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Discussione: Ira e castighi.

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  1. #1
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    Cosa fa il Bambino, amici ed amiche? Qual è la sua attitudine?
    Per sua natura è quella di ubbidire.

  2. #2
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    Cosa fa il Bambino, amici ed amiche? Qual è la sua attitudine? Quella di fidarsi. Quella di accogliere con semplicità e docilità le parole del padre.
    Quando Gesù Cristo li prende a modello, disinganna coloro che, all'opposto, fanno mille eccezioni su tutto. Accecati dalla loro superbia.
    Io modificherei con fidarsi dei genitori, non solo del padre. Sarà perché mio padre se ne andò di casa quando avevo 2 anni?
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  3. #3
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    Parte 2)
    Il movimento zelota fu attivo durante tutta la vita di Gesù e dopo la sua morte. Dopo aver condotto sporadiche azioni di guerriglia, che avevano le loro basi di partenza nel deserto di Guida, nel 66 d. C. gli zeloti diedero inizio, con la conquista della cittadella di Massada da parte di Menahen, figlio o nipote di Giuda il Galileo, alla sollevazione contro i romani che doveva portare nel 70 alla distruzione di Gerusalemme.
    Contro il movimento zelota, che reclutava i suoi adepti tra i giovani e nella popolazione rurale più povera nelle province di frontiera, come la Galilea, l'Idumea e la Perea, si accanirono i procuratori romani. Di particolare crudeltà diede prova Ponzio Pilato, che fu procuratore dal 26 al 36 d.C. . Un suo contemporaneo, Filone di Alessandria, lo descrive come "uomo duro, crudele e spietato" e San Luca riferisce di una esecuzione sommaria di galilei, " il cui sangue Pilato aveva mischiato con quello dei loro sacrifici" (Lc. 13,1): probabilmente si trattava di zeloti galilei.
    Se gli zeloti rappresentano il partito avverso agli occupanti romani, questi trovano appoggio nell'aristocrazia sacerdotale e laica, che forma il nucleo essenziale della setta dei sadducei.
    Il realismo politico - grandi proprietari terrieri e capi del popolo, essi avrebbero tutto da perdere schierandosi contro Roma - consiglia ai sadducei un atteggiamento di lealismo opportunistico verso la potenza occupante, che si manifesta anche con un sacrificio offerto ogni giorno nel Tempio a nome dell'imperatore di Roma, come ricordano Giuseppe Flavio e Filone di Alessandria. Per tale motivo tra zeloti e sadducei c'è una forte inimicizia.
    Anche gli Esseni, ma per motivi diversi da quello dei sadducei, sono lealisti verso il potere romano. Essi ritengono che "è sempre per volontà di Dio che il potere va in mano ad un uomo" ( Giuseppe Flavio) . Non hanno, certo, simpatia per i pagani, ma attendono, per poterli sterminare, l'intervento escatologico di Dio; nel frattempo, vogliono vivere in pace, ritirati nel deserto.
    Invece i farisei sono divisi. Alcuni sono vicini agli zeloti; ma la grande maggioranza è contraria all'azione violenta contro l'impero romano: nell'attesa che Dio liberi il suo popolo dal giogo romano, suscitando "il re figlio di Davide affinché egli regni su Israele e purifichi Gerusalemme dai pagani che la calpestano" (Salmi di Salomone, 17,23-25), essi si sottomettono a JHWH che ha imposto loro il dominio di Roma.
    In conclusione, la situazione della Palestina al tempo di Gesù era, sotto il profilo politico, quella di un paese soggetto ad una potenza straniera, nel quale, però, covava, alimentato dal movimento zelota, un forte fermento rivoluzionario che si esprimeva in azioni di guerriglia.

    In questa situazione, quale atteggiamento assume Gesù?


