Quando non è invadente come fai tu
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:D
No guarda, non c'è il dono che io non ho di credere in un qualche dio, c'entrano spesso i motivi che ho detto, superbia in chi sbandiera la fede in dio, le castronerie e la pretesa di avere sempre e comunque ragione.
Già spiegato, nessuno nega le influenze delle religioni nel mondo ma solo il contenuto spacciato per vero, prima di tutto l'esistenza degli amici invisibili di cui non c'è prova. E ovviamente le ingerenze che ne derivano.
Purtroppo se anche eminenti scienziati escono dai binari non è colpa mia, se mi rendo conto metto solo in evidenza. L'importante è che non mischino scienza e fede, che son due scomparti separati. Fattene una ragione.
Da un certo punto di vista anche questa. Ma va bene, se uno spera o crede in un'entità che l'aiuta o in un altra vita dopo morti poco male fino ad un certo punto. Dal personale poi si passa al pubblico ed al sociale e soprattutto al dio quattrino.
sai cosa manca quì ? la mezza misura sia da una parte e dall'altra
Comunque che la fede sia un dono di dio non mi convince molto; posso capire che la mia fede sia stata donata a me dai miei genitori che mi hanno insegnato a credere, è un discorso, come la vita d'altronde, che mi è stata donata dai miei genitori che, se quella sera fossero andati al cinema, io non ci sarei:asd:.
Tra considerare quanto detto, che penso condivida anche Vega, e dire che essa provenga direttamente da Dio ce ne passa. Anche perché c'è sempre una domanda da risolvere: qual'è, in me e negli altri, il risultato di questa fede? Ci sono fatti oggettivi o tutto si risolve dentro di me? In fondo credo sia questo che Vega voglia dire. Se è un fatto personale, specialmente se rivolto verso buone azioni e buoni pensieri, non credo dovrebbe infastidire nessuno,ma se la fede vuole imporsi, a mio avviso fede non è perché neanche Gesù si è mai imposto, basta riflettere sulla parabola del giovane ricco che amava tanto Dio e poco il suo prossimo; infatti io credo che per la maggior parte dei casi, onestamente, cioè rispettando il prossimo e soprattutto senza passargli sopra, non si fanno soldi a palate.
Il fatto di pensare troppo a se prima degli altri, produce un Dio come noi lo vorremmo che fosse, in parole povere è un Dio solo nella testa; infine si pensa anche di essere perfetti, infatti il giovane ricco se ne andò rammaricato.
[QUOTE=crepuscolo;1623040]Comunque che la fede sia un dono di dio non mi convince molto; posso capire che la mia fede sia stata donata a me dai miei genitori che mi hanno insegnato a credere, è un discorso, come la vita d'altronde, che mi è stata donata dai miei genitori che, se quella sera fossero andati al cinema, io non ci sarei:asd:.
Tra considerare quanto detto, che penso condivida anche Vega, e dire che essa provenga direttamente da Dio ce ne passa.[/quote+
bene; capisci però che questa affermazione esclude l'intervento decisivo di Dio nella tua fede, e nell'assenza della stessa in altri; stai definendo un modo di agire, una scelta - oppure un'incapacità di farlo - di Dio; ricordatene quando affermi che Dio non si può conoscere, perché di rimando ne stai asserendo prerogative;
perché, cosa avrebbe dovuto fare il giovane ricco di diverso, e perché ?Citazione:
Anche perché c'è sempre una domanda da risolvere: qual'è, in me e negli altri, il risultato di questa fede? Ci sono fatti oggettivi o tutto si risolve dentro di me? In fondo credo sia questo che Vega voglia dire. Se è un fatto personale, specialmente se rivolto verso buone azioni e buoni pensieri, non credo dovrebbe infastidire nessuno,ma se la fede vuole imporsi, a mio avviso fede non è perché neanche Gesù si è mai imposto, basta riflettere sulla parabola del giovane ricco che amava tanto Dio e poco il suo prossimo; infatti io credo che per la maggior parte dei casi, onestamente, cioè rispettando il prossimo e soprattutto senza passargli sopra, non si fanno soldi a palate.
