Suppongo che siano esortati alla castità (dal momento che la sessualità fuori dal matrimonio non è vista di buon occhio), ma senza voto, se "cedono" c'è sempre il pentimento e la confessione.
Ovviamente sarebbe meglio non dare scandalo pubblico
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Nella normativa cattolica pero' il celibato implica la castita' vista l'ampia gamma di peccati mortali di tipo sessuale previsti.
Eh no, peccati mortali di fornicazione e desiderio di donna d'altri.
Poi che i ministri soprassiedono, facendo perdere il senso del peccato, per non far scappare tutti e' un'altra storia.
Considera che il sesso fuori dal matrimonio religioso e' pubblico concubinaggio, anche se i tempi li costringono ad abbozzare.
@Breakthu.
No, sono peccati mortali, certo c'è la confessione, il pentimento non so, lo fanno perchè provano piacere a farlo. Anche per i frati c'è il pentimento.E queste monache con chi vanno? Con i seminaristi? Dovrebbero essere organizzati anche in tal senso, no?Dai, ma non andranno a scandagliare, glielo hai messo solo davanti, dietro, in bocca o altrove ?
@ Pazza.
Che San Pietro non sia stato a Roma, si sa. Gli Apostoli erano pochi
e non potevano andare tutti nello stesso posto. Quanto a Babilonia, non so,
anche Ninive veniva chiamata Babilonia, questa radice pre-israelitica bab-el
( il dio pre-israelitico, un demone, insomma) veniva usata per caratteriz-
zare molte città. Che civiltà babilonese fosse rimasta, non so, stazionavano
li' Assiri e Babilonesi, certo, anche Roma decadde e nei Fori, chiamati Campo
Vaccino, c'erano le pecore. Io penso che là, ove sogeva Babilonia, non c'era pratica-
mente nulla, gli scavi del 1930 da parte del Pergamonmuseum di Berlino del 1930,
salvarono la Porta di Isthar e molte altre divinità babilonesi, come il serpente sacro,
il drago con la testa di serpente,
ecc, ecc.Tutto è stato ricostruito nel museo. Pietro passò lì, sicuramente, trovò
rovine, poi non sappiamo dove finì il suo viaggio.
Ciao.
Cono confonde la caduta dell'impero babilonese con Babilonia. E' documentato che ancora nel 116 d. C. l'imperatore Traiano vi soggiornò qualche mese e quindi non poteva essere quell'ammasso di rovine d cui vaneggia il nostro amico, e che, nel I secolo a. C. (non mi ricordo l'anno e non ho voglia di cercarlo) era stata conquistata dai Parti, che poi la rioccuparono quando Traiano se ne andò. Avrebbero occupato i Parti un ammasso di rovine? La cosa più probabile è che fosse stata ricostruita nelle vicinanze dell'antica capitale (da qui i ruderi di cui parla Plinio) ma che nel I secolo dopo Cristo esistesse una città chiamata Babilonia è fuori discussione.
Questo ti potrebbe interessare.. è la dottrina della santa ekklesia riguardo la mastrurbazione (peccato gravissimo !) -
Catechismo _ La vocazione alla castità / paragrafo 2352:
Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. “Sia il magistero della Chiesa - nella linea di una tradizione costante - sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”. “
link della santa ekklesia :
http://www.vatican.va/archive/ITA0014/_P84.HTM
stabilito per gradi, tra il X° e l'XII° sec.;
peraltro, è noto che la norma serviva solamente alla Chiesa per incamerare i beni del clero, tra cui figuravano molti possidenti e aristocratici, i quali così non potevano avere eredi legittimi, anche se avevano abitualmente "perpetue" ed amanti, figli, che però figuravano come bastardi, inabilitati nelle linee successorie, di alto lignaggio come in quelle contadine;
queste:
scritto quasi tre secoli dopo, da un vescovo di quella chiesa, con tutto l'interesse ad avvalorare quella tesi :asd:
qui invece sono quattro i secoli dopo :asd:Citazione:
e Girolamo, De viris illustribus 1, dove egli è il «soprintendente»
o episkopos per venticinque anni, cioè fino alla sua morte sotto Nerone) (32).
e qui siamo alla farsa, visto che il catalogo, sempre posteriore di secoli e redatto dagli interessati a descrivere Pietro a Roma, è pure pieno di errori materiali, con Cleto citato due volte, la seconda come Anacleto - compri due papi al prezzo di uno :D - oppure Clemente, ordinato vescovo - nei documenti ufficiali - sedici anni dopo la sua morte riportata nel Catalogus, che sbaglia anche sui papi più recenti;Citazione:
Questo
fatto è confermato dal Catalogus Liberianus, del quarto secolo, un elenco di papi
dall'inizio della diocesi romana fino a papa Liberio (352-66), e dal Liber Pontificalis,
pubblicato (nella forma conservata) nel sesto secolo (per la maggior parte si basa
sul Catalogus Liberianus, ma contiene alcune informazioni indipendenti e della varianti
nei dettagli) (33). Pietro lasciò Gerusalemme subito dopo la fuga dalla prigione nell'anno
41 o 42.
queste per Cono sono le fonti storiche, a fronte di nulla di contemporaneo a Pietro :asd:
Hai dimenticato la fonte migliore:
"Il testo che più autorevolmente ci informa del martirio di Pietro a Roma è la prima epistola di san Clemente romano ai Corinzi, datata generalmente intorno al 96 d.C. Le parole di Clemente, a loro volta, non possono andare disgiunte da un celebre passo degli «Annales» di Tacito XV, 38-45, in cui lo storico parla del famoso incendio scatenatosi a Roma nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 64 e delle sue conseguenze" (Cono)
La fonte più autorevole è sparita dopo la mia replica:
Ecco il passo di Clemente che citi come "prova":
"Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo i buoni apostoli. Pietro per l’ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell’oriente e nell’occidente, ebbe la nobile fama della fede.
Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell’occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza”.
Mi puoi indicare in quale punto è nominata Roma?
E' superfluo aggiungere che negli Annali Tacito non cita Pietro neanche di striscio
Mi ero interdetto di intervento, perché (lo immaginate facilmente) sono ignorante in storia (maiuscola o minuscola, a scelta): l'ho studiata (si fa per dire) al liceo con lo stesso prof mezzo matto di filosofia e poi ho letto qualche libro. Ma qui posso fare un'osservazione, anzi due.Di carattere generale, quindi, lecite (nel senso che non sono prive di logica. Dire qualcosa premettendo di essere incompetente sarebbe pittosto contradittorio, se non idiota))
La prima: assenza di prova non significa prova di assenza. La seconda: Tacito é uno storico di Roma, della Roma Imperiale.Non ti parla né degli scippi al Foro, né del capo-tifoso del Testaccio, né dei capi-setta religiosi che data la tolleranza politica dei romani in materia, abbondavano. Non fa cenno di alcun "papa" di nessuna delle molteplici religioni importate e tollerate. Quindi, le altre religioni non avevano alcun capoi/sciamano/papa/profeta a Roma?
Possibile, ma poco credibile.
E' la mia modesta opinione sulla "logica" della materia.
io mi limito a dare il mio... Tacito consenso!! :dentone:
l'onere spetta a chi sostiene una tesi;
infatti, non è lì che lo storico dell'antichità cerca, ma su testimonianze minori e non correlate, da cui si desume per ridondanza eventuale la verosimiglianza di una tesi/evento, diffidando dai soggetti coinvolti;Citazione:
La seconda: Tacito é uno storico di Roma, della Roma Imperiale.Non ti parla né degli scippi al Foro, né del capo-tifoso del Testaccio, né dei capi-setta religiosi che data la tolleranza politica dei romani in materia, abbondavano. Non fa cenno di alcun "papa" di nessuna delle molteplici religioni importate e tollerate. Quindi, le altre religioni non avevano alcun capoi/sciamano/papa/profeta a Roma?
Possibile, ma poco credibile.
