beh, se quel passato è importante, determina quello che sei, è la tua storia;
non c'è un perché pensare che meritavi; è solo il sentimento logico, che gli altri dentro di loro si esplicitano, ma l'interessato rimuove;
spesso è una necessaria premessa logica, perché la "cattiveria" altrui è facilmente l'alibi nostro per rimuovere il punto;A prescindere dal fatto che i difetti li abbiamo tutti, gli errori li facciamo tutti, e saperci perdonare (sia noi stessi che gli altri) è il regalo migliore che ci possiamo fare, stare a scavare nelle motivazioni altrui, anche no.
se io dico che uno mi ha truffato perché c'era la tavoletta di legno a 100 euro al posto dell'iphone da 1000, evito di pensare alla circostanza avvilente e umiliante di aver creduto a Babbo Natale e aver fatto il furbo, magari accettando l'idea che l'oggetto fosse rubato; è un meccanismo comprensibile; ma quei sentimenti restano e se non si ha presente il meccanismo della truffa ci si sente solo vittime e resta tutto dentro, non si metabolizza nulla;
idem; non è lo stesso processo ?L'importante è la consapevolezza di se stessi, del proprio valore, anche dei propri difetti, perché no, ma sempre in un'ottica di spunto per migliorarsi.
Anche analizzare cosa non ha funzionato in una relazione ha poco senso. Ne ha analizzare per quale motivo uno ha scelto determinate situazioni, quello si. Ma solo per evitare di commettere ancora lo stesso errore.
la situazione è sempre speculare; attribuire alla controparte un difetto conoetico, anziché un ruolo funzionale a quello schema, impedisce alla psiche proprio una corretta comprensione del proprio motivo;
ma non è una supercazzola, visto che poi vedi soffrire le persone intrappolate in una rappresentazione che le blocca.