Originariamente Scritto da
axeUgene
sai, la famiglia è cambiata come la proprietà terriera, come il lavoro industriale, come tutto;
un tempo, chi nasceva bracciante o servo era rassegnato; la sua rivolta era percepita dai proprietari come un egoistico turbamento di un ordine che a loro stava, ovviamente, benissimo; e così per tutti gli istituti sociali, che registrano solamente assetti, equilibri di potere;
fino a pochi decenni fa, la maggior parte della gente era abbrutita precocemente da un'esistenza misera e sostanzialmente di schiavitù famigliare; la famiglia era, nel migliore dei casi, un'associazione di mutuo soccorso, con le sue gerarchie, che poco aveva a che fare con l'amore;
mentre, la fisiologia umana ci dice che saremmo monogami seriali, che ognuno di noi ha nell'arco della vita 3, 4 amori importanti, e che dopo qualche annetto la cosa passa; ovviamente, ci sono persone in grado di sviluppare maggior attaccamento, magari perché hanno più padronanza ed esperienza delle circostanze di coppia; le seconde nozze sembra che durino parecchio di più;
ma, in via generale, se non si è culturalmente preparati - cioè, relativamente esperti delle dinamiche di relazione - e la società non dispone adeguati paracadute per le circostanze di rottura - alloggi, protezione di un tenore di vita di base, ecc... - la condizione famigliare diventa una bomba ad orologeria che, se non esplode, spesso avvelena, deprime, perché vampirizza cumulativamente le energie vitali delle persone nel confronto continuo per lo spazio, il tempo, la serenità, il benessere nervoso;
considera che - lasciando da parte conformismo, ambiente sociale e relative pressioni - spesso alla base della coppia stessa c'è un malefico compromesso con se stessi, perché inconsciamente ci si innamora di qualcuno che si è individuato come un soggetto potenzialmente controllabile, su cui investire con minori timori che ci possa abbandonare;
difficilmente si accoppia gente radicalmente incompatibile; ma è anche parecchio difficile che si incontri presto una persona davvero affine, con la quale i motivi per una coppia duratura siano forti; una volta che l'obiettivo sicurezza, il matrimonio, i figli, la sistemazione... è stato raggiunto, cambia tutto nella percezione della propria esistenza e dell'orizzonte;
per le élites, questo è sempre stato chiaro, e provvedevano; nella società di massa, sono due secoli che la cosa diventa man mano cosciente, a partire dalla borghesia agiata; hai tanta letteratura dell'Ottocento e Novecento che registra questa cosa, e poi il cinema, la letteratura di massa di oggi; i serials televisivi li vedono clandestinamente pure in Iran, e le autorità islamiche di tutti i paesi sono terrorizzate proprio dal fatto che la cultura occidentale, registrando la liberazione del desiderio, minaccia i loro assetti di potere nella famiglia;
ma non è che ci sia una cultura che crei un desiderio che altrimenti non ci sarebbe; le persone hanno sempre trombato a destra e a manca, nel matrimonio e fuori; solo che lo facevano clandestinamente, o ricorrevano alla prostituzione;
oggi, semplicemente siamo costretti a riconoscere la verità sociale del desiderio, il fatto che famiglia e relazione non sono la stessa cosa, e che se vuoi la prima devi fare i conti con la seconda, in modo sostenibile;
anche perché, se pure due trentenni sposati e con figli che non si amano più si "sacrificano" restando insieme controvoglia e rassegnandosi all'idea che per quel che resta loro non vivranno mai più un amore, non credere che quell'atmosfera non produca disagio sociale;
proprio attraverso i figli, che odieranno quell'atmosfera e quella modalità, salvo magari poi ricaderci, perché l'unica in cui si orientano, o odieranno i genitori che li fanno sentire in colpa perché si sarebbero sacrificati "per loro";
oppure il contesto di prossimità, che sarà dissuaso dall'imitare quel modello; ma qui non si tratta del problema delle vacanze, delle levatacce notturne quando la bimba piange perché le spuntano i dentini o della retta dell'asilo che sottrae risorse al nuovo smartphone; nessuno sceglie di non fare figli per questi motivi; e probabilmente nemmeno troppo per paura delle incertezze economiche, che pure un po' pesano;
c'è proprio un rifiuto diffuso di identificarsi in quel modello di esistenza, per motivi ridondanti ovunque;
guarda, io ho piuttosto un buon carattere, sono molto paziente e per niente cavilloso, se non si tratta di questioni razionali; non rompo i coglioni mai; vivo da solo da quando ho 20 anni e faccio tutto da me; ho convissuto, anche a lungo, più della media di tanti matrimoni, e ho la percezione esatta dell'orrore di me stesso nel momento in cui sono costretto a diventare il controllore o il carceriere involontario della mia compagna, che è una cosa abbastanza inevitabile se si ha una famiglia;
se, al momento dell'incontro, non si è stati particolarmente fortunati o intuitivi e ci si è accontentati, presto il disagio emerge e la rottura appare all'esterno che sia avvenuta per motivi futili, alla prima difficoltà, come dice Cono;
la realtà è che per la prima volta ci si vede allo specchio, nella nuda verità, e cioè che si è divenuti ingranaggio di una cosa brutta e oppressiva, di un sistema di potere che schiaccia la personalità, propria ma anche del partner, che magari ami ma che la tua presenza opprime;
magari invece il disagio resta a bassa intensità, ma si accumula, fa deprimere; se hai sperimentato questa cosa e ne hai coscienza, poi ci pensi davvero dieci volte prima impegnarti in avventure famigliari.