E quindi Bologna a chi la mettiamo in conto ?
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parere mio:
Bologna non ha praticamente alcuna spiegazione internazionale, come pregresso e c9nseguenze logiche, nemmeno dopo 40 anni;
dovessi puntare una cifra, direi che è stata iniziativa di quegli apparati deviati e neofascisti cooptati che non volevano rassegnarsi all'obsolescenza e alle dimissioni, dopo un decennio da protagonisti;
un attentato così non lo può fare chiunque; chi lo fa, lo rivendica; se non lo rivendica, vuol dire che non c'è bisogno, e che chi deve capire, capisce; non c'erano più comunisti in crescita da ostacolare, nessun conflitto per cui colpire in quel modo avesse senso politico; infatti, ancora oggi non c'è alcuna ipotesi o pista di quelle comprensibili ai non addetti.
allora, non è per fare lo spaccone, ma sul periodo della storia italiana successivo all'instaurazione dell'ordinamento costituzionale ho letto tantissimo, ma se tu mi citi nomi a caso non ti seguo più. conosci sergio flamigni? sergio flamigni, di cui ho letto quasi tutto soprattutto sugli anni della tensione, sarebbe un ottimo inizio da parte tua, anche se sicuramente le tue fonti le hai. andiamo per ordine: fiumicino non mi dice niente, se parli di aerei c'è lo scandalo lockeed che coinvolse l'allora presidente leone e il suoi "cari"; se parli dell''85 mi viene da pensare al nuovo "concordato" tra italia e religioni, differenti dalla cattolica ma pure esse presenti nel paese; la storia dell'achille lauro è quella di due terroristi palestinesi che dirottarono un aereo e che furono costretti ad atterrare nell'aeroporto di sigonella per poi essere rimpatriati. ovviamente gli americani avrebbero voluto mettere bocca sul "fatto", dato che in quell'aereo era presente un cittadino americano come passeggero, cosa che ebbe come conseguenza un deciso veto da parte dell'allora presidente del consiglio craxi. veto per il quale chiaramente lo stesso craxi avrebbe pagato amaramente negli anni successivi.
eppure quando si parlava di lotta al "terrorismo" tutta la parte civile del mondo occidentale, si era nel 2002/'03 si espresse compattamente per dare carta bianca a bush e blair nell'invasione di afghanistan e iraq. non si parla di sottoproletariato ma soprattutto di gente istruita che appoggiò totalmente quelle decisioni. di cui mi pare di intravvedere oggi alcuni frutti.
si. come i bambini dell'asilo. axe...:asd:
ripeto una tesi che faccio mia: la classe dirigente dell'epoca "volle coscientemente" oppure "fu coscientemente costretta ad accettare" la morte di moro. da chi? questo è il problema.
ti consiglio sharm el scheyk. ma attento alle mine e ai colpi di mortaio che ti sono tanto cari, e peraltro utilissimi per un buon pesto alla genovese. un surplus di piacere.
le ho, vedrai... :D
'nnamo bbene; sei più pigro di me :DCitazione:
andiamo per ordine: fiumicino non mi dice niente, se parli di aerei c'è lo scandalo lockeed
proprio dall'archivio Flamigni:
Strage di Fiumicino (RM) - 1973
17 dicembre 1973 - Fiumicino (RM)
Il fatto
Le vittime
Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 32 vittime.
Lunedì 17 dicembre 1973, poco prima delle 13, tra l’area transiti e la piazzola delle partenze A/15 dell’aeroporto romano di Fiumicino, un commando di cinque terroristi palestinesi, che si sospettava appartenessero al gruppo Settembre Nero, prende alcuni ostaggi e attacca un Boeing della PanAm che si trova sulla pista in attesa di partire.
I terroristi gettano all’interno alcune bombe a mano, devastando il velivolo e massacrando orribilmente trenta passeggeri, a cui si aggiungono poi altre vittime uccise mentre fuggono con nove ostaggi a bordo di un altro Boeing della Lufthansa, che fa tappa ad Atene per rifornimenti.
Il bilancio complessivo dell’azione è di 32 vittime, di cui 6 italiane: i tre componenti della famiglia De Angelis, Giuliano, Emma e la loro figlioletta Monica, l’ingegner Raffaele Narciso, il giovane finanziere Antonio Zara (ucciso mentre cercava di fermare i terroristi in fuga) e il tecnico della compagnia di servizi aeroportuali Domenico Ippoliti (rapito a Roma e ucciso ad Atene). La drammatica fotografia che coglie l’Appuntato della Finanza Antonio Zara a terra, agonizzante, sotto l’aereo, scattata dal fotografo Elio Vergati, vince il premio Pulitzer.
