Penso lo stesso di te quindi meglio chiudere questa parentesi.
Ok, ti prendo la mano e ti accompagno lungo il ragionamento che ho fatto, nella speranza che tu capisca.Ti ho rivolto una domanda, ti ho chiesto se ti faresti operare contro la tua volontà. Hai detto di no, ma che l'ultima parola spetta al medico. Ma che non ti faresti operare, ma che ci vuole un'etica superiore ai desideri delle singole persone.
Non contenta di questa confusione hai buttato altro fumo negli occhi con la questione dei sentimenti, ecc.
Ora, seriamente, se hai voglia di discutere bene, se invece vuoi solo buttarla in casino per non dover rispondere dillo subito che mi ritiro.
Se un medico mi operasse contro la mia volontà, posso mai essere daccordo con l'operazione? L'hai detto tu che è contro la mia volontà.
Ciò non toglie che l'ultima parola non può spettare al paziente in questo sistema medico perchè questo è un sistema etico, ovvero, non pratica eutanasia e suicidio assistito, ma non solo, l'esempio della gamba stento a credere che qualche medico lo praticherebbe anche se il paziente lo supplicasse in ginocchio.
Quindi è un dato di fatto che in questo sistema medico l'ultima parola spetta al sistema sanitario.
Un altro esempio? I vaccini. Ce ne sono alcuni obbligatori, e se non li fai fare ai tuoi figli, te li levano, i figli.
E ci sono ragionevoli dubbi per i quali tu vorresti evitare certe pratiche obbligatorie, diffidenza da questo sistema sanitario in primis.
Se l'ultima parola spettasse al paziente avremmo uno stravolgimento dell'etica sanitaria, e qui ci vorrebbe un discorso a parte.
Quindi io ritengo giusto che debba essere elargita un'etica, una morale, dei principi da seguire affinchè in base a questi possano essere prese le decisioni riguardanti la salute del cittadino.
E' necessaria una certa oggettività in questo campo, dei punti fermi, da marchiare con la burocrazia; e se questi punti fermi dovessero un giorno andare contro la mia volontà, che domande, è chiaro che farei di tutto per rifiutarli (in base alla situazione).
Allo stesso tempo io cerco di far combaciare questa morale con la mia morale e quindi, se ciò dovesse accadere, non penso che possa verificarsi una situazione simile a quella da te descritta (che mi operino contro la mia volontà.
La soluzione te l'ho propostaIl problema sta nel trovarlo, il medico non obiettore.
Non è che posso farmi tutti gli ospedali di tutte le città perchè qualcuno si è scelto il mestiere sbagliato.
No, è una serie di principi.Sè vabbè, la laicità è una religione.![]()
Io difendo casapound?Veramente ne ho parlato solo nel thread sulla legge sconcia e in quello su casapound.
In entrambi i casi era il tema centrale.
Cosa c'entra? Molto banalmente che non vengo a farmi dare lezioni sulle ideologie e sulla democrazia da chi difende casapound.
Non ho scritto alcuna percentuale, è risaputo che la maggior parte dei medici è antiabortista, quello che cercavo di farti intendere con la mia frase è che è assolutamente irrilevante trovarne 3 di seguito, abortisti o non, perchè la statistica non è una scienza certa.In Trentino più del 70% dei ginecoogi è obiettore, in Veneto ancora di più, così come nel Sud. La media italiana, secondo la relazione del ministro della salute Livia Turco (2007), è salita al 69% nei ginecologi e ha superato il 50% negli anestesisti.
http://www.ministerosalute.it/dettag...New.jsp?id=161
Dunque le tue percentuali sono molto banalmente false, e se hai un minimo di onestà intellettuale sarebbe carino sapere se le hai trovate da qualche parte (e se sì, dove) o se le hai inventate di sana pianta per darti ragione.
Esempio: ora vado in 3 ospedale e trovo 3 medici abortisti, di seguito.
Dovrei intendere che si trovano facilmente medici abortisti? No, poteva accadere il contrario. Anche se i medici abortisti erano il 90% e quelli antiabortisti il 10%, o viceversa.
Allora a mio parere dovrebbero cambiare le leggi, mettiamola così.Io non tento di stravolgere nulla, cerco solo di difendere i diritti di base sanciti per legge.
La legge sull'obiezione di coscienza è stata pensata per chi, nel momento in cui è stato legalizzato l'aborto, era già medico. Non per i futuri medici.
Non si tratta di stravolgere il sistema, si tratta di applicare le leggi.
Molto banalmente.
Nell'eventualità che i medici obiettori sovrastino pesantamente quelli non, evidentemente c'è qualcosa che non va nell'aborto, non penso siano tutti presi da una vocazione divina o psicosi di massa, chiamala come ti pare.Mi sembra molto più assurda una proposta impraticabile come la tua. Con il 30% di medici non obiettori un po' dura far quadrare i conti sui turni. E se domani non sono più 30% ma 10% cosa fai? Li fai lavorare 24ore su 24?
E se diventano tutti obiettori, dovremo andare all'estero ad abortire? O importare medici non obiettori dall'estero, magari con la prospettiva di essere pagati di più?
Comunque, a differenza tua, ritengo che le minoranze debbano essere tutelate e quindi anche chi vuole abortire deve poterlo fare; quindi incentiverei i medici che decidono di praticare l'aborto economicamente, per fare quel turno all'ospedale.
Se dovessero risultare talmente pochi da non poter ricoprire tutti gli ospedali di turno a tutte le ore, come nell'improbabile esempio che poni, inserirei una soglia minima ai test di medicina che richiede espressamente la disponibilità di quei medici a praticare l'aborto, una soglia bassa quanto basta per essere sufficientemente sicuri di raggiungere l'obiettivo predeterminato.