L'evoluzione del concetto di razza, dal darwinismo in senso stretto al darwinismo sociale, come giustificazione e nobilitazione teorica dello sforzo intellettuale di destra. In poche parole sta dicendo che sionismo e giudaismo non sono caratteristiche precipue della "razza" ebraica, bens� categorie mentali da cui in realt� nessuno pu� ritenersi immune, atte a legittimare il capitalismo mercantile prima e borghese poi.
Non pu� mancare la pi� bella perla della situazione: la condanna dello stato come espressione e difesa degli interessi borghesi. Parole prese praticamente di peso dall'ebreo Marx, che di sicuro fascista non era. Al che l'intellettuale di destra prende paura e si richiama all'interclassismo corporativistico mussoliniano, una millantata forma di socialismo all'interno dello stato che strizzava l'occhio tanto al proletariato quanto alla grande borghesia. Storicamente Mussolini si richiam� al primo quando aveva bisogno di consensi -ovvero il fascismo delle origini che raccoglieva i reduci della "vittoria mutilata", nonch� quello della fine, quando con la Repubblica di Sal� si riprometteva di attuare quella "rivoluzione sociale" che il peso della borghesia arricchita dalle avventure belliche dell'impero gli aveva, ahim�, impedito.
Perch� al contrario di Marx, secondo cui per logica conseguenza socialismo e comunismo erano la negazione dell'idea stessa dello stato (ma su questo Stalin e successori fecero sempre orecchie da mercante), l'intellettuale di destra non pu� rinunciare al concetto romantico -e oserei dire hegeliano- dello stato come espressione del Volksgeist di un popolo. Ein Reich, ein Volk, ein F�hrer!

Ah, se volete ho a disposizione una copia del Mein Kampf, rispetto a cui il pensiero di Freda sembra oro colato. Di sicuro la traduzione fa schifo, ma ho il fondato sospetto che il testo originale non sia tanto meglio.