ben vi sta , fare le fighe a London col Tamigi ha i suoi costivieni da me sul Brenta che ti porto a mangiare nervetti e cipolle
Oh guarda proprio io figa qua non sono
Io sono StraPhiga quando me ne vado in Toscana e mi prendo la mia bella borsa di pelle a Forte dei Marmi a 20 euro
Allora si
La mia parrucchiera al sud, me e Maria 35 euro con fattura
Ci andrò quelle 3-4 volte l'anno
Vieni al sud che mangi il cuoppo![]()
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-
beh, il modello di sviluppo basato sulla ricerca tecnologica non lo puoi valutare solo in termini di settore specifico, proprio per quel motivo, ma come ricaduta sugli altri; se pensi alla commercializzazione del device elettronico ovviamente il conto è negativo;
ma il modello è quello dei brevetti militari o, se vuoi, della F1, con la ricerca sui dispositivi, materiali, procedimenti, che hanno una ricaduta a pioggia su tutti gli altri comparti, dove il prodotto cinese viene a coprire un settore di mercato che per l'industria occidentale è già in un ciclo di obsolescenza; cioè, hanno già nel cassetto le prossime tre generazioni di quel prodotto;
l'utile "nazionale" di questo processo però è un indotto non è facilmente percepibile a prima vista; e consiste nella domanda di lavoro qualificato in termini di servizi e formazione che un assetto del genere ti richiede; cioè, l'economia si mette in moto perché ti servono scuole professionali, insegnanti, università , laboratori, infrastrutture efficienti;
ma molti non vogliono, perché per farlo devi sottrarre risorse, credito, a settori deboli, proprio quelli che vogliono essere protetti dalla competizione in perdita, come gli elettrodomestici "bianchi", che sono un prodotto troppo maturo e grezzo, ormai, dove raramente il prezzo nazionale si giustifica in termini di qualità .
c'� del lardo in Garfagnana
noi se superiamo questa fase lavoreremo per i ricchi cinesi o dei russi , già lo stavamo facendo ma l'embargo europeo deciso dagli Usa per una questione non europea ci ha limitato l'export danneggiando le nostre aziende italiane : vinicole ortofrutticole ecc e dalle mie parti questo problema è molto sentito
il problema di questa prospettiva però è che ti fa diventare un crostaceo, corazza del lusso e interno tenero del basso valore aggiunto; cioè, ti manca proprio quella spina dorsale di ricerca e sviluppo che fa la forza sociale di un paese, per quell'indotto che dicevo; cioè, il lusso, per definizione, è un settore di nicchia: Maserati e Loro Piana non possono produrre ed impiegare tanto; VW sì;
l'ortofrutticolo o il vinicolo medio ti richiedono braccianti pagati poco e pochi agronomi specializzati;
mentre se ti chiudi a spirale per il protezionismo, l'impresa che oggi fa lavorare tuo figlio a Bologna, magari deve tornare a Zagabria o altrove, portandosi via tuo figlio, o sostituendolo con un manager locale, privo di impedimenti;
se tuo figlio è competitivo e trova un posto equivalente in Italia, se il nuovo datore di lavoro opera in un settore maturo a minor valore aggiunto, è probabile o certo che la sua retribuzione sarà decurtata in pari misura;
del resto, come notava Barrett, quella dell'impoverimento compressivo di una nazione che protegge non è una mia invenzione, ma una semplicissima relazione matematica; certo, contraddetta nella prospettiva del settore protetto, che però si arricchisce a spese dei connazionali, con un travaso di ricchezza tutto interno.
c'� del lardo in Garfagnana
Ah se lo dici tu. Nell'articolo del Corriere che ho letto io, si parla di sanzioni in caso che la richiesta non venga accettata. Comunque questo è solo un esempio e l'ultimo per dire che a seguire certe regole imposte più o meno rigidamente dalla Ue, la nostra industria alimentare ha perso un po' della qualità che l'ha resa così famosa fra i top quality, mentre la concorrenza di altri paesi si fa sempre più pressante. La Ue protegge e incentiva altri settori, usando l'agricoltura come merce di scambio. Per i paesi del Nord, poco male, ma per noi è deleterio perchè l'alimentare è il nostro fiore all'occhiello.
Basta guardarsi intorno e vedere come stanno mangiando gli italiani, i criteri con cui scelgono il loro cibo in casa e fuori casa. Il nostro palato si è imbastardito e non sa più riconoscere la qualità eccellente da quella medio bassa, un po' come capita agli stranieri quando mangiano la nostra cucina o a noi quando mangiamo quella straniera. Se il livello si abbassa, diventi di bocca buona.
non lo dico io; qualcuno ti impone di comprare prodotti alimentari di bassa qualità ? a me, nessuno; mangio cose mediamente buone;
ma guarda che la scarsa qualità di certe produzioni agricole italiane è esattamente il risultato di quella protezione UE, finanziata coi soldi nostri, e che ha consentito ai meno bravi di tenere occupati i terreni, per esempio coi vini da taglio e basso prezzo;Nell'articolo del Corriere che ho letto io, si parla di sanzioni in caso che la richiesta non venga accettata. Comunque questo è solo un esempio e l'ultimo per dire che a seguire certe regole imposte più o meno rigidamente dalla Ue, la nostra industria alimentare ha perso un po' della qualità che l'ha resa così famosa fra i top quality, mentre la concorrenza di altri paesi si fa sempre più pressante. La Ue protegge e incentiva altri settori, usando l'agricoltura come merce di scambio. Per i paesi del Nord, poco male, ma per noi è deleterio perchè l'alimentare è il nostro fiore all'occhiello.
