Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
axe, su questo o i miei forti dubbi e provo a sintetizzare:
Parlare di scienza cognitiva quando si tratta di intenzioni, credenze, emozioni che riguardano l'individuo non mi trova d'accordo. In qualche caso, forse, si possono tracciare degli schemi grossolani, ma il pensiero che spinge un individuo a una scelta, a un comportamento o a una credenza ci é alla fine sconosciuto, troppi sono gli elementi che concorrono. Anche ridurre la religione o anche solo il paganesimo alla necessitá di riempire vuoti di conoscenza non mi trova d'accordo. Socrate, nei dialoghi di Platone, cita di tanto in tanto questo o quel dio, non certo per ignoranza ma per rafforzare con un elemento metaforico il discorso. Metodo usato da sempre dalla filosofia e dalla Religione.
Mi sembra invece riduttivo affermare che la Religione é per chi in un certo senso ha difficoltá ad affrontare la realtá e si serve della fede in un'entità superiore per sopravvivere alle proprie paure o incapacità.



Butto lí alla rinfusa...
1) Le quattro nobili verità , fondamento del Buddhismo: "la nobile verità del dolore, della nobile verità dell'origine del dolore, della nobile verità della cessazione del dolore, della nobile verità della via che porta alla cessazione del dolore". Mi sembra descriva esattamente il concetto di di emancipazione e di crescita. Ad enunciarli é stato Siddhartha Gautama detto Il Buddha (il risvegliato). Fra parentesi, nemmeno lui aveva intenzione di fondare una nuova religione ma di indicare appunto un percorso per la realizzazione personale.
2) "Tat Tvam Asi" dei Veda (Tu sei quello) che nel contesto significa che la natura del divino (qui Brahman) descritta nel testo sacro altro non é che il corrispondente della nostra natura piú intima e (aggiungo per brevitá) la realizzazione dei Veda, cioé il loro studio e la loro comprensione, altro non é che la realizzazione di questo assioma. Anche qui un percorso, nessuna Veritá da accettare e appendere nell'armadio dei nostri comportamenti sociali.
3) La stessa parabola dei talenti del Vangelo: Il Signore del racconto premierá alla fine chi ha investito i propri talenti aumentandoli di un plusvalore. Parabola significa, allegoria, metafora ed é la metafora di un'acquisizione operata attraverso l'uso delle nostre capacità (talenti), quindi anche qui l'idea di sottofondo di un percorso da fare.
4) "Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islàm" (Corano: Sura V, 3) Dove c'é da sottolineare che con Religione viene tradotta la parola araba "Din" nonostante la parola corretta per religione sia Madhhab. Il filosofo liberale pakistano Fazlur Rahman Malik, docente alla UCLA e alla University of Chicago traduce "Din" con "the way-to-be-followed", la via da seguire. In molti hadith viene tradotto come "condotta di vita" ad esempio l'hadith riportato da Sahih al Buchari raccontato da Abu Huraira, compagno del Profeta, appartenente alla tribú dei Daus:
Il Profeta disse: "La Religione (Din) é molto semplice e chi caricherá (con pesi) sé stesso oltre misura nella sua Religione, non sará in grado di proseguire su questa via".

Anni luce lontano dalla religione istituzionale.
King Kong , spero tu riesca a leggermi e darmi una risposta , quando leggi questi interventi cosa ti fa riflettere sulle Religioni ? è uno strumento di crescita o è un'altra cosa ?

Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Anche la Morte è propedeutica...funzionale al Disegno Universale della Salvezza, Laura! Già l'Uomo fà e disfa, si crede plenipotenzario e invincibile a questo mondo: Pensa un po' se non ci fosse, la Morte, a ricordargli la sua intrinseca fragilità, che cosa si crederebbe! Praticamente dio. Infatti l'Uomo non fà altro, anche oggi, che cadere nel tranello e nell'inganno del Maligno....

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». [2]Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, [3]ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». [4]Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! [5]Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». [6]Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. [7]Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.