ma menomale che avete ancora voglia di scherzarci su, a me quello che scrive e tutta la cultura che sottendono quelle parole fa venire il voltastomaco, ma seriamente non così per modo di dire
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ma menomale che avete ancora voglia di scherzarci su, a me quello che scrive e tutta la cultura che sottendono quelle parole fa venire il voltastomaco, ma seriamente non così per modo di dire
E quindi :pentitevi::pentitevi::pentitevi::pentitevi::penti tevi::pentitevi:
Cono mi ha fatto venire la voglia di scopare!
Pensate un po’!
:D
qui però sorge anche il problema della domanda di maschile che anche voi donne siete in grado di esprimere, che non è affatto una cosa scontata;
per ora in effetti il femminismo di massa, nonostante si vaneggi di abolizione del patriarcato, ha solo espresso una domanda di patriarcato attenuato, che è una cosa comprensibilissima e ragionevole, sia chiaro;
cioè, l'uomo dovrebbe essere quello che è sempre stato, ma astenersi dalla prevaricazione, materiale, culturale, ecc...in senso lato;
funziona poco, o relativamente poco, perché in effetti non si fonda su un desiderio da gratificare, e infatti produce disinvestimento, perché non c'è un ruolo e il sentimento è quello di una dieta fatta malvolentieri, con tutti i cascami.
Mah, io non posso parlare delle donne in generale, perché dovrei essere nella testa di ciascuna. Sicuramente c'è molta confusione, ma anche molta divergenza anche tra le esponenti del gentil sesso. Che spesso sono le prime a discriminare o ad additare le altre donne.
Io credo, sinceramente, che non dovrebbe esserci alcuna "domanda di maschile" o di femminile. Semplicemente, individui in grado di autodeterminarsi, di capire cosa vogliono e di trovare il proprio posto nel mondo. Credo che una certa mentalità sia difficile da scardinare, e come per tutte le rivoluzioni culturali, ci vorrà tempo.
Per ora la vera emergenza sta nell'eliminare le prevaricazioni e le violenze, perché di fatto sono una vera emergenza sociale. Il resto, spero, arriverà.
ma il problema qui è che un "uomo" si permette di sindacare sulla vita altrui (di donna principalmente e di una donna in particolare) e che usa perifrasi e giri di parole perché sa di non poter scrivere o non vuole scrivere o vassaperecosagirainquelcervelloeseineffettigiraqua lcosaoèsoloungranrimbombo quello che chiaramente tutte qui abbiamo capito vuole intendere
Il bello dello scrivere è che ci si può moderare, ed io, che normalmente sono una che spesso parla "sporco" oggi sto facendo una tremenda fatica per non tirare qualche bestemmia
beh, però in effetti poi ti trovi di fronte a paradigmi culturali, no ?
questo in pura teoria;Citazione:
Io credo, sinceramente, che non dovrebbe esserci alcuna "domanda di maschile" o di femminile. Semplicemente, individui in grado di autodeterminarsi, di capire cosa vogliono e di trovare il proprio posto nel mondo. Credo che una certa mentalità sia difficile da scardinare, e come per tutte le rivoluzioni culturali, ci vorrà tempo.
nel dato concreto, in effetti, finché non hai un'idea riformata o rivoluzionata della nozione di famiglia e ruolo dell'individuo, limiti e patti, quell'auto-determinazione rimane senza regole e, soprattutto, senza un immaginario; per cui, in cronaca ti ritrovi l'intellettuale figo e femminista che si becca 4 anni per maltrattamenti, e che verosimilmente è solo la punta di un iceberg pure tra gli intellettuali fighi e femministi;
infatti:
oh, questo è ragionevole; ma non è lotta al patriarcato, ma una cosa tipo auto ibrida; che per me può pure andare benissimo, anche perché non mi riguarda più di persona;Citazione:
Per ora la vera emergenza sta nell'eliminare le prevaricazioni e le violenze, perché di fatto sono una vera emergenza sociale. Il resto, spero, arriverà.
