Secondo la Genesi:
1) Gli esseri umani sono stati generati DOPO gli altri animali (1, 25-27)
2) PRIMA degli altri animali (2,18-19)
3)SIMULTANEAMENTE (1, 27)
4) PRIMA il maschio, POI gli animali, e INFINE la donna (2,18-22)
:asd::)
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Secondo la Genesi:
1) Gli esseri umani sono stati generati DOPO gli altri animali (1, 25-27)
2) PRIMA degli altri animali (2,18-19)
3)SIMULTANEAMENTE (1, 27)
4) PRIMA il maschio, POI gli animali, e INFINE la donna (2,18-22)
:asd::)
finché il "dialogo" continua son tutti belli contenti..:D
State a guardare sempre il pelo , si son confusi ecco ...ancora sto pensando alle perle di Dio :v
una volta c´erano " le bombe di Mosca" ricordi :asd:
Anche quelle che fanno piangere ai cortei...per la commozione....cerebrale:trash:
Fai bene a meravigliarti fino alla risata. Se un problema presenta varie soluzioni, supponiamo 7, è molto più facile azzeccarci con sette soluzioni diverse, anche se riconducibili ad una certa complementarietà, che con una sola versione dei fatti.
Ragazzi ci sono 2 racconti della Creazione, nella Bibbia. Lo sanno anche i bambini delle Elementari....
Uno si rifà alla tradizione Sacerdotale e uno a quella Yahvista: i due racconti non sono una fotocopia l’uno dell’altro. Rispetto al racconto di Gen 1, che presentava la creazione strutturata in sei giorni con al vertice l’uomo e il tutto poi confluiva nel giorno di sabato secondo uno schema liturgico, il racconto di Gen 2–3 risulta simile e nello stesso tempo notevolmente diverso. Gen 2,4 è il versetto che fa da spartiacque:
4aQueste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. 4bNel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo…
La prima parte della frase è la conclusione del poema precedente, mentre la seconda è l’inizio della nuova narrazione.
Le differenze che si possono osservare fra i due testi hanno fatto nascere l’ipotesi che essi provengano da diverse tradizioni e siano stati uniti insieme in una fase successiva, quando venne costituito il libro della Genesi così come l’abbiamo noi oggi.
Oltre alla differenza generale di stile, già vista per Gen 1, vi si riscontrano anche numerose differenze di vocabolario. Ci sono due modi diversi di parlare della divinità: nel primo capitolo viene sempre presentato come «Dio» (ʾĚlohîm), nel secondo invece si adopera la formula «Signore Dio» (Yhwh
ʾĚlohîm). Col termine «Signore» la CEI traduce convenzionalmente il tetragramma sacro YHWH, indicante il nome proprio di Dio, e così faremo d’ora in avanti anche noi. Proprio in forza di questo uso, la tradizione che impiegava preferibilmente il nome YHWH era stata chiamata «yahwista», mentre quella che usava solo il nome generico Dio/ ʾĚlohîm era detta «sacerdotale». In Gen 1, dunque, questo nome proprio non compare mai, ma sempre solo il nome comune Dio/ ʾĚlohîm . Gen 1 è decisamente un testo «sacerdotale»
Un altro piccolo particolare mostra una significativa differenza. Gen 1 si apre con la formula solenne: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1) e si chiudeva con una formula analoga: «Queste le origini del cielo e della terra» (Gn 2,4a). Invece il secondo racconto inizia invertendo i termini in una formula simile: «Quando il Yhwh Dio fece la terra e il cielo» (Gen 2,4b). Nell’ottica sacerdotale il cielo viene decisamente prima, perché comunica un senso di grandiosità universale. Questo perché l’interesse del narratore sacerdotale è rivolto a tutto il cosmo. Nel secondo racconto, invece, il narratore – che chiamiamo yahwista – si occupa solo dell’uomo e dell’ambiente in cui egli vive. Ecco perché mette al primo posto la terra. Nelle stesse formule d’apertura dei due racconti, inoltre, possiamo notare il cambio di vocabolario a proposito delle azioni attribuite a Dio: questo è importante, perché implica anche una diversa visione di Dio. Nella narrazione sacerdotale (Gen 1,1) si preferisce il verbo «creare» (bārāʾ), mentre il secondo racconto (Gen 2,4b) adopera il verbo «fare» (ʿāśâ). Tale differenza iniziale si ripropone in tutto l’andamento dei due testi. Infatti il linguaggio del primo è molto sobrio ed essenziale, attribuendo a Dio soprattutto il verbo «dire», per mostrare la potenza creatrice della «parola» divina («Dio disse…, Dio creò…»). Invece nel secondo racconto troviamo una numerosa serie di verbi che indicano azioni molto concrete e tipicamente umane: «Il Signore Dio fece, plasmò, soffiò, piantò, prese, pose, condusse, addormentò, tolse (una costola), richiuse (la carne), costruì, condusse, fece (vestiti)… ». In questo modo Yhwh Dio viene presentato ora come un vasaio, un giardiniere, un chirurgo, un sarto. Tecnicamente un simile procedimento letterario si chiama «antropomorfismo» e consiste nell’attribuire a Dio azioni e caratteristiche umane: si tratta, quindi, di un modo di parlare che, per far comprendere l’operare divino, ne parla alla maniera umana, confrontando la sua opera con le azioni comunemente conosciute dagli uomini.
