Grazie, Axe, hai espresso meglio di me il mio pensiero (che poi sono dati di fatto e non opinioni).
Voglio solo aggiungere che, anche quando non furono compiute delle stragi, ci fu una italianizzazione forzata (non indolore) di tutta la popolazione non italiana ad opera del fascismo: mia nonna, slovena di Trieste, dovette frequentare le scuole italiane, anche se non conosceva una parola di questa lingua, il suo nome e cognome vennero italianizzati come anche il toponimo del luogo dove abitava, non poté leggere i giornali sloveni perché vennero aboliti, non poté frequentare le associazioni slovene perché vennero soppresse e le fu vietato di parlare pubblicamente lo sloveno. E come lei tutta la popolazione slovena.
Non ditemi che queste non furono anche violenze razziste del fascismo. Solo che mi pare che non se ne sappia molto, perché non so se queste cose si studiano a scuola.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
continua a sfuggirti il nesso ideologico:
in nessuno di questi casi il comportamento criminale è riconducibile ad un'ideologia positiva, scritta nero su bianco, che li prescrive come essenziali nell'ordine prefigurato; che è invece il caso del nazismo;
eppure, sono certo che una differenza logica analoga, per esempio la differenza tra omicidio volontario e omicidio premeditato, la capiresti al volo.
c'� del lardo in Garfagnana
io non nego che il fascismo fosse razzista, dico che all'epoca anche chi si opponeva al fascismo, di fondo era razzista. Ma questo perché tutta la cultura occidentale era basata su una visione del mondo evoluzionista. Persino gli antropologi, in un certo senso erano razzisti.
Ok ma non puoi negare che certe azioni furono comunque improntate a una mentalità profondamente razzista.
Il colonialismo in sé era razzista e i più grandi colonialisti al mondo sono stati gli inglesi.
Pensa a quando nel 1918 hanno operato una sistematica pulizia etnica in Australia sottraendo i neonati agli aborigeni e dandoli in adozione a famiglie inglesi. Secondo te che cos'è stata questa ? Un'operazione di carità ?
C'era un darwinismo sociale/spencerismo di fondo nel colonialismo. Inoltre Joseph Arthur de Gobineau, l'autore del Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane, era un amico del pensatore liberale Tocqueville. Le teorie razziste erano diffuse tra gli intellettuali, anche tra i liberali e democratici c'erano nazionalismo e razzismo; il fascismo ha preso dal nazionalismo e da queste teorie razziste, costituendo un amalgama con le teorie socialiste soreliane.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Yele, qui l'esecrazione evidentemente ti impedisce di percepire che il percorso concettuale alla base di questo episodio è esattamente l'opposto del razzismo biologico; si parla di "razzismo culturale", che è una cosa completamente diversa;
sottrarre i bimbi aborigeni alle loro famiglie per darli in adozione a famiglie di "bianchi" implica esattamente la negazione del determinismo biologico di nascita;
vale la pena di rammentare alcune nozioni:
a) a parte un tratto biologista nell'ideologia spagnola della reconquista - la limpieza de sangre - l'idea che i popoli avessero un sangue diverso nasce a cavallo dell'Ottoceno, tra le guerre rivoluzionarie e quelle napoleoniche, assieme al nazionalismo;
b) il razzismo biologico, rafforzato dal positivismo dopo aver attinto alle teorie darwiniane, era uno strumento per giustificare il colonialismo di nazioni "cristiane", altrimenti in difficoltà nel porsi in modo gerarchico;
questo però è un tratto essenziale quando si deve dirimere il senso di ideologie che sulla base del determinismo biologico propugnano la soppressione dell'altro, irredimibile, come progetto essenziale;
analogamente, anche le democrazie hanno visto limitazioni del demos; ma l'ampliamento di questo, l'inclusione, non ha importato un cambiamento nel genus del sistema;
un sistema ideologicamente imperniato sul razzismo, al contrario, perde la sua personalità nel momento in cui rimuova quella discriminazione, che è essenziale, programmatica, filosoficamente irrinunciabile.
c'� del lardo in Garfagnana
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Capisco la distinzione che vuoi fare, che probabilmente, sul piano "filosofico" ci sta, però dissento sul fatto che "il razzismo culturale sia una cosa completamente diversa da quello biologico".
In realtà il razzismo culturale non è altro se non il modo in cui il razzismo biologico si è trasformato per proseguire la sua corsa dopo la caduta dei nazismi.
E gli effetti pratici non sono molto diversi.
Sempre inglesi erano.
Alcuni mie parenti, emigrati in Australia negli anni '50, hanno dovuto subire ancora tante discriminazioni, umiliazioni e un trattamento dall'alto in basso da parte degli inglesi. E questo pur essendo europei, ed essendo già negli anni '50.
Quindi figurati che atteggiamento avevano verso gli aborigeni.