In cambio del rilascio degli ostaggi, i terroristi ottengono di atterrare in Kuwait e di essere consegnati all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che li sottopone a un processo interno, davanti a un tribunale presso il Cairo. L’Italia non ne chiede la consegna, né allora, né successivamente, e la vicenda sprofonda ben presto nel silenzio, quasi certamente per ragioni di opportunità politica.
Il Governo italiano, infatti, per motivi d’interesse economico e strategico, intratteneva speciali rapporti diplomatici con il mondo palestinese e stipula in quegli anni un lodo d’intelligence che garantisce il libero transito di armi e uomini dei gruppi palestinesi sul suolo italiano, purché non compiano attentati. L’accordo è negoziato grazie alla mediazione del Colonnello Stefano Giovannone, con Mariano Rumor premier e Aldo Moro Ministro degli Esteri, da cui la denominazione utilizzata di frequente lodo Moro.
Stando ad alcune segnalazioni dei servizi segreti, si sospetta che la strage sia una rappresaglia contro l’Italia per l’arresto di cinque militanti palestinesi avvenuto a Ostia il 5 settembre 1973. Sebbene due dei cinque arrestati siano già stati liberati il 30 ottobre (episodio a cui è stato poi collegato l’abbattimento nei cieli sopra Marghera il 23 novembre 1973 del bimotore militare Argo 16 in uso ai servizi segreti italiani, utilizzato per trasportarli), il processo per gli altri tre avrebbe dovuto aprirsi a Roma proprio il 17 dicembre.
Questa ipotesi però è contraddetta dal fatto che i dirottatori chiedono la liberazione di alcuni palestinesi detenuti in Grecia, senza menzionare quelli arrestati Italia. Sia i palestinesi detenuti, sia il Fronte popolare di Liberazione della Palestina (FPLP, uno dei principali componenti dell’OLP accanto ad Al Fatah di Yasser Arafat, che dal 1967 aveva l’egemonia nell’organizzazione) dichiarano la propria estraneità dall’attentato; lo stesso fa Arafat.
Una ricostruzione credibile attribuisce l’efferato attentato alla piccola formazione estremista palestinese Assifa ('tempesta'), che agiva di concerto con il Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah di Abu Nidal, la fazione più estremista della galassia palestinese, espulsa dall’OLP (Abu Nidal sarà condannato come mandante della seconda Strage di Fiumicino del 1985), mentre non ha trovato riscontri convincenti l’ipotesi che alle spalle dell’attentato vi fosse la Libia di Gheddafi.
L’uso del dirottamento aereo a fini di lotta armata e di propaganda era iniziato fin dagli anni Trenta del Ventesimo secolo, contestualmente alla crescita dell’aviazione civile. Negli anni Cinquanta si erano segnalati vari casi in America Latina. Nel 1968, il FPLP aveva dirottato ad Algeri un volo della compagnia israeliana El Al, mentre l’anno dopo, proprio a Fiumicino, un commando palestinese di cui faceva parte la famosa terrorista Leila Khaled aveva catturato un volo TWA dirottandolo a Damasco.
Queste azioni si iscrivono nella nuova tattica, a base di clamorosi attentati terroristici (assalti alle ambasciate, sequestri e dirottamenti di aerei, che poi si trasformano in vere e proprie stragi) che l’OLP adotta dopo la disfatta degli stati arabi contro Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, per imporre all’attenzione delle potenze occidentali la propria causa e la necessità di giungere a una soluzione negoziata per la questione palestinese. Il terrorismo palestinese, volto a pubblicizzare idee politiche, si iscrive dunque nel quadro complesso dei conflitti in medio Oriente.
Il gruppo Settembre nero, per esempio, attivo tra il 1971 e il 1974, prende il nome dall’aspro conflitto civile che si consuma in Giordania quando re Hussein decide l’espulsione dei profughi palestinesi, segnato da episodi cruenti come i massacri compiuti dall’esercito giordano nei loro campi, e si conclude con l’esilio dei militanti dell’OLP superstiti in altri Paesi, soprattutto in Libano. Dal 1968, firma un’escalation di attentati in cui si iscrivono la clamorosa azione contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e l’attentato efferato che nel 1974 fa esplodere, poco dopo lo scalo ad Atene, un aereo della compagnia statunitense TWA in volo da Israele a New York, uccidendo 88 persone (quanto alla strage di Fiumicino, non vi sono prove di un coinvolgimento di questa sigla). Una tattica che si rivela efficace: nel novembre 1974, il leader dell’OLP Arafat è invitato a tenere un discorso all’ONU.
I dodici anni che separano l’attentato del 17 dicembre 1973 dalla seconda Strage di Fiumincino, il 27 dicembre 1985, sono costellati di attentati di terrorismo di matrice mediorientale, in particolare a Roma. La ragione sta nella collocazione strategica dell’Italia nel cuore di Mediterraneo, che la rende crocevia e territorio di transito, insieme alle posizioni spesso ambigue del Governo italiano.
Bibliografia
Francesco Benigno, Terrore e terrorismo, Einaudi, Torino 2019
Luigi Bonanate, Terrorismo internazionale, Giunti, Firenze 1994, 2001
Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti, Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di Settembre nero, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010
Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Imprimatur, Reggio Emilia 2015
Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018
https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1973
Strage di Fiumicino (RM) - 1985
27 dicembre 1985 - Fiumicino (RM)
Il fatto
Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 13 vittime.
La mattina del 27 dicembre 1985, verso le 9, all’aeroporto di Roma-Fiumicino, nei pressi del check-in della compagnia aerea israeliana El Al e della statunitense TWA, quattro terroristi palestinesi tirano bombe e aprono il fuoco sulle persone in fila all’imbarco o al bancone del bar adiacente, uccidendo 13 persone e ferendone 76, fino a che tre di loro non sono uccisi dagli agenti della sicurezza della compagnia israeliana. Il quarto terrorista, Mohammed Sharam, che è il capo del commando, catturato da un poliziotto italiano, rischia il linciaggio. Quella stessa mattina, quasi simultaneamente, un commando palestinese compie un attentato del tutto simile all’aeroporto di Vienna (3 morti e 44 feriti).
Tutti i terroristi coinvolti nei due attacchi provenivano dai campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano, che tra il 16 e il 18 settembre 1982, durante l’invasione israeliana del Paese, erano stati teatro di un orribile massacro consumato dalle truppe cristiane falangiste libanesi (all’epoca alleate di Israele), come ritorsione per la morte del neopresidente Bashir Giumayyil, figlio del comandante militare delle Falangi, vittima di un attentato.
Il duplice attentato del 27 dicembre è stato organizzato da Abu Nidal, condannato all’ergastolo come mandante della strage dalla giustizia italiana nel 1989. Fondatore e leader del Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah, l’ala più violenta ed estremista della galassia palestinese (per questo espulsa dall’OLP), che da anni conduceva un’incessante attività terroristica in tutto il mondo, sia contro obiettivi israeliani e occidentali, sia contro esponenti palestinesi moderati, Abu Nidal è tra le figure più ambigue e controverse nella storia del terrorismo palestinese, al punto da far sospettare che il suo gruppo sia stato manipolato o infiltrato dai servizi segreti israeliani. Di sicuro, ha beneficiato in momenti diversi dell’appoggio e della protezione di Siria, Iraq e Libia, interessati a strumentalizzare ai propri fini il conflitto israeliano-palestinese. Una ricostruzione convincente, peraltro, attribuisce anche la prima Strage di Fiumicino a una fazione estremista collegata a Nidal.
L’attentato trova la sua motivazione nel difficile passaggio che il movimento palestinese sta attraversando all’epoca. Nel 1985, infatti, il leader dell’OLP Yasser Arafat, anche grazie alla mediazione della Comunità Europea, tenta di avviare dei colloqui di pace, ma questa scelta è duramente osteggiata dalle fazioni palestinesi più radicali (il cosiddetto fronte del rifiuto), contrarie ad abbandonare la lotta armata in favore di una soluzione politica del conflitto con Israele. Appena due mesi prima, il Fronte di Liberazione della Palestina aveva compiuto un’azione ancor più clamorosa, il sequestro della nave Achille Lauro.
Secondo la ricostruzione dei giudici, la Strage di Fiumicino non poteva essere evitata: il 31 marzo 1992 il Tribunale di Roma assolve le quattro persone che dovevano garantire la sicurezza dell’aeroporto oggetto di indagini in questo senso. Tuttavia, nelle memorie pubblicate nel 1999, l’Ammiraglio Fulvio Martini, che nell1985 era a capo del SISMI, scrive:«Fin dal 10 dicembre il SISMI aveva inviato un messaggio a tutte le autorità, nonché alle forze di Polizia, in cui si diceva che, verso la fine del mese, era prevista un’azione terroristica nella capitale. Dopo qualche giorno, grazie ad un’importante soffiata ad un servizio arabo amico, inviammo un altro dispaccio più significativo di quello precedente: vi si specificava che l’obiettivo era l’aeroporto di Fiumicino e che l’attacco del commando palestinese era previsto tra il 25 e il 31 dicembre». Stando al suo racconto, dunque, i servizi segreti italiani sapevano e avevano dato l’allarme, ma nonostante questo non fu presa nessuna misura speciale di sicurezza, né dall’aeroporto, né da Polizia e Carabinieri (la protezione totale di quei giorni si limitava a due agenti di sicurezza ed un carabiniere). Dubbi e incertezze circondano anche l’intervento degli israeliani, poiché è emerso con chiarezza che il capo della sicurezza israeliana passò a freddare i tre palestinesi già abbattuti.
Bibliografia
Fulvio Martini, Nome in codice Ulisse. Trent’anni di storia italiana nelle memorie di un protagonista dei servizi segreti, Rizzoli, Milano 1999
Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018
Patrick Seale, Abu Nidal. Una pistola in vendita, Gamberetti editrice, Roma 1994
https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1985
L'amica Pazza ha aperto il topic pensando al conflitto israelo-palestinese: andare a ritroso, fino agli anni di piombo, a Kissinger, agli opposti estremismi eccetera serve a qualcosa? Non siamo su Limes, dove i professionisti di geopolitica fanno sfoggio della loro erudizione.
tra parentesi: ho visitato l'archivio, ma ho trovato poco o niente sul tuo "attentato di fiumicino". tanto più che il sito non ha neanche un motore di ricerca interno. mah.
https://scontent-mxp2-1.xx.fbcdn.net...VA&oe=659495AA
Oltre 21mila vittime palestinesi ad oggi nell'ultimo conflitto.
Eugenio Montale
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...Fg&oe=65965AEA
Il presidente russo: non arretreremo mai!
Il presidente ucraino: distruggeremo i russi!
Il presidente israeliano:guerra per tutto l'anno
Il presidente di Hamas: morte a Israele
Il presidente cinese: Taiwan sarà cinese
Il presidente americano: sono in vacanza
Papa Francesco: Continuiamo a pregare per i popoli che soffrono a causa delle guerre
TROVA L'INTRUSO
Mi è piaciuto molto anche il discorso di fine anno del presidente Mattarella....
Notavo lo stridente contrasto dei proclami dei potenti della terra, con la giornata mondiale della Pace, tutto qui Laurina. In mezzo al fragore delle armi, delle bombe, delle mine antiuomo e della violenza di certe parole, il Santo Padre sembra quasi un alieno....un extraterrestre....
E vai di ulteriore lisciata.
Anche le più grosse tragedie tu le strumentalizzi.
Scusami ma sembra più che tu sfrutti le occasioni per fare le hit parade dei buoni e dei cattivi e scriva in continuazione per mettere in risalto e sul podio il Papa e la religione.
Sei sempre a fare i confronti fra Papa e resto del mondo.
Rispondiamo "seriamente"
:mumble:
Difficile.
Ognuno é coerente col suo ruolo, il suo "businnes", i suoi fans, elettori, supporters. Ed afferma quello che ci si aspetta debba dichiarare.
Quindi, "intruso"...rispetto a quale parametro, a quale "insieme"?
Forse Biden in quanto non si esprime e va in vacanza? Ma questo é coerente con la "statura" del personaggio (e che axe me la passi liscia :D Scusa, axe :lode:)
mi pare una constatazione lucida, dalla quale partirei pure io; per assoluti si ragiona male di queste cose, e si fa poco bella figura a pontificare sul posteriore altrui;
per dire, noi siamo quelli che stanno a guardare decine e decine di migliaia di morti dei barconi, perché temiamo gli immigrati, non le bombe in testa;
poi, ci mobilitiamo e indigniamo a seconda delle sensibilità e ideologie, che è pure comprensibile; basta che, appunto, si comprenda di che si tratta.
C'è un' industria che non va in crisi. Anzi, è in crescita. È l'industria delle armi. L'italiana Leonardo registra + 132% in borsa.
Per questo i pacifisti sono brutti, sporchi e cattivi. Disturbano gli affari. Per questo Papa Francesco, con le sue denunce, rischia seriamente di essere fatto fuori.
E chi dovrebbe farlo fuori?
I numerosi e diversi interessi convergenti, Laura: cosa ci ha detto la Storia? Cosa possiamo leggervi nelle sue pagine? Gli stessi che, in differenti epoche, hanno fatto fuori Gandhi, Martin Luther King, John Kennedy, Rabin.... Gesù Cristo.
Possa Iddio Onnipotente proteggerlo.
"Non temete coloro che hanno il potere di uccidere il corpo. Temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere l'Anima!". (Matteo 10)
:mumble:
Che rispostona:v
Le lobbies delle armi, le multinazionali del commercio bellico hanno un potere enorme, devastante! Siamo nel bel mezzo di una terza guerra mondiale combattuta a pezzi, dove loro muovono le loro pedine come vogliono.
Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro muri
voi che vi nascondete dietro scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete mai fatto altro
che costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo
mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dal mio sguardo
e vi voltate e scappate lontano
quando volano i proiettili
Come Giuda dell'antichità
voi mentite e ingannate
Volete farmi credere che
una guerra mondiale può essere vinta
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
così come vedo attraverso l'acqua
che scorre nella mia fogna
Voi armate i grilletti
perchè altri sparino
poi vi sedete a guardare
il conto dei morti farsi più alto
Vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue di giovani
fluisce fuori dai loro corpi
ed è sepolto nel fango
Voi avete sparso la paura peggiore
che si possa avere
la paura di mettere figli
al mondo
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene
Cosa ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire che non sono istruito
ma c'è una cosa che so
sebbene sia più giovane di voi:
nemmeno Gesù perdonerebbe mai
quello che fate
Lasciate che vi faccia una domanda
il vostro denaro è così potente
che pensate potrà
comprarvi il perdono?
Io penso che scoprirete
quando la Morte chiederà il suo pedaggio
che tutto il denaro che avete fatto
non riscatterà la vostra anima
E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pomeriggio opaco
Veglierò mentre siete sepolti
nel vostro letto di morte
e resterò sulla vostra tomba
finchè sarò sicuro che siete morti.
Bob Dylan
Dinanzi a Cristo che, per amore, si è addossato le nostre iniquità, siamo tutti invitati ad un profondo esame di coscienza. Uno degli elementi caratteristici del Grande Giubileo sta in ciò che ho qualificato come "purificazione della memoria" (Bolla Incarnationis mysterium, 11). Come Successore di Pietro, ho chiesto che "in questo anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi dinanzi a Dio ed implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli" (ibid.). L'odierna prima Domenica di Quaresima mi è parsa l'occasione propizia perché la Chiesa, raccolta spiritualmente attorno al Successore di Pietro, implori il perdono divino per le colpe di tutti i credenti. Perdoniamo e chiediamo perdono!
Questo appello ha suscitato nella Comunità ecclesiale un'approfondita e proficua riflessione, che ha portato alla pubblicazione, nei giorni scorsi, di un documento della Commissione Teologica Internazionale, intitolato "Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato". Ringrazio quanti hanno contribuito all'elaborazione di questo testo. Esso è molto utile per una corretta comprensione e attuazione dell'autentica richiesta di perdono, fondata sulla responsabilità oggettiva che accomuna i cristiani, in quanto membra del Corpo mistico, e che spinge i fedeli di oggi a riconoscere, insieme con le proprie, le colpe dei cristiani di ieri, alla luce di un accurato discernimento storico e teologico. Infatti "per quel legame che, nel Corpo mistico, ci unisce gli uni agli altri, tutti noi, pur non avendone responsabilità personale e senza sostituirci al giudizio di Dio che solo conosce i cuori, portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto" (Incarnationis mysterium, 11). Riconoscere le deviazioni del passato serve a risvegliare le nostre coscienze di fronte ai compromessi del presente, aprendo a ciascuno la strada della conversione.
4. Perdoniamo e chiediamo perdono! Mentre lodiamo Dio che, nel suo amore misericordioso, ha suscitato nella Chiesa una messe meravigliosa di santità, di ardore missionario, di totale dedizione a Cristo ed al prossimo, non possiamo non riconoscere le infedeltà al Vangelo in cui sono incorsi certi nostri fratelli, specialmente durante il secondo millennio. Chiediamo perdono per le divisioni che sono intervenute tra i cristiani, per l'uso della violenza che alcuni di essi hanno fatto nel servizio alla verità, e per gli atteggiamenti di diffidenza e di ostilità assunti talora nei confronti dei seguaci di altre religioni.
Confessiamo, a maggior ragione, le nostre responsabilità di cristiani per i mali di oggi. Dinanzi all'ateismo, all'indifferenza religiosa, al secolarismo, al relativismo etico, alle violazioni del diritto alla vita, al disinteresse verso la povertà di molti Paesi, non possiamo non chiederci quali sono le nostre responsabilità.
Per la parte che ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, ha avuto in questi mali, contribuendo a deturpare il volto della Chiesa, chiediamo umilmente perdono.
In pari tempo, mentre confessiamo le nostre colpe, perdoniamo le colpe commesse dagli altri nei nostri confronti. Nel corso della storia innumerevoli volte i cristiani hanno subito angherie, prepotenze, persecuzioni a motivo della loro fede. Come perdonarono le vittime di tali soprusi, così perdoniamo anche noi. La Chiesa di oggi e di sempre si sente impegnata a purificare la memoria di quelle tristi vicende da ogni sentimento di rancore o di rivalsa. Il Giubileo diventa così per tutti occasione propizia per una profonda conversione al Vangelo. Dall'accoglienza del perdono divino scaturisce l'impegno al perdono dei fratelli ed alla riconciliazione reciproca.
https://www.vatican.va/content/john-...12_pardon.html
:OT:
Quindi, cono, da me perseguitato, agisci di conseguenza: perdonami, smettila di "mettere il muso" e rispondi, (evangelicamente) con un si o un no alla domandina se confermi quanto asseristi, che il peccato originale é un fatto storico commesso dal signor Adamo e non un mito/leggenda/metafora.
("Ho già risposto", essendo una menzogna, non vale).
Su, vediamo la coerenza dei fatti con le "grandi e nobili parole".
:corn:
e tu, Folle, dovresti capirlo bene, perché la tua gente da 70 anni è vittima di quella stessa propaganda nevrotica di un popolo colpevole che vuol rimuovere;
le Foibe: il 99% degli italiani si indigna per gli slavi cattivi, che in effetti hanno compiuto massacri orribili;
ma ignora del tutto che nel 41 gli "italiani brava gente" hanno mandato le camicie nere a far pulizia etnica nell'allora Jugoslavia, che mussolini diceva che 50mila slavi non valgono 50 italiani, e che nel '14 il nostro governo ha stipulato a Londra un patto segreto per colonizzare la Dalmazia, a scapito dei nostri stessi alleati serbi;
ma il mercato politico italiano chiede "le Foibe" e chiude in un armadio le prove delle nostre colpe; poi, esaltiamo la "nazione", ma sventoliamo gai il tricolore per le vittorie sportive dei Sinner, Hofer, Gasser, Gruber.
Oltretutto inviterei a digitare su Wikipedia il nome del generale Mario Roatta. Dopo essere essere stati informati dell'accaduto in Slovenia e in Croazia, la follia della vendetta titina crea l'orribile tragedia delle foibe, dove come al solito sono sempre gli innocenti a pagarne le conseguenze.
Dovrei capire esattamente cosa?
Capire la logica e l’interesse della propaganda avversa?
La rimozione delle colpe dei fascisti italiani nei confronti delle nostre popolazioni è ormai generalizzata se persino il presidente Mattarella che ritenevo obbiettivo ha sostenuto quest’anno che “la ferocia che si scatenò contro gli italiani in quelle zone non può essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o giustizia sommaria contro i fascisti occupanti”.
Ma qui in realtà si parla della rimozione quotidianamente attuata da tutti i media internazionali a proposito delle vittime palestinesi attuali che pare ammontino a 40mila, per tacere dei feriti, degli affamati ed assetati, degli sfollati, tra l’indifferenza generale e la cecità crudele, disumana e feroce di Netanyahu, sordo a tutti gli appelli internazionali.