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Discussione: Religioso, ateo, agnostico... definizioni

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  1. #1
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    Religioso, ateo, agnostico... definizioni

    Stavo pensando che, solitamente, interpellando qualcuno sulla propria posizione in campo spirituale, queste si dividono in tre possibili risposte: essere religioso, quindi avere aderito a un credo specifico, di solito con la convinzione, non la speranza, non la scommessa personale su qualcosa che si sa potrebbe essere vero o falso. In fondo la fede significherebbe questo, non sapere ma "avere fiducia" che qualcosa sia così, scommetterci la vita. In questo senso, il religioso non dovrebbe esprimere con sicurezza le proprie idee socialmente. Ripetere è così mille volte non è fiducia in qualcosa di indimostrato, è indice di certezza assoluta, imperativa per sé e per altri che ,poverini, non capiscono.

    Del resto ateo nei fatti, a parte l'elasticità della definizione, oggi non è chi "non crede" che dio esista, ma chi ne è sicuro, come se fosse possibile.
    Certo, un dio descritto minuziosamente come quello cattolico posso darlo a un a 1000(aggiungi 48 zeri) a 1, e per questo di fatto non crederci, ma non posso estraniarmi dalla mia armatura sensoriale e vedere l'universo dall'alto, per poter escludere ogni idea di dio personale.

    Anche agnostico, da definizione, significa che si è convinti che l'uomo non possa sapere. è un'idea dogmatica perché ritiene di sapere con certezza i limiti umani e spirituali del nostro essere quando potremmo avere anche delle sorprese in merito.

    Per completezza aggiungo gnostico, che è convinto, ignorando la fallacità dei nostri sensi e dell'interpretazione, della dimenticanza usata ad arte, della capacità di focalizzarsi su un aspetto singolo dell'esistenza, ignorando a bella posta tutti gli altri, quanto bene siamo capaci e volenterosi, di ingannarci.

    Si può avere interpretazioni personali differenti, per esempio essere religiosi e sapere che è solo una scommessa, o atei ma sapendo altrettanto bene la stessa cosa, oppure agnostico, ma possibilista e pronto a essere smentito ogni giorno della settimana, perché la ricerca conta più di quello che si crede di sapere.

    In comune queste idee sono definibili in: ti sei chiuso in un'idea, o sei possibilista? Maltratti le tue idee come un cappello Borsalino, che è torchiato alla morte prima di venderlo per vedere se è davvero un gran cappello, o le difendi pretendendo che quello che sai copra tutto lo scibile presente e futuro, tenendole in una campana di vetro per proteggerle senza metterle in discussione, finché non sono più idee ma pilastri del mondo perché tu preferisci che sia così?

    Si può essere scettici sulle proprie idee? Secondo me si. Vorrei sapere il vostro pensiero in merito.
    Ultima modifica di Jerda; 19-05-2020 alle 10:55
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

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