E' la mia modesta opinione sulla "logica" della materia.
es.: un mercante normanno la cui apologetica o cronaca patria lo dipinge come importante in Turchia, deve in qualche modo trovare cenni compatibili di riscontro da qualche parte nell'area; che so, un contratto, magari con un nome fittizio, tipo il Rosso del nord, e magari nella casa di un levantino di Alessandria d'Egitto; ma qualcosa ci deve essere, e non deve contrastare con la presenza di altri, a suggerire un'attribuzione di identità;
quando non c'è proprio nulla di coevo, a fronte di un interesse apologetico dei redattori postumi di una biografia, il metodo storico considera pochissimo l'affidabilità del testo e formula ipotesi prudenziali fondati sull'uso comune dell'epoca, circostanze, fatti analoghi prevalenti, se proprio non si vuole dismettere il tutto come mitologia e il testo in questione mostra elementi di pregio storico da cui si evince un genuino sforzo di raccontare in modo equilibrato fatti, e non di creare una mitologia;
i falsi oggi si individuano perché la filologia si avvale di discipline parallele che sondano tutta la costruzione del testo, individuano le strutture "a tesi", gli elementi involontari di auto-censura e/o quelli in cui la tesi viene inavvertitamente smentita, i cambi di mano e passo narrativo, stile, le correzioni in corso d'opera, ecc...
@axeUgene
Che Pietro fosse o meno a Roma, non lo so, né mi interessa più che tanto.
La mia osservazione era solo, e lo ripeto:
"E' la mia modesta opinione sulla "logica" della materia. "
E quanto scrivi, posso sottoscriverlo tranquillamente, in quanto non ha nulla di contradittorio con la mia opinione. Almeno, mi pare.
:approved:
Tutta fuffa che non prova nulla. E' come dire che se il Manzoni ha scritto i Promessi sposi, opera narrativa, non può aver scritto il 5 maggio, opera poetica. E viceversa.
Si tratta solo di ipotesi e ragionamenti che non portano a nulla di certo. Nonostante l'insistenza di Axe su questi argomenti per screditare qualsiasi cosa.
Non è in grado di portare prove a discredito e allora porta solo ipotesi e calunnie.
Certo, Axe, un Gesù ci sarà pur stato in tutto Israele 2000 anni fa, ma chissà che avrà fatto o detto. Basta catalogare i Vangeli come opere di fantasia o apologetiche e la menzogna è sdoganata.
Tutto ciò non c'entra nulla con Pietro a Roma, ma quel discorso su Gesù è stato fatto più volte da Axe.
Ha sempre avuto in mano un 2 di picche e quello gioca sempre, pensando di avere in mano la carta vincente.
Beakthru.
Però vedi? Fare attenzione, mia cara, per masturbazione
si intende l'eccitazione volontaria degli organi genitali,
non involontaria. Se è volontaria è peccato mortale,
se è involontaria non c'è neanche bisogno di andarsi a con
fessare perchè il corpo prende il sopravvento sulla psiche.
Insomma questi corpi cavernosi, sia maschili sia femminili,
sono talmente pieni di sangue che deve assolutamente
svuotarsi, no?
Armiamoci di santa pazienza....
Li conosci Tacito, Svetonio, Giuseppe Flavio, Plinio il Giovane e altri? Facevano gli storici o gli scalpellini? Scrivevano meticolosamente o raccoglievano baccelli?
I documenti storici su Gesù
L'esistenza storica di Gesù trova conferma in documenti cristiani e in documenti non cristiani. Tra questi troviamo fonti pagane (soprattutto scrittori romani) e fonti ebraiche.
Le testimonianze che ci sono giunte provengono da autorevoli rappresentanti della cultura del tempo (I sec. d.C.) che in affrettate affermazioni hanno liquidato l'esistenza storica di Gesù di Nazareth, un galileo condannato al supplizio della croce, nella lontana Palestina. Accenni sbrigativi, perché gli interessi degli scrittori erano ben altri, ma sufficienti a confermare l'esistenza storica di Gesù.
http://www.libridigitalionline.com/l...oc_storici.htm
Pazza certo che esisteva, ma era decaduta fortemente. Il centro-motore-culturale-civile dell'epoca era Roma, definita perlappunto la nuova Babilonia, simbolo del Peccato. E' la logica stessa a suggerirci che Pietro il pescatore, investito da Cristo stesso come annunciatore del Vangelo, proprio lì si sia diretto e proprio lì vi abbia trovato la Morte.
Il voto di obbedienza, nella Chiesa cattolica, è la scelta volontaria di rimettere le proprie decisioni al giudizio di un superiore, confermando il tutto con voto a Dio; è uno dei tre Consigli evangelici.