il guaio di quella roba di Caffo e di tutti gli altri, femministi o meno, è che se manca un immaginario funzionale e gratificante - cioè, l'equivalente di un'auto elettrica la cui energia non è prodotta dal fossile - ti ritrovi più o meno con la stessa incidenza di violenze/inquinamento;
davvero, prova a fare uno sforzo di immaginazione: se io sono Graham Nash o James Taylor, creativo realizzato, ricco e famoso posso - e sottolineo il posso, mica è così frequente - essere un partner leale di Joni Mitchell, che se li mangia tutti in un boccone solo :asd:
ma Mario Rossi, impiegato alle poste, se è rispettoso e affettuoso non riesce ad identificarsi in quell'archetipo e si defila; se, invece, ha un lato prominente di prevaricazione, ricade per forza tra i mostri, o mostrini, come diceva Abatantuono a Fantozzi :asd:
Ma come ho detto infatti per un vero cambio culturale ci vorrà tempo.
La lotta in realtà è al patriarcato. Nel mentre, però, si fissano delle priorità, ossia combattere contro la violenza. Ma non è che questo comporta il non combattere anche contro gli stereotipi di genere, contro una cultura patriarcale, ecc. Si ha ben chiaro cosa si voglia, o almeno, chi combatte ce l'ha. Il problema è che la società ancora non è allineata a certe battaglie. Ma come del resto è sempre stato. Ogni rivoluzione ha avuto i propri detrattori.
Per quanto riguarda Mario Rossi, non so, sicuramente ci sono tanti Mario Rossi che si defilano, ma per fortuna ci sono anche uomini "illuminati" che apprezzano la Joni Mitchell di turno. Certo, dovranno essere persone risolte, autodeterminate e realizzate. Ma del resto, Joni non vorrebbe nessuno di meno.
io sono tendenzialmente sempre ottimista, ma su questa cosa in particolare molto prudente, perché parliamo di un'istituzione stra-dominante nel mondo da millenni; se io avessi una figlia convinta di lottare contro il patriarcato sentirei il dovere di metterla in guardia su certe contraddizioni cui inevitabilmente finirebbe per trovarsi in tante circostanze in cui rischierebbe di affossarsi da sola per un immaginario carente di realismo:
per vivere concretamente in realtà di quel tipo servono salti esistenziali, traumi e opportunità felici che capitano a poche persone;Citazione:
Per quanto riguarda Mario Rossi, non so, sicuramente ci sono tanti Mario Rossi che si defilano, ma per fortuna ci sono anche uomini "illuminati" che apprezzano la Joni Mitchell di turno. Certo, dovranno essere persone risolte, autodeterminate e realizzate. Ma del resto, Joni non vorrebbe nessuno di meno.
quella generazione ha fatto un po' da sé, con risultati alterni;
ma, quello che noto io, almeno, è che i Mario Rossi, progrediti, trogloditi o progro-troglo, spesso amano certe icone, ma hanno un privato schizoide; il che significa che l'immaginario progredito non ha quella presa; un esempio che mi è venuto in mente:
due fratelli texani, nostri fornitori di dischi, vivevano in una villona al confine col Messico; beh, vedevi questi due, aspetto freak da liberal di S. Francisco, con in casa i posteroni di Dylan, Grace Slick e altre icone del progressimo liberal, ma questi avevano i fucili in casa e raccontavano tranquillamente di praticare il tirò ai clandestini che vedevano attraversare il confine, fanatici delle armi e della pena di morte, ecc... :asd:
sta cose negli USA, che è tipico;
ma sai quanti amici confusi ho anche qui vicino ? cioè, mi pare che la realtà dei modelli virili popolari - tra uomini e donne - sia ancora grossomodo ancorata a patriarcali emendati, sempre soggetti a revisioni ed amnesie.
Visto che da Cono come sempre sono stato frainteso, voglio metterla giù ben chiara e una volta per tutte.
