Poiché il mandato del C. di A. è di incontrare l’altro come Dio vuole incontrare ogni uomo, le persone che vi lavorano sono chiamate a farlo in modo tale che chiunque vi si rivolge possa trovare:
A) un luogo dove la fatica esce dall’anonimato per diventare nome, volto, persona.
B) uno spazio e un tempo dove essere accolto, ascoltato nel rispetto della propria storia.
C) un interesse non solo al bisogno immediato, ma alla globalità della propria vicenda con l’intento di cominciare a riscoprire e valorizzare il significato profondo di ogni esistenza.
Se il rispetto per le storie altrui è lo stesso che dimostri qui sul forum, dove sai solo giudicare, ho il dubbio che il mandato di cui tu parli non sia propriamente rispettato alla lettera...
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .