Ma io ti ho anche detto ok per spunti su vizi e virtù e certe dinamiche comportamentali, ma data la vasta gamma di problemi e disturbi come pure la complessità della nostra testa, basta leggersi due versetti per risolvere tutto? O forse no?
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Ma io ti ho anche detto ok per spunti su vizi e virtù e certe dinamiche comportamentali, ma data la vasta gamma di problemi e disturbi come pure la complessità della nostra testa, basta leggersi due versetti per risolvere tutto? O forse no?
appunto: come si può discutere di una cosa che vivi personalmente ?
però, capisci bene che esprimere idee "personali" prive di qualsiasi appiglio reale non prelude alla discussione, ma è una sorta di catechesi, in cui l'interlocutore non ha alcuno spazio, a meno di aderire al tuo punto di vista, non discutibile.
Non hai capito quello che volevo dire.
Quando parlo di personale è vero che mi riferisco alla mia esperienza ma è sottinteso che può essere un'esperienza personale anche di altri. Io lo dico perché trovo giovamento ad indagare su Gesù.
Credo che la mia esperienza personale possa essere anche esperienza di altri ed anche in modi diversi; ogni pianta dà i suoi frutti, e, come la vite allegorica, il Signore la pota perché porti più frutto.
si ma quale Gesù ?
in pochi anni la Chiesa è passata dal Cristo dei dogmi al Cristo underground alla portata della massa
il Cristo dei dogmi era un instrumentum regni, una macchietta usata per giustificare castelli dottrinari le cui fondamenta poggiavano sulla sabbia , ora il Cristo propagandando dalle gerarchie "aggiornate" alla secolarizzazione è stato ridotto a un figlio dei fiori, una caricatura peace&love rassicurante, perfettamente integrato nel sistema ingiusto in cui viviamo....ed ecco le immagini del Cristo clandestino, del Cristo adolescente trasgressivo, del Cristo omosessuale ecc, tutte dissacrazioni che sono funzionali alla sopravvivevanza della Chiesa, la quale, pur di tenere in piedi la baracca, è disposta a cambiare il contenuto della fede al fine di mantenere intatta la modalità di monopolio del sacro , questa modalità è la mediazione esclusiva tra l'umano e il divino, che esercita da almeno 1800 anni
hanno pure cambiato papa per questa ragione
Quello che esce dai Vangeli. Tutte le confessioni cristiane ed anche liberi pensatori che amano Gesù fanno lì riferimento.
Ovviamente, anche se è superfluo dirlo, più i vangeli li approfondisci e meglio conosci Gesù.
Gesù si conosce dai Vangeli, senza di essi, non esisterebbe,...... si fa per dire.
Anche esperienza ed apprendimento.
Infatti hanno l'istinto per sopravvivere, come noi, poi hanno la vita di comunità per vivere quotidianamente, come noi; hanno sentimenti buoni se si è gentili, s'incacchino se li disturbi, come noi. Si curano da soli perché non hanno la mutua, infine vivono e muoiono sopportando in silenzio e da soli, non come noi.
Allora mi chiedo: a che serve a noi umani ragionare tanto?
E' il vivere od il ragionare per vivere che ci avvicina a Dio?
Vedere la felicità in loro quando gli dai tenerezza credo sia un sentimento divino di reciprocità.
Gli animali sono diversi da noi ma non per questo inferiori in fatto di intensità di vita. In fondo Dio è vita.
di guarigioni che la scienza ha considerato inspiegabili ve ne sono ..
cosi non si spiega come mai le molecole nell´ovulo femminile vadano in agitazione prima del concepimento cioé dell´arrivo dello spirito vitale ,chi le avvisa ?:)
pure io vado avanti per la mia strada sulla via della conoscenza ma con con 9il cartello ben visibile sulla mia schiena;
non seguitemi perche mi sono perso pure io:D
Sinceramente ritengo che la conoscenza sia importante per chi ama conoscere ma non credo che possa portare a qualcosa di definitivo, in quanto a mio avviso la conoscenza si nutre di altra maggiore conoscenza, ma la fame di Dio rimane sempre, per chi vuol credere. Nella mia vita ho potuto constatare che sono i nostri buoni sentimenti, che si costruiscono pian piano, ad essere importanti perché fanno riflettere su Dio e su ciò che ci circonda.