Intanto già mi ero rotto i coglioni con il fatto dell'uomo di carta velina e senza spessore; già mi erano girate le palle con la donna aggressiva (vero un cazzo) e allora ecco qua:
sesso senza amore, tra amici, è possibile davvero? Chiariamola sta cosa. Una volta ti saltavano i nervi con la storia dell'amica. Ma come, scopiamo tutto il tempo e siamo amici? E tutti quelli che lei ti presentava come "amici" allora chi diavolo erano? Una confusione pazzesca, un limbo, quello dell'amicizia con risvolti sessuali, dove potevi giacere per anni. Che però a un certo punto sembra essersi risolta ed evoluta nella formula chiara, condivisa ed emancipata del siamo amici ma scopiamo se ci va! Diamo un nome alle cose, e patti chiari da subito. Per i puristi del genere, niente vita sociale insieme, niente uscite a cena o simili: del buon sesso, punto e basta. Con le donne che si sono del tutto e ampiamente impadronite del meccanismo e hanno anche imparato a scegliere, spesso, partner più giovani.
Ma alla fine chi se ne frega?
Uno\a avrà pure il diritto di scegliere di fare la vita che vuole?!? Ma chi cavolo lo vieta?!?
Vuoi fare sesso senza coinvolgimenti di alcun tipo (finchè ti va bene lo fai), sei poi coinvolto in una storia più importante, ti senti portato a cambiare la strada da percorrere insieme? Ok, ma senza drammi però, senza cazzi di inquisizioni e paternali patetiche.
Poi si lamentano se la gente di rotture di palle cattoliche non ne vuole più sentire. E dette, ripetute, a questo modo poi...
Tutti i discorsi che fa Cono sono di un'altra epoca. Non mi appartengono più.
Posso chiudere qua il mio contributo alla discussione?
Sinceramente mi sono stancato. Ogni giorno le stesse identiche cose.
E' stato bello sinchè e durato :v
Kanyu, su questo credo che siamo d'accordo quasi tutti e, in effetti, non ci sarebbe molto altro da aggiungere;
però a me sembra che tutte le nostre adesioni a questa libertà poi vengano messe alla prova solo nel momento in cui una/o ci lascia o ci cornifica - perché nell'auto-determinarsi sta pure il desiderio - e dobbiamo trovare un modello-codice di comportamento che non è solo fattuale, ma anche di metabolizzazione dei relativi sentimenti;
e questo codice dovrebbe essere condiviso e chiaro da entrambi, da subito; altrimenti, per decompressione, le emozioni si appoggiano su quelli vecchi; Woody Allen aveva il personaggio-guida del Bogart in Casablanca; io, per generazione, potrei essere stato impressionato dal Michael del Cacciatore o da Ford in Blade Runner- quant'era bella Sean Young :love: magari a te può essere piaciuto Affleck in Pearl Harbour, ma quello prima si cazzottava con l'amico fraterno, reo di aver messo incinta la fidanzata, credendolo morto; oppure ti può piacere Will Hunting; ma, tutto sommato, sempre lì stiamo;
quella libertà nel desiderio di cui parliamo implicherebbe una struttura emotiva in grado di sostenere una sollecitazione per cui resti con una che sai occasionalmente ma diuturnamente trombare con qualcun altro; tu saresti capace ? io credo di no; c'è gente che organizza la cosa come scambio, proprio per placare l'ansia generata dal tentativo di emanciparsi dai vincoli culturali in modo controllato;
e che dire di quando si è abbandonati ?
cioè, per poi essere civili e coerenti, servono riferimenti molto robusti su cui modellare un'identità-guida, del tipo quale sarebbe la cosa giusta che farebbe il mio eroe ?
non so se sono stato chiaro abbastanza, perché poi mi dicono che non si capisce...
MA sicuramente, come tu dici, molta gente è ancora confusa. Ne vedo parecchi pure io, non ti credere.
Ma per fortuna, non tutti.
Ho tante amiche felicemente sposate con uomini che le trattano da pari, che si fanno la loro carriera senza problemi e senza uomini che cercano di fare la voce grossa.