http://www.communiobiblica.org/blog/...e-prima-parte/
Il fatto è che pensando ad un dio che rivela e deve ispirare i redattori del suo pensiero, queste incoerenze lasciano un po' di dubbi e perplessità. Parlare poi di tradizioni rende questi dubbi ancora più forti sul fatto che sia un dio ad aver voluto che qualcuno scrivesse per lui, e paiono più letteratura che contatti divini questi scritti.
O burlone.
E' importante e determinante?
Quando andavo al cinema (prima di divenire ipoudente) si poteva entrare a spettacolo iniziato. Mi astenevo dal farlo per il genere thriller, ma con le commedie ed i film d'azione è capitato. Era divertente, assai spesso, vedere, in seguito, dopo la fine del film, l'incipit e spesso, con gli amici, si traevano conclusioni diverse.
Ecco, io sono entrato a spettacolo iniziato (come tutti, del resto) e per me, come recitava un antico "Carosello" :"I triangoli, le strisce, i passaggi, tutto va bene (ad un palmo da me), tutto fa brodo"
C'era una volta... una riunione di cattolici, e c'ero io, si cominciò con il leggere la "Bibbia" dalla Genesi ed io :"Ah, siamo ancora alla storiella di Adamo ed Eva..." (più o meno questo è quello che dissi). Se ne lamentarono ed il parroco, mio amico, chiamò un teologo il quale in una riunione successiva venne e spiegò..... insomma, in breve mi diede ragione, era una storiella che era valida fino al medioevo...
Quale peccato?
Ah, quello originale....
ma proprio perchè 'originale' non si sa quale fosse :rotfl:
Presente il film "Il diluvio universale?" li, nel film, c'era una voce che sentirono tutti, nessuno escluso, che preannunciava l'inizio del diluvio universale...
Ecco nella religione, qualsiasi essa sia, le 'voci' le sentono solo poche ed elette persone, singolarmente, e le trasmettono a tutti e giustamente Mussolini diceva :"Credere, obbedire e combattere", poi magari aggiungeva, armiamoci e partite... vai avanti tu che io non ti seguo
Per me sarebbe interessante sapere come si riveli. Ormai è assodato che se si dice rosso pensiamo al rosso ma per me sono tutti rossi diversi...anche se rossi, perché se qualcuno ci vedesse verde sarebbe un difetto del singolo non certo di Dio, e da ricovero, quando per Dio si intende oltreché un Dio individuale, con i vari "beato chi di voi......" di Gesù, anche un Dio popolare come quello degli Ebrei. Quindi è facile capire, e lo aveva capito bene Caifa, che agli interessi del singolo, dopo Gesù, Dio ama anche il suo popolo nella globalità. Le ambivalenti due divinità si sono scontrate nelle due carni: Gesù e Caifa.
Questa ipotesi potrebbe avvicinarsi all'idea che il bene ed i male sono due incarnazioni diverse dello stesso Dio. A questo punto s'è da chiedersi: qual'è che Dio preferisce?:dentone:
Dio fà così, ragazze! Dio è questo: La Sua caratteristica propria è quella di abbassarsi all'Uomo. Di scendere al suo livello....
Non ha sublimato forse questa Sua ìndole nella Persona di Suo Figlio Gesù Cristo?
"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre!" (Filippesi 2)
Ancora con questo Gesù messo come il prezzemolo. Ma cosa credi di dire? Nulla. Tanto il casino rimane, prima e dopo Gesù.
Si sbaglia perché è lui che ripete all'infinito gli stessi discorsi che non spiegano un tubo. Tutti gli chiedono qualcosa di specifico e tutto quello che otteniamo è la ripetizione dei versetti e delle frasi fatte o dette e ridette.
