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Discussione: Il dramma generazionale dei 30-40enni

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  1. #9
    abstract L'avatar di Yele
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la psicologia delle relazioni sociali non si cambia in una generazione, perché dipende dalle strutture materiali che governano i valori; una società valorizza i giovani - e anche le donne - quando le strutture produttive sono orizzontali, volte all'innovazione e alla competizione estrema a livello di ultimo miglio, la massima sofisticazione, dove il merito è decisivo e non fungibile;
    se, invece, prevale un assetto di produzioni mature o, peggio, di rendita di posizione - turismo, per esempio - prevalgono economie di relazione, gerarchie e interventi di sostegno, prevalgono gli assetti tradizionali;

    c'è una relazione diretta e circolare tra conservatorismo sociale, propensione all'economia incentrata su settori maturi e marginalità dei giovani e delle donne; in Italia, il salto di qualità in questo senso è mancato proprio tra gli anni '50 e '70; in una società profondamente conservatrice, nessuno si è speso per un sistema produttivo basato sull'innovazione; la borghesia non voleva competitori di classe capaci di mobilità, e la sinistra voleva "superare il capitalismo", ma senza offendere nessuno, ché ci si conosce tutti perciò non aveva alcun piano per riformarlo, e in fondo dei giovani e delle donne importava un fico secco, come agli altri.
    scusa, ma mi sembra una supercazzola la tua.
    Io dico che negli anni '50 i giovani hanno rotto molti schemi e hanno innovato molto, risultato: il boom.
    Però poi sono cresciuti e da genitori non hanno spinto i figli a fare quel che hanno fatto loro.

    Quanto alla sinistra, se guardi l'Emilia Romagna il capitalismo è stato "riformato" quel tanto che bastava (è una delle regioni con più aziende, ma anche con la maggiore redistribuzione e miglior welfare). La proposta c'era e c'è.

    Cerca di essere sintetico
    Ultima modifica di Yele; 30-03-2018 alle 09:35

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