E' ovvio che se c'è anche la conoscenza del perché i fatti succedano è un bel di più, ma, come ripeto, nel mio caso la conoscenza non è soddisfacente anche se dà una certa soddisfazione mentale, e qui, da credente, cito una frase che mi frulla in testa: puoi conoscere il mondo intero ma se non conosci Dio, cioè chi l'ha fatto, sembrerebbe tutto vano; almeno per me Dio non sembra desiderare di essere solo conoscenza ma soprattutto sentimento.
Sarebbe interessante definire il termine "conoscenza" e chi e che cosa ci sia dietro questa intenzione o desiderio.
Dio è Vita. Indubbiamente. E la Scrittura dice che se non avesse amato ogni cosa non l'avrebbe neppure creata! Ma ha voluto farsi Uomo. Non gatto. Non topo. Non pappagallino.
Per dirci che soltanto noi siamo stati pensati, voluti e creati A SUA IMMAGINE! La Gloria di Dio, amici, è l'uomo vivente! :love:
Io non sono esclusivista come te, anche perché le scritture dicono che Dio può essere ciò che vuole e dove vuole, sarebbe limitativo se fosse solo nell'uomo.
Tra l'altro se fossi Dio non saprei proprio in che uomo vivere, infatti si vede in ogni dove che gloria dà l'uomo a Dio:asd:, ma fammi il piacere.
Cosa fanno i Santi? Cosa ci trasmettono Crep? Brillano di luce propria o riflettono quella di Dio?
Eppoi basta rileggersi un attimino la Genesi: Dio crea tutto per gradi, con Amore. E di tutto, alla fine, afferma "...e vide che era cosa buona!"
Da ultimo crea l'Uomo e la Donna. Ed afferma "....e vide che erano cosa MOLTO buona!"
Secondo te perchè?
PROIEZIONI DELLA PROPRIA OMBRA
Se si legge attentamente la storia raccontata da Gesù del fariseo e del pubblicano, se ne riesce a capire il significato.
Nel fariseo non è questa o quella cosa che è da rifiutare, ma l’insieme, l’uomo intero e l’intero suo agire. Egli si muove al cospetto del suo Dio “con la più risoluta naturalezza”. Si pone proprio al “culmine della presunzione” * convinto che le sue buone opere possano sistemare tutto, che per lui quindi la grazia di Dio sia assolutamente certa, e che perciò abbia tutto il diritto di guardare dall’alto in basso tipi come “quel pubblicano”.
Ha tante cose di cui menar vanto, è incontestabile, ma gli manca la cosa più importante, ossia il coraggio di trovare se stesso.
Il suo ripetuto “io” è una formula celebrativa. Ma quando è realmente della sua persona che si tratta, egli preferisce accennare al pubblicano che è dietro di lui. Il coraggio di trovare se stesso non l’ha davvero.
Il problema è questo: sono tante le persone che ricorrono all’assistenza psicoterapeutica, nella viva speranza di riceverne un aiuto. Perché allora, dopo appena qualche passo in avanti, compare così spesso la resistenza di cui abbiamo parlato? Perché manca la volontà, abbiamo detto. E questa risposta va precisata in questo senso: perché manca il coraggio di trovare se stessi. Ciò che significa, per la psicologia del profondo, il coraggio dell’incontro e del confronto con la propria “ombra”, la quale non rappresenta affatto il puro e semplice male. Ombra è piuttosto quanto vi è di sommerso, di dimenticato oppure messo a tacere, ciò che riesce penoso e perciò è rimosso, ma anche quel che non è stato vissuto, non è stato realizzato, nonostante che ve ne fossero le condizioni: in breve, il “lato oscuro” della personalità
Oscuro perché non situato al centro, vividamente luminoso, della coscienza, ma in posizione più o meno periferica, al suo margine estremo, fino a perdersi nell’oscurità, ossia nell’inconscio, senza però cessare di esercitare un’azione.
Ma ciò che sempre più si sottrae al controllo della coscienza critica, lucida e responsabile, è anche il luogo ove eminentemente si annida tutto quanto è ignobile, degenere o è il male senz’altro. E’ per questo che l’ombra può rappresentare anche l’aspetto eticamente negativo della personalità.
Anche il fariseo ha la sua ombra, tutta la sua persona, così sicura di sé, sembra essere una figura ombra.
Gesù stesso ha riconosciuto la propria ombra, come dimostra il fatto che poté essere riferito di lui il racconto della tentazione, e, molto più sicuramente e direttamente , il fatto che egli rifiuti con vigore di essere chiamato maestro ”buono”, giacché nessuno è buono all’infuori di Dio, essendo “buono” un concetto assoluto di totalità, rispetto al quale il comparativo grammaticale ha un significato non maggioritario, ma diminutivo, almeno dal punto di vista etico e metafisico.
E’ necessario che chi vuol parlare dell’uomo Gesù tenga in considerazione questo, altrimenti disegna una figura dogmatica di fantasia.
Non esistono, infatti, uomini concreti senza ombra.
Dall’analisi dei fenomeni che la storia delle religioni presenta, G. van der Leeuw, giunge a questa conclusione: “L’ombra è necessaria alla vita, se non è addirittura la vita stessa”. Solo gli esseri demoniaci e i morti sono privi di ombra, lo dice Dante e lo credono anche i negri dell’Africa centrale.
“Il timore di perdere l’ombra è universale”**
*Jindrich Manek
** G. van der Leeuw, fenomenologia della religione
Non esiste versetto simile: Si rammarica del Peccato, semmai. Ma cosa fà subito dopo? Lo lascia al suo destino? Lo giudica senza pietà? Lo fulmina all'istante?
"Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì." (Genesi 3)
Cosa simboleggia il vestito nel linguaggio semitico? Dio ridona una Dignità, all'Uomo e alla Donna. Copre, col Suo Amore, la loro nudità esistenziale!
Ma poi stermina l'umanità o quasi.
Perdonami, ma pensare che ognuno ha già raggiunto (o può raggiungere) la propria stabilità in maniera autonoma, mi fa quasi pensare che l'uomo nel video non sia completamente inutile, e che la sua missione non sia rubar soldi alla gente. Non riesco proprio a crederci.
http://www.youtube.com/watch?v=rvgIrpIgqDM
Non voglio giudicare la fede di una persona, ma portare tutto a un "Dio è la risposta" è riduttivo a dei livelli atroci. La psicoterapia si basa sul lavoro dell'individuo in primis, ma il terapeuta non è uno che sta lì zitto e in disparte, il lavoro di entrambi, paziente e dottore, è lungo e faticoso. Bisogna mettere in discussione tutto, ogni cosa in cui si crede, anche la fede, se si vuole arrivare a fare un percorso serio e sensato. Sapendo questo, sgrano gli occhi nel leggere che la terapia viene affiancata alla religione.
C'è da dire che tremo ogni volta che religione e medicina vengono accostate, quindi di certo sono di parte.
Hai capito male.
I pensieri riportati, che non sono miei ma che condivido, parla di un Gesù terapeuta a cui gli stessi psicoterapeuti si appellano, perché si riscontrano dei principi di cura che sono validi anche oggi.
Non credo di aver parlato di " Dio è la risposta. Come ti è venuto in mente?
Senza la cui promessa non stareste a ravanarvi (o anche rovinarvi) i neuroni tutti i giorni né stareste a darvi tanto daffare, oltre alla premura di compiacere il principale.
Quando ti riferisci al dopo morte fisica, parli sempre di Cielo. Ho la sensazione che tu dia una interpretazione letterale alla parola Cielo. Il regno dei Cieli è indubbiamente il regno di Dio. Ma Dio ha creato l'uomo per questa Terra, non per il cielo. E, in genere, quando si parla di uomini elevati al cielo, si intendono uomini che si elevano dalla materialità a una vita superiore spirituale, ma restando fisicamente su questo pianeta. Infatti è scritto: - Beati... perché erediteranno la Terra. -
Fanno eccezione Enoc, Elia e Esdra e forse qualche altro, che sono passati effettivamente da una vita sulla Terra a una vita in cielo, senza morire fisicamente. Però costoro dovranno tornare sulla Terra: così è scritto.