Normalmente chi emette voto di obbedienza professa ugualmente il voto di povertà ed il voto di castità.
1599 Nella Chiesa latina il sacramento dell'Ordine per il presbiterato è conferito normalmente solo a candidati disposti ad abbracciare liberamente il celibato e che manifestano pubblicamente la loro volontà di osservarlo per amore del regno di Dio e del servizio degli uomini.
http://www.vatican.va/archive/catech...2s2c3a6_it.htm
Io non so più che cosa fare con voi, ragazzi :dunno:
Prove testuali indicano quindi chiaramente che la destinazione di Pietro era Roma. Una
conferma ulteriore proviene dalla storia della Chiesa, in un suggestivo particolare
riportato da Eusebio e da Girolamo. Pietro arrivò a Roma durante il regno di Claudio,
più precisamente nel secondo anno di regno, l'anno 42 (Eusebio, HE 2,14,6, con
il Chronicon ad loc, e Girolamo, De viris illustribus 1, dove egli è il «soprintendente»
o episkopos per venticinque anni, cioè fino alla sua morte sotto Nerone) (32). Questo
fatto è confermato dal Catalogus Liberianus, del quarto secolo, un elenco di papi
dall'inizio della diocesi romana fino a papa Liberio (352-66), e dal Liber Pontificalis,
pubblicato (nella forma conservata) nel sesto secolo (per la maggior parte si basa
sul Catalogus Liberianus, ma contiene alcune informazioni indipendenti e delle varianti
nei dettagli) (33). Pietro lasciò Gerusalemme subito dopo la fuga dalla prigione nell'anno
41 o 42.
Pietro si dirige quindi verso Roma, ma non direttamente. Potrebbe avere visitato
Antiochia, e forse molte città nell'Asia Minore (cfr. 1Pt 1,1; Eusebio, HE 3, 1,2), forse
Corinto (cfr. 1Cor 1,12-14; 9,5: probabilmente una traccia della presenza di Pietro a
Corinto con la moglie, che non fa altre apparizioni dirette nel Nuovo Testamento - cfr.
Mc 1,29-31 - e muore da martire sotto gli occhi di Pietro, come riporta Clemente
Alessandrino, Stromata 7,63,3, ed Eusebio, HE 3,30,2). Nell'inverno del 42 arriva a
Roma. Non fu il primo evangelizzatore ad arrivare in città (i romani citati negli Atti 2,10
avrebbero diffuso la buona novella prima di lui), ma fu il primo apostolo ad avallare e
fondare ufficialmente la Chiesa. Il suo arrivo e l'inizio della sua opera è il punto di
partenza del suo «episcopato», che, come quello ad Antiochia, continua anche durante la
sua assenza, rimanendo egli il capo titolare o il «soprintendente» ufficiale.
Pietro non era solo a Roma. Marco andò con lui o direttamente dalla casa della madre o
lo raggiunse non molto tempo dopo: per quanto concerne la cronologia degli Atti, la
presenza di Marco a Gerusalemme non era più richiesta già da quando Paolo e Barnaba
lo portano con se ad Antiochia (At 12,25) nel 46, dopo la «visita per la carestia». Inoltre,
sentiamo parlare di lui come interprete di Pietro (come scrive Papia), e se Pietro bilingue
dall'infanzia, ebbe mai bisogno di un interprete per risparmiare alle sensibili orecchie dei
romani l'affronto del suo rozzo greco non colto, che si combinava con uno scoraggiante
accento di Galilea, questo accadde all'inizio del suo primo soggiorno, piuttosto che verso
la fine del secondo (37). Eusebio (HE 6,14,6, citando l'opera perduta di Clemente
Alessandrino, Hypotyposeis), nota che Marco aveva seguito Pietro per molto tempo,
un'allusione al lungo rapporto fra i due, del quale 1Pietro 5,13, dove Pietro chiama
Marco figlio suo, non è l'inizio, ma il punto culminante. Sebbene nessuna delle fonti
affermi in così tante parole che Marco rimase con Pietro a Roma dal 42 in poi, le prove
raccolte suggeriscono questa possibilità più di qualsiasi altra.
http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf