hmm... mi sa che non intendiamo la stessa cosa, perché io non ragiono in termini di somma , né per il completamento, né per il valore "aggiunto"; già l'uso di queste parole implica una cosa diversa;
se "completamento" non lo accettiamo entrambi, perché presume che la persona sola sia incompleta, deficitaria, il "di più" implica che il suo venir meno dovrebbe implicare la riespansione della persona ad uno stato originario; una cosa fisica, tipo l'acqua che diventa ghiaccio col di più del freddo, e poi torna acqua;
io la vedo più come chimica, perché la proprietà di certi incontri trasforma - non "completa", che contiene un giudizio;
mi rendo conto che sia una cosa piuttosto difficile da concepire se non l'hai già metabolizzata e mentalizzata di tuo come esperienza, che è abbastanza un lavoro;
nel senso che ti dici: io oggi sono così perché stare con tizio mi ha trasformata, e in un modo che non avrei scelto o previsto; a volte, spesso se le cose sono andate male, c'è una specie di rifiuto perché il se stesso rancoroso non si piace, si sente truffato e umiliato per essersi lasciato truffare, quindi si butta tutto in caciara;
per me è semplicissimo; potrei elencare i motivi di trasformazione indotti dalle mie relazioni così come potrei indicare i colori delle mie 4 automobili; prima ero così, poi sono diventato in quest'altro modo su questa e quest'altra cosa esistenziale, per una sollecitazione che solo R, B, C o B potevano produrmi in quel modo; la loro presenza non è stata un di più, ma un agente di trasformazione permanente di me stesso.