Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
Pensare diversamente non è affatto giudicare, di solito al giudizio segue condanna, ed io non condanno nessuno; un'altra cosa è lo scambio di opinioni. Poi non ho mai detto che chi non crede è bisognoso di valori, sei tu che lo dici; è invece chi crede ed opera bene che ha bisogno di offrire se stesso, di mostrarsi al prossimo in questa veste, soprattutto se supporta i suoi pensieri con il buon operare.
Ma ritorniamo al tema del post. Nei gruppi gnostici quali i valentiniani, le donne erano considerate eguali agli uomini, alcune venivano onorate come profeti, altre svolgevano il ruolo di maestre, di predicatrici viaggianti del vangelo, di guaritrici, preti, e forse anche vescovi. Ma a partire dal III secolo le testimonianze di donne con ruoli profetici, sacerdotali ed episcopali nelle chiese ortodosse cessarono.
E' uno sviluppo sorprendente se si considera che ai suoi primordi il movimento cristiano dimostrò una notevole apertura verso le donne. Lo stesso Gesù violò la convenzione ebraica parlando in pubblico con donne, e ne incluse tra i suoi compagni. Anche il Vangelo di Luca riferisce quello che rispose a Marta, sua ospite, che si lamentava con lui di far da sola i lavori di casa mentre sua sorella Maria sedeva ad ascoltarlo. " Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Invece di appoggiarla Gesù la rimprovera di avere tante preoccupazioni dichiarando che " una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta". Dieci, vent'anni dopo la morte di Gesù, alcune donne occupavano posizioni leader in gruppi cristiani locali: profetavano, insegnavano, predicavano il Vangelo. Il professor Wayne Meeks avanza l'ipotesi che, nell'iniziazione cristiana, chi presiedeva annunciasse ritualmente che "in Cristo...non c'è maschio né femmina".
Bravo! Proprio questa sua struttura agilissima ed essenziale ha permesso alla Chiesa il massimo di penetrazione anche in contesti culturali, sociali ed etnici assai diversi, a partire dalla consapevolezza espressa da san Paolo nella lettera ai Galati (III, 26-29). «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Gesù Cristo, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché voi tutti siete un essere solo in Cristo Gesù».

La Chiesa si rivela come una vita di popolo che sa integrare tutti. Le differenze che esistono non sono criteri determinanti, bensì semplici condizioni della vita. Ciò che invece definisce la persona è l'incontro con Cristo, che la coinvolge nel rapporto con Dio rendendola veramente «uomo». Mentre nell'età moderna le grandi ideologie al potere hanno sempre tentato di eliminare artificiosamente e violentemente le differenze (il nostro stesso Stato unitario è nato tentando di cancellare le differenze culturali), per la Chiesa le differenze non negano l'unità in nome di Cristo, la quale anzi, essendo qualcosa di assoluto, si esprime maggiormente proprio attraverso di esse.