
Originariamente Scritto da
Monia
Quel gran pettegolo di Giorgio Vasari, nella "Vita di Raffaello da Urbino Pittore, et Arch.", è fra i primi ad identificare Margherita Luti come «
una sua donna la quale Raffaello amò sino alla morte», al punto da rappresentarla in molti suoi dipinti. Infatti, Vasari la collega alla modella del dipinto "La Velata"...
Famosissimo il suo soprannome: la Fornarina, titolo anche di quest'altra opera di Raffaello:
In quegli anni lavorava a Roma un fornaio di origine senese che di cognome faceva proprio Luti e aveva una figlia dell'età di Margherita. La sua bottega si trovava a Trastevere, non lontano da Villa Farnesina dove Raffaello stava lavorando. Sul modo in cui i due si conobbero ci sono versioni differenti. Secondo la leggenda, un giorno Raffaello si stava recando al cantiere quando la vide alla finestra mentre si spazzolava i capelli, rimanendone folgorato. Ma quel gossipparo di Vasari ci offre una versione ben più piccante del primo incontro: Raffaello, che passava da quelle parti per recarsi al lavoro, la vide mentre lei, nuda, si bagnava nelle acque del Tevere e rimase sfrontatamente a guardarla; ma lei, quando se ne accorse, anziché coprirsi si lasciò guardare senza imbarazzo alcuno.
Tale fu l'attrazione provata da Raffaello per la fanciulla che minacciò addirittura di interrompere il suo intervento sull'affresco di Galatea se l'amico Agostino Chigi non gli avesse permesso di avere Margherita come modella al posto della cortigiana che era stata scelta per il ruolo. Sempre per amore, il pittore umbro rimandò sine die il suo matrimonio con la promessa sposa Maria Bibbiena, nipote del cardinale Bernardo Dovizi, adducendo impegni improrogabili che non gli permisero di portarla all'altare.
Stando al racconto di Vasari, prima di prendere Margherita a vivere con sé, il pittore umbro affidò al suo garzone (il Baviera) il compito di prendersi cura dell'amata, alla quale lasciò anche un'ingente somma di denaro alla sua morte. Un amore completamente ricambiato e fedele… contrariamente a quello di lui, che (sempre stando a quel gossipparo di Vasari) «
Fu Raffaello persona molto amorosa et affezzionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro. La qual cosa fu cagione che, continuando i diletti carnali, egli fu dagl'amici, forse più che non conveniva, rispettato e compiaciuto».
Un altro indizio sulla vita sentimentale disordinata di Raffaello lo troviamo, sempre nel Vasari, poco più avanti, quando parla delle cause che portarono l'artista alla morte: «
Raffaello, attendendo in tanto a' suoi amori così di nascosto, continuò fuor di modo i piaceri amorosi, onde avvenne ch'una volta fra l'altre disordinò più del solito; perché tornato a casa con una grandissima febbre, fu creduto da' medici che fosse riscaldato; onde, non confessando egli il disordine che aveva fatto, per poca prudenza, loro gli cavarono sangue; di maniera che indebilito si sentiva mancare, là dove egli aveva bisogno di ristoro». A questo si aggiunge, in un passo successivo, la notizia che Raffaello, sentendo la fine vicina, «
Fece testamento e prima, come cristiano, mandò l'amata sua fuori di casa e le lasciò modo di vivere onestamente».
Si racconta che Margherita, non avendo potuto vegliare l'amato sul letto di morte perché era stata allontanata, al momento del corteo funebre raggiunse il feretro e vi si lanciò sopra, disperata e piangente... e rimase talmente provata dalla scomparsa di Raffaello che pochi mesi dopo la sua morte decise di ritirarsi nel convento di Sant'Apollonia in Trastevere.