Io sposterei il ragionamento di Gesù da una parte e penserei ai diversi modi di apprendere.
Tutti siamo stati a scuola e difronte ad un supposto pensiero della maestra che è un dato di fatto degli apprendisti alunni, si riscontrano altrettanti modi di capire in base all'importanza dell'istanza che ogni psiche fa per mezzo della sua esperienza, età , educazione,...e maleducazione
Quindi come ho già detto Gesù parlava ed era uno ad intendere mentre coloro che ascoltavano ne davano sensi diversi, tant'è come direbbe Axe, " de gustibus non disputandum est".
Tu pensi che Gesù non s'intendesse da solo?
Il gusto di Pietro era diverso a quello degli altri come quello di Giovanni o Tommaso di cui e venuto alla luce un vangelo a lui riferito non molto tempo fa, parla solo di "detti di Gesù" capiti e venerati da un monaco alessandrino.
Per quanto riguarda il servo infedele Gesù non elogia la sua disonestà ma la sua furbizia.
In sistesi: Se i figli della luce, i buoni, le pecore, i pacifici, ecc. in sostanza gli altri servi, visto che lui era il padrone, fossero furbi come costui ( il servo infedele ) non dovrei smateriarmia controllare i conti ( punto di vista del padrone, quello che da lavoro ai schiavi o servi lavoranti, come succede ancor oggi).
Riassumendo il passo del Vangelo:
I furbi più furbi dei furbi, ma nel bene, non nel male, che non ci vuole niente![]()