Originariamente Scritto da
axeUgene
io - nelle persone, tutte - avverto proprio la natura di animali territoriali e misuro la compatibilità su quella natura, indipendentemente da altri sentimenti; di solito, mi innervosisce condividere i miei spazi, ma con diverse eccezioni, tra le quali alcuni amici e le fidanzate; lo vedo subito se la presenza in casa mia mi inquieta o mi lascia tranquillo; a mia volta, raramente mi sento a mio agio a casa d'altri; ma, per esempio, quando vado a Monza da uno dei miei amici più cari, mi sento davvero a casa mia, e non è affatto scontato, nemmeno con persone con cui potrei avere la stessa familiarità;
io la butto lì, senza pretese o titolo, ma credo che il succo della compatibilità sia quello: e cioè lo stress della persona nel dover contenere la propria natura autentica in presenza di altri; se la propria normale fisicità, manifestazione di sé nei gesti di occupazione dello spazio, ricerca, ecc... è accettata dal sistema nervoso dell'altro, si avverte e ci si rilassa, e viceversa;
per questo è davvero fondamentale convivere e misurare gli spazi; possibilmente ampii