    Fine 2 parte.

    continua

  4. #4
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    In conclusione, la situazione della Palestina al tempo di Gesù era, sotto il profilo politico, quella di un paese soggetto ad una potenza straniera, nel quale, però, covava, alimentato dal movimento zelota, un forte fermento rivoluzionario che si esprimeva in azioni di guerriglia.
    In questa situazione, quale atteggiamento assume Gesù?
    vai pure avanti;
    però ti ricordo che l'atteggiamento di Gesù non lo puoi desumere dai vangeli, perché si parte proprio dal presupposto che questi non possono testimoniare di una realtà storicamente affidabile;

    io ho puntualizzato questa cosa dall'inizio: se non hai alcuna testimonianza coeva del Gesù storico, ragioni da storico e vuoi considerare l'esistenza del personaggio, puoi solo procedere induttivamente;
    perché nessuno racconta della vicenda e del personaggio nel tempo del suo agire, e non c'è nemmeno un riscontro casuale e neutrale, nessuno ostile, ma solo una narrazione di seguaci diversi decenni dopo, quando nessuno può correggere, contraddire, smentire ?

    pure Flavio Giuseppe va preso con le molle, visto che scrive parecchi decenni dopo e non è testimone diretto;

    con questo non voglio sostenere che Gesù fosse necessariamente uno zelota; solo che quei compagni armati e tutto lo svolgersi della vicenda con quel finale cruento, in mancanza di altri documenti spiegherebbero, che è quello che cerca di fare il mestiere di storico;

    bisogna anche tener conto che per quasi due millenni dopo i fatti tutti i poteri della Cristianità hanno incessantemente cercato reperti e riscontri, senza trovarne; ma pure ostacolato e minacciato chiunque potesse fornire spiegazioni divergenti dai dogmi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
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    vai pure avanti;
    però ti ricordo che l'atteggiamento di Gesù non lo puoi desumere dai vangeli, perché si parte proprio dal presupposto che questi non possono testimoniare di una realtà storicamente affidabile;

    io ho puntualizzato questa cosa dall'inizio: se non hai alcuna testimonianza coeva del Gesù storico, ragioni da storico e vuoi considerare l'esistenza del personaggio, puoi solo procedere induttivamente;
    perché nessuno racconta della vicenda e del personaggio nel tempo del suo agire, e non c'è nemmeno un riscontro casuale e neutrale, nessuno ostile, ma solo una narrazione di seguaci diversi decenni dopo, quando nessuno può correggere, contraddire, smentire ?

    pure Flavio Giuseppe va preso con le molle, visto che scrive parecchi decenni dopo e non è testimone diretto;

    con questo non voglio sostenere che Gesù fosse necessariamente uno zelota; solo che quei compagni armati e tutto lo svolgersi della vicenda con quel finale cruento, in mancanza di altri documenti spiegherebbero, che è quello che cerca di fare il mestiere di storico;

    bisogna anche tener conto che per quasi due millenni dopo i fatti tutti i poteri della Cristianità hanno incessantemente cercato reperti e riscontri, senza trovarne; ma pure ostacolato e minacciato chiunque potesse fornire spiegazioni divergenti dai dogmi.
    Infatti vado avanti perché quella che ho riportato è solo un'introduzione, poi ognuno penserà come vuole, visto che anche la tua è una supposizione.

  6. #6
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    Parte terza.

    Come si è visto, gli zeloti - detti così per lo zelo (zelos), che essi avevano per la Legge ( "zelo" che si traduceva nel lottare con le armi contro i senza legge pagani e contro i giudei che trasgredivano la Legge), ma che i romani chiamavano lestai ( banditi, briganti) e sicarii, cioè uomini del coltello (sica), perché uccidevano le loro vittime con un pugnale che tenevano nascosto sotto il mantello - costituivano un forte movimento politico-religioso di liberazione nazionale di restaurazione teocratica.
    Esso affondava le sue radici nell'Antico Testamento, in quanto si ispirava allo "zelo per la Legge", cioè alla determinazione di uccidere chiunque violasse la Legge, senza aver riguardo alla propria vita, per conservare puro Israele.
    Di questo "zelo" avevano dato prova: Finees, che aveva ucciso un israelita idolatra ( Nm 25,6-8 ); Elia, che aveva ucciso i profeti di Baal (1Re 18,40) ed, in tempi più recenti, Mattatia, che aveva ucciso un giudeo apostata (1 Mac 2,24). Infatti il motto degli zeloti era: " Colui che versa il sangue di un empio è come uno che offre un sacrificio".

    Il problema che ora si pone è il seguente: in quali rapporti fu Gesù con il movimento zelota? Fu egli stesso uno zelota o almeno simpatizzò con gli zeloti?

    Che Gesù fosse stato un rivoluzionario sociale e politico è una vecchia tesi che risale S. Reimarus, il quale nel 1778 aveva presentato Gesù come un agitatore politico; ma essa è stata rimessa a nuovo nel 1929-1930 da R. Eisler, il quale afferma che Gesù era un rivoluzionario politico di carattere apocalittico e sarebbe stato messo a morte dai romani per aver causato una sollevazione a Gerusalemme. Questa tesi è stata ripresa prima da J. Carmichael, nel 1962, poi da S.G.F. Brandon nel 1967.

    Servendosi di alcuni testi del Vangelo e opportunamente completandoli con la fantasia, Brandon fa di Gesù uno zelota, descrivendolo come un rivoluzionario sociopolitico messo a morte da Ponzio Pilato per la sua ribellione a Roma. Egli riconosce che i Vangeli non appoggiano questa sua tesi, ma a sua giustificazione, osserva che i Vangeli, scritti dopo il 70, hanno falsificato le tradizioni più antiche, correggendole in senso pacifista, per camuffare l'origine rivoluzionaria del cristianesimo e non destare, così, i sospetti dell'autorità romana, poco tenera verso i rivoluzionari e gli agitatori politici. Perciò, sotto gli attuali testi evangelici bisogna cercare le tradizioni più antiche. Cosi, i Vangeli parlano dell'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, della cacciata dei venditori dal Tempio, di Barabba, dei ladroni, dell'invito di Gesù a procurarsi delle spade e via dicendo.
    Questi dati devono essere interpretati nel modo seguente: Gesù ha fatto un'entrata trionfale in Gerusalemme, come dimostrazione della sua dignità messianica, sfidando in tal modo i capi del popolo ed i romani.
    Poi è passato ad attaccare il Tempio con l'aiuto dei discepoli e della massa del popolo, abbandonandosi al saccheggio: l'assalto provoca dei morti.
    Intanto si è avuta una sollevazione in città, promossa dagli zeloti, ma probabilmente d'accordo con Gesù: nel corso di essa sono arrestati Barabba ed i due ladroni. Gesù, non potendo rimanere nel Tempio, si ritira con i suoi discepoli, ma, prevedendo un nuovo conflitto armato, chiede ai suoi discepoli di vendere il mantello per comprarsi una spada. Gesù ed i discepoli vengono sorpresi nel Getsemani: i discepoli oppongono una resistenza armata, ma sono sopraffatti dai loro avversari. Gesù è catturato e, dopo essere stato interrogato sull'attacco al Tempio e sulle sue pretese messianiche, viene consegnato a Pilato ed accusato: " Abbiamo trovato colui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare ed affermava di essere il Cristo re" (Lc 23,2).
    Pilato lo condanna a morte per sedizione. Gesù è crocifisso tra due ladroni, probabilmente zeloti.
    Gesù sarebbe stato, dunque, un rivoluzionario politico-sociale. I Vangeli attuali non conserverebbero che qualche traccia della sua figura e della sua predicazione originale: per esempio, la parola riportata da Mt 10,34: " Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra, ma una spada". Una parola, questa, che sarebbe di netto sapore zelota.
    Che dire di questa ricostruzione di Gesù, fatta da Eisler, da Carmichael e da Brandon?

    Fine terza parte.

    continua.