Il fatto di pensare troppo a se prima degli altri, produce un Dio come noi lo vorremmo che fosse, in parole povere è un Dio solo nella testa; infine si pensa anche di essere perfetti, infatti il giovane ricco se ne andò rammaricato.
anche qui, stai implicitamente enunciando una regola morale riguardo a quegli eventuali comportamenti che nel giovane ricco denotano scarso amore per il prossimo, sottintendendo un precetto morale di fare altrimenti;
cioè, stai - come è ovvio - enunciando una filosofia morale legata alla fede;
ricordatene quando neghi un enunciato morale oggettivo, espresso come legge, perché quel precetto morale si atteggia a legge.
Se non consideri il seguito non ha alcun senso: chi era Gesù? Un illuso sfigato e strapazzato?
Beh, personalmente pensando, per me non è così.:mahciao:
[QUOTE=axeUgene;1623056] E' una questione molto psicologica e sociologica. Dove nel primo caso c'è la legge personale e nel secondo la legge degli altri o, se preferisci la legge dei grandi numeri; ma sembra che tu veda solo il numero uno ed in più uguale a se stesso.
[QUOTE=crepuscolo;1623062] non si capisce nulla di quello che hai scritto, a parte che parli di me invece di rispondere nel merito a due semplici osservazioni:
a) in una definisci scelte o caratteri di Dio;
b) nell'altra enunci una legge; una legge non è mai "personale", visto che stabilisce un principio, come valore assoluto, universale: fare A è meglio che B, laddove la scelta non ti è moralmente indifferente;
a meno che tu non affermi che Gesù dicesse: fate così, ma se fate l'opposto va bene uguale.
Approfondendo il discorso sull'energia nello "Srimad Bhagavatam", si trovano molti riferimenti. Quello che mi preme sottolineare è la parte finale, che smentisce gli impersonalisti. I commenti ai versi sono di Swami Prabhupada. Nel canto 3:
O Essere Supremo, Ti preghiamo di darci le Tue benevole direttive sul
modo in cui desideri che noi agiamo, noi che in origine siamo stati
generati dal mahat-tattva, l’energia cosmica globale. Abbi la bontà di darci la Tua potenza e la Tua conoscenza perfette in modo da poterTi servire nei diversi settori della creazione. (51)
6:1 Maitreya Rsi disse:
Così il Signore seppe che ogni evoluzione nell’opera di creazione
dell’universo era sospesa, a causa della non-fusione delle Sue potenze,
come il mahat-tattva.
Commento al v. 1:
Non manca niente nella creazione del Signore; tutte le potenze vi sono
presenti, ma allo stato latente, e a meno che non si combinino per volontà del Signore, niente può progredire.
Il Signore dalla potenza suprema entrò allora simultaneamente nei
ventitré elementi, accompagnato dalla dea Kali, la Sua energia esterna, che da sola amalgama tra di loro tutti gli elementi. (2)
Quando il Signore Supremo, accompagnato dalla Sua energia, entrò negli elementi, tutti gli esseri viventi furono svegliati alle differenti
attività, come si riprendono le proprie attività dopo essere usciti dal
sonno. (3)
Quando i ventitré elementi principali divennero attivi per volontà del
Supremo, la gigantesca forma universale, la visva-rupa del Signore, fu
manifestata. (4)
Commento al v. 4:
La virat-rupa o visva-rupa, la gigantesca forma universale del Signore, apprezzata in particolare dagli impersonalisti, non è una forma eterna del Signore. È manifestata per la volontà suprema del Signore, dopo la manifestazione degli elementi della creazione materiale. Sri Krishna mostrò questa Visva-rupa ad Arjuna al solo fine di convincere gli impersonalisti che Egli è la Persona Suprema e originale. Fu Krishna che manifestò la virat-rupa e non la virat-rupa che fece apparire Krishna. Perciò la virat-rupa non è una forma che il Signore manifesta nel mondo spirituale, ma appartiene alle Sue
manifestazioni materiali.