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Originariamente Scritto da
axeUgene
prova a dare una definizione di gelosia e ti accorgi del problema;
immaginare una situazione concreta ti aiuta in un primo momento, ma ti impedisce di formulare in modo generale e astratto; lo stesso problema dei manuali di diritto civile "amichevoli", tipo il Torrente, pieno di esempi.
Non c'è nessun problema. Determinati stati emotivi è normalissimo che convivano. La gelosia è letteralmente un sentimento di paura o preoccupazione, legato alla possibilità di perdere o di ricevere meno attenzioni da qualcuno che ami. Tu pensa anche solo alla gelosia dei bambini piccoli nei confronti del fratellino o della sorellina più piccoli, che ricevono più attenzioni di loro. E a volte queste sensazioni sono accompagnate anche dalla rabbia o dal risentimento.
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Originariamente Scritto da
dark lady
Non c'è nessun problema. Determinati stati emotivi è normalissimo che convivano. La gelosia è letteralmente un sentimento di paura o preoccupazione, legato alla possibilità di perdere o di ricevere meno attenzioni da qualcuno che ami. Tu pensa anche solo alla gelosia dei bambini piccoli nei confronti del fratellino o della sorellina più piccoli, che ricevono più attenzioni di loro. E a volte queste sensazioni sono accompagnate anche dalla rabbia o dal risentimento.
certo; ma capisci bene che questa definizione, applicata a un adulto, denota una condizione patologica; quel bambino non ha realizzato del tutto la sua separazione dalla madre; infatti, la psicologia considera molto più a rischio le situazioni in cui il fratellino competitor ha solo uno o due anni in meno, posto che oggettivamente la madre pone quella sfida, necessaria;
ma la gelosia dell'adulto dovrebbe aver superato la fase di distacco, per cui interviene una variazione oggettiva del comportamento del partner;
la gelosia è autonoma; se non c'è una minaccia, se la inventa; è questo che esce sempre fuori quando si osserva; il partner stronzo è, eventualmente, solo una circostanza che intorbida le acque.
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Originariamente Scritto da
axeUgene
certo; ma capisci bene che questa definizione, applicata a un adulto, denota una condizione patologica; quel bambino non ha realizzato del tutto la sua separazione dalla madre; infatti, la psicologia considera molto più a rischio le situazioni in cui il fratellino competitor ha solo uno o due anni in meno, posto che oggettivamente la madre pone quella sfida, necessaria;
ma la gelosia dell'adulto dovrebbe aver superato la fase di distacco, per cui interviene una variazione oggettiva del comportamento del partner;
la gelosia è autonoma; se non c'è una minaccia, se la inventa; è questo che esce sempre fuori quando si osserva; il partner stronzo è, eventualmente, solo una circostanza che intorbida le acque.
Quella che dici tu è la gelosia patologica. Il mio ex era a quel livello, più o meno.
Ma non è che tutta la gelosia sia patologica.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
certo; ma capisci bene che questa definizione, applicata a un adulto, denota una condizione patologica; quel bambino non ha realizzato del tutto la sua separazione dalla madre; infatti, la psicologia considera molto più a rischio le situazioni in cui il fratellino competitor ha solo uno o due anni in meno, posto che oggettivamente la madre pone quella sfida, necessaria;
ma la gelosia dell'adulto dovrebbe aver superato la fase di distacco, per cui interviene una variazione oggettiva del comportamento del partner;
la gelosia è autonoma; se non c'è una minaccia, se la inventa; è questo che esce sempre fuori quando si osserva; il partner stronzo è, eventualmente, solo una circostanza che intorbida le acque.
Che significa la separazione dalla madre e gelosia autonoma alla fine?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dark lady
Quella che dici tu è la gelosia patologica. Il mio ex era a quel livello, più o meno.
Ma non è che tutta la gelosia sia patologica.
certo, si può dire che un certo livello di intensità sia nella norma; ma la qualità senza la quale non è "gelosia" è proprio quella generazione autonoma dell'emozione, che prescinde dell'elaborazione matura del comportamento altrui.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dark lady
Quella che dici tu è la gelosia patologica. Il mio ex era a quel livello, più o meno.
Ma non è che tutta la gelosia sia patologica.
La verità sta molte volte nel mezzo: esiste una gelosia sana, naturale ed esiste una gelosia malsana, tossica.