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Ma dio vuole bambini obbedienti, che non facciano troppe domande o cosa? Perché posso capire cercare di avere fiducia ma non è che possiamo essere esattamente bambini al 100%, e per di più incolti, ingenui.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ma dio vuole bambini obbedienti, che non facciano troppe domande o cosa? Perché posso capire cercare di avere fiducia ma non è che possiamo essere esattamente bambini al 100%, e per di più incolti, ingenui.
    Ci rinuncio. Evidentemente è colpa mia che non riesco a spiegare. Si parla di un atteggiamento di fondo. Avere la semplicità dei Bambini non implica essere ignoranti.
    amate i vostri nemici

  9. #9
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    Il bambino del Vangelo non è citato per la sua semplicità ma per essere un garzone, uno che ubbidisce ai grandi senza fiatare, non era come oggi che i bambini fanno i capricci e vogliono essere considerati ad ogni costo. Allora i bambini erano degli esecutori ubbidienti, proprio come avrebbero dovuto essere gli apostoli che invece erano capricciosi e capiscioni.
    Per questo Gesù lo chiama a sé e lo indica come esempio, quando invece gli apostoli neanche lo volevano considerare.
    E' un esempio per gli apostoli.

  10. #10
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Il bambino del Vangelo non è citato per la sua semplicità ma per essere un garzone, uno che ubbidisce ai grandi senza fiatare, non era come oggi che i bambini fanno i capricci e vogliono essere considerati ad ogni costo. Allora i bambini erano degli esecutori ubbidienti, proprio come avrebbero dovuto essere gli apostoli che invece erano capricciosi e capiscioni.
    Per questo Gesù lo chiama a sé e lo indica come esempio, quando invece gli apostoli neanche lo volevano considerare.
    E' un esempio per gli apostoli.
    Vangelo secondo Marco, c.10, vv. 13-16:

    13 Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. 14 Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 15 In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". 16 E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

    Non so da dove deduci che quei bambini fossero garzoni. Dovevano essere abbastanza piccoli perché Gesù li accarezzasse e li prendesse tra le braccia. Comunque, viene sottolineata l'accoglienza del regno di Dio con fiducia, senza se e senza ma, senza obiezioni con annessi eventuali sofismi, senza fare appello a ricerche storiche o scientifiche prive di riscontri.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  11. #11
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    Vangelo secondo Marco, c.10, vv. 13-16:

    13 Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. 14 Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 15 In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". 16 E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

    Non so da dove deduci che quei bambini fossero garzoni. Dovevano essere abbastanza piccoli perché Gesù li accarezzasse e li prendesse tra le braccia. Comunque, viene sottolineata l'accoglienza del regno di Dio con fiducia, senza se e senza ma, senza obiezioni con annessi eventuali sofismi, senza fare appello a ricerche storiche o scientifiche prive di riscontri.
    Lo deduco dalla traduzione del greco paidion che indica il fanciullo e significa anche "piccolo servo o garzone".
    Poi ti aggiungo anche il senso del trittico che ha questa struttura:

    I... 10, 13-16.....I discepoli, in opposizione all'accoglienza de "i bambini" . "Accogliere il regno di Dio".

    II...10,17-22.....Il ricco proprietario osservante della Legge non accetta la condizione per seguire Gesù

    III..10,23-30.....Incomprensione dei discepoli. La ricchezza, ostacolo per entrare nel regno di Dio

    Chiusa. 10,31.. .Farsi ultimo per essere il primo.

    Commento.
    Un'altra figura rappresentativa importante è quella del "fanciullo" o de "i fanciulli".
    Questa figura compare in Marco per la prima volta in 9,36 ( cf. Mt 18,1-5, Lc 9,46-48), dopo che è venuta in piena luce l'ambizione dei discepoli (9,34:" Per strada avevano discusso tra loro chi fosse il più grande"), i quali non hanno rinunciato alle categorie di prestigio e di potere proprie dell'ambiente giudaico ( cf. 12,38s). Com'è appena stato segnalato, "i discepoli" rappresentano in Marco i seguaci di Gesù provenienti dal giudaismo, e si identificano con "i dodici" , espressione che li rappresenta come il nuovo Israele.
    Per correggere la loro ambizione, Gesù enuncia un principio: "Se uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti (9,35), deve cioè rinunciare ad ogni ambizione personale (ultimo) e dimostrarlo nella prativa (servitore). Questo principio non è altro che una nuova formulazione della prima condizione della sequela (8,34: "Se uno vuol venire con me, rinneghi se stesso", ossia rinunci ad ogni ambizione ), che riflette l'atteggiamento di Gesù stesso.
    Enunciato il principio, Gesù, che s'era messo seduto (9,35b), "prende un fanciullo" (9,36), che deve quindi trovarsi al suo fianco. La vicinanza del fanciullo simboleggia la sua adesione incondizionata a Gesù ed il suo atteggiamento uguale a quello di Gesù.
    Mette il "fanciullo" in mezzo (al centro dell'attenzione), proponendolo ai Dodici come modello, ora, se è modello del principio or ora annunciato, si tratta certamente di un "fanciullo" che è l'ultimo di tutti ( per la sua età) e servitore di tutti ( per la sua occupazione): è un piccolo garzone. Difatti la parola greca paidion, che indica il fanciullo, significa anche "piccolo servo garzone".
    Ecc.
    Arcobaleno, non so se ti risulta chiaro.

  12. #12
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Mette il "fanciullo" in mezzo (al centro dell'attenzione), proponendolo ai Dodici come modello, ora, se è modello del principio or ora annunciato, si tratta certamente di un "fanciullo" che è l'ultimo di tutti ( per la sua età) e servitore di tutti ( per la sua occupazione): è un piccolo garzone. Difatti la parola greca paidion, che indica il fanciullo, significa anche "piccolo servo garzone".
    Ecc.
    Arcobaleno, non so se ti risulta chiaro.
    Chiaro è chiaro, però bisogna scegliere uno dei due significati.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  13. #13
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Che dire di questa ricostruzione di Gesù, fatta da Eisler, da Carmichael e da Brandon?


    Parte quarta.

    Essa tiene conto solo di alcuni testi evangelici, che forza eccessivamente, lasciando da parte la massa enorme di tutti quelli che non favoriscono, certo, la tesi di un Gesù rivoluzionario politico-sociale, più o meno zelota. Ed è solo una povera scappatoia sostenere che i Vangeli, di un Gesù rivoluzionario, abbiano fatto un Gesù pacifista per non attirare i fulmini dell'autorità romana sulle prime comunità cristiane.
    La tesi di un Gesù zelota o almeno vicino e favorevole al movimento zelota non è storicamente accettabile: essa è contraddetta dalla più antica e sicura tradizione evangelica.
    Ciò, però, non significa che Gesù non abbia avuto a che fare con gli zeloti e che non abbia detto parole e compiuto gesti che potevano essere interpretati come parole e gesti di zelotismo. In realtà, Gesù nella sua vita pubblica si è subito trovato di fronte al problema zelota ed ha dovuto prendere posizione assai presto. Molto probabilmente le tentazioni, che i sinottici pongono all'inizio del suo ministero, devono essere interpretate come il rifiuto di Gesù di seguire la via - "satanica" - degli zeloti, Questa tentazione si sarebbe presentata almeno due volte: a Cesarea di Filippo, dove Pietro lo rimprovera di voler accogliere la via della sofferenza e della morte e di non volersi, invece, presentare come il Messia-Re; e nel Getsemani, dove dice di no ai discepoli che vogliono "colpire con la spada" (Lc 22,49).
    Che si tratti di tentazione, lo mostra il fatto che nei due casi si parla di Satana: nel primo, infatti, Gesù dà a Pietro il nome di "Satana" : "Lungi da me Satana (Mc 8,33); nel secondo si attua quello che San Luca afferma chiudendo il racconto della prima tentazione: " Il diavolo si allontanò da lui per tornare al tempo stabilito" Lc 4,13 e 22,3.53).
    Così, Gesù vede lo zelotismo qualcosa di satanico, che si oppone radicalmente al disegno di Dio, che egli ha la missione di compiere.
    Pur rifiutando radicalmente lo zelotismo, Gesù ha esercitato un certo fascino sugli zeloti. Infatti alcuni suoi discepoli hanno fatto parte del movimento zelota. La cosa è certa per l'apostolo Simone, come risulta dal soprannome che gli danno gli Atti (1,13: "lo Zelota") e i Vangeli (Mc 3,18 e Mt 10,4: ho Kananaios; questa parola, che è tradotta da alcuni erroneamente "il Cananeo", non viene da Canaan, ma da Kenana, termine aramaico usato per significare "zelota". Così il termine Iskariot con cui si indica Giuda il traditore potrebbe significare "l'uomo di Kariot" ( di questa città si parla in Gs 15,25), ma potrebbe anche essere la trascrizione semitica della parola sicarius (termine con cui si indicavano gli zeloti). Se così fosse si spiegherebbe meglio il tradimento di Giuda: egli avrebbe seguito Gesù, ritenendolo il Messia-Re politico che avrebbe liberato Israele dal giogo romano ed avrebbe instaurato il regno di Dio sulla Terra; ma accortosi che Gesù non solo perseguiva un ideale diverso, bensì considerava satanica la speranza messianico-politica degli zeloti, egli spinto dalla delusione e dalla rabbia, lo avrebbe tradito e consegnato ai suoi nemici. Anche Pietro potrebbe aver fatto parte del movimento zelota: certi suoi atteggiamenti - vuole dissuadere Gesù dal seguire la via della croce (Mt 16,22); nell'Orto degli Ulivi porta una spada e colpisce con essa Malco 8Gv 18,10) - sono di marca zelota.
    Ma ci sono , soprattutto, alcune parole ed alcuni gesti di Gesù che potevano essere interpretati come ispirati allo zelotismo: le sue parole sulla "spada", il suo ingresso a Gerusalemme, la cacciata dei mercanti dal Tempio. Infatti Gesù è stato condannato a morte dai romani come zelota ribelle e come pretendente al trono regale d'Israele. E' quanto mostra il "titolo" (cioè il motivo della crocifissione) fatto porre da Pilato sulla croce di Cristo (Gv 19,19): Gesù il Nazzareno il re dei giudei.
    In conclusione, possiamo dire che, se Gesù non fu uno zelota, fu tuttavia per forze di cose in costante contatto con lo zelotismo; anzi egli stesso fu condannato a morte come zelota.

    fine parte quarta-
    non so se continuo

  14. #14
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    Che dire di questa ricostruzione di Gesù, fatta da Eisler, da Carmichael e da Brandon?


    Parte quarta.

    Essa tiene conto solo di alcuni testi evangelici, che forza eccessivamente, lasciando da parte la massa enorme di tutti quelli che non favoriscono, certo, la tesi di un Gesù rivoluzionario politico-sociale, più o meno zelota. Ed è solo una povera scappatoia sostenere che i Vangeli, di un Gesù rivoluzionario, abbiano fatto un Gesù pacifista per non attirare i fulmini dell'autorità romana sulle prime comunità cristiane.
    La tesi di un Gesù zelota o almeno vicino e favorevole al movimento zelota non è storicamente accettabile: essa è contraddetta dalla più antica e sicura tradizione evangelica.
    ...

    In conclusione, possiamo dire che, se Gesù non fu uno zelota, fu tuttavia per forze di cose in costante contatto con lo zelotismo; anzi egli stesso fu condannato a morte come zelota.
    non so se continuo
    quando si cita qualcuno, sarebbe sempre bene dire chi è, la fonte; se un testo mi dice che la Nutella è tanto buona e fa bene, anche a chi conduce una vita sedentaria, sapere che lo scrivente si chiama Ferrero può essere utile

    scherzi a parte, l'ipotesi zelota si fa induttivamente, e proprio perché i vangeli, in mancanza di riscontri documentali coevi, non possono essere presi come documento SU Gesù. ma come documento di se stessi, dove - per lo storico - possono essere credibili quegli aspetti neutrali della narrazione, magari utilissimi agli storici che si occupano di altre questioni che si incrociano con quelle descrizioni;

    sarei davvero curioso di sapere chi ha scritto questa cosa, qualifiche ed editore.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #15
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    A dir la verità a me interessa ciò che dice non chi lo dice.
    "A discore n'è fadiga" diceva un anconitano; so che si chiamava "Barigelo", ma che importanza ha il nome, quanto quello "che ha dito".
    Mi sono sforzato, e parecchio, per chiarire una volta per tutte la cazzata di un Gesù zelota.
    Se ti va bene è così se no ciccia"
    Ultima modifica di crepuscolo; 22-08-2022 alle 20:24

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