Detto salmo _ è simile ai molti altri versetti miranti ad esaltare le opere del dinvin-Vasaio.
MA il merito di Qoelet è stato quello di Ridimensionare quelle "petulanti" ed eccessive lodi... quasi recitate a memorie dai vari autori.
Qoelet mirava ad evidenziare la "Cruda/vera/inoppugnabile realtà" _ senza troppo "lisciare-sviolinare" il (supposto) creatore del tutto.
La vera realta' del mondo:
- era - è - e sarà sempre cosi'... impregnata dal dolore e dalla sofferenza !
E proprio il Dolore altro non è che:
- la "tragica costanza" di Ogni momento dell' esistenza e di Ogni suo modo di essere! E' una realta' ONNI-presente e Immanente !
Prevedo la tua "efficace" risposta... E' tutta conseguenza di quell' increscioso fattaccio adamitico..ecc..ecc..
Ma questa (petulante) favoletta ha stancato il mondo _ perchè frivola, infantile e Superata.
Ora da sempre l' uomo si è chiesto del perchè dell' esistenza del male ?
Altri "sapienti" non soggiogati dal dogma del monoteismo cristiano (per quella menzionata favoletta e rielaborata dallo stravagante tarsiota.. tanto da spacciarla come verita' assoluta _ sic!) spiegano, in un modo meno infantile, che la presenza del Male (non solo quello fisico.. !!) è piu' che altro:
- una situazione di caos, di DIS-armonia.. in cui i ns. desideri vengono frustrati. La morte (il famoso incubo..) rappresenta la definitiva frustrazione in quanto annienta/elimina/distrugge la nostra (stolta quanto illusoria) tensione all' onnipotenza !
La puerile favoletta del monoteismo presenta una "virtuale" prima coppia che soggiornava nel fantasioso giardinetto in perenne stato "gagliardo" / ovvero senza pene, senza dolori, senza malattie e soprattutto senza Morte.
Lo spiritoso autore (anonimo quanto ispirato ??) monoteista continua la sua storiella.. adducendo che la felicissima coppia voleva.. comunque un di piu' ! Addirittura essere/diventare Uguale in tutto e per tutto al divin-vasaio !
Piu' "seriamente" possedere la Conoscenza/Coscienza/Consapevolezza.. da qui la brutale "cacciata" dal giardino d' orato da parte del padrone _ il super-compassionevole e benevolo divin-Barbuto..ecc..eccc..eccc...
Una storiella molto "simile" a quella di Odisseo con la ninfa Calipso.. che rinunciano all' immortalita' (e/o ad una situazione di felicita' Immobile, statica, permanente, fissa) ovvero preferiscono essere "parte del mondo _ consapevoli _ reali..ecc..eccc...
Ora la differenza tra queste due storielle è che la scelta di Odisseo/Calipso è libera, mentre quella monoteista _ vi è la bizzarra figura del rettile. Questi vorrebbe significare il "dubbio" (insito nell' umanoide) e che incentiva la personale (!) ricerca).. eccc..eccc..
Quale dunque la versione "piu' seria e piu' accettabile" e dunque molto Meno fantasiosa per tentare di spiegare IL Perchè della perenne/costante presenza del "male" ?
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