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Discussione: Individualismo

  1. #1
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    Individualismo

    Guardate questa immagine realizzata dallo statunitense Joel Meyerowitz, noto per la “fotografia di strada, i ritratti e i paesaggi.



    Ci sono persone in attesa (dell’autobus urbano ?): 6 sedute ed una in piedi vicina lo porta; evocano 6 monadi, indifferenti l’un l’altro. Evocano il detto: “Ognuno per sé, Dio per tutti”.

    Questa fotografia fa riflettere: l'individuo è al centro della propria esistenza e la collettività assume un ruolo secondario.

    Invece nelle cosiddette “società collettiviste”, al contrario di quelle individualiste, come quelle occidentali, sono importanti i valori e le norme che privilegiano il benessere del gruppo e l'identità personale è legata alle relazioni sociali, ai ruoli comunitari e agli obblighi verso gli altri membri della società.

    Un esempio, i nativi americani appartenenti alla tribù dei Navajo, a me nota perché da adolescente leggevo i “giornaletti a fumetti” dedicati al ranger del Texas Tex Willer, noto anche col nome indiano “Aquila della notte”: era capo supremo delle tribù Navajos.

    La moglie di Tex si chiamava Lilyth, era una principessa indiana, figlia di Freccia Rossa. Morta in giovane età, Tex rimase fedele alla sua memoria e non volle più sposarsi.

    Dall’unione di Tex con Lilyth nacque Kit. Sempre insieme al padre. Con loro due il ranger Kit Carson e Tiger Jack, l’indiano navajo, abile a sparare, a seguire le tracce e a usare il tomahawk.


    Tex e i pards

    In quella tribù (e in altre di quell’ambiente sociale) l’identità personale non era separabile dal contesto sociale e ambientale. I valori di reciprocità, condivisione e responsabilità verso il gruppo erano alla base dell’organizzazione sociale. I beni, le risorse e le responsabilità erano distribuiti e condivisi in modo tale da mantenere l’equilibrio e la coesione all'interno del gruppo.

    Nel nostro tempo quei nativi americani non hanno più quell’organizzazione sociale e quei valori.
    Ultima modifica di doxa; 07-03-2025 alle 14:55

  2. #2
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    Guardate questa immagine realizzata dallo statunitense Joel Meyerowitz, noto per la “fotografia di strada, i ritratti e i paesaggi.
    Non è individualismo, doxa, o almeno io non lo vedrei in questo modo. Più semplicemente si tratta di individui con un patrimonio genetico troppo differente l'uno rispetto a tutti gli altri e viceversa. E' in altri termini quello che tentavo di dire a Axe.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ci sono persone in attesa (dell’autobus urbano ?): 6 sedute ed una in piedi vicina lo porta; evocano 6 monadi, indifferenti l’un l’altro. Evocano il detto: “Ognuno per sé, Dio per tutti”.
    Se potessi ti direi che neanche il principio divino è uguale per tutti. E allora "ognuno per sé" ma "quale" Dio "per tutti"?

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    Questa fotografia fa riflettere: l'individuo è al centro della propria esistenza e la collettività assume un ruolo secondario.
    Ma non è più funzionale, quanto meno a conservare una parvenza di "armonia sociale"?

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    Invece nelle cosiddette “società collettiviste”, al contrario di quelle individualiste, come quelle occidentali, sono importanti i valori e le norme che privilegiano il benessere del gruppo e l'identità personale è legata alle relazioni sociali, ai ruoli comunitari e agli obblighi verso gli altri membri della società.
    Si. Le relazioni sociali sono un "dovere" che tutti hanno, perché per vivere occorre, ad esempio sul lavoro, frequentare gente che dopo tre settimane già non vorresti rivedere più ma che sei costretto a frequentare anche per tutta la vita, sempre per ragioni di lavoro. Credo che a certi livelli le cc.dd. "promozioni" o avanzamenti di carriera servano proprio ad "allungare" la vita, se è vero il detto che cambiare aria fa bene.

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    Un esempio, i nativi americani appartenenti alla tribù dei Navajo, a me nota perché da adolescente leggevo i “giornaletti a fumetti” dedicati al ranger del Texas Tex Willer, noto anche col nome indiano “Aquila della notte”: era capo supremo delle tribù Navajos.
    Il grande merito dei fumetti della Bonelli è 1° di essere italiani e 2° di aver reso possibile l'alfabetizzazione precoce da parte dei bimbi più svegli e a volte anche dei padri. Una grande invenzione. TEX è il capostipite ma grazie a Dio oggi ce ne sono per tutti i gusti e le tendenze, anche di costume.