La mia migliore amica è una donna in carriera, spesso è in viaggio per lavoro, e oltre a quello ha mille hobby. E, specifico, è anche cattolica ultra-praticante, tanto che tra i suoi mille impegni ci sono quelli legati alla parrocchia. Suo marito la supporta, si occupa delle pulizie in casa molto più di lei -per il semplice motivo che lavora sempre in smart ed è spesso a casa - e sono alla pari in tutte le decisioni sul menage domestico.
Per inciso, lei è stata la prima, dopo che mi ero mollata, a dirmi "Ma fai bene a divertirti e a non pensare alle relazioni serie, dopo 17 anni".
Per dire che non è neppure vero che i cattolici sono tutti ottusi. Peraltro faccio anch'io parte della schiera. Il problema sono le frange come quella che pratica Cono.
Insomma, anche per quanto riguarda gli uomini, ce ne sono molti, passami il termine, "illuminati" e che non si perdono in distinzioni e discriminazioni di genere. Il mio ex, con tutti i difetti che poteva avere, è sempre stato un fautore della parità, per dire. Altrimenti non ci sarei stata per 17 anni. Idem tutti gli altri uomini che ho frequentato. Ricordo solo un ex di quando avevo 18 anni, che aveva provato a darmi dei paletti. Infatti è durato meno che un gatto in tangenziale :asd:
Beh, ma secondo me qui siamo in un campo totalmente diverso. Il tradimento rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti del partner. Tale non è se entrambi decidono di stare in una coppia aperta e quindi di vivere la relazione in un certo modo. E' ovvio che in una relazione ci sono degli equilibri, e questo vale anche nelle relazioni gay.
Poi per carità, certo che uno è libero di tradire, così come il partner è però poi libero di mandarlo al diavolo :asd:
Entrambi esercitano la propria libertà.
Se imposti la relazione come ha descritto Kanyu, ognuno fa quello che meglio crede. Per dire, io avevo tre amanti in contemporanea, e anche loro avevano altre relazioni parallele. Andava bene così, era una scelta condivisa da tutti.
eh, appunto; ma questo, anche se non ce ne rendiamo conto, è patriarcato; per questo dico di fare attenzione...
questo tipo di patto, si fonda evidentemente sull'idea stabile di limitazione del desiderio come postulato pattizio; ma il desiderio è un'incognita - cioè, una certezza, ma non nella sua irresistibilità;
certo, o si potrebbe anche reiterare la pippa della lealtà, che non tradisci ma lasci; ma potrebbe pure succedere che ami un traditore seriale o proprio l'amante o entrambe le circostanze, , tipo Fellini; sai quante situazioni così ci sono...Citazione:
Poi per carità, certo che uno è libero di tradire, così come il partner è però poi libero di mandarlo al diavolo :asd:
va bene; fin qui non sei messa alla prova;Citazione:
Entrambi esercitano la propria libertà.
Se imposti la relazione come ha descritto Kanyu, ognuno fa quello che meglio crede. Per dire, io avevo tre amanti in contemporanea, e anche loro avevano altre relazioni parallele. Andava bene così, era una scelta condivisa da tutti.
ma un modello emotivo diverso dalla coppia monogama/famiglia, quanto saresti pronta a viverlo; io pochissimo;
a sua volta - per spiegare quanto sopra - questo modello è alla base del patriarcato perché è la base pattizia che - date le circostanze - rende conveniente un immaginario di equilibrio fondato su quei ruoli; se l'uomo va a mignotte o ha amanti occasionali non succede ordinariamente nulla; ma è un problema se si innamora e manca al patto, anche se tu diresti che non ti sta bene comunque;
la donna non deve assolutamente tradire, perché ogni volta potrebbe piazzare al compagno un figlio non suo da mantenere;
se non si regola sta roba - nel senso che ti pare, anche conservatore - tutti i discorsi sulla libertà vanno a farsi friggere non appena arriva l'inevitabile crisi; nel senso che emotivamente non siamo preparati a gestire il tutto secondo schemi e risposte diverse da quelle tradizionali;
per essere preparati emotivamente nei momenti critici serve una mitologia di riferimento; Salvo D'Acquisto si fa fucilare perché indossa l'uniforme; se sei cornuta di un uomo che ami, o io vengo lasciato da una che amo, che uniformi indossiamo, in quale narrativa dei sentimenti ci collochiamo ?
se io faccio il figo col culo altrui sostenendo che una che tromba non perde nulla, perché nulla si cede, dovrei essere coerentemente capace di accettare che la stessa, se sta con me, quando io vado una settimana all'estero si sollazza con un altro, e che non mi ha tolto nulla se continua ad amarmi ed evita malattie o gravidanze; no ?
io non metto in dubbio che la fedeltà sessuale possa essere nei patti; ma, in effetti, che senso avrebbe mai ? perché dovrebbe essere tanto rilevante ?
il relativo sentimento, oltre naturalmente a quello che si deve amministrare quando si viene lasciati, sono quello che conta davvero nel momento in cui si ammette il desiderio, e si postula la libertà; perché lo sappiamo tutti che prima o poi si pone la questione, e se non hai un immaginario preparato, ne esci male.
19 settembre 2024 alle 8:59
La Libertà Umana: ecco cos'è la Legge Divina Universale
Allegato 36743
In realtà no, non c'entra nulla col patriarcato. Con questo termine si rappresenta il predominio maschile, nella sfera familiare come nella società, nel lavoro, ecc.
Il concetto di tradimento non ha nulla a che vedere con questo. E difatti, è bipartisan, mica tradiscono solo gli uomini.
Io non so se mi metterei in una coppia poligama. Non credo, seppure non avendoci mai provato, non posso dirlo con certezza. Non credo mi ci sentirei a mio agio. Ma difatti, è una scelta comune di entrambi i partner: se insieme decidiamo di essere coppia esclusiva, poi ci impegniamo entrambi a rispettare quello che abbiamo deciso.
Se uno dei due cambia idea, ed è liberissimo di farlo, ne parla con il partner, e se questo non è d'accordo, si conclude la relazione. Non è così difficile. Se invece anche il partner è d'accordo nel rivedere la relazione in quell'ottica, si va avanti con un cambio di direzione.
Se per te la fedeltà sessuale non è rilevante, vuol dire che ti va bene la coppia aperta. Se invece per te lo è, significa che la coppia aperta non fa per te. Non è sbagliata ne l'una ne l'altra cosa. La libertà sta nell'essere chiari su come impostare la vita di coppia, da ambo le parti.
invece c'entra eccome col patriarcato, perché rispecchia quell'asimmetria che ho enunciato e che è rilevante per la società della proprietà trasmissibile:
se concepisci l'istituto pattizio della coppia/famiglia come un'unità che arricchisce per trasmissione i portatori del patrimonio genetico di entrambi, la certezza femminile nel procreato - mater semper certa, pater numquam... - ti tornano tutti i conti del perché c'è la prostituzione ma il tradimento femminile è tabù;
io sono, in teoria, piuttosto tradizionale;Citazione:
Io non so se mi metterei in una coppia poligama. Non credo, seppure non avendoci mai provato, non posso dirlo con certezza. Non credo mi ci sentirei a mio agio. Ma difatti, è una scelta comune di entrambi i partner: se insieme decidiamo di essere coppia esclusiva, poi ci impegniamo entrambi a rispettare quello che abbiamo deciso.
Se uno dei due cambia idea, ed è liberissimo di farlo, ne parla con il partner, e se questo non è d'accordo, si conclude la relazione. Non è così difficile. Se invece anche il partner è d'accordo nel rivedere la relazione in quell'ottica, si va avanti con un cambio di direzione.
Se per te la fedeltà sessuale non è rilevante, vuol dire che ti va bene la coppia aperta. Se invece per te lo è, significa che la coppia aperta non fa per te. Non è sbagliata ne l'una ne l'altra cosa. La libertà sta nell'essere chiari su come impostare la vita di coppia, da ambo le parti.
ma questo non rimuove la domanda:
perché ?
perché la coppia esclusiva è il modello dominante, e con così scarsa elasticità ?
perché in effetti, se osservassimo con disincanto la realtà, da monogami seriali come suggerirebbe la biologia - mo' arriva Vega col ditino alzato a puntualizzare :asd: - dovremmo concepire per default una coppia a termine, oppure diversivi romantici, come è confermato dalle prassi dei liberi dal bisogno, i quali, se patriarcali, lo sono solo sotto l'aspetto patrimoniale, come i re, i preti o le star dello spettacolo;
si spiega tutto, invece, per Mario Rossi; un figlio, con te ? e se poi mi lasci come si vede ovunque e io finisco nel monolocale al residence e non arrivo a fine mese ? sì, il desiderio, quello ce l'ho anche io, ma meglio di no...
magari metti su famiglia per entusiasmo, o perché fai dei calcoli più o meno consapevoli di convenienza e poi ti attacchi al tram;
patriarcato non è il sintomo, la predominanza maschile; patriarcato è il modello base di conservazione patrimoniale su base di trasmissione genealogica; se si pensa di riequilibrare le cose senza uniformi diverse e una mistica differente, non si va da nessuna parte e ogni volta ci si ritrova nelle solite barbe, progrediti o trogloditi.
Ma nessuno ha detto che debba essere il modello dominante.
Per quanto mi riguarda, ognuno sceglie il modello che maggiormente fa per lui in base alle sue peculiarità. Di coppie aperte ce ne sono più di quanto tu non creda.
La coppia a termine non è una cavolata, considerando che di fatto tutte le coppie sono a termine. Soprattutto nella società moderna, quando non sei vincolato da mille tabù: un tempo separarsi era disdicevole, ora è normale, e questo rende molto più liberi di scegliere.
Ovvio che non è che inizi una relazione mettendo una data di scadenza, ma con la consapevolezza che potrà durare oppure no, proprio perché entrambi i partner sono liberi, ad un certo punto, di dire "Basta".
tutto questo può essere una valutazione funzionale al tuo privato, e va benissimo;
ma se si parla di cultura diffusa, i modelli transitori di coppia di vario genere e libertà non si riproducono, o lo fanno in una misura che nemmen di lontano eguagli i patriarcali; per cui, tra 30 sei da capo e dodici, e potrai avere - se va bene - forme di patriarcato attenuato;
in altri termini, se poni la questione in termini di successo del modello di coppia vedi che quelli che hai descritto sono i tratti di una ristrettissima élite; e te lo conferma la storia, vecchia e recente; perché gli agiatissimi e dominanti hanno sempre potuto includere quote di desiderio e svincolo, riproducendosi; così i monarchi con le favorite e gli amanti, fino a vipponi di oggi che magari assecondano la monogamia romantica seriale; tanto gli alimenti non hanno problemi a pagarli, a maggior ragione se si sposano tra miliardari; in quel caso è parecchio più facile gestire desideri ed eventuali asimmetrie;
dall'altro capo del filo in Occidente ci stanno i precari, che vivono pure la coppia in modalità più lasche e magari coscienziose, ma figli ne fanno pochi, e magari rinviano solo l'estinzione di una generazione; in mezzo ci sono i patriarcali tipo Cono o gli egiziani del pianerottolo di sotto, che i figli li fanno; beh, è improbabile che qui figli optino per la coppia aperta o abbiano modelli di riferimento davvero alternativi, di cui non c'è traccia nella cultura diffusa; cioè, non ci sono, non c'è quella sensibilità diffusa;
perché, a vedere bene, quando anche i più disinvolti e moderni si mollano, le rispettive doléances vertono quasi sempre sulla mancata performance rispetto ad aspettative tradizionalissime; difficilmente una mi lascia se sono un patriarcale efficiente; ma facilmente lo fa se come aspirante Bowie o Cattelan non divento milionario; e, del pari, è raro che un Mario Rossi lasci la provider di lavaggio calzini, con tutti i casini che lo aspetterebbero;
pertanto, se io avessi una figlia che mi dice di voler lottare contro il patriarcato, le direi: sono d'accordo; ma preparati ad una serie di frustrazioni e valuta bene a livello personale il grado di svincolamento da quei modelli che puoi ritenere efficiente in base alle tue priorità, perché il successo di quella rivoluzione non è nemmeno all'orizzonte; se sei brava e fortunata a collocarti in un contesto ricco e competitivo, che premia la tua bravura, puoi in una certa misura sottrarti; altrimenti è necessaria estrema prudenza nel valutare i costi di una vita pulsionale.
Se uno dovesse misurare le proprie battaglie sulle possibilità di successo nell'immediato, non inizierebbero neppure.
Le rivoluzioni culturali possono richiedere l'impegno di intere generazioni. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Si inizia sempre dai piccoli numeri.
Che poi io non credo che i figli dei vari Cono resteranno conservatori a lungo. I giovani sono molto più svegli di noi, ho fiducia nelle nuove generazioni (se escludiamo i modelli che ci propinano i social network).
qui però sta il punto:
essere meno conservatori a sentimento non basta, se l'immaginario è nutrito di quei paradigmi subdoli; ti puoi stufare di andare sempre nello stesso posto in montagna, e magari ne cerchi un altro; ma se non concepisci che esiste il mare, coi pro e i contro, non lo vai a cercare, o magari finisci a Ostia e ti dici che fa cagare, giustamente;
finché non vedi modelli popolari di relazione in grado di fissarsi nell'immaginario e con caratteri molto diversi da quelli tradizionali, l'immaginario delle persone sarà lo stesso; nell'ordinario non te ne accorgi; ma nelle crisi si vede benissimo, perché regrediamo un po' tutti a io Tarzan, tu Jane, belli o brutti, progo o troglo.
pensala così: la figli di Cono è medico, poniamo nella ricerca farmaceutica; poniamo che il marito sia un collega, di pari capacità; ora, se quelli nei prossimi 4 anni fanno due figli, secondo te chi perde il treno per la carriera ? se tu cresci in una società di impianto patriarcale e pure indietroin terminidi ricchezza, puoi essere progressista quanto ti pare, ma gli incentivi non li hai, et voilà, il patriarcato è servito; mentre in Germania sì e v.d. Leyen sta lì dove sta con 7 figli;
ricchezza e sviluppo sono elementi fondamentali come precursori delle pari opportunità.
Sto guardando la serie su Prime "Il racconto dell'ancella", tratto da un romanzo. Si basa su un futuro distopico dove arriva puntuale un nuovo regime totalitario e di stampo religioso basato sulla Bibbia. L'umanità non è quasi più fertile. In tutto il ribaltamento generato dai cambiamenti le donne vengono private dei diritti, si trovano da un giorno all'altro licenziate dai posti di lavoro e bloccati i conti bancari. Inoltre, succede che quelle poche capaci di fare figli vengano assegnate ad una famiglia di quelli che sono in cima della piramide, i Comandanti di questa nuova republica, che nel caso le mogli siano sterili, possono accoppiarsi con queste serve/ancelle per avere la possibilità di un figlio.
Provate a guardarlo. Vi si trovano sempre certi elementi che anche qui vengono messi in luce.
Hai dimenticato di aggiungere che si tratta di una teocrazia con una nutrita pletora di donne.
Il romanzo, tra l'altro, ha oramai 40 anni e meno male che la Atwood è sempre con noi.
Certo, ci sono purtroppo le donne contro altre donne, le mogli dei comandanti che vessano le ancelle e quelle messe a controllo, un pò come le donne guardie naziste.
Di questi tempi fa una certa impressione leggerlo, soprattutto perché mostra in modo realistico come possano cambiare repentinamente le cose.
Comunque, sottotraccia il discorso di Axe, se proprio non ho capito fischi per fiaschi, c'è un pensiero inconfessabile anche a noi stessi e cioè che la scelta di procreare in questo periodo sia assurdamente "antievoluzionistica"
C'è anche una riduzione di QI medio, così per dire.