Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, tu farai quello che ti pare, e il mio rispetto è garantito; io non giudico gusti e preferenze, ma ti espongo una valutazione su un dato oggettivo:
se tu dici "non uccidere", "non rubare" o "non lasciare il frigorifero rotto sul marciapiede", il 98% della popolazione è d'accordo, perché condivide il sentimento; infatti, pure coloro che contravvengono lo fanno di nascosto;
con Paolo della Romani, si potrebbero citare "coloro che non hanno legge e sono legge.a se stessi e I CUI PENSIERI SI SCUSANO E SI ACCUSANO"; in quella coscienza che produce quei pensieri puoi ben affermare "Dio", se credi;
e, in qualche modo, risultare credibile;
ma se tu critichi una libertà sessuale ed esistenziale altrui, e ti trovi di fronte ad una persona - o una massa - che non si vergogna e, anzi, rivendica come morale quella libertà, e te la argomenta pure, il sentimento che esponi ne esce squalificato in termini di potenza morale, e quindi di origine divina;
nel primo caso si espone un precetto moralmente autorevole; nel secondo un sentimento meschino e infelice di invidia, se ti pare testimoniato in millenni di cultura dotta o popolare, da Plauto a Bocca di rosa;
nella storia della cultura umana, persino i cattivi più cattivi riscuotono un minimo di comprensione nella loro tragedia; ma non c'è disprezzo peggiore di quello riservato al censore invidioso delle gioie e libertà altrui.