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    La moglie di Tex si chiamava Lilyth, era una principessa indiana, figlia di Freccia Rossa. Morta in giovane età, Tex rimase fedele alla sua memoria e non volle più sposarsi.

    Dall’unione di Tex con Lilyth nacque Kit. Sempre insieme al padre. Con loro due il ranger Kit Carson e Tiger Jack, l’indiano navajo, abile a sparare, a seguire le tracce e a usare il tomahawk.
    Si. Allo stesso modo in cui da Laerte nacque Ulisse. Non c'è niente da fare. La storia è fatta di Padri e Figli che non si possono vedere e fanno a scaricabarile. Su questo i Poemi (anche la Bibbia) hanno molto da insegnare.

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    In quella tribù (e in altre di quell’ambiente sociale) l’identità personale non era separabile dal contesto sociale e ambientale. I valori di reciprocità, condivisione e responsabilità verso il gruppo erano alla base dell’organizzazione sociale. I beni, le risorse e le responsabilità erano distribuiti e condivisi in modo tale da mantenere l’equilibrio e la coesione all'interno del gruppo.
    Si parla di "comunismo primitivo", che per molti secoli, e penso al Feudalesimo, con Maggiorascato annesso (e non è una brutta parola sebbene indichi una prassi deteriore) ha dominato i rapporti sociali sul continente diciamo. Mancava la tecnologia e mancava anche qualche prete in più, e lo dico con tutte le recriminazioni possibili sempre a carico dei preti, ma allora, cioè a quei tempi era molto più facile guadagnarsi il Paradiso con le "opere", opere delle quali c'era un gran bisogno, peraltro.

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    Nel nostro tempo quei nativi americani non hanno più quell’organizzazione sociale e quei valori.
    Sui nativi della America del Nord direi che sulla base di informazioni non estemporanee, si potrebbe affermare che il loro numero, quindi demografia, non sia variato di molto da tre secoli a questa parte. Se è vero che ogni popolo ha diritto all'autodeterminazione allora questo diritto lo hanno avuto e lo hanno anche i nativi. Ovviamente tu hai il comunista (italiano, perché in altri luoghi sono molto più civili) che fa le pulci agli USA perché a suo dire avrebbero "sterminato" o comunque ridotto o rubato addirittura il territorio ai nativi indiani. Vedi, neanche con le semplici opinioni si può trovare un accordo: il comunista ti dice la sua come l'indiano sioux ti potrebbe dire la sua, ecc. Non c'è niente da fare. Ma quando la vita ti impone di condividere i tuoi spazi e le tue idee con altri, chiunque essi siano, allora non ti trovi più. Tu e probabilmente anche loro.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Adalberto
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    Guardate questa immagine realizzata dallo statunitense Joel Meyerowitz, noto per la “fotografia di strada, i ritratti e i paesaggi.



    Ci sono persone in attesa (dell’autobus urbano ?): 6 sedute ed una in piedi vicina lo porta; evocano 6 monadi, indifferenti l’un l’altro. Evocano il detto: “Ognuno per sé, Dio per tutti”.

    Questa fotografia fa riflettere: l'individuo è al centro della propria esistenza e la collettività assume un ruolo secondario.

    Invece nelle cosiddette “società collettiviste”, al contrario di quelle individualiste, come quelle occidentali, sono importanti i valori e le norme che privilegiano il benessere del gruppo e l'identità personale è legata alle relazioni sociali, ai ruoli comunitari e agli obblighi verso gli altri membri della società.

    Un esempio, i nativi americani appartenenti alla tribù dei Navajo, a me nota perché da adolescente leggevo i “giornaletti a fumetti” dedicati al ranger del Texas Tex Willer, noto anche col nome indiano “Aquila della notte”: era capo supremo delle tribù Navajos.

    La moglie di Tex si chiamava Lilyth, era una principessa indiana, figlia di Freccia Rossa. Morta in giovane età, Tex rimase fedele alla sua memoria e non volle più sposarsi.

    Dall’unione di Tex con Lilyth nacque Kit. Sempre insieme al padre. Con loro due il ranger Kit Carson e Tiger Jack, l’indiano navajo, abile a sparare, a seguire le tracce e a usare il tomahawk.


    Tex e i pards

    In quella tribù (e in altre di quell’ambiente sociale) l’identità personale non era separabile dal contesto sociale e ambientale. I valori di reciprocità, condivisione e responsabilità verso il gruppo erano alla base dell’organizzazione sociale. I beni, le risorse e le responsabilità erano distribuiti e condivisi in modo tale da mantenere l’equilibrio e la coesione all'interno del gruppo.

    Nel nostro tempo quei nativi americani non hanno più quell’organizzazione sociale e quei valori.
    Ma è una splendida foto, Doxa: nessuno di loro è chino sul cellulare! 😊

    La tensione, direi anzi l’attrito fra l’individuo (conscio di essere tale) e la collettività trovo che sia il motore che permette la crescita dell’uno e dell’altra.
    Ma non vedo un meglio o un peggio che possa andare bene per tutti, anche perché ho l'impressione che quest'ultimo risulterebbe soffocante per la vita individuale.
    Alla fin fine sono dell’opinione che senza contraddizione non ci sia vitalità.

    Ti pensavo più giovane, invece sei cresciuto anche tu a pane e Tex…bene, bene.
    Ci sarebbe allora da ragionare per esperienza personale su quanto il “mito del west”, in tutte le sue rappresentazioni e varianti, abbia formato la mente dei maschi delle passate generazioni occidentali, ma non sarebbe una novità.
    Risulterebbe forse più curioso il punto di vista femminile riguardo l’immaginario scaturito da tale mito con spiccati risvolti individualistici, ma non solo.
    Non oso dire per tutti i maschi, ma per me – ancor prima degli spaghetti western - è stato sicuramente un modello di comportamento preadolescenziale.
    Ho l’impressione che noi maschi, per cultura e forse un po’ anche per selezione genetica, risultiamo più individualisti delle femmine che -penso per analoghi motivi – vedo molto più abili, attente e immerse nelle relazioni sociali. Anche più sommerse di noi, talvolta.
    I maschi forse recuperano un po’ con l’età, ma poco. Io meno che poco.

  4. #4
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    Ciao Sandor, sono interessanti le tue osservazioni.

    In effetti come fenomeno sociale l’individualismo induce all’autorealizzazione ma indebolisce il senso di appartenenza alla comunità e la necessaria solidarietà. Permette di raggiungere un maggior livello di libertà personale ma contribuisce a favorire la frammentazione della società nel suo complesso.

    L'individualismo è una caratteristica dominante di molte società contemporanee ed è spesso associato alla perdita dei legami sociali cosiddetti “tradizionali”. Ognuno è responsabile della propria vita. L’individuo è al centro della propria esistenza e la collettività ha un ruolo secondario.

    Nelle società occidentali l’individuo è certamente valorizzato ma sono presenti anche i valori collettivi, che vediamo in comportamenti individuali e istituzioni di tipo solidarista.

    In passato nelle nazioni come Russia e Cina l’ideologia “collettivista” esaltava (ancora esalta ?) i valori di tipo collettivista, ma il modello istituzionale collettivista genera la solidarietà ?

    Per quanto riguarda i nativi americani riuniti in tribù, sono gruppi sociali poco numerosi, sono comunità poco complesse e poco sviluppate. E forse per loro andava (va) bene l’economia collettivista.

    Sandor sbaglio se anziché accusare in astratto l’individualismo occidentale punto il dito accusatore contro il capitalismo come fautore ?

    Il messaggio dell'individuo superiore alla collettività è un mantra che segue come una colpa la società occidentale. Mi sembra però che in Asia e Africa stanno recuperando in fretta il gap e le culture tradizionali non hanno alcuna possibilità di condizionare le attuali dinamiche sociali.

    L'individualismo è il valore che ha reso l'Occidente quello che è. Senza individualismo non sarebbe possibile il forte sentimento di libertà che possediamo e che ci spingerebbe ad usare le armi se qualcuno ce la togliesse.

    Ma come insegnavano gli antichi, bisogna perseguire la “via di mezzo”, il compromesso tra valori individuali e valori collettivi, senza precipitare da una parte o dall'altra.

  5. #5
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Anch'io ho notato subito che nessuno aveva il cellulare, forse la foto è preparata, non spontanea, oppure di qualche anno fa. Tex li ho letti tutti, avevo anche il n 2, il numero 1 originale non si trovava, regalati tutti in un momento di cambiamenti, oltre a Tex ho letto Alan Ford, Black Macigno, Capitan Miki. Le giubbe rosse non le sopportavo.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ciao Sandor, sono interessanti le tue osservazioni.

    Ciao Doxa, grazie per le parole gentili.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    In effetti come fenomeno sociale l’individualismo induce all’autorealizzazione ma indebolisce il senso di appartenenza alla comunità e la necessaria solidarietà. Permette di raggiungere un maggior livello di libertà personale ma contribuisce a favorire la frammentazione della società nel suo complesso.

    Io se permetti, l'individualismo lo considero un antidoto alla violenza o peggio ai conflitti tra persone, ad esempio in famiglia, poi all'interno della collettività sociale e infine nello Stato e anche se posso dirlo "tra Stati". Se ognuno pensasse ai fatti propri senza fare del male a nessuno credo che il mondo sarebbe un posto "migliore".

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    L'individualismo è una caratteristica dominante di molte società contemporanee ed è spesso associato alla perdita dei legami sociali cosiddetti “tradizionali”. Ognuno è responsabile della propria vita. L’individuo è al centro della propria esistenza e la collettività ha un ruolo secondario.

    Mi pare però che sia sempre un fatto di "indole" e quindi di "carattere". Ci sono persone più portate alla socialità, altre meno. Esistono grazie a Dio strutture sociali apprestate anche dallo Stato che in teoria sopperiscono ai più diversi bisogni. Se hai la testa da solitario non te la leva nessuno, ma se hai un carattere più "socievole" hai tante possibilità di condivisione. Personalmente ho anche conosciuto gente che è proprio "votata" alla partecipazione, che uno come Gaber considerava l'essenza della democrazia. Io la partecipazione come la vedeva Gaber la trovo confusionaria e priva di morale, ma chiaramente questi che vogliono "partecipare" devono rendere conto al prossimo (non in senso cristiano ovviamente, parlo di aggregazioni "laiche"), il che mi pare, anche per i più sfegatati un qualcosa che limita, perché in definitiva un "ego soggettivo" ce l'hanno tutti. Grazie a Dio l'individualismo serve pure un attimo a "staccare la spina", cioè a prendersi quelle ore, quei giorni di riposo dal caos assoluto che ogni tipo di gruppo sociale, ad esempio i partiti, esige come "tributo".

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Nelle società occidentali l’individuo è certamente valorizzato ma sono presenti anche i valori collettivi, che vediamo in comportamenti individuali e istituzioni di tipo solidarista.

    Esattamente.

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    In passato nelle nazioni come Russia e Cina l’ideologia “collettivista” esaltava (ancora esalta ?) i valori di tipo collettivista, ma il modello istituzionale collettivista genera la solidarietà ?

    Guarda, Russia e Cina io li ho visti sempre come "contenitori" in cui l'intento ultimo è "includere tutti" e "accontentare tutti". Ecco io questa la trovo "fantascienza" ancora alla mia pur giovane età. La regola d'oro del comunismo è che chi non è "davvero comunista" venga escluso. E c'è sempre qualcuno "più puro che ti epura", come diceva qualcuno.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda i nativi americani riuniti in tribù, sono gruppi sociali poco numerosi, sono comunità poco complesse e poco sviluppate. E forse per loro andava (va) bene l’economia collettivista.

    Si. Non è che non hanno difetti, e quindi un Rousseau certamente anche se in parte "sbagliava". Però anche loro hanno diritto a fare "in pace" si spera le loro "cose". Ci vorrebbe una legge a divieto dei sacrifici umani ad esempio. Ma se il sacrificato è d'accordo allora dov'è il problema. Noi bianchi abbiamo il suicidio assistito loro hanno i totem e i tabù. Non che ci sia qualcosa di nuovo sotto il sole.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Sandor sbaglio se anziché accusare in astratto l’individualismo occidentale punto il dito accusatore contro il capitalismo come fautore ?

    Fai tutto quello che vuoi ma per favore non mi dire che i regimi a est della cortina di ferro vivano davvero nel paradiso in terra. Vedi non è che la classe operaia non va in Paradiso. Va nel "suo" paradiso, a mio modo di vedere. Se comunismo vuol dire "paese della cuccagna" e quindi anche "eterno godimento" allora mi sa che ci vuole qualche altro "piano". E purtroppo uno come era Stalin non c'è. Povero Stalin: i comunisti russi facevano il contrario di quello che il Povero diceva. Una bella "responsabilità" anche se ovviamente il povero Josip non era a conoscenza di tutte queste "scortesie".

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Il messaggio dell'individuo superiore alla collettività è un mantra che segue come una colpa la società occidentale. Mi sembra però che in Asia e Africa stanno recuperando in fretta il gap e le culture tradizionali non hanno alcuna possibilità di condizionare le attuali dinamiche sociali.

    Hai ragione: questo non è necessariamente un bene. Però se vuoi ti dico anche che attualmente i Paesi africani hanno un tasso di crescita di circa il 300% e che forse tra qualche decennio terranno la pari con Paesi che oggi vengono ritenuti di "primo mondo" come il Brasile. Chissà. Il capitalismo è sviluppo, non soltanto sfruttamento. E' una forma mentis: se non c'è domanda per i prodotti occidentali in altre zone del mondo allora devi fare in modo da crearla, dico la domanda e per farlo devi prima arricchire l'"uomo della strada" o della foresta che sia, in un modo o nell'altro.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    L'individualismo è il valore che ha reso l'Occidente quello che è. Senza individualismo non sarebbe possibile il forte sentimento di libertà che possediamo e che ci spingerebbe ad usare le armi se qualcuno ce la togliesse.

    A me alle medie dicevano che la libertà del singolo inizia dove finisce quella del suo "prossimo". Un buon principio che però va sviluppato. Cioè se la mia libertà viene conculcata e magari il mio diritto alla privacy viene "violato" in qualsiasi modo ciò accada, io sono e mi sento legittimato a reagire, ma è come una lotta contro i mulini a vento, non se ne esce. Allora perché tutti si sentano liberi occorre una sensibilità come quella di un Ghandi, perché se no i continui attacchi al tuo pensiero e alle tue idee, i fraintendimenti e le antipatie non possono essere correttamente assimilate e metabolizzate e quindi accettate. Questa è a mio parere una delle ragioni per cui si cerca sempre più di farsi i fatti propri senza rompere le uova nel paniere a nessuno e senza che vi sia sia bisogno di uno come Stalin per mettere tutti sull'attenti.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ma come insegnavano gli antichi, bisogna perseguire la “via di mezzo”, il compromesso tra valori individuali e valori collettivi, senza precipitare da una parte o dall'altra.
    Scusa ma quello del giusto mezzo non è un rilievo che possa condividere nel senso che dici. Sarebbe come conciliare, davvero, il Diavolo e l'Acqua Santa. Ma grazie a Dio libertà significa anche libertà da responsabilità, e valori collettivi vuol dire "famiglia" e "società". Tutte cose che ci sono e che tendono a dare tot a metà e tot all'altra metà della collettività. Mi sa che se non con istituzioni "adeguate" ci potrebbero essere dei problemi di convivenza. Ad esempio striscia di Gaza e relativo "problema".
    Ultima modifica di sandor; 07-03-2025 alle 20:26

  7. #7
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    Adalberto, Nina: “augh”.

    Per i giovani del forum che non conoscono le “gesta” di Tex, spiego che “augh” è una parola di saluto ma anche di consenso (es. sono d’accordo con te); nei film western quel saluto è spesso accompagnato dal gesto della mano alzata e il palmo rivolto in avanti.

    Da aggiungere che i Navajo e gli Apaches quando si salutavano dicevano “hog”, ma gli inglesi lo modificarono in “haug”.

    Per quanto riguarda l’individualismo, se il progresso si misura dal grado di acquisizione di libertà individuale, allora i sistemi collettivistico-totalitari sono ancorati al passato tribale ?
    Individualismo e collettivismo sono da considerare più come complementarità che come reciproca esclusione ?

    L’individualismo è di solito inteso come riconoscimento della libertà delle persone di scegliere, senza ingerenze e coercizioni da parte di un’autorità esterna, i fini del loro agire, pubblico o privato.

    Invece il collettivismo è l’affermazione del primato della totalità sulle parti.

    Entrambi i concetti condividono la rappresentazione della società, scissa tra individualismo e collettivismo. Distinguono l’ambito soggettivo, l’agire individuale motivato dall’interesse privato, e l’ambito pubblico, governato dal principio di autoconservazione dell’organizzazione sociale.

    L’individualismo induce a non occuparsi del bene comune e ne trae il precetto secondo cui l’amministrazione pubblica deve soltanto dare regole e istituzioni per permettere alle persone che agiscono nel loro ambito privato di partecipare anche al perseguimento dell’interesse collettivo, senza alcuna intenzione o pianificazione razionale ma come condotti da una mano invisibile per avere una situazione sociale ottimale.

