:mumble:
Dovresti sentire conogelato e metterti d'accordo con lui, mi sembra
O no?
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Dove vedi il disaccordo, RDC?
La Storia la scrive il Signore, ma si serve di chi vuole. Sceglie le matite ma, essendo deboli e fragili, queste possono anche rompersi e "costringerLo" a scrivere con altre.....
:climb:
Cono, non ti sei nemmeno accorto che per "mettere una pezza", hai fatto altro due, almeno, strappi nel tessuto logico.
All'epoca del "quote" non rispondesti: avresti fatto meglio a continuare con "Ignore".
Sull'argomento,vi invito qui
https://discutere.it/showthread.php?...90#post1911290
quindi, sapendo necessariamente PRIMA che quell'unto verrà meno - altrimenti, negheresti l'onniscienza- Dio saboterebbe il Suo stesso progetto, eleggendo chi si sottrarrà;
e non rispondi alla questione semplice semplice, come te l'ho posta:
se in questo istante Dio sa cosa tu mangerai a pranzo, non può sbagliare; perciò, anche illudendoti di scegliere, in effetti sul piano logico tu non puoi che prepararti il pranzo che Dio già sa che ti preparerai.
Eppure è così semplice, axegene e resto del carlino; Dio è onnisciente e onnipotente, altrimenti non sarebbe Dio. Ma ha voluto - per amore all'uomo - darsi un limite. Che è appunto la nostra libertà. Come mai io ci arrivo non essendo colto e voi coi vostri studi invece no? Mi sembra impossibile
No, non ci arrivo.
"onnipotente autolimitato" é (questo, si) un ossimoro
ad anche tu sei invitato, cordialmente
https://discutere.it/showthread.php?...90#post1911290
ci arrivi perché ignori i vincoli logico-strutturali del concetto;
l'onniscienza non è un'azione, che si esercita a misura, tale da potersi limitare, e così l'onnipotenza;
si tratta di qualità/prerogative dell'Essere;
per cui, dovresti avere un dio consapevole dell'accadimento futuro e che per scelta si auto-imponga un'amnesia; sempre di scelta si tratta;
questo ti rimanda al problema della teodicea: perché Dio lascia che il male accada, potendolo non solo impedire, ma conoscendolo dal primo istante, prima di aver fatto sorgere le Sue creature ? come risponde il Catechismo ?
risponde con "mistero", cioè, non risponde, aggira la questione;
non è un gran problema; i cattolici sono analfabeti e le Scritture consentite solo ai chierici; chi obietterà mai ?
mo', dico io, imperscrutabilità per imperscrutabilità, la predestinazione regge meglio come logica: taglia di netto tutte le domande imbarazzanti di equa remunerazione della devozione smentite dai fatti - perché soffrono il pio e l'innocente ? - e quelle ancora più spinose sulla necessità di Cristo, che non può passare per il professore che arrotonda con le ripetizioni ai somari, incapaci di capire le Tavole;
ma questa cosa ha un prezzo: il dio monoteista onnipotente non condivide il potere con nessuno, per logica;
perciò, prima licenzia gli stregoni per mano dei rabbini; poi licenzia i rabbini per mano di Paolo; ma poi licenzia pure i preti per mano di Lutero, e la catena lì finisce, perché l'individuo non si può licenziare dalla propria coscienza.
Il criterio di Dio è l'Amore, così come descritto da Pace. Ha posto un limite alla Sua Onnipotenza! Per amore a te, a me, a RDC, a tutti quanti gli uomini si è perfino lasciato uccidere pur essendo e rimanendo Onnipotente....
"Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire? Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui."
Sublime; hai voluto finire in bellezza Cla. Buone vacanze
ti farei notare che "porre un limite alla propria onnipotenza" significa semplicemente scegliere di non intervenire, potendo;
ti rapinano, alla presenza di un carabiniere armato che potrebbe impedire; ma quello dice: ho deciso di lasciare la libertà al rapinatore;
questo non è limitare il proprio potere, ma scegliere che si produca un determinato accadimento.
Ha anteposto il bene comune (la salvezza di tutta l'umanità) a quello suo individuale ( evitare la morte del figlio); conosci un amore più grande axegene? Più totale?
Salvezza messa in pericolo da cosa, che l'Onnipotente non potesse prevenire, impedire o disporre altrimenti ?
vedi? forse ti hanno fatto fare il catechista ai bambini; ti sei abituato a liquidare le domande con risposte, o altre domande come quella sopra; vedi che non funziona, eh...
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Nehemia pregò intensamente per tutta la notte — In segreto e nel silenzio, Nehemia completò il suo giro d’ispezione delle mura. Egli dichiara: “I magistrati non sapevano dove io fossi andato né che cosa avessi fatto. Fino a quel momento non avevo ancora detto nulla né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né ad alcuno di quelli che si occupavano dei lavori.” (Nehemia 2:26)
In questa dolorosa indagine, non voleva attirare l’attenzione degli amici o nemici, per non suscitare entusiasmo o diffondere le chiacchiere, che avrebbero potuto ostacolare il suo lavoro. Nehemia dedicò il resto della notte alla preghiera, per ricevere la forza, poiché il mattino seguente avrebbe dovuto incoraggiare e unire i suoi connazionali, scoraggiati e divisi. — Christian Service, 174
Il successo di Nehemia mostra la potenza della preghiera — Nel compiere la loro opera Esdra e Nehemia si umiliarono davanti a Dio, confessando i loro peccati e quelli del popolo, invocando il perdono come se i responsabili fossero stati loro stessi. Lavorarono, pregarono, soffrirono pazientemente. Il maggiore ostacolo non fu l’aperta ostilità dei pagani, ma la segreta opposizione dei cosiddetti fratelli, che mettendosi al servizio del male, rendevano dieci volte più pesante il compito dei collaboratori di Dio. Questi traditori fornivano ai nemici dell’opera di Dio gli spunti, che essi poi sfruttavano nella loro lotta contro il popolo eletto. -
Il successo che coronò gli sforzi di Nehemia dimostra quanto siano importanti la preghiera, la fede e la capacità di agire con saggezza e con forza. Nehemia non era né un sacerdote né un profeta; non pretese mai nessun titolo. Egli era un riformatore, chiamato da Dio in quel momento così delicato. Il suo scopo era quello di condurre il popolo all’ubbidienza della volontà divina. Ispirato da questo ideale così elevato, si impegnò con tutto se stesso per la sua realizzazione. Quando si trovò a dover affrontare il male e le opposizioni, assunse un atteggiamento così deciso che il popolo fu spinto a impegnarsi con rinnovato zelo e con coraggio. Gli israeliti non poterono fare a meno di riconoscerne la lealtà, il patriottismo e il profondo amore per Dio. Il suo atteggiamento suscitò nel popolo il desiderio di seguirlo nella via che indicava loro. — Prophets and Kings, 675, 676
Come ho già detto in passato, ti leggo sempre (velocemente, come sai...ed "in diagonale", qualche volta. Ma leggo.)
Ho due osservazioni, questa volta.
Questo passaggio mi sembra possieda una qualità poetica intensa: la solitudine notturna di Nehemia, il silenzio rotto solo dalla preghiera, la figura dell’uomo che, in solitaria ispezione delle mura ferite di Gerusalemme, si fa sentinella dell’anima collettiva.
L’immagine mi appare fortemente simbolica: la città devastata diventa metafora del cuore d’Israele, e Nehemia, vegliando in preghiera, è il ponte tra rovina e rinascita, tra silenzio umano e invocazione divina.
E' corretta la mia interpretazione?
Un'altra frase mi lascia, invece, perplesso
Questo passaggio infatti, mi sembra logicamente discutibile in quanto tende a una generalizzazione implicita e potenzialmente fuorviante.
L'affermazione dà per assodato che l’opposizione interna sia “dieci volte più pesante” di quella esterna, senza offrire criteri di misurazione né esempi specifici.
Inoltre, c'è un’ambiguità sul concetto di “fratelli” al servizio del male: se erano davvero parte del popolo, va chiarita la loro posizione e motivazione. La frase risulta più retorica che analitica, efficace come ammonimento, ma fragile come affermazione storica o razionale.
Cosa ne pensi?
...essendo "critico", non dire che "sto sputando sul testo", 'sta volta :mmh?:
Sorella White dà un'interpretazione letterale, spiegando i motivi delle azioni di Nehemia, ma nulla vieta di dare anche qualche interpretazione simbolica, che può essere corretta.
Anche qui viene spiegato perché il compito dei collaboratori di Dio fu molto ostacolato da chi tradiva.
Furono gli stessi traditori israeliti a fornire motivi ai nemici di Dio per opporsi al progetto di restaurazione delle mura.
I cosiddetti collaborazionisti dei nemici in genere hanno vantaggi da questa loro posizione. Inoltre, non dovevano affaticarsi per un compito non gradito.
Nel cap. 4 del libro si legge delle difficoltà che ci furono durante la ricostruzione. Per capire bene tutto, bisognerebbe leggere l'intero libro:
4
[1] Ma quando Sanballàt, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdoditi seppero che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono molto
[2] e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e crearvi confusione.
[3] Allora noi pregammo il nostro Dio e contro di loro mettemmo sentinelle di giorno e di notte per difenderci dai loro attacchi.
[4] Quelli di Giuda dicevano: "Le forze dei portatori vengono meno e le macerie sono molte; noi non potremo costruire le mura!".
[5] I nostri avversari dicevano: "Senza che s'accorgano di nulla, noi piomberemo in mezzo a loro, li uccideremo e faremo cessare i lavori".
[6] Poiché i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero a riferirci dieci volte: "Da tutti i luoghi ai quali vi volgete, essi saranno contro di noi",
[7] io, nelle parti sottostanti a ciascun posto oltre le mura, in luoghi scoperti, disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi.
[8] Dopo aver considerato la cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non li temete! Ricordatevi del Signore grande e tremendo; combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e le vostre figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!".
[9] Quando i nostri nemici vennero a sapere che eravamo informati della cosa, Dio fece fallire il loro disegno e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro.
[10] Da quel giorno la metà dei miei giovani lavorava e l'altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi, di corazze; i capi erano dietro tutta la casa di Giuda.
[11] Quelli che costruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi, con una mano lavoravano e con l'altra tenevano la loro arma;
[12] tutti i costruttori, lavorando, portavano ciascuno la spada cinta ai fianchi. Il trombettiere stava accanto a me.
[13] Dissi allora ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "L'opera è grande ed estesa e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l'uno dall'altro.
[14] Dovunque udirete il suono della tromba, raccoglietevi presso di noi; il nostro Dio combatterà per noi".
[15] Così continuavamo i lavori, mentre la metà della mia gente teneva impugnata la lancia, dall'apparire dell'alba allo spuntar delle stelle.
[16] Anche in quell'occasione dissi al popolo: "Ognuno con il suo aiutante passi la notte dentro Gerusalemme, per far con noi la guardia durante la notte e riprendere il lavoro di giorno".
[17] Io poi, i miei fratelli, i miei servi e gli uomini di guardia che mi seguivano, non ci togliemmo mai le vesti; ognuno teneva l'arma a portata di mano.
Mi pare di poter dire che la lettura veloce, che tanto ami, ti fa perdere passaggi chiave per la comprensione del testo.
Se questi sono i risultati, preferisco la lettura normale, che richiede più tempo.
La lettura veloce può essere utile per capire se un testo ti può interessare o meno, ma non per capirlo.
Questa è la mia opinione.