
dell'allievo (dati anagrafici e residenza).
5. La scuola fornisce i materiali didattici indispensabili allo svolgimento delle lezioni.
6. Non si danno voti: l'insegnamento ha lo scopo di aiutare la persona a migliorare il più
possibile la propria conoscenza della lingua italiana, tenendo presente le situazioni di
partenza.
7. Non si considerano negativamente le assenze, perché stimiamo che gli allievi Penny
Wirton siano assenti solo per cause serie e attendibili (ad esempio lavoro, anche
saltuario).
8. L'insegnamento non parte da teorie universali o da categorie grammaticali ma dalle
persone: il punto di forza di ogni lezione è nella relazione personale diretta che si
stabilisce, in forme dissimili, tra chi impara e chi insegna.
9. Le lezioni in ogni caso non sono mai semplice e casuale intrattenimento, ma
promuovono gradualmente e rigorosamente un percorso didattico per l'uso e la
conoscenza della lingua italiana secondo la progressione dal facile al difficile.
10. Si usano strumenti costruiti appositamente sull'osservazione degli immigrati, dal
manuale ai giochi didattici e tutto ciò che promuove la conoscenza e l'uso della lingua e
che si mostra, alla prova, utile ed efficace a stimolare l'ascolto, la lettura, la scrittura e
l'oralità (manuale Italiani anche noi. Il libro della scuola Penny W irton, pp. 360,
Erickson, Trento 2019; eserciziario Italiani anche noi. Il libro degli esercizi della scuola
Penny W irton, pp. 280, Erickson, Trento 2019).
11. L'insegnante volontario non deve necessariamente possedere diplomi specialistici,
ma deve mostrarsi adeguato alla funzione; deve inoltre saper mantenere una relazione
personale costruttiva sia con gli studenti sia con i colleghi.
12. L'insegnante volontario deve assicurare una continuità responsabile e non un apporto
solo occasionale; sarà cura della scuola informarlo sui metodi e sugli strumenti in uso.
13. L'insegnante volontario deve sapersi rendere intercambiabile rispetto ai colleghi, in
modo da assicurare una continuità didattica collettivamente curata che possa ovviare alle
Carta d'intesa delle scuole di italiano Penny Wirton 3 su 5
prevedibili discontinuità di frequenza sia di allievi sia di insegnanti.
A questo scopo l'insegnante volontario segna la propria presenza, la data e il nome
dell'allievo registrando sinteticamente l'argomento svolto in una scheda personale
dell'allievo, che verrà datata e aggiornata ogni volta e consentirà la continuità didattica
di cui si è detto.
14. La scuola dedica un'attenzione particolare e didatticamente accurata agli allievi che
sono in maggiore difficoltà, cioè a quelli che non conoscono l'alfabeto latino e ancora di
più a chi non è mai stato a scuola ed è perciò analfabeta totale.
15. La scuola promuove l'insegnamento tra pari con la partecipazione volontaria di
studenti stagisti italofoni (alternanza scuola - lavoro o libera iniziativa), ai quali si darà
l'aiuto necessario consentendo loro di affiancare insegnanti già esperti per potersi poi
rapidamente rendere indipendenti.
16. La scuola può rilasciare attestati di partecipazione e frequenza sia ai volontari, sia
agli allievi.
17. La collaborazione tra colleghi è garanzia di continuità e di tenuta. Il coordinamento
fra le varie realtà italiane della Penny Wirton è utile a tutti per scambiare esperienze e
informazioni. È auspicabile che si tengano periodicamente incontri fra i referenti e altri
volontari delle varie Penny Wirton italiane.
18. È bene che ogni scuola Penny Wirton disponga di un profilo Facebook di facile
consultazione per lo scambio di notizie e buone pratiche in ogni momento.
19. Ogni scuola indicherà un referente e un recapito (indirizzo postale, mail e numero
telefonico).
20. Ogni scuola presenterà ogni anno, secondo la consuetudine peraltro già consolidata,
una breve notizia della sua attività.
21. Ogni scuola che abbia sottoscritto la carta e ricevuto il consenso formale di Eraldo
Affinati può adottare il marchio depositato (la casina con la scritta "Penny Wirton
Scuola di italiano") da affiancare all'intitolazione "Scuola Penny Wirton + Località".
22. L'Associazione Penny Wirton, proprietaria del marchio, si riserva di ritirare il
proprio consenso nel caso in cui per fatti ed eventi accaduti fossero messi a rischio
l'immagine e la fama della scuola.
Restano sempre oscuri i titoli accademici e quantaltro faccia del giornalista-scrittore E.Affinati un "esperto certificato". Di cosa?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
"Il luogo dell'attesa di ereditare": tutta lì la Famiglia per te.
Non "Cellula fondamentale della società" come recita la nostra Costituzione. Rimane davvero poco margine per il confronto :dunno:
È il posto dove vieni al mondo, la Famiglia. Luogo privilegiato dove crescere, maturare, amare e sentirsi amati. Confrontarsi, aprirsi, chiedere consiglio, appoggio, cura, sostegno....
Non credo che tu stia assistendo tuo padre solo in vista dell'eredità.
ho capito: non capisci quello che leggi;
ho scritto che in Italia una determinata cultura sociale incentra sulla famiglia il modello di economia e mobilità sociale; la riprova è che la quasi totalità delle imprese italiane è micro, e a gestione famigliare; che poi, tra l'altro, è il motivo della scarsa produttività e delle basse remunerazioni;
se tuo padre è il titolare, ed è convinto che a 80 anni è ancora capace, magari tu hai lavorato 35 anni con lui senza mai assumerti la responsabilità, perché quello non ti fa spazio; non solo: tu occupi un posto che magari meriterebbe un tuo coetaneo più bravo, che ha studiato - e che perciò emigra - ma sei il figlio di papà, magari ben pagato, ma sempre uno che forse a 50 o 60 anni sarà il titolare;
ma ti pare che tutto il patrimonio immobiliare è in mano a gente che ha più della nostra età, coi giovani a cui nessuno dà un mutuo senza quella garanzia, perché bene che vada uno stipendio decente lo avranno a 50 anni ? all'estero non è così, nel bene e nel male; a 18 anni ti pagano l'università, ma te ne vai via a farti la tua vita, perché si può; qui no;
che confronto pensi possa esserci in una società in cui la famiglia è il luogo gerarchico del potere economico, quindi della libertà negata, perché è l'unico ente che offre lavoro o garanzie patrimoniali ? un confronto impari, il più delle volte fondato sulla dipendenza e la menzogna, la dissimulazione; questo a prescindere dal fatto che i genitori siano più o meno brave persone;
non è sana una famiglia che deve fare da ammortizzatore sociale, ospitare i figli pure a 40 anni o impiegarli come dipendenti della ditta;
se, invece di scandalizzarti, tu ragionassi, magari assistito dal buon senso e dalla statistica, vedresti che 15 milioni di italiani giovani sono sostanzialmente chiusi al lavoro, ma potenziali eredi del patrimonio e dei posti di lavoro dei 35 milioni di nostri coetanei o più anziani, loro genitori o zii;
p.s. io ho già ereditato tutto quello che potevo; mio padre non ha nulla, tranne una porzione di un appartamentino in un paesino marchigiano che dà solo rogne - riparazioni, alluvioni, terremoti, ecc... - ora affittato a una signora anzianissima per 100 euro al mese, che non coprono nemmeno il costo del garage che ho affittato per non buttare i mobili dei miei, che potrei riporre lì :asd:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
....omissis...se tu ragionassi, magari assistito dal buon senso ....omissis...
:rotfl: :rotfl: :rotfl:
e dillo, @axe, che con queste battute mi vuoi far licenziare in quanto inutile
:mmh?:
"ragionare", e col "buon senso" in più :rotfl: :rotfl: ...chi, il MaestroGiudice?
Ma dàiiiii
:rotfl: :rotfl: :rotfl: