Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
La radice della violenza è il peccato: l'incapacità dell' uomo di amare l'Altro in quanto tale. E che cos'è, se non il Perdono, l'elemento che spezza la catena dell' odio?
per me, è la legge, che incarna il sentimento condiviso della giustizia, del fermarsi di fronte alla libertà altrui:

il perdono è un sentimento privato, qualcosa che presuppone un torto; ma se tu ed io abbiamo idee diverse, nessuno deve perdonare l'altro e rinunciare alla sua libertà di pensarla allo stesso modo:

Non solo fra Uomo e Donna, ma anche fra i popoli! Altro che conservazione, amico Axe. Altro che autodeterminazione. C'è molto molto di più nel Perdono.
nemmeno per idea !
per te c'è "di più";
ma qui il problema è enunciare alla società un valore di riferimento rispetto al giusto e ingiusto, bene e male;

se Gina soffre nell'unione con Pino, ha o no il suo inalienabile diritto a sciogliere unilateralmente quell'unione ? sì o no ?

se tu, papa, mi dici - legittimamente, sia chiaro - che lo scioglimento è "male" secondo la volontà di Dio, stai offrendo a Pino un'argomentazione morale forte per opporsi a quella libertà di Gina di autodeterminarsi, e le stai dicendo che è "bene" che lei si rassegni a soffrire, perché questo è ciò che vuole Dio;

ripeto: il papa deve poter dire quello che gli pare;
però, il caveat di questa cosa è che se dice "perdonatevi" - nel contesto di tutta la Dottrina - in una società in cui in effetti ogni due o tre giorni questa oppressione diffusa e intrinseca alla morale tradizionale sfocia in un femminicidio, la sua autorevolezza morale viene meno per il sentimento diffuso;

ripeto: il perdono non è una risposta, perché è un sentimento privato, modulabile discrezionalmente dalle persone, laddove invece è necessario un valore pubblico condiviso, e cioè:
se una persona ti dice "basta, non voglio più", quella è legge e bisogna farsene una ragione, qualunque sia la religione e la dottrina;

bada: io non ti sto dicendo che il papa dovrebbe abdicare sulla nozione del matrimonio come sacramento; giustamente, da suo punto di vista, non vuole; ma questo ha un prezzo, così come lo ha la pretesa di un imam che tu non beva il tuo vov perché questo sarebbe cià che vuole Dio;

il prezzo è che tu, quello, non lo caghi nemmen col Guttalax, perché pensi: ma perché mai Dio dovrebbe censurare il mio vov ?

e così pensano quasi tutti, uomini e donne: ma perché mai dovrei trascinare una relazione oppressiva, per me e per l'altro; perché mai Dio dovrebbe volere la sofferenza dove la coscienza non avverte un motivo di giustificato sacrificio ?

la Chiesa cattolica non è un partito politico, che va valutato nelle sue correnti, più o meno aperte o conservatrici, è un'entità che si presenta come portatrice di valori assoluti, divini, nella società; e su quelli si deve esporre;
se mi dice che la libertà della persona deve abdicare di fronte a quel sacramento, io e la società diciamo no, anche perché non vediamo alcuna giustizia divina in questo, a prescindere dalla legge;

il punto è che se chiami in causa Dio, poi devi essere molto convincente; se non lo sei, quel sacro che evochi ti si ritorce contro e diventi effettivamente un partito politico, un'agenzia di interessi di gruppo o classe, un taxi su cui si sale fino a destinazione, per poi scendere e dimenticare la chiacchierata col tassista.