nessuna normativa UE impone il basso profilo a chi intenda fare qualità ; il guaio è che le banche locali, invece di finanziare chi investe in qualità e rischia, prestano i soldi dei risparmiatori a chi va sul sicuro nell'immediato, amici loro, o loro stessi nei cda della banca, e prende i soldi dei sussidi; ma rischia nel futuro, oltre a fare concorrenza alla qualità nazionale;
lo vedi chiaramente, per esempio nel vinicolo del sud; da quando il sistema dei sussidi è entrato in crisi perché non c'erano più i soldi, tanto vinaccio da taglio è stato sostituito da produzioni fantastiche, e abbiamo cominciato a vedere l'Aglianico del Vulture, i grandi bianchi campani, o il Syrah siciliano e altre varietà stratosferiche dell'isola, come le produzioni della famiglia Planeta o di Hauner, che ha fatto conoscere il passito come concorrente dei vini da meditazione francesi, quando era relegato a prodotto secondario ed economico;
così fai confusione tra una sacrosanta battaglia per l'etichettatura dei prodotti, ad evitare truffe e italian sounding che competono con le nostre esportazioni, e protezionismo;Basta guardarsi intorno e vedere come stanno mangiando gli italiani, i criteri con cui scelgono il loro cibo in casa e fuori casa. Il nostro palato si è imbastardito e non sa più riconoscere la qualità eccellente da quella medio bassa, un po' come capita agli stranieri quando mangiano la nostra cucina o a noi quando mangiamo quella straniera. Se il livello si abbassa, diventi di bocca buona.
le regole UE non impongono nulla ai consumatori, anzi; ti garantiscono in termini di salute e controlli; 30 anni fa potevi trovare di tutto sulla frutta, dato che il disciplinare nazionale dei controlli era facilmente aggirabile coi campioni casuali sui pesticidi; poi scoppiò il caso degli omogeneizzati contaminati e venne fuori il trucco, perciò l'UE - allora CEE - dispose una procedura diversa di edge-testing, tutt'attorno ai campi, che non poteva essere aggirato; idem per gli antibiotici nelle carni;
ora, l'agricoltura è un bel ginepraio, ma per colpa dei governi nazionali che la usano come merce di scambio e consenso, non per le regole UE, a parte alcune assurdità plateali, frutto di quei ricatti incrociati; ma è proprio un paese che in prospettiva è avvantaggiato come qualità che ha da guadagnare nel mercato libero interno, dato che in effetti la tendenza nel consumo è a migliorare, scegliere prodotti sempre migliori nell'agroalimentare;
la quota che passa a consumi alimentari più scadenti è una frazione rispetto a quella che compie il percorso inverso, e lo vedi ovunque proprio nei supermercati, dove i prodotti sono esposti in modo evidente proprio per promuovere quelli buoni e costosi, con un ricarico maggiore;
la mozzarella di gomma o il vino da 1,50 dell'hard Discount - comunque meglio di tanti vini di 30 anni fa - se la puppano gli immigrati poveri e gli stranieri, che piano piano saliranno di livello.
c'� del lardo in Garfagnana
E tu fai confusione fra la salute alimentare e il commercio. Ci mancherebbe che i governi non tenessero sotto controllo la sicurezza degli alimenti.
Non puoi sul serio usare l'argomentazione del consumatore che non è obbligato a comprare merce di bassa qualità , perchè la gente compra quello che c'è al supermercato e l'angolo dei prodotti artigianali è minuscolo, non sempre presente e molto più costoso. Cioè e il ruolo di guida e supervisione dello Stato va a farsi friggere? Con questo tuo principio, hai risolto in tre secondi la polemica sulla legalizzazione delle droghe: che problema c'è, il consumatore non è mica obbligato a comprarle!
che c'entrano le droghe, che comunque di fatto vengono vendute dalla criminalità ?
posto che un prodotto alimentare debba essere sanitariamente controllato, cosa dovrebbe fare lo stato, secondo te ?
prova ad esprimere una regola e vedrai che si traduce in un'ingiustizia, come nell'esempio dell'olio da soffritto che ti dicevo;
perché andresti ad ostacolare l'impresa di chi ti fornisce un olio decente a 4 euro, lavorando su economie di scala efficienti e di massa, e impedirebbe a te di risparmiare 11 euro al litro quando per quell'uso non ti serve un olio di altissima qualità ;
oltretutto, la tua osservazione è fuori luogo, perché nel commercio - tutto, non solo alimentare - l'esposizione del prodotto di maggiore qualità è interesse del commerciante, perché è quello su cui ha più ricarico e in nessun esercizio si occulta quel prodotto; anzi, nei super tutti i prodotti più cari sono ad altezza di sguardo e mani, mentre quelli super-economici in alto o in basso; è proprio una regola standard su cui esistono infiniti studi; ci ha fatto la trasmissione persino Piero angela![]()
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