Ascoltate com'è bella questa canzone di Lucio, come ne parla Lucio.
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La gelosia è come il colesterolo.
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Originariamente Scritto da
Vega
Che significa la separazione dalla madre e gelosia autonoma alla fine?
significa che un soggetto elabora con successo la nozione emotiva di separazione dalla madre, per cui il trauma del distacco da quella non produce più emozioni ingestibili, come nella prima infanzia;
nella misura in cui lo è, la persona gelosa rivive quel trauma in termini di paura con un partner che è investito di quella stessa funzione fusionale e totalizzante;
la persona gelosa non ammette che il partner abbia qualsiasi tipo di relazione "esterna", anche solo ipotetica e individuata nella semplice presenza di potenziali terzi, perché il partner deve essere la madre esclusiva e totale;
una volta, scherzando, una persona con cui mi intendo senza sforzo, disse, a proposito della voce femminile del navigatore: " chi è questa zoccola che dice a mio marito dove deve andare ?" :asd:
ecco, la gelosia è questo, con maggiore o minore intensità e controllo, ma pur sempre un sentimento che sgorga dal trauma originario della separazione, privo di alcun corredo o motivazione morale quanto a comportamento del partner.
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Lo sapevo che si cascava nelle
pippe freudiane:D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Lo sapevo che si cascava nelle
pippe freudiane:D
e con cosa penseresti di spiegare razionalmente la circostanza di un sentimento, distinto da un altro, se non come mediazione psichica ?
certo che quando vuoi far polemica fai concorrenza a quell'altro quanto a capacità di rimuovere il raziocinio; con l'aggravante che tu saresti pure istruite.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Lo sapevo che si cascava nelle
pippe freudiane:D
Intervengo solo per dirti che esistono, sono esistiti, altri studiosi oltre Freud.
Capisco che tu possa trovare palloso l'argomento, ma quest'è.
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Lo so. Difatti c'è gente un pò più moderna che dà una lettura rivista dei comportamenti umani.
Qui mi sembra sempre la solita solfa, che non spiega e non tiene conto della funzione delle emozioni e del perché si sono evolute.
È un pò come la storia delle 3 fasi freudiane.
Ma cerchiamo di essere onesti e un attimo davvero più razionali. Pensiamo davvero che fin da bambini si funzioni esattamente così?
Che il rapporto con la madre sia importante ok, nessuno lo nega, ma oggi il discorso è impostato diversamente, come relazione con le figure di attaccamento e accudimento. E non esiste solo la madre.
Le emozioni sono naturali ed evolutesi come sistema di sopravvivenza e segnale per dirci cosa fare, sia in positivo che rilevare minacce.
E nell'esempio di Axe, della gelosia, verso i genitori o uno dei due, verso il nuovo fratellino, conta molto nello sviluppo di questo sentimento, sia quanto i genitori sono attenti ai bisogni del bambino, sia come si comportano con i due fratelli, se fanno disparità per esempio.
Per quello che è lo stato attuale delle conoscenze, molto di quello che poi ci ritroviamo crescendo, dipende in buona parte anche da quello che si "semina" in famiglia nel crescere i figli.
Questa storia del rapporto con la madre nella chiave più sopra, complesso di Edipo & C., non si possono più sentire.
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Citazione:
Che il rapporto con la madre sia importante ok, nessuno lo nega, ma oggi il discorso è impostato diversamente, come relazione con le figure di attaccamento e accudimento.
Dovrebbero essere le basi della psicologia infantile, la fase dell'attaccamento, vado a memoria aiuterà un sano sviluppo dell'adulto, se la madre o chi segue il neonato non è grado di essere una base sicura, l'individuo porterà con se molte insicurezze, forse anche rabbia e gelosia oltre misura, che sono emozioni importanti e non vanno negate, ma riconosciute.
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Massimo Recalcati offre una panoramica di luci e ombre sul complesso mestiere di essere madre. La figura materna che attende, che cresce in sé il figlio, colei che gli dona la vita è anche colei che lo dona alla vita. Dunque non lo tiene per sé, non ne fa una sua proprietà ma subito lo riconosce come altro e per farlo vivere impara a perderlo. La madre inoltre è colei che nutre il figlio, il quale però oltre al nutrimento vuole essere riconosciuto, amato e desiderato, altrimenti, se manca questo, rifiuterà anche il nutrimento.
https://www.monasterodibose.it/1496-...simo-recalcati