Il bello è che poi addebita agli altri il suo difetto, dice che siamo noi che non capiamo o ci incartiamo! :D
in un dialogo costruttivo il confronto dovrebbe evidenziare le nostre limitazioni e poi procedere in modo diverso , ma se siamo impigliati nell'egocentrismo i risultati non possono arrivare
Il dialogo è costruttivo pure se si riesce a rispondere ed argomentare, come anche ammettere che manca una risposta, che non si sa che dire, almeno in quel momento.
Purtroppo ancora oggi c'è chi vuole spacciare per vere storielle antiche di esseri fantastici. Ma fosse tutto qui pazienza, è che c' è tutto un giro di soldi e potere, anche sulla psiche, da secoli.
io non ho la tua costanza , ad un certo punto lascio scorrere...prova redimere Arcobaleno e leggerlo per un pò e capisci che questa missione è impossibile :v
Per i rossi diversi ci sono i nomi specifici. Esistono il linguaggio e le definizioni per capirsi meglio. Dalla potenza e volontà di un dio mi aspetterei di più del casino che c'è nella bibbia. Il messaggio non è chiaro. Anche l'ispirazione alle altrui zucche dovrebbe esser tale da dare comprensione totale e chiarezza a chi riceve e trascrive. Lo scritto di conseguenza dovrebbe essere altettanto chiaro, privo di lacune e coerente.j
Essendo la maggior parte degli esseri umani incasinati e confusionari anche le Bibbia, ovviamente, risulta un casino.
Il discorso, senza filosofie di sorta, è semplice:
1) credi che esista un Dio? Si, allora la Bibbia ha un senso, anzi realmente ha molti sensi secondo le varie confessioni.
2) non credi che esista un Dio? No, allora per il paradigma psichico delle proiezioni la Bibbia per te non ha alcun senso, anzi è deviante dalla logica scientifica perché il pentolone dove si cucina la verità non si usa più come ai tempi di Copernico e Galilei, poiché i concetti fondanti di Dio sono antiquati. Ma non preoccuparti perché il compito delle religioni, a me sembra, sia quello di un continuo armonizzarsi ai tempi attuali e questo induce a credere che la chiesa sia una specie di ammortizzatore religioso con sguardi distratti nel sociale, poiché ascolta solo le sue norme anziché il cuore degli altri, della gente, come faceva Gesù. a questo punto lo tiro in ballo perché se sostituisci in una equazione "casta sacerdotale ebraica e sue norme" con "casta sacerdotale cristiana con suoi dogmi" potrai riscontrare che il risultato non cambia; sgradito allora perché diceva le cose serie, sgradito oggi e taciuto o come ho detto armonizzato.
Io non credo che esistano punti di contatto istantanei tra religione e sociale ma sempre ritardati, spesso dovuti come il divorzio. In poche parole la religione non anticipa ma aspetta e segue. Io non credo che Gesù avesse voluto fondare alcuna chiesa ma se anche lo avesse voluto sono convinto che poi se ne sarebbe pentito.
Se gli esseri umani sono incasinati, si spera ce dio non lo sia e che illumini a dovere i cervellini degli scrittori, così da non incasinare la stesura della narrazione e delle norme da seguire.
Le confessioni creano anche queste disturbo poichè non c'è univocità. Il senso alla bibbia non lo dovrebbe fare la fede ma il contenuto coerente, reale, giusto e morale e dovrebbe valere per tutti, credenti e non. Il riconoscere un testo coerente, uniforme, con attinenze alla realtà e con una giustizia equa non ha a che fare con la fede. La fede è altro, giusto se vuoi credere o senti che c'è un essere superiore e una vita oltre questa. Ma anche qui emozioni, speranze, e proiezioni potrebbero creare questa illusione di un dio e che vien chiamata fede.
Il fatto di armonizzarsi, se da un lato ci fa piacere per cambi di vedute e ammorbidimento su vari temi, dall'altro crea ancora confusione. Se la morale di dio è di un certo tipo e son tanti secoli che vien detto che quello è bene e quell'altro male, il cambio non può che far pensare a imperfezione e fallacia di dio e della chiesa, visto che tutto quello che deriva da dio, e di conseguenza anche dalla chiesa, è infallibile e perfetto.
Se cambi la frittata, se prima un gay o un divorziato son peggio della peste e ora no, come si fa? Chi sbaglia e chi no? Chi sta all'inferno ed in paradiso?