Originariamente Scritto da
axeUgene
aspetta, perché non è così semplice;
la teologia, di per sé, è razionalissima, e si avvale della logica, a partire dall'assioma di una creazione intelligente;
le incongruenze che vedi sono tipiche, in misura diversa, degli impianti testamentari, perché questi sono il risultato della stratificazione di logiche diverse, incompatibili tra loro; a partire da un impianto pagano, via via modificatosi in modo antropocentrico;
cioè, gli attributi divini sono stati pensati per un ordine di impianto paganeggiante, vale a dire la soggezione umana ad un'entità capace di tutto e consapevole di tutto, perché ciò doveva rafforzare il timore e l'obbedienza, durante una fase in cui non era necessario attribuire una coerenza all'impianto e alla volontà divina;
nel momento in cui la minaccia della natura cominciava a perdere la sua presa e il sistema ellenista di pensiero sbriciolava il misticismo, il nocciolo etico del precetto doveva trovare una sua collocazione nel sentimento cosciente, autonomo;
la fase paleocristiana, cristo-paolina, è filosoficamente fondamentale - per l'Occidente - proprio per questo motivo, e cioè il riconoscimento più o meno esplicito per cui il sistema teologico non regge; è un percorso parallelo, lungo e tormentato, di tutte le religioni testamentarie;
ma non è di per sé un'impresa impossibile, anzi; purché non si pretenda di salvare capra e cavoli, libertà, responsabilità e attributi divini corrispondenti al sistema autoritario della soggezione pagana;
la teologia si incasina quando deve mettere delle pezze d'appoggio di natura metafisica alla normazione dottrinaria, che è opportunistica;
si deve elaborare una figura antropomorfa, che precetti, perché questa è comprensibile; le si attribuiscono caratteri di onnipotenza e onniscienza, per renderla inesorabile a chi pensasse di eluderla; ecc...
ovviamente, quando il pensiero razionale irrompe in questo equilibrio, si sfascia tutto e si costringe ad elaborare altro, che può essere più o meno efficace;
ma non è affatto detto che la declinazione di un principio teologico debba essere viziata da quelle incongruenze;
se il teologo sfronda, de-legifera - Lutero - o evita di superfetare principi su principi - ebrei e musulmani - l'impianto leggero risulta molto più coerente, elastico e robusto;
noi mediterranei non lo sappiamo, perché educati ad immaginare che la teologia sia solo quel massiccio barocco del Cattolicesimo, che in effetti è il trionfo dell'incoerenza e dell'inefficacia logica.