Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
questo però contrasta con l'idea della "chimica", per cui uno dovrebbe mollare anche la situazione "ideale" se si innesca il tutto per via chimica;
c'è anche che uno può non avere idea prima di un incontro e pensare che la propria situazione sia ragionevolmente appagante, proprio perché quella persona era fuori da radar, apre prospettive di esistenza e identità che erano sepolte o ignote;
nel cambiamento c'è sempre un vedersi dall'esterno come infelici, svalutati, rattrappiti, e la decisione: non voglio più essere "la persona che vive male con Tizio, basta !"
ma tanto nella rottura, quanto nell'innamoramento c'è una rivoluzione dell'identità che si elabora di sé stessi;
se manca questo ripensarsi non è innamoramento, oppure non c'è la rottura, nel caso di una sofferenza in coppia;

puntualmente, succede spessissimo che in fase avanzata di analisi, la persona rompa la coppia, perché ha rielaborato la propria identità; chi sta con un partner in analisi lo avverte, e pure lo stesso paziente, che non di rado abbandona la terapia perché avverte quel percorso come una pressione a ribaltare tutto, e magari non vuole.
Se scegli di abbandonare tutto per seguire qualcuno è perché di fondo era qualcosa che già volevi, e in quella persona hai trovato l'opportunità per "fare il salto".
La chimica dell'innamoramento è sicuramente un ottimo impulso, ma esiste la razionalità, per cui se scegli di fare "il grande passo" teoricamente ci hai prima pensato bene e valutato i pro e i contro.
Senza contare che di solito queste scelte le fai quando sei andato oltre la fase dell'innamoramento - che dura al massimo 18 mesi - e quindi quando sei già fuori dalla "fase chimica", e il rapporto si è quindi già sviluppato in quello che c'è dopo. Farlo prima è pericolosissimo, perché non è detto che poi il rapporto evolverà dopo la "fase chimica".