Non lo trovo logico, anche in indocina con una cultura Buddhista credo che le donne affrontino la stessa situazione, il cristianesimo non centra niente, la vita è qualcosa di oggettivo e il fatto che ci tange non può essere un motivo culturale.
Ah allora lo fai a posta a far finta di non leggere.
Si erin, te lo ripeto per la quarta volta, l'ultima parola spetta al medico, in termini di decisione legale, non personale.
No erin, non mi farei operare, e siamo a 4.
Non mi pare una contraddizione: chiederei tanti anni di carcere per chi commette una rapina, ma se a commetterla dovesse essere una persona a cui voglio bene, e magari ci scappa anche il morto, valutata la situazione potrei decidere di fare il possibile affinchè questa persona non sconti neanche un giorno di carcere.
Ma effettivamente l'aborto deve essere legale, stiamo parlando di coscienza e di opinioni personali.Più che vedere le sfumature, sarebbe il caso di avere un minimo di conoscenza della realtà. Perchè sulle cose astratte possiamo anche discutere anni, sulle cose pratiche ci sono ben pochi dubbi, IMHO.
Perchè è stata fatta la legge sull'aborto? Non tanto per un'ideale di autodeterminazione delle donne (come chiedevano e speravano le femministe), quando più che altro per mettere un freno all'aborto clandestino, in cui, di fatto, morivano moltissime donne per lo più giovanissime.
Inutile quindi guardare le sfumature. C'è un problema (l'aborto clandestino) che va affrontato. Secondo te è un modo sensato di affrontarlo quello di permettere l'obiezione a medici e farmacisti?
Ti ricorderei inoltre che l'obiezione di coscienza è stata introdotta con la legge sull'aborto per permettere a chi era già medico di non praticarlo. Cioè era solo retroattiva, e non avrebbe dovuto applicarsi per i nuovi medici.
Poi è stata strumentalizzata dalla chiesa.
Se premi sull'antiabortismo, che a tuo avviso non dovrebbe essere una scelta concessa ai medici, allora stai spostando il discorso sull'obiezione di coscienza.
Questo mi fa intendere che non reputi opportuna l'obiezione di coscienza.
Non la penso affatto così.
Prendi il mestiere dell'avvocato, anche se non si può proprio parlare di obiezione di coscienza perchè essendo un libero professionista non sussiste, infatti, alcun obbligo da parte dell'avvocato di patrocinare tutte le cause che gli vengono prospettate dai propri clienti, non gli è affatto necessario invocare l'obiezione di coscienza per decidere liberamente di non accettare il patrocinio di cause che non ritiene in coscienza di dover difendere.
Ma comunque, se questo principio venisse meno e ogni persona dovesse esercitare obbligatoriamente la propria professione, allora tu erin, avvocato, non avresti il diritto di rifiutare un caso dove ti troveresti a difendere un nazista, un omofobo, un pedofilo o cose del genere.
Praticamente tu ritieni che sia giusto obbligare le persone ad esercitare la loro professione contro la loro volontà, e questo onestamente mi fa paura, perchè non esiste affatto la necessità che tutti i medici pratichino gli aborti, quando gli abortisti non mancano.
Lo fa qualcun'altro, dove sta il problema?
Per i tuoi principi sarebbe giusto privare un medico alla società, una persona che eserciterebbe questa professione con tutto il cuore e la passione di questo mondo, solo perchè non praticherebbe gli aborti.