Quello che, nel mentre scrivevo, ha fatto erin.
citare fonti insomma
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Comunque.
A proposito d'informazione:
http://www.timesonline.co.uk/tol/com...cle5420584.ece
DI WILLIAM SIEGHART
Times on line
Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.
La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci.
Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese.
Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti.
Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele?
La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l'incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo.
La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un'opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti.
v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d'Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese.
v E' essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell'impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese.
Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no.
La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri).
La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l'Occidente. E' un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l'ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni.
La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell'orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane.
v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall'Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all'apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace.
Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni.
Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente?
E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda?
E' stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei.
William Sieghart
Fonte: www.timesonline.co.uk
Ho appena visto l'immagine di una bambina morta, con la testa tagliata
di netto ( presumo da qualche scheggia ma c'
Io sono pazzo: Spero ancora nella Pace e nel Perdono. Possano i miei occhi contemplarla prima di chiudersi a questa vita, Signore.
[QUOTE=Piotr Aleksejevic;968993]
..presumo da qualche scheggia ma c'
[QUOTE=Pulsar;969006]Cosa sai di queste armi?
hai qualche link che spiega perch
E mentre l'Europa sta a guardare Chavez ha espulso l'ambasciatore israeliano. http://www.quinews.it/2009/01/07/cha...-da-venezuela/
Lascio un articolo trovato su Repubblica, pi
[QUOTE=Xilinx23;968691]Eliminata Hamas, avrai una nuova compagine a sostenere la lotta palestinese.
Ma tu pensi seriamente di arrivare ad un trattato di pace con mezzi simili? Ti ripeto, non siamo in una guerra, una guerra si svolge normalmente fra due stati, con dichiarazioni di guerra e di resa. Qui siamo in un campo dove una nazione (Israele) si comporta come fosse in guerra e la controparte (Palestina) fa guerriglia, quasi guerra civile. Spazzata via l'organizzazione che ora porta avanti la lotta, il posto lasciato libero verr
[QUOTE=EVOKar;969103]In uno scontro del genere, o una delle due parti in lotta viene annientata o spontaneamente abdica. Sconfiggere il nemico non basta, concordo, difatti non meno importante sarebbe la fase successiva, ossia dalle ceneri della devastazione dare vita ad un processo di rinascita democratica. Dimostrare che l'occidente non ha eliminato le organizzazioni teroristiche per puri scopi di consuista, ma per estirpare il male. Aiuti alle popolazioni, investimenti, costruzione di scuole e chiese, ecc ecc. Il "dopo" risulterebbe altrettanto decisivo, al pari dell'uso della forza nella fase iniziale.
Altrimenti, come si f
Alcune ong si stanno ritirando a causa del timore degli attacchi degli israeliani
Mi chiedo di cos'altro ancora ci sia bisogno per dimostrare che l'intervento israeliano è vergognosamente atto anche a colpire i civili
Mi spoglio del mio essere cattolico e, da osservatore neutrale, credo che Ratzinger abbia colto il succo della questione:
11:39 Papa: "Da elezioni vengano dirigenti capaci di ottenere pace"
Le prossime elezioni in Terra Santa portino "dirigenti capaci" di guidare il "processo di pace". Lo ha auspicato il Papa nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. "E' molto importante - ha detto - che, in occasione delle scadenze elettorali cruciali che interesseranno molti abitanti della regione nei prossimi mesi, emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione questo processo e di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione. A questa non si potrà giungere - ha aggiunto - senza adottare un approccio globale ai problemi di quei Paesi, nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le popolazioni coinvolte"
11:27 Papa: "Violenza da ogni parte non è la soluzione"
L'"opzione militare non è una soluzione" e "la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente". Lo ha detto il Papa riguardo alla Terra santa, nel discorso al corpo diplomatico. Ha ribadito la richiesta di una "tregua nella striscia di Gaza che sia rimessa in vigore" e ha chiesto "l'impegno determinante della comunità internazionale" e che "siano rilanciati i negoziati di pace, rinunciando all'odio, alle provocazioni e all'uso delle armi".