    Detto ciò, il mio sapere in merito è limitato, perché non mi attrae più di tanto. La scena che appare nella fotografia iniziale mi ha motivato al topic


    Tex Willer era un individualista ?
    Ultima modifica di doxa; 08-03-2025 alle 14:30

  8. #8
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    Ciao Sandor, ma secondo te Fratel Cono è un esempio di individualista ?

    A me sembra che l’individualismo sia il suo valore-guida all’azione, che quotidianamente lo induce a far prevalere i suoi interessi religiosi e le esigenze liturgiche personali contro gli interessi o le esigenze della collettività che partecipa a questo forum.

    E’ incapace di attesa e di ascolto, vive nel panopticon, e da quel luogo esplica il suo ruolo di magister, distante e a distanza dal volgo. Il suo motto è: “docere et discere”, “movere” e “delectare”.

    C’è da dire che quando spiega il binomio individualismo-collettivismo spesso confonde la caritas con la pietas.





    Ma l’'individualismo è un'ideologia, o una prospettiva sociale ?

    Sbaglio se penso che non ci sia il collegamento tra l’ambito individuale e quello collettivo ?

    L’individualista vuole il diritto di tutelare i propri affari, senza prendere in considerazione gli interessi della società.

    Infatti non mi sembra che il perseguimento dell’interesse privato dell’individualista si traduca in bene comune. Egli vuole la tutela della libertà personale senza l’onere di occuparsi della sopravvivenza dell’insieme, della società. A questa, secondo lui, deve pensarci chi governa tramite un sistema di regole e controlli che hanno come compito quello di garantire che le relazioni sociali si svolgano su un piano di equità.

    L’individualismo detesta qualsiasi filosofia che chieda il sacrificio dei propri interessi per cause sociali più elevate.

    Ovviamente l’individualismo viene contrastato dal collettivismo e dal totalitarismo.

    Ultima modifica di doxa; 08-03-2025 alle 15:01

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ciao Sandor, ma secondo te Fratel Cono è un esempio di individualista ?

    Se vuoi dire "individualista" come "singola persona che se ne frega degli altri", direi che un po' lo è. Però non ha niente di diverso da chi porta acqua al "mulino" della propria "conventicola". Purtroppo per lui, pur tentando in tutti i modi di indurre noi altri a parlare nei suoi "termini e sul suo piano", non ci riesce sempre, anzi quasi mai. Ovviamente Cono "non è" individualista per natura ma per scelta obbligata, almeno su questo forum. Ma vuol dire che a lui va bene così, altrimenti non avrebbe ragioni sufficienti per scatarrare come un monomaniaco qui sul forum.

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    A me sembra che l’individualismo sia il suo valore-guida all’azione, che quotidianamente lo induce a far prevalere i suoi interessi religiosi e le esigenze liturgiche personali contro gli interessi o le esigenze della collettività che partecipa a questo forum.

    Si. A me verrebbe da pensare che è questo che "non gli va giù", cioè il fallimento del suo tentativo di "fare proseliti", un tentativo che però per parte sua è anche comprensibile. Cioè il mondo al di fuori del Cattolicesimo lui lo oblitera in automatico perché la sola realtà che riesce a concepire è quella che deriva dai Sacri Testi o che comunque è in qualche modo "coerente" e quindi accettabile sulla base dei suddetti Testi. Il che non è male: basterebbe un po' di "misura", tutto qua.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    E’ incapace di attesa e di ascolto, vive nel panopticon, e da quel luogo esplica il suo ruolo di magister, distante e a distanza dal volgo. Il suo motto è: “docere et discere”, “movere” e “delectare”.

    Tutto condivisibile, ma mi pare che nel panopticon più che osservare tutto e gioirne c'è la paura di essere "osservati e anche dileggiati". Ovviamente si parla di percezioni soggettive alle quali un persona di una certa età riesce comunque a far fronte. E non mi pare che Cono sia un giovincello.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    C’è da dire che quando spiega il binomio individualismo-collettivismo spesso confonde la caritas con la pietas.

    Si. Direi che si sente "monaco" dei Frati Minori quando elargisce la questua; e invece un Figlio di Dio, non restio alle lasche frequentazioni delle "figlie degli uomini", come dice anche la Bibbia, quando dispensa la propria personale concezione di Pietas.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ma l’'individualismo è un'ideologia, o una prospettiva sociale ?

    Doxa scusa ma io non sono nessuno per pronunciarmi su queste tematiche. Mi sembri uno dei Farisei che molestavano "sai bene chi". Tuttavia detto ciò magari ti dico che l'individualismo elevato a ideologia ti dà i regimi di destra totalitaria, con una determinata ideologia che premia gli individualisti tipo i "nicciani" o i NSDAP. Se sei individualista davvero non consideri alcuna prospettiva di socialità ma solo affermare te stesso all'interno del gruppo. Qualche studioso di politologia ha anche scritto che scopo del "leader" politico è quello di essere conosciuto e stimato dalla collettività in forza del proprio "carisma personale e delle proprie realizzazioni".

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    Sbaglio se penso che non ci sia il collegamento tra l’ambito individuale e quello collettivo ?

    Mah. Forse il collegamento c'è, ma nel senso che l'individualista usa i mezzi di cui dispone per essere riconosciuto dalla collettività come persona eminente, mentre il collettivista tende a vivere piacevolmente in compagnia dei suoi "simili". Perciò l'individualista si fa un mazzo così; il collettivista no, ha una vita più tranquilla ma anche più povera di soddisfazioni.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    L’individualista vuole il diritto di tutelare i propri affari, senza prendere in considerazione gli interessi della società.

    Si. Un'ottima definizione.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Infatti non mi sembra che il perseguimento dell’interesse privato dell’individualista si traduca in bene comune. Egli vuole la tutela della libertà personale senza l’onere di occuparsi della sopravvivenza dell’insieme, della società. A questa, secondo lui, deve pensarci chi governa tramite un sistema di regole e controlli che hanno come compito quello di garantire che le relazioni sociali si svolgano su un piano di equità.

    Doxa guarda: quest'affermazione è straordinaria. Sarebbe come dire che a casa propria ognuno, Padre di famiglia o meno, è anche Padrone. Fuori casa ci sono delle limitazioni che pareggiano i conti tra individualisti e collettivisti. Quello che però vorrei dire è che in teoria bisognerebbe rispettare la legge che appiana le differenze "anche" in famiglia, cosa che accade in pochissimi casi. Perché se non fosse così, allora saremmo un Paese più simile alla Germania, dove esiste certamente una disciplina all'interno di ciascuna "compagine sociale", ma devi anche tener conto che per arrivare al punto in cui si è in Germania a livello di rispetto delle regole, i tedeschi hanno vissuto non "solo" un regime totalitario ma "due", e sappiamo quali. Ma mi domando: è proprio necessario fare una guerra "totale" per educare un popolo alla disciplina, o se non altro all'educazione e alla coerenza?

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    L’individualismo detesta qualsiasi filosofia che chieda il sacrificio dei propri interessi per cause sociali più elevate.

    Se ti chiami Goebbels e fai il ministro della propaganda in Germania, allora vedrai che si converte anche il più individualista degli individualisti. Anche Dio?

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ovviamente l’individualismo viene contrastato dal collettivismo e dal totalitarismo.
    Come ti dicevo a scanso del passato anche oggi ci sono sistemi politici del tutto o quasi privi di regole, e sistemi viceversa dove non puoi neanche farti una risata per strada. I primi sono il portato dei regimi di destra, cioè disciplina sì ma anche privilegio e meritocrazia; i secondi sono una diretta derivazione dei regimi di estrema sinistra, cioè uguaglianza sostanziale e quindi "assoluta" tra i consociati, e assenza di differenze basate sul merito.

  10. #10
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    Ciao Sandor, complimenti ! Le tue risposte alle mie domande di “dilettante allo sbaraglio” sono pertinenti.

    Ti faccio una domanda alla Cono. Come attività lavorativa, studi effettuati, oppure hobby, t’interessi di politica. Dai tuoi post mi sembra che sei “addentrato” in quell’ambiente, lontano dal mio, confortato dai canti gregoriani

  11. #11
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    Ciao Sandor, complimenti ! Le tue risposte alle mie domande di “dilettante allo sbaraglio” sono pertinenti.

    Grazie, carissimo.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ti faccio una domanda alla Cono. Come attività lavorativa, studi effettuati, oppure hobby, t’interessi di politica.

    No, guarda, non c'è pericolo. Ciò che mi interessa della politica sono le ideologie "politiche" passate, perché penso che al giorno d'oggi, e per quanto riguarda l'Europa, più o meno quella che coincide con l'UE, se non ci fossero stati regimi "ideologici" la situazione sarebbe abbastanza differente e parlo di tenore di vita come anche di ordine, quest'ultimo inteso come "organizzazione sociale". Probabilmente avremmo disordine e anarchia.
    Poi sull'attività lavorativa sono praticante legale iscritto, e frequento uno studio d'avvocato. Il prossimo settembre credo che finirò la c.d. "pratica legale".

    Come hobby ho quello dei rompicapo, ovviamente più difficili, almeno un po', di quelli che puoi comprare in edicola.
    Gli studi sono: laurea in giurisprudenza e scuola di specializzazione per le professioni legali. Niente di che.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Dai tuoi post mi sembra che sei “addentrato” in quell’ambiente, lontano dal mio, confortato dai canti gregoriani
    Si. Questo sicuramente. Beato te...
    Ultima modifica di sandor; 08-03-2025 alle 18:08

  12. #12
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    No, guarda, non c'è pericolo. Ciò che mi interessa della politica sono le ideologie "politiche" passate, perché penso che al giorno d'oggi, e per quanto riguarda l'Europa, più o meno quella che coincide con l'UE, se non ci fossero stati regimi "ideologici" la situazione sarebbe abbastanza differente e parlo di tenore di vita come anche di ordine, quest'ultimo inteso come "organizzazione sociale". Probabilmente avremmo disordine e anarchia.
    Poi sull'attività lavorativa sono praticante legale iscritto, e frequento uno studio d'avvocato. Il prossimo settembre credo che finirò la c.d. "pratica legale".
    Parli dell'Europa come gruppo o come Unione Europea?

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Adalberto
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    Non c’è un marchio doc per l’individualismo, che presenta diverse declinazioni del rapporto fra individuo e società.
    In genere lo si confonde con l’egoismo asociale o con la sopraffazione del più forte sul più debole, ma queste sono espressioni di potere e dominio.
    Ma ci possono essere altri punti di vista.

    L’individuo che riconosce l’unicità della sua esperienza di vita non per questo si concentrerà ad osservare solamente il proprio ombelico come centro del mondo. Sollevando lo sguardo verso altri individui potrebbe anche essere in grado di riconoscere agli altri la medesima unicità e di conseguenza scoprire che questa può esser la base di un diverso concetto di uguaglianza.
    Non parlo di una "uguaglianza sotto" una autorità reale o celestiale, ma di un visione paritaria fra esseri umani che compartecipano ai processi naturali. E' un punto di vista antiautoritario quello che
    promuove l'idea di una uguaglianza basata sulla responsabilità e reciprocità delle relazioni e non su principi morali codificati. Un po’ quello che avvenne nella seconda metà dell’ottocento con la nascita di autonome società di mutuo soccorso, quando lo stato sociale non esisteva ancora.
    Ma nulla di tutto questo è uscito da sperimentazioni particolari, di piccoli gruppi e di durata limitata.
    Utopie? Sì, certo, anche se idee ancora più strampalate vengono abitualmente accettate per sante verità.
    Comunque nulla può vietare all’individuo di farsi ispirare nella sua esistenza da questi punti di vista soggettivi, che basandosi consapevolvente sulla necessità di relazionarsi paritariamente con altri, rappresentano un plus piuttosto che un minus, anche a livello sociale.

  14. #14
    Il tutto, semplicisticamente e banalmente, conseguenza del fatto di essere senziente, che permette al bipede umano di mediare tra l'istinto di conservazione egoistico% e la socialità indispensabile per la perennità del genere. E' scritto nel DNA (o là attorno , nei paraggi.)come "Legge inderogabile".
    Fino alla prossima mutazione evolutiva. Vassapé.
    Si, faccio le cose facili facili: sono un giullare, no?
    Ultima modifica di restodelcarlino; 09-03-2025 alle 11:40

  15. #15
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Citazione Originariamente Scritto da Ninag Visualizza Messaggio
    Anch'io ho notato subito che nessuno aveva il cellulare, forse la foto è preparata, non spontanea, oppure di qualche anno fa. Tex li ho letti tutti, avevo anche il n 2, il numero 1 originale non si trovava, regalati tutti in un momento di cambiamenti, oltre a Tex ho letto Alan Ford, Black Macigno, Capitan Miki. Le giubbe rosse non le sopportavo.

    La foto è datata e si vede, nessuno con le scarpe da ginnastica o jeans

    1963 New York

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