Dato che sono stato nominato chiarisco la mia posizione ma non mi voglio certamente confrontare con Arcobaleno Cono e Crepuscolo e con tutto il rispetto per loro perché da tempo accettato l'evidenza che sia impossibile convincere un sacerdote del fatto che la verità non esiste nella nostra vita terrena.
Non può esistere una verità assoluta ma solo verità relative.
Chi ha frequentato una scuola ed ha appreso delle conoscenze crede che tali conoscenze siano verità. È così convinto che quello che ha studiato sia verità che non cerca di scoprirla la verità.
La verità si scopre non si studia su di un libro. Lo studio al contrario preclude la ricerca della verità.
Se uno dà a quello che ha studiato la patente di verità assoluta non osserva i fatti. Nella sua mente le interpretazioni filosofiche, teologiche e scientifiche, scienze umane perciò presunzioni, si confondono.
Una persona che esce da un seminario è una persona materialista, crede di possedere la verità, crede di possedere la conoscenza di Dio. Crede di sapere cosa piace o non piace a Dio e di conseguenza giudica e condanna come fosse Dio.
Un sacerdote che esce da un seminario, non tutti, crede che la religione, Dio, sia un prodotto della logica, un prodotto razionale, un prodotto che si vede cioè, razionale, materialista perché la verità si trova in un libro (che ognuno interpreta a modo proprio si intende).
Questo perché ha capito al contrario il concetto di fede.
Fidarsi ed affidarsi non è una evidenza.
Un conto sono le speranze ed un'altro sono le evidenze.
Non ci possono essere evidenze in un mondo creato ad immagine.
Abbiamo una mente che esplora delle conoscenze e quello che si ricava è una realtà immaginata, non vera, non visibile. Se applichiamo la logica sulle evidenze avremo la verità se invece applichiamo la logica sulle conoscenze l'immagine risultante è una derivazione della nostra limitata conoscenza.
Dio non va cercato con gli occhi, non si vede. Si vede solo quello che abbiamo immaginato.
Mi ricordo che un giorno leggevo la storia del Papa Giovanni XXIII. Lui diceva che prima di diventare Papa tutto era semplice. Quando aveva un problema si rivolgeva al suo superiore. Ora che è Papa a chi si deve rivolgere?.
Al leggere queste assurde considerazioni ho pensato che era stata una fortuna per quel Papa fare carriera. Dal giorno della sua elezione si è dovuto rivolgere a Dio, è diventato un vero credente.
Credere in quello che si vede è materialismo, è razionalità, non fede.
Un credente ha fede in ciò che non vede, che non conosce.
Un vero credente chiude la porta alle conoscenze alle evidenze e si affida a Dio per il tramite della propria mente, della propria coscienza, della propria anima.
Queste tre materie non si vedono né si pesano ma si devono usare altrimenti la vita diventa un incubo.