Ancora un mese di guerra, prepariamoci. Poi, dopo le rispettive elezioni, tutti tenteranno di rifarsi una verginità, povere anime pie. E noi qua a dissertare sui buoni e i cattivi....
[QUOTE=conogelato;969321]Mi spoglio del mio essere cattolico e, da osservatore neutrale, credo che Ratzinger abbia colto il succo della questione:
Ancora un mese di guerra, prepariamoci. Poi, dopo le rispettive elezioni, tutti tenteranno di rifarsi una verginit
E' impossibile una pace imposta dove la determinazione a vincere
[QUOTE=Piotr Aleksejevic;969324]
Troppe parole inutili, troppo moderatismo, troppa banalit
Non mi pare che stavolta Ratzinger sia su posizioni moderate. Stà mettendo a rischio il suo viaggio in Terrasanta, piuttosto, dando dell'incapace agli attuali dirigenti.
Si....posizioni moderate......
“Gaza, un campo di concentramento”. Duro, durissimo il polemico giudizio del cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, espresso nell’intervista di Luigi Geninazzi, inviato del quotidiano cattolico “L’Avvenire” che è apparsa il 7 gennaio nel sito del giornale online ilSussidiario.net. Ve la ripropongo.
Mentre il conflitto tra Israele e Hamas va avanti con rinnovata ostilità, il Papa è tornato ad invocare il dialogo come unica strada possibile per costruire la pace in Terra Santa. Secondo il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, la soluzione più ragionevole rimane quella del dialogo tra israeliani e palestinesi. Essi sono fratelli, figli della stessa terra. Purtroppo «nessuno vede l’interesse dell’altro. Ma le conseguenze dell’egoismo sono l’odio per l’altro, la povertà e l’ingiustizia. E a pagare sono sempre le popolazioni inermi. Impariamo dall’Iraq».
Eminenza, nella sua omelia del 1° gennaio Benedetto XVI ha affermato che la vera pace è “opera della giustizia” e che «anche la violenza, l’odio e la sfiducia sono forme di povertà – forse le più tremende – da combattere». Perché il dialogo è l’unica condizione della pace?
“L’alternativa al dialogo è solamente il ricorso alla forza e alla violenza. Ma la violenza non risolve i problemi e la storia è piena di conferme. L’ultimo esempio è quello della guerra in Iraq. Cosa ha risolto? Ha complicato le cose. La diplomazia della Santa Sede sapeva bene che Saddam era pronto ad accettare le richieste delle Nazioni Unite. Ma non si è voluto aspettare. In Terra Santa vediamo un eccidio continuo dove la stragrande maggioranza non c’entra nulla ma paga l’odio di pochi con la vita. Abbiamo appena celebrato i trent’anni della mediazione tra Cile e Argentina, di cui la Santa sede a suo tempo fu grande promotrice. Quello è stato un frutto del dialogo”.
Che cosa manca nello scenario mediorientale per intraprendere la strada del dialogo?
“Un senso più acuto della dignità dell’uomo. Nessuno vede l’interesse dell’altro, ma solamente il proprio. Ma le conseguenze dell’egoismo sono l’odio per l’altro, la povertà e l’ingiustizia. A pagare sono sempre le popolazioni inermi. Guardiamo le condizioni di Gaza: assomiglia sempre più ad un grande campo di concentramento”.
[QUOTE=Piotr Aleksejevic;969337]S
Io non voglio combattere per odio ... trovo lodevole combattere solo per una
questione di giustizia.
L'obiettivo dovrebbe essere proteggere i Palestinesi dalle aggressioni,
occupare i territori che sono illegalmente occupati dai coloni e dai militari
Israeliani, mettere la situazione militare su un piano di equilibrio in modo da
permettere un negoziato in cui tutti possano dire la loro su un piano di
parit
[QUOTE=Pulsar;968901]Certo, a patto che induca la riflessione in due direzioni.
Giusto privilegiare quella che tu hai indicato, ma non sbagliato indicare quella che vorrebbe ripristinare hamas.
La logica impone che in entrambe i casi sia previsto un genocidio, relativamente allo statuto di hamas ho motivo di pensare che sia teoricamente previsto, circa la posizione di israele ho ancora motivo di pensare che in questo assestamento territoriale disparitario, molti palestinesi potrebbero trovare opportunit
[QUOTE=EVOKar;969103]In uno scontro del genere, o una delle due parti in lotta viene annientata o spontaneamente abdica. Sconfiggere il nemico non basta, concordo, difatti non meno importante sarebbe la fase successiva, ossia dalle ceneri della devastazione dare vita ad un processo di rinascita democratica. Dimostrare che l'occidente non ha eliminato le organizzazioni teroristiche per puri scopi di consuista, ma per estirpare il male. Aiuti alle popolazioni, investimenti, costruzione di scuole e chiese, ecc ecc. Il "dopo" risulterebbe altrettanto decisivo, al pari dell'uso della forza nella fase iniziale.
Altrimenti, come si f
Lo statuto di Hamas non prevede alcun genocidio di nessuno (almeno non mi risulta).
Ma poi ci sarebbe anche un'altra considerazione da fare e di non poco conto.
Perchè nessuno di tutti coloro che giustificano l'aggressione israeliana con conseguente massacro di popolazione civile, è sfiorato dal dubbio che il proposito di Hamas (dato e non concesso che sia vero) di sterminare gli israeliani è un proposito irrealizzabile?
Onestamente, come si può pensare che un movimento guerrigliero come Hamas possa sterminare la popolazione di uno stato (Israele) protetto da uno degli apparati militari meglio armati al mondo, armato e sostenuto dagli USA e sistematicamente appoggiato dalla diplomazia internazionale (ONU compresa).
Il rischio concreto e non teorico di un massacro di popolazioni innocenti è esattamente il contrario.
Tra le due popolazioni il rischio di un massacro incombe solo ed esclusivamente sui palestinesi.
Quindi, per favore, siccome la guerra, la morte e i massacri sono fatti molto concreti, parliamo di ipotesi e possibilità concrete: invece di giustificare un atto di forza come quello che ha pianificato ed eseguito Israele in base a quello che ci può essere scritto sullo statuto di un'organizzazione, consideriamo i fatti.
09:40 Onu: uccisi 30 civili in una casa, forse altri cadaveri tra le macerie
Sotto alle rovine dell'edificio colpito dal fuoco israeliano potrebbero trovarsi ancora altri cadaveri, ha detto all'Ansa una donna sopravvissuta al massacro, che è adesso ricoverata all'ospedale Shifa di Gaza. Nel massacro la donna, di 29 anni, ha perso due dei suoi sei figli. L'episodio è avvenuto nella zona della ex colonia ebraica di Netzarim, a sud di Gaza, e ha colpito il clan familiare dei Sammuni. La donna ha precisato che le forze israeliane hanno ordinato a un centinaio di membri del clan di entrare in un magazzino, che successivamente è stato colpito da due cannonate: una all'ingresso e l'altra all'interno dell'edificio. Solo con la prima tregua umanitaria di mercoledì i feriti hanno potuto raggiungere l'ospedale Shifa
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Questo sta scritto sul sito dell'IDF, l'Esercito Israeliano.
Non si preoccupano nemmeno di nascondere il termine "censura" quei
democraticissimi nazisti.
Livni e Barak come Hitler, bisogna raderli al suolo.
Violenza chiama violenza. Le tue ultime parole non hanno niente di rivoluzionario, sono un deja vu avvilente.
No. L'opzione delle armi, anche delle forze di pace o dei caschi blu, deve essere l'ultima. Se non si spezza il circolo vizioso, laggiu' possono andare avanti per secoli!