Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
Se i "vincitori" hanno un minimo senso di responsabilità, troveranno un accordo per governare in questa legislatura.
Anche se Di Maio ha cominciato a "guardare a sinistra" e così Salvini, ex-leader dei Comunisti Padani, ha rivisto le sue posizioni nei confronti di Leu e dei senatori a vita, penso che possano scordarsi di avere come ruota di scorta il PD o Leu: il PD, bastonato alle elezioni, è sempre saldamente in mano ai renziani, se non a Renzi; e Leu sarebbe un ruotino di scorta forato e a pezzetti (piccoli).

In fondo, la volta scorsa fu il PD a fare il governo insieme all'odiato Berlusconi, oggi tocca ai 5 Stelle trovare la quadra con Salvini e Berlusconi, altrimenti a settembre invece della Legge di Stabilità ci tocca la campagna elettorale e anche per il 2019 niente flat tax, abolizione della Fornero, il reddito di cittadinanza e negri a casa loro, sempre che cambiasse qualcosa nei rapporti di forza.
Il governo di scopo per cambiare la legge elettorale? mi scappa da ridere, nessuno dei due farebbe mai una legge che favorisce l'altro.

Se proprio si fanno schifo vicendevolmente o vorranno mettere una foglia di fico su quello che chiamerebbero inciucio se a farlo fossero gli altri, troveranno un esecutivo "tecnico" abbastanza apartitico da sostenere entrambi e se la flat tax, l'abolizione della Fornero e il reddito di cittadinanza non si potranno fare, potranno sempre dare entrambi la colpa al PD che non ha voluto fare la ruota di scorta.
Così va la vita.
non fa una piega;

poi, però, arriva la realtà:
la SPD ha scelto la linea Schultz, cioè GK in cambio di passi concreti verso gli Stati Uniti d'Europa, assieme a Macron, che ci mette la copertura nucleare;
oltre alla difesa e politica estera comune, la cosa comporta la caduta delle ultime due prerogative sovrane che restano agli stati, e cioè il livello della tassazione - che implica la facoltà sovrana di porsi in concorrenza con gli altri partner per attrarre investimenti - e il debito comune, che implica la disponibilità dei più virtuosi a farsi carico del rischio degli altri, in cambio di una propensione a tagliare la spesa;

questa opzione ha i suoi costi, che si traducono nello sradicamento di tante corporazioni parassitarie che gravano sullo sviluppo, potentati locali ostruzionisti, aree di consenso patronale, e cioè i mandanti del neo-sovranismo; dall'altro lato, sarebbe la fine dell'incubo del debito e dell'esposizione alla speculazione, cosa che in parte ha finora garantito la BCE, e la messa in sicurezza del sistema previdenziale, garantito da una politica monetaria e fiscale con una base robusta;

il senso "altruista" di questa opzione dipende dal fatto che il sistema di produzione e welfare redistributivo di tipo "tedesco", per sopravvivere ha la necessità che nella sua cintura ampia vi siano sistemi analoghi che non lo destabilizzano e si coalizzano contro, perché se l'industria tedesca viene esposta alla tentazione di delocalizzare troppo e il territorio si de-industrializza, il sistema interno diventa socialmente turbolento e sfugge al controllo politico; questo spiega anche in termini economici il crescente attrito coi paesi di Visegrad, che competono in questo modo sotto l'egida sovranista; in una certa misura, un bacino produttivo a costi minori ha fatto comodo alle industrie tedesche; ma in prospettiva, la propensione selvaggia alla competizione è destabilizzante;
il tipo prevalente di capitalismo "tedesco" è alternativo al liberismo selvaggio, perché in origine strutturato su un legame col territorio, ma molo più sano ed efficiente della finta competitività dei nostri sistemi bancari e di finanza locale;

dall'altra parte, c'è l'opzione sovranista, cioè quella prediletta dai vincitori di domenica: fare debiti per comprare il consenso sociale, recuperare qualche forma di sovranità monetaria, liberarsi dei vincoli UE, contando che i benefici sarebbero maggiori dei costi;
questo discorso affascina i produttori in certi settori maturi, che si illudono di compensare coi dazi il differenziale enorme nel costo di produzione, ma non fanno i conti con le altre conseguenze: il sistema italiano è di trasformazione: importa energia e semi-lavorati, che con una moneta nazionale costerebbero molto di più; mentre il debito enorme sarebbe soggetto a continua speculazione e destabilizzazione, col potere d'acquisto che crolla, dato che la maggior parte dei consumi è possibile in virtù della moneta forte e dell'importazione;
cioè, ammesso che qualche capitale "italiano" decida di rimettersi a produrre e vendere beni a basso valore aggiunto - quindi bassissima retribuzione - come l'intimo che si trova sulle bancarelle, i prodotti cinesi per la casa, i mobili popolari simil-ikea, bisogna trovare qualcuno che li compri ad un prezzo triplicato rispetto all'equivalente straniero tassato;

ora, io ho i miei dubbi che l'industria italiana che attualmente esporta, in tempi di minacce trumpettane di protezionismo, che già spaventano tutta l'UE, sia disposta a farsi carico dei costi che si prospettano ai britannici dalla Brexit per uscire, per garantire agli imprenditori balneari di Ostia le loro concessioni demaniali; e ho anche fondati dubbi che l'arrière pensée dei leghisti e rimasugli berluschini sia quella di sganciare il loro territorio dal sistema europeo; mi sembra molto più verosimile e credibile che il pensiero organico che presiede alla loro strategia sia quello di sganciarsi dalla "zavorra" meridionale e cercare di imporre al sud una condizione di discarica di tutti i problemi, dal sostegno al reddito, ai flussi migratori, così come è avvenuto per i rifiuti e le produzioni tossiche e la marginalizzazione sociale;

alla fine, prevarrà il buon senso; ma il punto è che nel frattempo chi specula su istanze sovraniste e ottiene consenso rischia di combinare i soliti guai italiani di sempre, e cioè fare la voce grossa e prendere legnate, per poi abbassare le penne, rimettendoci anche quel po' di potere contrattuale;
se facciamo gli stronzi stavolta, tipo Alitalia e "italianità", a buffo, indeboliamo la disponibilità dei moderati europei e rischiamo di trovarci i conservatori ostili a chiudere la porta dell'unica speranza di risanamento, o di vedercela imporre tout-court a condizioni non negoziate.