Che bello!!! Ma sei esperta anche te di arte sacra?
Visualizzazione Stampabile
A difesa dell'accuratezza dell'incisore bolognese, va detto che l'assenza delle aureole sarebbe una "differenza" rispetto al dipinto solo se in raffronto al dipinto nello stato attuale, dopo i restauri novecenteschi.
Il dipinto sotto gli occhi di Luigi Martelli, negli anni '30 dell'800, molto probabilmente mostrava scarsissime tracce delle aureole: le sottilissime linee tracciate da Raffaello erano sepolte e nascoste da secolare sporcizia e ossidazione della vernice; la pulizia (eliminazione della vecchia vernice ossidata e riverniciatura) dei quadri antichi è una pratica di restauro iniziata solo alla fine dell'800.
Una conferma di questa supposizione si trova nelle vecchie foto ottocentesche del dipinto: in questa, databile a prima del 1903, recuperata dall'archivio fotografico Federico Zeri, si intravedono a fatica quella di San Giovanni e della Maddalena, e forse allora il dipinto era già stato un po' ripulito.
https://www.pcosta.net/ima/scecbrogi.jpg
Non c'è bisogno di allargarsi fino a Dan Brown e al Codice da Vinci per trovare interpretazioni "alternative" e dissacranti per la Maddalena di Raffaello: quella vispa fanciulla che sembra disinteressarsi dell'estasi di Santa Cecilia e guarda fissa negli occhi del pittore che la sta ritraendo non è altri che Margherita Luti, l'amante e modella di Raffaello. Una situazione che ricorda una nota ballata di De André, "Con la Santa in prima fila / e la Fornarina poco lontano / si porta a spasso per il dipinto / l'amore sacro e l'amor profano".
Ora osserva bene le espressioni dei santi e vedi se questa mia interpretazione un po' osée non ci azzecca:
:niubbo::niubbo::niubbo:
Quel gran pettegolo di Giorgio Vasari, nella "Vita di Raffaello da Urbino Pittore, et Arch.", è fra i primi ad identificare Margherita Luti come «una sua donna la quale Raffaello amò sino alla morte», al punto da rappresentarla in molti suoi dipinti. Infatti, Vasari la collega alla modella del dipinto "La Velata"...
https://upload.wikimedia.org/wikiped...por_Rafael.jpg
Famosissimo il suo soprannome: la Fornarina, titolo anche di quest'altra opera di Raffaello:
https://upload.wikimedia.org/wikiped..._RafaelFXD.jpg
In quegli anni lavorava a Roma un fornaio di origine senese che di cognome faceva proprio Luti e aveva una figlia dell'età di Margherita. La sua bottega si trovava a Trastevere, non lontano da Villa Farnesina dove Raffaello stava lavorando. Sul modo in cui i due si conobbero ci sono versioni differenti. Secondo la leggenda, un giorno Raffaello si stava recando al cantiere quando la vide alla finestra mentre si spazzolava i capelli, rimanendone folgorato. Ma quel gossipparo di Vasari ci offre una versione ben più piccante del primo incontro: Raffaello, che passava da quelle parti per recarsi al lavoro, la vide mentre lei, nuda, si bagnava nelle acque del Tevere e rimase sfrontatamente a guardarla; ma lei, quando se ne accorse, anziché coprirsi si lasciò guardare senza imbarazzo alcuno.
Tale fu l'attrazione provata da Raffaello per la fanciulla che minacciò addirittura di interrompere il suo intervento sull'affresco di Galatea se l'amico Agostino Chigi non gli avesse permesso di avere Margherita come modella al posto della cortigiana che era stata scelta per il ruolo. Sempre per amore, il pittore umbro rimandò sine die il suo matrimonio con la promessa sposa Maria Bibbiena, nipote del cardinale Bernardo Dovizi, adducendo impegni improrogabili che non gli permisero di portarla all'altare.
Stando al racconto di Vasari, prima di prendere Margherita a vivere con sé, il pittore umbro affidò al suo garzone (il Baviera) il compito di prendersi cura dell'amata, alla quale lasciò anche un'ingente somma di denaro alla sua morte. Un amore completamente ricambiato e fedele… contrariamente a quello di lui, che (sempre stando a quel gossipparo di Vasari) «Fu Raffaello persona molto amorosa et affezzionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro. La qual cosa fu cagione che, continuando i diletti carnali, egli fu dagl'amici, forse più che non conveniva, rispettato e compiaciuto».
Un altro indizio sulla vita sentimentale disordinata di Raffaello lo troviamo, sempre nel Vasari, poco più avanti, quando parla delle cause che portarono l'artista alla morte: «Raffaello, attendendo in tanto a' suoi amori così di nascosto, continuò fuor di modo i piaceri amorosi, onde avvenne ch'una volta fra l'altre disordinò più del solito; perché tornato a casa con una grandissima febbre, fu creduto da' medici che fosse riscaldato; onde, non confessando egli il disordine che aveva fatto, per poca prudenza, loro gli cavarono sangue; di maniera che indebilito si sentiva mancare, là dove egli aveva bisogno di ristoro». A questo si aggiunge, in un passo successivo, la notizia che Raffaello, sentendo la fine vicina, «Fece testamento e prima, come cristiano, mandò l'amata sua fuori di casa e le lasciò modo di vivere onestamente».
Si racconta che Margherita, non avendo potuto vegliare l'amato sul letto di morte perché era stata allontanata, al momento del corteo funebre raggiunse il feretro e vi si lanciò sopra, disperata e piangente... e rimase talmente provata dalla scomparsa di Raffaello che pochi mesi dopo la sua morte decise di ritirarsi nel convento di Sant'Apollonia in Trastevere.
Sono quasi alle lacrime, Break. Dico davvero.
L'opera che menzioni è proprio questa...
L’iscrizione che corre sul basamento della statua indica l’anno in cui essa fu realizzata, il 1455, e la committente, Monna Nana di ser Michele Tocci da Vinci, che la richiese per la chiesa di Santa Croce a Vinci. Da lì l’opera fu successivamente trasferita, per volontà della stessa committente, nella Collegiata empolese. Viene ricordata, nel 1655, nella la cappella di Santa Lucia.
L’opera è frutto della collaborazione tra due esponenti del filone più tradizionalista dell’arte fiorentina di metà Quattrocento; l’intagliatore camaldolese don Romualdo, abate del monastero fiorentino di Candeli, e Neri di Bicci, erede della dinastia di pittori attivi a più riprese per le chiese di Empoli fin dalla fine del Trecento. La scultura evoca immediatamente uno dei più celebri capolavori del Rinascimento, la Maddalena di Donatello oggi conservata nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.
Rispetto al modello, l’opera del Museo di Empoli appare piuttosto schematica nella resa anatomica e nella gestione della lunga chioma ondulata, che serra la figura come in una corteccia. Eppure, grazie all’accurata veste policroma di Neri di Bicci, che si sofferma a descrivere ogni ruga che solca il volto della penitente, la scultura dell’abate camaldolese doveva risultare espressiva e suscitare la commozione dei devoti.
Don Romualdo di Candeli, la cui attività è quasi del tutto ignota agli studiosi, è ricordato dallo stesso Neri nelle Ricordanze, un diario domestico e di bottega di notevole interesse per la conoscenza della sua opera. È da qui che si apprende che il pittore si dedicava, tra l’altro, anche alla coloritura dei manufatti lignei, come questa Maddalena, per la quale probabilmente aveva fornito un disegno, poi tradotto in intaglio dal meno noto artefice.
https://www.empolimusei.it/artwork/maddalena/
Beh, a voler essere pignoli Raffaello non era né marchigiano né umbro: quando nacque, nel 1483, le due regioni non esistevano: una bella fetta del centro Italia era sotto il dominio dello Stato Pontificio e la sua città natale faceva parte del piccolo ducato di Urbino.
https://upload.wikimedia.org/wikiped...e_nel_1499.png
Tornando alla vita dissoluta di Raffaello, mi sono imbattuta in un'interessante teoria; anzi, per dirla tutta si tratta di un vero e proprio piccolo mistero...
Come racconta Vasari e come confermano le cronache dell'epoca, il pittore urbinate fu un autentico tombeur de femmes. Margherita Luti era la donna che amava, certo, ma non smise di avere avventure galanti neppure dopo aver conosciuto la Fornarina. A questo punto, è lecito domandarsi se Raffaello ebbe mai un figlio.
Le cronache non dicono nulla al riguardo e purtroppo il suo testamento, che avrebbe potuto rivelare molto della sua vita privata, sparì poco dopo la sua morte, avvenuta il 6 aprile 1520. Vasari scrisse che Raffaello lasciò la sua bottega a Giulio Romano e a Francesco Penni e del denaro alla Fornarina, ma niente altro. E’ possibile che il testamento venne fatto sparire per non rendere di dominio pubblico il fatto che Raffaello era padre di un figlio illegittimo attraverso un lascito?
Sono solo supposizioni, naturalmente, ma qualche indizio al riguardo lo si può trovare in un affresco realizzato da suo padre, il pittore Giovanni Santi, che ritrae Raffaello bambino. Mi riferisco al ciclo di affreschi nella cappella Tiranni della chiesa di San Domenico. Raffaello, aveva all'epoca nove anni e nell’affresco si trova a sinistra della Madonna in trono, nelle vesti di un angelo:
https://upload.wikimedia.org/wikiped...tauro_2009.jpg
Ecco un'immagine ingrandita dell'angioletto:
https://vallenuova.it/wp-content/upl...li-Raphael.jpg
Ora, comparando questa immagine con un bambino ritratto dal genio urbinate in numerose tele durante gli anni trascorsi a Roma, si nota una certa somiglianza: l'ovale del viso, il naso e persino gli occhi sono molto simili; solo i capelli sono più chiari e con un taglio diverso. Per esempio, il putto di sinistra di questo celeberrimo affresco presso la Cappella Sistina:
https://www.art-plus.it/wp-content/u...etto-angel.jpg
Oppure, questo putto reggifestone nell'Accademia di San Luca, sempre a Roma:
https://masterx.iulm.it/wp-content/u...-1170x600.jpeg
O, ancora, il bambino in basso a sinistra, in questo dettaglio della Messa di Bolsena, nelle stanze vaticane:
https://www.pitturaomnia.com/pitturaomnia_i000660.jpg
La somiglianza non prova affatto che il bambino fosse effettivamente figlio di Raffaello. Certo è che questo bambino doveva essere piuttosto caro all'urbinate, dato che compare in numerose opere romane e venne ritratto spesso insieme ad un altro bambino in opere celebri come: la "Madonna della seggiola", realizzato nel 1513-1514 e conservato presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze:
https://upload.wikimedia.org/wikiped...a_seggiola.jpg
Volendo fare un ulteriore azzardo, si potrebbe supporre che la donna che veste i panni della Madonna della Torre o Madonna Mackintosh (oggi, alla National Gallery di Londra) sia la madre di entrambi i bambini per i suoi capelli chiari e alcuni tratti del viso...
https://upload.wikimedia.org/wikiped...sh_Madonna.JPG
E' sempre lei la donna che compare, di spalle, nel particolare della Messa di Bolsena raffigurato sopra insieme ai due bambini. Ma è chiaro che, in assenza di documenti scritti, è impossibile provare che sia davvero lei la madre dei due bambini raffigurati e che Sanzio sia il padre. Resta il fatto che Raffaello li ritrasse spesso nei suoi dipinti e affreschi, anche quando diventarono grandicelli... come mai?
Però mi piaci di più quando ti diletti nell'arte pura. Lasciamolo ad altri il gossip, Monia cara.